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15 - Il principe azzurro sfigurato in volto dalla pugile. ✔

Capitolo 15

Destiny's pov

Mi avviai velocemente, iniziando a camminare a passo svelto.

Io amavo gli sport, le persone mi dicevano che ero molto portata e andavo a scuola il giovedì solo per educazione fisica.
Avevo provato di tutto e di più: dal basket, al calcio femminile. Dal nuoto, alla danza classica. Dal tennis, al karate.
Ma la mia vera e unica passione fu sempre l'atletica.

Mentre correvo i miei pensieri si iniziavano a dissolvere come le suole delle mie scarpe.
Quando correvo sentivo l'aria nei miei capelli scuri e fini che li faceva volare da una parte all'altra.
Quando il mio sudore veniva asciugato dal vento che man mano che correvo diventava sempre più insistente, cercando quasi di spingermi a fermarmi, ma nessuno mi poteva fermare.
Quando correvo sentivo il cuore che continuava a battere sempre più forte e con più forza, cercando quasi di creare un buco nella cassa toracica in grado di farlo finalmente uscire, sentendosi meno in gabbia, ma non, avendo bisogno di ossigeno, ma di quella pura e limpida sensazione del paranormale e della paura che mescolati tra di loro creavano l'adrenalina, che per me si poteva considerare la droga più potente che mi abbiano mai somministrato.

Mi spingevo alla mia massima sopportazione per poi superare vittoriosa quella linea rossa che simboleggiava che ero andata oltre gli schemi, che avevo seminato tutti i perdenti alle mie spalle, che dopo che mi fui ripresa gli avrei urlato un fanculo merde ovattato dal sudore e dalla carica del momento.

Che nel mentre che mi prendevano in giro, mi umiliavano, mi facevano sentire niente, nelle loro vene girava una sostanza letale, l'invidia.

Quando correvo sentivo tutte le gocce di sudore sulla schiena che anche loro facevano a gara a chi arrivava prima, perfino il mio sudore conteneva la determinazione, e più le sentivo scendere, più queste mi davano la carica di aumentare la mia velocità.
E mi ripetevo che potevo dimostrare di più e far capire che sarei arrivata dove nessuno se lo sarebbe aspettato.

Quando correvo e mi sentivo al limite della sopportazione umana, una persona normale e con un minimo di intelligenza avrebbe pensato di smettere e fare una pausa.

Sorpresa! Io no.

Non essendo una persona normale, pensavo che fermarsi sarebbe stata una mossa da falliti e che disintegrare le scarpe per poi iniziare a correre a piedi nudi, sarebbe stato meglio.
Era lì che aumentavo la velocità, ancora, ancora, e ancora.
Fino ad arrivare al punto in cui sarei davvero svenuta, così smisi, ma non volendo nemmeno.

Alla morte di mio fratello ho smesso di correre, lo facevamo sempre insieme e ricominciare mi avrebbe fatto stare ancora più male.
Non l'avevo ancora superato, così anche se era sempre stata la mia passione, smisi.
Mi ha sempre soprannominato: Pantera e sinceramente ammetto di sentirmi tale, ammetto che mi sentivo tale...

Ci divertivamo troppo andando al parco vicino casa per poi toglierci le scarpe e iniziare a correre con i lacci intorno al collo, facevamo a gara e lui vinceva quasi sempre visto che aveva le gambe che erano lunghe quanto me.

Adesso non corro quasi più.
Con la corsa e gli sport in generale, ho sempre avuto un rapporto particolare, sarà stato per il mio carattere un po' testardo e la determinazione che di solito metto nelle cose, tranne che nello studio, cosa sbagliata lo so ma sono anche svogliata e certe volte non mi va proprio.

Le mattine in cui mi alzavo già arrabbiata, però, mi mettevo a correre.
Prendevo la mia tenuta ginnica e facevo i giri per l'isolato, alcune volte mi annoiavo a stare da sola a correre, perfino la musica non mi aiutava nella monotonia di quei giorni, ma era un periodo e come tale passa.
O almeno lo spero.

"Destiny!" Disse la sua voce.
Alzai lo sguardo dai miei piedi, che sembrano aver preso vita propria, per guardare la ragazza in rosa davanti a me.

Se vai a casa sua vedrai anche il cibo pitturato in rosa.

"Scarlett" dissi di rimando.

"Ti va di andare un po' in giro?"
Mi chiese con tono allegro saltellando.
Non capivo da dove prenda tutta questa felicità...
Forse lo faceva solo perchè era tutta una farsa, ma i suoi occhi sembravano sinceri nel chiedermi una semplice uscita e io non ci trovavo nulla di male nello stare un po' all'aperto.

Risposi con un semplice "okay" dal tono neutro e mentre lo feci si girò a guardarmi sorridendomi lievemente.

Non riuscirò mai a capire il perché tutti ad un preciso momento debbano sorridere. La mia faccia e divertente?

A me fa ridere la tua faccia, ma comunque si chiama cortesia cosa che tu non conosci.

