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Epilogo

Un fiocco di neve mi cade sul naso.
Tendo l'arco e sto per scoccare la freccia quando un rumore spezza il silenzio e il grande cervo scappa via, impaurito.
Mi volto con l'arco teso e mi ritrovo davanti la faccia di quel piccolo idiota.
"Ragazzino stavo seguendo quel cervo da un'ora. Sei una testa di caspio."
Lui mi prende per i fianchi e in tutta risposta mi bacia con vigore.
"Ma si dai, tanto sei talmente brava che ne troverai un altro di sicuro."
Okay, devo ammetterlo: è molto capace a farsi perdonare.
Sorrido e lo bacio sulla guancia.
Insieme proseguiamo in silenzio fino a quando non trovo davvero un altro cervo che, ignaro del pericolo, sta brucando dei germogli.
Scocco la freccia e subito dopo un'altra ancora.
L'animale cade a terra, agonizzante. La neve si macchia di rosso.
Mi avvicino, correndo.
Tiro fuori il mio pugnale e mi accovaccio vicino al cervo che mi guarda muovendo gli occhi a scatti.
Con delicatezza poggio la lama alla sua gola.
"Grazie" Sussurro.
Poi muovo veloce la mano e un fiotto di sangue bagna il terreno.

***

Carico il cervo su quello che potremmo definire uno slittino. Questa volta è davvero grande e sarà difficile portarlo fino a casa.

Tuttavia quel grand uomo di Newt si fa avanti e mi aiuta.
Ha i capelli più voluminosi e anche i segni della sua vita da Spaccato sono spariti del tutto.
Camminiamo così in mezzo agli alberi, in silenzio, fino quando non arriviamo al villaggio.

In due mesi le cose sono cambiate molto: è arrivato l'inverno, o almeno credo, e i più anziani sostengono che questa sia la prima grande nevicata dopo tanto tempo.
Abbiamo aiutato Gally a costruire nuove abitazioni e tutti ormai posso dire di abitare stabilmente in una delle casette. Molti Radurai hanno deciso di vivere a gruppi in base a come erano stati smistati nei Labirinti. Altri invece sono andati ad abitare con i Muni salvati da Thomas e Minho dopo l'attacco del Braccio Destro o hanno deciso di unirsi con altri ragazzi dei Dimenticati.
Newt e io abbiamo scelto la casa in cui l'abbiamo fatto e ora quel letto è il nostro letto e quei muri sono la nostra casa.
Laila e Minho hanno deciso di stare con gli altri Radurai e Raduraie, ma non credo ci vorrà molto prima che prendano una casa assieme. Gally rimane sempre il migliore scorbutico che io abbia mai conosciuto e Frypan il miglior cuoco di sempre.
Mark e mio padre invece vivono assieme in una piccola casetta ai margini del bosco, non lontano dalla sala delle riunioni, rinominata Casolare in onore dei vecchi tempi.
Anne vive accanto a me e Newt, in una modesta casetta. Parliamo spesso della mamma, io, lei e Mark. Al mio fratellino ci è voluto molto per accettare di prendere la pastiglia, ma quando l'ha fatto è scoppiato a piangere e io e papà lo abbiamo abbracciato in silenzio. È sempre stato sensibile ed è quello il lato che preferisco di lui.

Per quanto riguarda gli altri, Muni e Dimenticati, ormai si sono mescolati tra loro e non c'è più distinzione di chi facesse parte dell'uno o dell'altro gruppo. Ormai siamo una specie di "grande famiglia".
Tutto sembra tornato normale, ma ci sono ancora molte cose da sistemare.

***

Portiamo il cervo da Frypan che ha deciso di allestire una specie di chiosco o come la chiama lui "cucina pubblica specializzata di Frypan il cuoco." Appena vede l'animale sgrana gli occhi e si mette a saltellare. Sembra molto più spensierato di come lo ricordavo.
"Kim ti adoro!" Urla felicissimo, pronto a sfornare le sue doti innate.
Mi tira una pacca sulla spalla mentre mi aiuta a portare dentro l'animale.
Certe cose e le persone in particolare, non cambiano proprio mai.

