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Emerald raccolse il libro da terra ed entrò nella sua stanza. Due ragazze erano impegnate ad urlarsi contro. Troppo impegnate per rendersi conto che Em fosse entrata in camera.
- Io voglio il letto di sopra okay?! È perfetto per me! - urlò una ragazza dai lunghi lisci capelli neri.
Aveva degli occhi a mandorla ed Em notò che mentre camminava il suo passo era straordinariamente leggero.
- Non ti lascerò il letto di sopra perché sei un'Asiatica! Non mi interessa! - ribatté una ragazza dai capelli ricci e biondi. Gli occhi erano di un blu profondo ed intenso.
- Ma è fatto apposta per noi Asiatici! Così la mattina potrò scendere volando!
- Scusate... questo è vostro? - chiese Em cercando di metter fine al loro litigio.
Non sopportava le persone che urlavano.
- È mio, scusa, ti ho colpita? Ti sei fatta male? - chiese la ragazza dai lunghi capelli neri. Erano davvero bellissimi, sembravano seta.
- No, tranquilla. Vorrei solo sapere perché state urlando.
- Perché questa qui non vuole lasciarmi il letto di sopra! - strillò la bionda.
- Questa qui ha un nome! - esclamò l'altra indicandosi - A proposito, sono Yi Jia Chan. Ma puoi chiamarmi solo Jia - si presentò tendendo la mano che Em strinse.
- Emerald Shylock, sono un'Italica. - disse lei rivolta ad entrambe.
La biondina, che era dall'altra parte della stanza, le fece un cenno con la testa. - Amelie Girard. Gaelica.
Il locale sembrava quasi un piccolo appartamento. Entrando ci si ritrovava in un salottino spoglio. Sul lato sinistro poi c'era una porta bianca di legno.
Emerald entrò e realizzò che si trattava della camera da letto.
Era più grande della sua stanza a Firenze. Molto più grande. Le pareti erano bianche, forse questo contribuiva a far sembrare la camera ancora più spaziosa. Nella stanza c'erano tre brande, senza materassi. Una era singola, ad una piazza, mentre le altre due consistevano in un letto a castello. Per il resto era completamente vuota, come il salotto.
Uscendo dalla stanza Em si accorse che c'era un'altra porta bianca sul lato opposto della stanza da letto. Andò ad aprire l'altra porta. Si trattava del bagno. C'erano delle mattonelle bianche che circondavano la stanza. Erano presenti un WC ed un bidè. Era comunque piuttosto grande per essere il bagno di un collegio. Inoltre dove avrebbero dovuto esserci un lavandino ed una doccia, c'erano solo degli attacchi per i rubinetti.
In ogni stanza c'era una finestra. Ad Em quelle del bagno e della camera da letto sembravano uguali, mentre quella del salotto era decisamente più grande.
- Okay ragazze, odio chi urla. Quindi piantatela. - disse Em senza giri di parole, uscendo dal bagno.
- Eccone un'altra che si crede al centro del mondo! - berciò Amelie.
- No, non mi credo al centro del mondo. Semplicemente non voglio che mi venga un'emicrania il primo giorno di scuola. Perciò trovate un altro modo di decidere. - spiegò infastidita Emerald.
Amelie fece per ribattere, quando sentirono bussare alla porta.
Emerald, che era la più vicina, la aprì. Fuori c'era un ragazzo che sembrava più grande di loro.
Aveva accanto un enorme carrello in ottone. Era come quelli degli alberghi, quelli che servono ai fattorini per portare i bagagli, solo che questo aveva dimensioni davvero gigantesche.
- Ragazze, sto distribuendo i bagagli. - disse svogliato. Gli dissero i loro nomi, lui li spuntò dalla lista e prese le loro valige dall'enorme carrello.
I bagagli avevano un equilibrio precario. Sembrava che dovessero crollare da un momento all'altro. Quando ebbero portato tutto nel loro alloggio chiusero la porta.
- Fatemi capire, qual è il letto che assolutamente non volete? - chiese Em alle altre due.