Ma questo non vuol dire che mi debbano ridere in faccia.

Non stanno ridendo, Destiny!
Non stanno proprio pensando a te.
Loro stanno sorridendo perché sono felici e magari hanno risolto i loro problemi mentre, tu stai ancora qua, con le mani in mano a non saper cosa fare, adesso che la tua vita é distrutta.
Dovresti solo prendere esempio da loro e ora ascolta cosa ti vuole dire Scarlett.

***

"Si, e comunque mi chiamo Scarlett White."
Mi disse per poi bere la sua cioccolata calda con la panna e le fragole, ma secondo me ancora bollente visto il fumo che ne usciva fuori.

"Mmh... ti si addice di più pink."
Il mio solito tono ironico non smise di uscire dalla mia bocca, ma accompagnato da un sorrisino stampato sul viso.

Posò la tazza a forma di gatto di quel bar, che lei stessa aveva ordinato, e mi scrutò, per poco, con due occhi felini.
Guardai prima la tazza e poi lei, e quasi mi venne da ridere per la somiglianza.

Lei si mise a ridere, a scoppio ritardato di ciò che le dissi verso il suo cognome.

"La tua fantasia...."
Bofonchiò per poi prendere la mia tazza da cappuccino per mangiare la schiuma che si trovava sul fondo, che io scansavo sempre.
Non mi garbava molto, mi gustavo meglio bere il cappuccino senza schiuma.

Mentre era intenta a scavare nella tazza col cucchiaino, con una faccia davvero buffa, si sentì il campanello della porta suonare.
Quel suono mi ricordò quando ero bambina e avevo attaccato alla porta di casa una campanellina e io stavo tutto il giorno ad aprire e chiudere la porta. Facevo impazzire tutti in quella casa, ma almeno era un posto allegro.

Mi girai a guardare e vidi un gruppo di ragazzi più o meno dell'età nostra, giusto un po' più grandi andare verso il bancone del bar per ordinare.

"Ragazzi carini a ore dodici."
Non riusciva nemmeno a fare un tono provocatorio.

Risi leggermente, era strano vedere qualcuno di così, buono ma parecchio strano. Scarlett era una ragazza buona, timida e brava a scuola. Carina e dolce. Insomma tipica ragazza modello; ama il rosa e sicuramente la sua camera assomiglierà a quella delle bambole.
Anche se secondo me nascondeva un qualcosa. Impossibile che una ragazza così pura volesse uscire questo pomeriggio proprio con me, no?

Sgranò gli occhi e quasi mi saltò addosso urlandomi contro, avevo riso per ciò che aveva detto e con lei non l'avevo ancora fatto, per questo continuava a rinfacciarmelo.

La guardai male per poi fare un sorrisino e scuotere la testa. Sembrava così preziosa la mia risata ai suoi occhi, mentre io mi sarei staccata tutti i denti pur di non doverlo più fare.

Fate una buona coppia. La pazza e listeria, prossimamente al cinema.

"Si quella ragazza dai capelli marroni" sentii dire da una voce distante e maschile alle mie spalle, ma comunque lontana.

Scarlett mi vece segno di girarmi ma aspettai per poi capire la situazione.

Tutto il gruppetto che era entrato prima nel bar, circa in sei-sette, stava guardando nella nostra direzione, più precisamente me.

"Pure occhi chiari, già mi piace."
Commentò un biondino appoggiato al bancone sporgendosi a parlare all'orecchio di un tizio dai capelli neri ricciolino.
Ma cosa pensano di fare?

"Luke lo vista prima io, molla l'osso. "
Il corvino mise un braccio avanti al presunto Luke mentre mi fissava.

Ma fanno davvero? No perché se l'intelligenza dei ragazzi di oggi è questa, dobbiamo tutte convertirci.

Alzai un sopracciglio e guardai per poco White, intenta su cosa fare, ma non ci pensai poi così al lungo.
La presi per un polso e la feci alzare e con lei dietro andai davanti a quegli imbecilli.

Sentii dei sussurri e cose poco carine da dire a due ragazze con quel sorrisetto da ebeti in culo.

"Si?"

Scarlett pov's

Destiny era girata a guardare quel gruppo di ragazzi carini.
Poi per un attimo lei incrociò il mio sguardo per poi prendermi il polso facendomi alzare dal mio comodo posto reso tale grazie a un cuscino e trascinandomi con lei.

Dalla faccia sembrava abbastanza irritata, quindi non mi aspettavo sicuramente un modo cordiale e gentile di salutarli.

Mi sistemai velocemente la gonna e sorrisi ripensando a come mi aveva chiamata prima. Nessuno aveva mai veramente fatto caso al mio modo di vestire. Io ero solo quella che indossava sempre le gonne, che andava bene a scuola e che non avrebbe mai trovato un ragazzo.

Mia Scarlett, non pensare questo c'è qualcuno che si innamorerá di te, come ho fatto io tempo fa.

Grazie Steven.