***

Il resto della giornata la passo con diverse persone. Per primo Thomas, che viene a cercarmi mentre sono ancora da Frypan.
"Posso parlarti?" Chiede semplicemente, con quel suo solito modo gentile ed educato, ma anche sbrigativo che mi aveva fatto innamorare di lui quando avevamo appena quindici, sedici anni.
Acconsento, curiosa e ci mettiamo preso a camminare sulla spiaggia, coperta a tratti dalla neve. Oggi l'aria è più fredda del solito.

"Volevo parlarti di prima del Labirinto."
Ci avrei giurato.
"Beh, dimmi tutto."
"Volevo solo dirti che per me va bene così. Tu e Newt, intendo. E lo so di averti già fatto questo discorso, due anni fa, ora me ne ricordo."
Si morde il labbro e si passa le mani sui pantaloni.
"Voglio solo che lui sia felice. E che tu sia felice. Insomma che siate felici assieme."
Gli sorrido e lo abbraccio.
Le sue mani famigliari mi stringono a sé. Era da tanto tempo che non eravamo così vicini.
"E volevo chiederti scusa."
"Per cosa? Avermi abbracciata e avermi detto che devo essere felice?"
Lui ride e la cosa mi fa bene al cuore.
"No, per Newt. L'ho deluso e gli ho sparato in testa. E ho costruito il Labirinto dove ha perso Alby, il suo migliore amico."
Piego la testa di lato e sento la treccia fatta questa mattina sfregarmi il collo.
"Thomas, tutti abbiamo perso qualcosa nel Labirinto. Anche chi come noi due l'ha costruito. Io ho perso Bart, tu Chuck e per quanto tenteremo di negarlo una parte di noi rimarrà sempre tra quei muri. Nessuno ci chiede di dimenticarci di quello che abbiamo fatto, perché è parte del nostro essere; dobbiamo solo affrontare i nostri errori e tentare di trovare il modo di superarli."
Gli prendo le mani e gliele stringo tra le mie.
"E se pensi di non potercela fare da solo ricordati che ci siamo tutti ad aiutarti, anche quello scorbutico di Gally, che sotto sotto è un bravo pive." Thomas sorride e mi bacia sulla guancia, con incertezza.
Da tanto tempo non sentivo le sue labbra a contatto con la mia pelle.
Lo abbraccio.
"Certe volte non ti senti responsabile di tutte le persone che ti stanno attorno?" Domanda lui subito dopo.
"A dir la verità sì. Ma credo sia normale quando vuoi bene ad una persona."
Lo sento sorridere sopra la mia spalla.
Per un attimo mi sembra che il tempo non sia mai passato e che io e lui ci troviamo ancora alla C.A.T.T.I.V.O. a baciarci nella sua camera.
Appena mi lascia andare torno alla realtà.
"Ti va se parliamo ancora?" Domanda imbarazzato il ragazzo.
Mi stringo nelle spalle per il freddo e annuisco.

"A te lei manca spesso?" Ha uno sguardo innocente sul viso.
Sono proprio questi i momenti dove vorrei provare a fare la finta tonta.
"Sì, soprattutto ora che ricordo."
Il silenzio cala tra noi due e lentamente vedo una domanda formarsi nella mia mente.
È da due mesi che tento di evitare l'argomento, ma mi rendo conto che prima o poi lo dovrò affrontare ed è meglio farlo adesso solo con Thomas che con tutti gli altri a fissarmi.
"Come è morta?"
Si volta a guardarmi, sorpreso.
Non se lo aspettava.
Per quanto doloroso possa essere devo sapere.
"Stavo scappando, eravamo quasi al Pass Verticale."
Vedo un velo passare davanti agli occhi del ragazzo.
"Avevo appena finito di strangolare Janson dopo aver scoperto che non era Mune. Stavo correndo, ma l'esplosioni del Braccio Destro avevano distrutto gran parte del Centro. Stava crollando tutto. Il terreno tremava e stavamo tutti incespicando. I momenti subito dopo sono stati troppo veloci: il soffitto sopra di me è crollato, lei era vicino a me e per salvarmi mi ha spinto via, ma..."
Lo sento tirare su con il naso.
Non ha superato la cosa nemmeno un po'.
Lo faccio sedere su un tratto di spiaggia non coperto dalla neve e poi lo lascio sfogarsi.
"È tutta colpa mia, solo colpa mia. Chuck, Teresa, tutta colpa mia..."
Lo abbraccio e lui a quel punto non si muove più. Posa la testa sul mio petto e si lascia accarezzare la testa. Sento il mio viso inondarsi di lacrime e parte di queste cadono anche sul viso di Thomas. Si alza a guardarmi e io gli rivolgo il mio solito sorriso, che più che quello è una smorfia di dolore represso.
"Te l'ho detto che avremo superato tutto assieme."
Lui non dice niente, non sembra nemmeno respirare. Si sistema esattamente come prima e rimaniamo lì, in silenzio, ad aspettare che il dolore vada via.
Volto il capo verso il mare, chiudo gli occhi e una brezza leggera mi investe il volto.
Torno a guardare il mare.
E la vedo, là, in piedi, quasi stesse camminando sull'acqua verso di noi.
Si avvicina in silenzio.
E poi si siede con noi e ci abbraccia tutti e due. Sussulto assieme a Thomas e chiudo gli occhi tra le braccia di Teresa.
Sento una ferita profonda, da tempo chiusa, riaprirsi e da questa uscire tutto il dolore che non ho mai avuto il coraggio di mandare via.
Mi lascio sfuggire un singhiozzo.
Teresa ci abbraccia, più stretti.