- Quello di sotto! - esclamarono all'unisono le due ragazze, indicando la branda inferiore del letto a castello.
- Perfetto, allora non vi dà fastidio se mi sistemo lì, vero? - chiese ancora.
Quando ebbe ricevuto il via libera da entrambe buttò la sua valigia di dimensioni gigantesche sulla rete che avrebbe dovuto ospitare il materasso.
Controllò l'orario sul cellulare. Erano le undici e un quarto.
Mancava ancora un bel po' all'ora di pranzo, così decise di uscire per una veloce visita da Raphael. Avvertì le due ragazze ed afferrò la mappa.
Dopodiché si chiuse la porta alle spalle.
Raphael alloggiava nella stanza 68.
Quando riuscì ad uscire dall'ala femminile, trovò quasi subito la stanza che stava cercando. E non perché fosse vicina alle scale, che dividevano i due dormitori. Bensì perché l'ala maschile era molto meno intrigata di quella femminile.
C'erano pochissimi corridoi e, quando c'erano, erano larghi il doppio.
La porta della stanza 68 era uguale a quella della 326.
Emerald bussò. Da dentro delle voci che stavano parlottando tra di loro si zittirono.
- Em! - esclamò Raphael aprendo la porta.
- Ciao! Disturbo? Sono passata a vedere come ti sei sistemato.
- No, certo che non disturbi. - disse lui sorridente, spostandosi per farla entrare.
Nella camera c'erano altri due ragazzi. Uno era Aalim, il ragazzo Slavo che qualche ora prima aveva litigato con quell'antipatico di Albert. L'altro ragazzo aveva tratti orientali, una carnagione scura, ad Em ricordava il caramello.
- Loro sono Aalim e Ayman. - disse Raphael indicandoli.
- Io sono Emerald - li salutò.
- Ciao Emerald - rispose Ayman.
- Tu sei ragazza che ha risposto a tono a Albert. - disse sforzandosi Aalim.
- Sì, sono io. - ammise Em imbarazzata.
- Tu sei simpatica. - constatò con un sorriso.
Emerald gli sorrise e dopo si mise a sedere con loro. Notò che in quella stanza i materassi c'erano.
- Perché voi avete i materassi?
- Non abbiamo ancora deciso l'arredamento, ma almeno i materassi li abbiamo presi. - rispose Raphael.
- Aspetta, che vuoi dire? - chiese lei ancora più confusa.
- Ma non hai letto i fogli? Dovevamo scendere al secondo piano interrato e scegliere l'arredamento. Ci sono tutte le indicazioni. - spiegò lui.
- Oh, cavolo! - esclamò esasperata. Cosa che fece ridere Aalim.
- Scusa, ma perché non hai letto i fogli? Voglio dire, che hai fatto tutto questo tempo? - chiese ancora Raphael che iniziava ad essere divertito.
- Vedi, tu hai la fortuna di avere due compagni di stanza che non rischiano di uccidersi a vicenda per ottenere la branda di sopra del letto a castello! - urlò stizzita.
- Tu hai due compagne del genere? - chiese Ayman con le lacrime agli occhi dal ridere.
- Sì. Cavolo. Sono entrata e per poco non mi sono presa un libro in faccia!
I tre ridevano ormai senza contegno.
- T-tua faccia! - esclamò agonizzante Aalim.
- Bè, ora vado ad avvertire quelle due del fatto che dormiremo per terra se non ci sbrighiamo. Ciao ragazzi. - disse Emerald uscendo.
Tutti e tre la salutarono ancora scossi dalle risate.
Emerald corse in camera sua e spiegò alle due ragazze che sarebbe toccato a loro arredare la stanza.
Amelie afferrò i fogli che le erano stati dati in segreteria. Le tre scoprirono che erano elencati gli oggetti che avrebbero potuto prendere.
In effetti quel numero di mobili spiegava il perché quella stanza fosse così grande. Sembrava quasi un mini appartamento.