Avevo la testa bassa, potevo sembrare una tipa strana era vero, ma in situazioni del genere non sapevo mai come comportarmi. Non sono il tipo che inizia una conversazione per prima. E non sono neanche il tipo che per togliere l'imbarazzo fa una battuta. Non mi riesce proprio.

Alzai la testa per guardare la ragazza al mio fianco.
Lei era davvero particolare.
Era una ragazza fredda, ma non solo nei modi, ti faceva sentire il suo gelo anche se gli stavi accanto, ti faceva sentire se stessa fino alle ossa, per questo volevo conoscerla, mi sembra che anche lei stava nascondendo un segreto, e io avrei voluto saperlo, non si nasce con il cuore già distrutto.

Non gli viene mai detto nemmeno un complimento, ma era davvero bella, per avere una personalità così buia.
Chissà chi la spenta.

In quel momento li guardava dall'alto verso il basso e li individuava uno a uno. Qualcuno non reggeva lo sguardo così spostava gli occhi da un altra parte. Come si dice, potere alle donne!

"Si?"
Chiese un ragazzo alto, con gli occhi verdi e i capelli neri che si trovava davanti agli altri cinque.

"Ma vi sembra il modo questo di cercare di attirare una ragazza? Mica siamo ad un'asta."
La sua voce era calma, ma aveva la mascella serrata.
Guardava con ribrezzo il ragazzo corvino davanti a lei. Faceva bene a guardarlo così anche io lo avrei fatto.

Tu non avresti avuto il coraggio di guardarlo così, mia piccola Scarlett.

Steven No. Ci sarei riuscita.

Fidati, Scarlett, non l'avresti mai fatto, come tempo orsono con me.

"Che c'è? Volevi che provavo a rimorchiarti come un principe azzurro? Allora scusa ricomincio: io sono il principe Cooper" continuò per poi farle un inchino con la testa sempre alzata per continuarla a guardare" vorrebbe andare a occupare un tavolo insieme, discutere su come ballare il lento nella reggia del figlio del duca Ashmit, per poi gustarci due ottimi croissant dorati." si fermò un attimo per le risate ma continuò subito "Ci alzeremo e andremo, con una postura da signori, fuori da qui per fare una romantica passeggiata, le piace come idea principessina?" Sogghignò alla parola principessina mentre i suoi amici continuavano a ridacchiare.

Secondo me andrà a finire male, secondo te?

Anche secondo me.

Che consiglio mi dai?

Digli di andare fuori, sarebbe meglio andare.

Grazie, Steven.

Di nulla, Scarlett servo per questo ormai...

Non fartene una colpa, fu stata mia la responsabilità.

"Destiny non è meglio andare via?"
Le presi il braccio per spingerla verso l'uscita, ma non si mosse dalla sua posizione.

Notai solo dopo la loro gara di sguardi.
Competizione tra occhi blu e occhi verdi, difficile da reggere.

"Perfetto, allora andremo subito fuori a parlare delle cene di famiglia."
Sorrise perfida alla fine per poi riprendermi il polso.
Ci stavamo incamminado verso l'uscita quando mi uscì dalla bocca un
"Perché gli hai risposto così?"

"Perché almeno questi ultimi anni a guardare video di wrestling potranno dare i loro frutti."
Quegli occhi blu finirono nei miei e mi fece un occhiolino di incoraggiamento.
Mi si gelò il sangue, a me non piacciono queste cose.

"Ei! Dove credete di andare?"
Il commesso ci fermò poco prima di mettere un piede fuori dal negozio.

Destiny guardò Cooper, così mi sembrò il suo nome o cognome, che poi mandò uno dei suoi a pagare il conto.

Anche se non mi sembrava particolarmente giusto visto che non l'avevano presa loro la cioccolata calda, ma non lo dissi ad alta voce.

Il gruppetto che pagò ci raggiunse poco dopo e il ricciolino si mise davanti a Smith.

"Che vuoi fare?"
Disse in tono di sfida lei.

"Oh, tante cose in realtà. Una sveltina? Una spagnola? Sbizzarisciti piccola."
Il modo provocatorio con cui disse quelle parole aveva trasformato la faccia della ragazza mora che sembrava davvero infuriata da ciò che le disse, mentre io spalancai solo gli occhi.

Prima che qualcuno aprisse bocca, Destiny gli diede un pugno in piena faccia e lui cadde all'indietro dalla sorpresa e mentre stava a terra con la mano sullo zigomo ordinò ai suoi amici di alzarlo e così fecero, anche se confusi.
"Te ne pentirai, principessina, io sono uno dei Cooper e non dimentico. "
E poi se ne andò accompagnato dagli altri mentre Destiny gli urlò contro "Ma questo era solo un pugno che c'è ti ho già mandato fuori gioco?"

Scarlett ricorda: non andare mai contro di lei.

Archiviato, Steven.

Si riuscì ad udire la sua risposta da lontano.
"Non prendo a pugni le ragazze. "
E Destiny che sbuffò scuotendo la testa e dicendomi che alla fine andò tutto bene.

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