***

Thomas ed io torniamo dagli altri poco dopo. Abbiamo entrambi gli occhi arrossati; abbiamo pianto tanto e nessuno dei due sta cercando di nasconderlo.
Oltre a Newt e Frypan sono arrivati anche Minho e Laila, e quando si accorgono del nostro aspetto, ci prendono da parte e ci parlano cercando di capire.
Nè io nè Thomas diciamo niente, se non il nome di Teresa.
Nessuno parla allora, nessuno cerca di compatirci in alcun modo.
Io saluto tutti e senza troppi convenevoli mi incammino verso casa dove passo a prendere delle corde e anche vari attrezzi usati per la ristrutturazione; vado poi verso il bosco, risalgo la collina, sempre più in alto, fino alla rupe.

Arrivata prendo i miei pugnali e gli attrezzi e inizio a guardarmi intorno; quando vedo un masso abbastanza grande inizio a fare un lungo lavoro sotto la neve che cade lenta.
Vedo poi arrancare in mezzo al manto bianco un ragazzo con una chioma scura e per un attimo credo si tratti di Thomas, ma più si avvicina più riconosco le grandi spalle e appena siamo uno davanti all'altra punto i miei occhi nei suoi, verdi.
"Ho saputo che sei tornata dalla spiaggia in lacrime. Ne vuoi parlare?"
Guardo Josh dritto negli occhi.
Quella cicatrice che gli attraversa il volto mi fa tornare alla mente così tanti ricordi che quasi mi scordo della domanda del ragazzo.
Alla fine annuisco.
Ci sediamo e sputo fuori tutto quello che tenevo dentro da tanto tempo, ma questa volta non piango, sospiro solo, tra una pausa e l'altra.
Alla fine il ragazzo mi osserva a lungo ed esordisce con la sua solita enfasi.
"Anche gli eroi sono deboli una volta ogni tanto, anche i migliori soldati. Ti ricordi quando leggevano assime l'Iliade?"
Sorrido e annuisco, ricordando i vecchi tempi che sembrano lontani secoli dalla mia vita di adesso.
"Achille il mio preferito, il più forte degli eroi, un semidio addirittura. Anche lui aveva pianto per Patroclo. Quindi tranquilla, anche una tosta come te può permettersi di piangere."
Mi volto guardando il ragazzo.
Il fatto che le persone mi compatiscano mi ha sempre dato fastidio, sotto sotto, eppure Josh lo dice con tono talmente sicuro e fermo che mi pare la cosa più normale di questo mondo.
"Dai vieni qui, casinista."
Mi passa un braccio attorno alle spalle.
"Non mi chiamavi così da quella volta... quando avevo fatto cadere l'intero piatto di brodaglia addosso a Janson."
Lui sorride e mi scompiglia i capelli con fare affettuoso.
"Dai, mettiamoci al lavoro."