Si precipitarono fuori, correndo per i corridoi. Avevano afferrato tutti i fogli che erano stati consegnati in precedenza.
Ora stavano correndo a perdifiato per le rampe del Collegio.
Ed eccole al primo piano, era deserto.
Piano terra. Nell'atrio Kate stava accogliendo un nuovo gruppo di studenti. Rivolse un'occhiataccia alle ragazze che correvano per le scale.
Primo piano interrato.
Decisamente buio. Qualche addetto del personale stava caricando altri bagagli su quei carrelli giganteschi. Qualcuno vedendole urlò di non correre per i corridoi.
Secondo piano interrato. Questo piano era illuminato benissimo. Le pareti erano completamente bianche. Davvero gigantesco. Era suddiviso in reparti.
- Presto, la lista! - esclamò ad Emerald. Lei la tirò fuori.
- Guardate! - disse Amelie indicando dei carrelli sistemati in un angolo.
- Prendiamo un carrello a testa! Veloci! - le incoraggiò nuovamente.
Le ragazze si precipitarono sui carrelli e corsero nei vari reparti. Scoprirono con gioia che poche persone si erano accorte degli arredamenti, quindi c'era ancora parecchia scelta. Diedero un'occhiata alla lista.
- Ma saranno un centinaio di cose! - esclamò Emerald.
- Ce la faremo! - le rassicurò Jia.
- Più che arredare la stanza sembra che stiamo partendo per la guerra. - borbottò Amelie.
Dato che il piano non era affollato come credevano smisero di andare di tutta fretta e si concentrarono meglio su quello che avrebbero dovuto prendere. Una volta che ebbero scelto tutti gli oggetti e messo quelli più piccoli nei carrelli si fermarono per un attimo.
- Ragazze, qui un sacco di cose sono mobili. Come cavolo facciamo a trasportarli? - chiese preoccupata Amelie indicando la lista di oggetti.
- C'è un ascensore in fondo alla stanza - rispose Emerald indicandolo.
- Perché non l'abbiamo preso prima? - chiese ancora Amelie
- Non sapevamo dove fosse! - esclamò Emerald esasperata.
- Okay, c'è un ascensore, ma come facciamo a trasportare in quel punto tutti questi mobili? - osservò Jia.
- Ho un'idea! - disse Em - Voi intanto trasportate le cose più leggere all'ascensore, se volete iniziate anche a salire. Io torno subito!
Detto questo Emerald corse via per le scale. Salì fino al secondo piano, e si precipitò nel suo alloggio. Appena entrata afferrò il suo zainetto e si mise a cercare i guanti neri che le erano stati dati dai suoi genitori.
Li trovò e se li mise subito, per poi correre nuovamente giù per le scale. Giunta al piano terra la segretaria Kate la guardò male ancora una volta. Emerald le rivolse il sorriso più angelico che riuscisse a produrre per poi voltarsi e precipitarsi nuovamente a correre.
Quando arrivò al secondo piano interrato, le sue coinquiline la guardarono dubbiose.
- Guardate che cosa è capace di fare la vostra cara compagna Italica.
Si focalizzò su un armadio, quello che aveva scelto Jia. Quando il mobile fu ben chiaro nella sua mente immaginò di alzarlo.
Questo si alzò da terra ed Emerald lo spostò a suo piacimento, direzionandolo con un dito. Lo fece atterrare vicino all'ascensore con un gesto delicato della mano.
Dopodiché si girò verso le sue compagne. Amelie era raggiante, mentre Jia la osservava stupita.
- Io ti amo. - disse infine.
Emerald si rimise all'opera, mentre Amelie e Jia caricavano i mobili nell'ascensore. Quando ebbero portato tutto al secondo piano, persero mezz'ora per portare tutto nel loro alloggio.
Una volta finita l'impresa, il salotto era pieno zeppo di mobili ed il pensiero di sistemarli non passò neanche per le loro anticamere del cervello.
L'unica cosa che fecero fu sistemare i materassi sulle reti.