***

Lavoriamo per delle ore e alla fine facciamo leva sul sasso con alcune lame e degli scalpelli. La parte di pietra che con immensa difficoltà abbiamo inciso, in poco tempo si stacca. È alta più o meno quanto me, ma pesa talmente tanto che impiego quasi tutto il pomeriggio a trascinarla giù con l'aiuto delle corde e di Josh. Arriviamo mentre il sole sta tramontando e mentre tutti si stanno riunendo davanti al falò al centro delle case dove siamo soliti cenare tutti assieme.
Sento gli occhi di quello che rimane dell'umanità puntati addosso. Arrivo esattamente davanti alla spiaggia, slego la lastra dalle corde e poi la sollevo da terra con l'aiuto di Gally. Josh porta via tutti gli attrezzi, verso casa mia.
Sistemiamo la lastra in modo che stia dritta e non cada a terra. In parte la seppelliamo nel terreno per darle una base solida.
Pianto nel terreno tre dei miei pugnali più affilati, poi mi rialzo in piedi.
"Questa è per tutti voi. Per tutte le persone che avreste voluto qui, in questo momento e che non ce l'hanno fatta. Se siamo qui, se io sono qui, è solamente grazie a loro. È arrivato il momento di ringraziarli e ricordarli per sempre. Glielo dobbiamo."
Mi rivolgo alle persone davanti a me, con calma, senza urlare. Estraggo da terra uno dei pugnali e inizio a incidere un nome nella pietra.
Non è un lavoro facile, ma quando finisco si legge abbastanza chiaramente un nome.

Angela West

Passo il pugnale a Gally che scrive il nome di Ben, uno dei Radurai che ho conosciuto prima del Labirinto.
Poi è il turno di tutti gli altri. Uno dopo l'altro tutti scrivono uno o più nomi. Uno degli ultimi è Thomas che con lentezza infinita incide il nome di Teresa e quello di Chuck a grandi lettere. Laila ha scritto quello di Bart, piangendo.
Sento la tristezza tornare a farsi sentire, ma in quel momento il filo dei miei pensieri viene interrotto da una voluminosa chioma bionda. Questa sera Sonya si è legata i capelli in una complicata acconciatura; forse si è fatta aiutare da Brenda che è discretamente brava a pettinare i capelli quanto a usare una pistola.
"Ehi, bell'idea. Ne avevano tutti bisogno."
Mi sorride gentilmente.
È molto simile a Newt, si capisce proprio che è sua sorella.
"Che nome hai scritto?" Domando alla ragazza che ha puntato gli occhi sul fuoco che arde a pochi metri da noi.
"Rachel." Sussurra lei, quasi come se avesse paura di farsi sentire da qualcuno.
So di chi sta parlando. Faceva parte del gruppo dell'Elitè assieme a Thomas, Teresa e Aris. Non so come sia morta e non voglio chiederglielo: ho paura di darle fastidio.
Lei si volta e mi sorride quasi a ringraziarmi per il mio gesto e per l'interessamento. 
"Se serve una mano, dimmelo." Dico per spezzare quel fastidioso silenzio.
"Non mancherò." Risponde lei con un rinnovato sorriso smagliante.
Dopo avermi salutata con una leggera pacca sulle spalle se ne va dalle altre sue compagne.
A sostituirla arriva Mark, raggiante. "Sorellona!"
Mi abbraccia stretto e non c'è nemmeno bisogno che mi dica che l'idea della lapide comune gli sia piaciuta.
Ha gli occhi che brillano.
Gli scompiglio i capelli con fare affettuoso e rimaniamo assieme per un po' fino a quando non arriva Newt. Senza dire niente mi prende per mano e mi trascina lontano da tutto il casino che si è venuto a creare come di solito, dopo cena.
Mark ci segue e a lui si aggiungono anche Minho e Laila. Vedo il ragazzo giocherellare con le mani di lei e Laila tentare di farlo smettere.
Sono buffi, assieme.
Ci incamminiamo tutti verso una collinetta poco lontana sulla cui sommità cresce un albero grande, con rami robusti e un tronco slanciato verso l'alto.
Ci sediamo sotto questo, in mezzo alla neve.
Sento le dita del ragazzo sfiorare le mie.
Stringo la mano nella mia.
Senza che me ne accorga minimamente arrivano tutti gli altri ragazzi, tutti i Radurai e Raduraie, per la precisione. C'è Josh anche se si tiene un po' in disparte.
Qualcuno ha portato delle coperte, così presto ci ritroviamo distesi con i nasi all'insù, verso le stelle.

***

"Ragazzi, non vi pare di avere troppa libertà tutta d'un colpo?" Dice Brenda, aggiuntasi a noi pochi minuti fa.
"Meglio tanta che poca. Comunque a chi lo dici. Insomma, finalmente posso andare al cesso senza essere spiato da lucertole con dodici zampe fatte di metallo."
Un po' tutti scoppiamo a ridere, chi più che meno. Minho rimane sempre il solito.
Vedo da lontano arrivare Frypan, un po' in ritardo, ma con una grande cesta da cui proviene un rumore di vetro contro vetro. Tutti ci alziamo a guardarlo e vediamo gli occhi di Gally brillare d'orgoglio.
"Ecco le bibite!"
Tutti, compresa me, prendono un barattolo o vasetto dalla cesta.
"Al tre!" Urla inaspettatamente mio fratello.
Alziamo tutti i boccali in aria e al famoso tre beviamo la bevanda, anche se titubanti, conoscendo il contenuto.
Mi guardo attorno.
Nessuno vomita, nessuno cade agonizzante o tantomeno collassa.
Ci voltiamo quasi contemporaneamente verso Gally.
"Nuova ricetta! Se non va bene torno a quella vecchia..."
Un coro di "no" impauriti si alza tutto attorno a me.

***

Passo la serata con mio fratello, i ragazzi e le ragazze. Facciamo gli idioti, parliamo di cacchiate e a un certo punto vedo persino qualcuno correre in acqua nudo o comunque ben poco vestito. Sto per alzarmi e tentare di andare a riposarmi, quando Newt mi prende in braccio.
"Cosa..."
"Bagno di mezzanotte carcerata!"
Quasi come se si fossero messi d'accordo, tutti i ragazzi prendono sulle spalle una delle ragazze o un altro ragazzo quando queste capiscono tutto e per la disperazione si gettano per loro conto in acqua. Newt mi porta fin sulla spiaggia, poi avanza tra le onde e quando siamo abbastanza distanti dalla riva si ferma.
"Non ci provare." Lo avverto prima che commetta lo sbaglio più grande della sua vita.
Sorride divertito.
"Ti taglio la lingua se non mi lasci andare."
Mi rendo conto troppo tardi di aver usato le parole sbagliate.
"Agli ordini." Controbatte Newt lasciandomi andare per davvero nell'acqua gelida del mare.
Sento freddo in tutte le ossa e appena riemergo la sensazione non migliora affatto. Newt se la sta ridendo alla grande insieme agli altri ragazzi, ma ora è il loro turno. Prendo Newt per la maglietta e lo avvicino a me, per un bacio. Lui accetta volentieri, ma mi sporgo indietro e lascio che entrambi cadiamo rovinosamente in acqua. Nonostante la situazione Newt non smette di baciarmi. Appena torniamo a galla, mi prende in braccio e io avvolgo le gambe attorno al suo corpo. Mi riporta alla collina, facendomi sedere. Mi passa una coperta attorno alle spalle e presto tutti i ragazzi sono ancora lì con noi. Vedo Thomas con Brenda.
Sembrano felici assieme.
Passano pochi minuti e tutti finiscono per iniziare a parlare e chiacchierare tra di loro.
Newt si infila assieme a me sotto la coperta.
"Ti ricordi quando eravamo assieme nella sala con la piscina?" Domanda lui, al mio orecchio.
Annuisco.
E come dimenticare il luogo in cui Newt e io abbiamo recuperato i nostri ricordi?
"Ecco, stavo pensando a quando ti ho detto che forse non avrei avuto molte occasioni di vederti in biancheria intima..."
Arrossisco.
"Se ripenso a due mesi fa..."
Gli tiro una falsa gomitata e lui mi abbraccia, passandomi un braccio attorno alla vita.
"Facciamo un brindisi!" Urla Gally in quel momento.
Tutti riprendiamo gli ormai mezzi vuoti vasetti e contenitori della nuova bevanda segreta.
Gally alza il braccio verso il cielo.
"Alla nostra nuova vita!" Urla il ragazzo e noi lo seguiamo, brindando con lui.
Bevo una lunga sorsata dal mio vasetto, poi sento Newt afferrarmi con forza e baciarmi. Le mie mani corrono al suo collo.
"Alla nostra nuova vita assieme, carcerata." Sussurra il ragazzo, quando siamo fronte contro fronte.
"Alla nostra nuova vita assieme, complice." Ripeto, rivolta verso di lui. Ci guardiamo negli occhi e ci sorridiamo a vicenda.