- Non capisco! Perché devono farle gli studenti queste cose? Tutti gli altri posti hanno il personale! Ma noi siamo il Collegio! Speziamo le schiene dei nostri studenti! - urlò furiosa Amelie.
- Taci una buona volta! In pratica ha fatto tutto Emerald con i suoi poteri da Italica. - ribatté Jia.
- Ragazze! Ce la farete mai a non litigare per cinque minuti? - esalò esasperata Em.
- E lui chi è? - chiese Jia indicando qualcuno alle sue spalle.
Emerald si girò e vide Raphael appoggiato allo stipite della porta d'ingresso.
- Ciao. Ho sentito dei toni soavi provenire da questa stanza. Così ho temuto per la tua incolumità. - disse sorridendo rivolto ad Emerald.
- Simpatico. - lo liquidò lei.
- Lo conosci? - chiese Amelie.
- Oh, già. Lui è Raphael, ragazze. Raphael, loro sono Amelie e Jia.
- Ciao. - le salutò lui con un gesto della mano. L'Asiatica gli sorrise, mentre Amelie si limitò a fare un cenno con la testa.
- Tra dieci minuti serviranno il pranzo. Scendete con me? - chiese il ragazzo alle tre.
- Solo se mi porti in collo. Sono distrutta. - rispose con enfasi Emerald.
- D'accordo. - e detto questo l'Iberico la sollevò di peso.
- Oddio! Io stavo scherzando! Dio! Mettimi giù! - urlò Emerald agitando i piedi.
Poteva sentire le sue compagne che ridevano per la scenetta. Raphael si avviò per i corridoi con la ragazza caricata su una spalla a testa in giù.
- Scommetto che non sai neanche dove stai andando. - lo sfidò Em.
- La mensa è quell'enorme stanza al piano terra. Sai, quella gigantesca, la stanza più grande della scuola... è scritto sulla mappa che ci hanno dato. - rispose lui.
- D'accordo sai dove stai andando. Raphael, mi sta salendo il sangue al cervello. - constatò la ragazza da sopra la spalla dell'altro.
- Sai, mi sembra di trasportare un sacco di patate parlante. - rispose lui mentre iniziava a scendere le scale.
- Oddio. Tu sei pazzo. Non puoi fare le scale mentre trasporti qualcuno. - urlò lei sempre più preoccupata.
La scenetta andò avanti fino a quando non arrivarono in mensa. Qui Raphael scaricò Emerald a terra.
La ragazza aveva una faccia sconvolta, che l'altro trovava molto buffa. Lei iniziò a minacciarlo di morte, cosa che lo fece ridere ancora di più.
- Oh, i piccioncini tornano all'attacco. - constatò una voce fin troppo familiare.
- Albert, non è che se sei solo tu debba per forza rompere le scatole agli altri. - ribatté acida Emerald.
- A te la compagnia non manca di certo, vero? - chiese retoricamente squadrando Raphael per poi voltarsi ed andarsene.
- Dio, quanto lo odio! - esclamò la ragazza sempre più furiosa.
Gli studenti cominciavano ad arrivare ed Emerald intravide le sue compagne che si dirigevano verso di lei. Fece un cenno ad entrambe per segnalare la sua posizione. Stava per riprendere la conversazione con Raphael, quando calò il silenzio in tutta la sala. Emerald guardò meglio chi c'era in fondo all'enorme salone.
Una donna alta, magra, carnagione scura, sulla cinquantina si ergeva imponente come una statua dietro ad un'enorme tavolata semi circolare.
Il suo posto era proprio al centro. Indossava una tunica larga, con maniche a tre quarti, di colore verde smeraldo, impreziosita da decorazioni dorate. Il portamento era elegante ed autoritario.
Mosse le labbra ed uscì una voce gentile ma che non ammetteva contraddizioni.
- Sedetevi, prego.
****
Inizia finalmente la vita al Collegio!
Come si troverà Emerald? Farà amicizia?
Baci😻🌹
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