Non so cosa stia per succedere nella mia vita. Sono cambiate tante cose dal giorno in cui sono uscita dalla Scatola: ho peso mia madre, Bart e forse anche un pezzo della vecchia me che rimarrà per sempre là, tra quelle mura, come ho detto a Thomas.
Tutti noi abbiamo lasciato qualcosa di nostro nel Labirinto e per quanto sia difficile stiamo cercando di trovare un modo per sostituire i ricordi tristi e orribili con quelli più belli, proprio come i baci che mi sta dando Newt ora.
Ho faticato tanto per arrivare qui, ho ucciso, mentito e queste cose, questo sporco che mi sento addosso, saranno il peso da pagare per poter rincominciare questa nuova vita.
Sento i ragazzi avvolgermi in un abbraccio comune, gigantesco.
Nessuno ci ha detto di farlo, lo abbiamo sentito tutti assieme, quasi come se fossimo della calamite che si attirano a vicenda; forse è il modo che abbiamo per dirci tutto quello che a parole è troppo difficile da esprimere. Le battaglie combattute e le avventure vissute assieme non possiamo spiegarle a parole. Tante volte basta abbracciarsi.
Abbiamo lottato tutti per arrivare qui e forse è quella fatica che ci fa sembrare tutto così stupendo.
Chiudo gli occhi e penso a tutti quelli che non ci sono più.
Devo vivere anche per loro, per ringraziarli, come ho detto prima.

Non so cosa succederà nei prossimi anni, se cambierà ancora qualcosa, se sarò la stessa persona che sono adesso, ma sento che ci sono cose che non cambieranno mai.
L'amicizia tra tutti noi per esempio, che ci tiene uniti.
L'amicizia con Newt; sì, perché Newt prima di essere importante per me sul punto di vista romantico è stato un amico e lo è anche ora.
Forse è per questo che il nostro legame è così forte.
Sento le sue mani fermarsi sul fondo della mia schiena.
Il nostro amore è qualcosa di potente, di grande e nonostante la C.A.T.T.I.V.O. abbia pensato di poter comandare il più grande sentimento umano, credo che la frase giusta da dire sia "L'amore non appartiene alla C.A.T.T.I.V.O."
È troppo grande per essere contenuto o marginato.
È qualcosa che infiamma gli animi, crea possibilità e anche dispiaceri. Ma rimane la cosa più bella che ci rimane in questo mondo.
Così, quando guardo Newt, lo vedo sorridermi, vedo la cicatrice biancastra sulla sua guancia sinistra tirarsi; so che quegli occhi nocciola, quei capelli biondi e quelle labbra perfette non mi abbandoneranno mai.
Ora ho degli amici, che - anche se sbronzi in questo momento - sono e saranno sempre la mia famiglia, qualunque cosa accada e dovunque io vada.
Saranno sempre con me.
Sempre.
"L'amor che move il sole e le altre stelle." Sussurro sulle labbra di Newt, che preferisce baciarmi nonostante sia nel mezzo di una festa con tutti i Radurai.
"L'amore che muove qualsiasi cosa, anche il sole e le stelle." Traduco a Newt che subito mi sorride.
Mi stringe tra le sue braccia.
"Voglio stare con te per il resto della mia vita..." Sussurra baciandomi.
"Insieme fino alla fine?" Domando, portando a galla i vecchi tempi.
Lui ride e poi annuisce
Non so cosa succederà nella mia nuova vita.
L'unica cosa di cui sono certa è che chi non c'è più sarà sempre con noi, in un modo o nell'altro e che quelli che ci amano lo fanno fino in fondo.
Ho tante cose da fare e ora ho tempo per pensare a me.
La mano di Newt si stringe nella mia.
Alzo lo sguardo verso le stelle e Newt fa lo stesso, facendomi appoggiare sul suo petto.
Mi avvolge la vita con le mani forti e calde.
"Ti amo."
"Anche io, Kim."
Chiudo gli occhi e poso la testa sul petto di Newt.
Staremo assieme lui e io, noi e gli altri Radurai.
Ma d'altronde lo sappiamo, ce lo siamo promesso tanto tempo fa.
E così, quando Newt mi stringe di più a sé continuando a guardare le stelle, lo sento sussurrare.
"Insieme fino alla fine?"
Sorrido.
Mi giro e lo bacio delicatamente.
"Insieme fino alla fine."

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