Capitolo 7
Kim's pov
"Non sei sola. Hai me."
Ha detto così Newt, pochi istanti prima e in quel momento ho sentito il cuore stringersi, non in modo aggressivo come quando si è agitati, ma in modo gentile, un modo che mi faceva scaldare il petto.
Nonostante le sensazioni positive non riesco a non scherzare.
"Allora non sono messa tanto bene."
Sento Newt ridacchiare, per poi spostare le braccia da attorno a me, a lungo il suo corpo.
"Ehi, non sono così male! E poi se non mi hai ancora tagliato la lingua, un po' ci tieni." Dice il ragazzo punzecchiandomi il fianco con il gomito. Mi asciugo le lacrime che mi avevano bagnato il volto con la manica della felpa.
"Beh, ora sei l'unica cosa che ho, quindi mi dovrò accontentare." Rispondo cercando di non ridere.
Newt mi rifila un pugnetto sul braccio e io faccio lo stesso con lui, ma non doso abbastanza le mie energie, facendolo proruppere con un "ahia".
"Scusa." Dico avvicinandomi per paura di avergli fatto male sul serio, ma vedo Newt mettersi a ridere, segno di uno scherzo.
"Non mi dire, ti stavi preoccupando!"
Io capendo lo scopo del ragazzo alzo gli occhi al cielo e inizio a riordinare la piccola stanzetta per andare a dormire. Getto le latte vuote in un angolo e sistemo meglio la coperta. Sento Newt avvicinarsi di soppiatto alle mie spalle.
"Ehi, ti sei offesa?" Domanda facendo sbucare la sua testa da sopra la mia spalla.
Mi volto verso di lui con aria scettica come per dirgli "ma secondo te?"; mentre mi giro finisco quasi addosso al ragazzo che mi guarda aspettando una risposta.
"No... non mi sono offesa." Rispondo guardandolo negli occhi. Siamo esattamente l'uno davanti all'altra, a circa dieci centimetri di distanza, se non di meno.
Lo sto guardando quando mi viene in mente qualcosa; qualcosa di molto vecchio, sopito nella mia mente da tanto tempo.
Sono tra le braccia di qualcuno che mi sta... baciando? Sì, proprio così, baciando. Appena riapro gli occhi dopo quello strano e dolce momento vedo un volto fin troppo famigliare. Newt.
Sbatto le palpebre due o tre volte, trovandomi davanti Newt, che mi sta guardando interrogativo.
"Tutto bene?"
"Sì."
"Sei sicura che non sia per l'ologramma dell'altro giorno?" Domanda insistente lui.
Ci guardiamo reciprocamente negli occhi, poi mi siedo sulla coperta, seguita subito dal ragazzo che si siede davanti a me.
"Non so spiegarlo, preferisco fartelo vedere." Rispondo sganciandomi l'orologio dal polso.
Clicco una serie di pulsanti e in un attimo l'ologramma della dottoressa Paige mi compare davanti; volto così l'orologio verso Newt.
"Cara Kim, ho ricevuto il tuo video messaggio. Sono fiera di te, soprattutto perché sei riuscita a salvare una persona molto, molto importante. Di chiedo di portarla al Centro della C.A.T.T.I.V.O di Denver e di prendere al più presto il Pass Verticale per venire al Centro Principale. Non troverai nessuno ad attenderti: siamo assediati dal Braccio Destro, un'associazione contro la C.A.T.T.I.V.O. Non ti preoccupare per noi, svolgi il tuo lavoro e mi raccomando, fai tutto ciò che sarà necessario per salvare Newt, anche a costo della vita. Appena arrivata al Centro Principale, cerca il database al Centro di Comando. Apri la cartella 'Soggetti' e cerca la tua sottocartella. E prendi quello che ti spetta di diritto.
Segui le altre informazioni nella cartella 'Fase 3' e riprenditi la tua vita.
Ora devo dirti addio, non ci rivedremo più, stanno arrivando.
Sei la più grande agente che la C.A.T.T.I.V.O. abbia mai visto, Kim, Soggetto A0, la guerriera.
E ricordati: La C.A.T.T.I.V.O. è veramente buona."
La comunicazione si interrompe bruscamente, lasciando l'orologio inerme, a terra, mentre segnala solamente l'ora e la data di oggi.
Newt e io non ci diciamo niente, ma vedo il ragazzo avvicinarsi a me e poggiare una mano sulla mia spalla.
"Non devi preoccuparti, andrà bene. Se è vero quello che ha detto la Cancelliera, allora dobbiamo raggiungere il Centro al più presto. Mancano ancora quattro giorni di cammino se non sbaglio, ma se camminassimo anche di notte forse arriveremmo prima."
Lo guardo incredula.
"No ragazzino, questo è fuori discussione. Già camminare di giorno è dura, fare il continuato sarebbe impossibile e inoltre io non so cosa si nasconda nei tunnel di notte. Se quel Dolente che abbiamo visto oggi abita qua sotto potrebbero essercene degli altri."
Il ragazzo si morde un labbro, stressato.
"Dobbiamo provarci. Io e te. Insieme. Possiamo farcela."
Sembra convinto e in cuor mio so di potercela fare a camminare così a lungo, ma pensare a Newt, pensare che non potrebbe farcela... mi fa star male. Non l'ho conosciuto tanto tempo fa, eppure mi sembra di conoscerlo da una vita e credo che il sentimento sia reciproco.
"Sei sicuro di potercela fare?" Domando seria, rivolta al ragazzo.
"Sì." Risponde lui fissandomi intensamente negli occhi.
Lo fisso intensamente cercando di capire se è sicuro di voler rischiare così tanto.
Lo sembra.
"Allora iniziamo da domani, ma tu mi devi promettere che mi ascolterai. Non posso permettere che tu muoia."
Lui annuisce convinto, dopodiché sposta la mano dalla mia spalla e si toglie la maglietta come suo solito, ma prima che possa coricarsi lo sfioro.
Senza dire niente al ragazzo, mi avvicino e inizio a srotolare le bende da attorno al suo corpo. Ormai i tagli si sono più o meno rimarginati e Newt può anche stare senza tutte quelle garze addosso.
Il ragazzo mi lascia fare e alla fine si corica sulla coperta senza dire una parola. Io mi stendo accanto a lui, voltata di spalle.
***
Appena sento cadere Newt in un sonno profondo, apro gli occhi e mi apro la felpa, sollevando poi la maglietta. Il taglio sul ventre è ormai rimarginato: il rigeneratore deve aver fatto effetto un poco alla volta, ma in ogni caso ora sto bene, anche se mi tocca togliere i punti di sutura.
Uso le pinzette e le forbici e alla fine della piccola operazione getto il filo sporco di sangue assieme alle bende di Newt dove ho buttato le latte della cena.
Riesco finalmente ad addormentarmi dopo lunghi minuti passati con gli occhi spalancati. Quella notte non sogno niente.
***
La mattina ci svegliamo presto e iniziamo subito a camminare e camminare per tutto il giorno, facendo una pausa più lunga durante la sera. Poi arriva la notte, forse lo capisco solo dal mio orologio, o dal corridoio che sembra ancora più buio, ma in ogni caso iniziamo a camminare più in fretta.
Siamo uno a fianco all'altra e passo dopo passo la sensazione straziante di essere inseguiti e osservati diminuisce sempre più, tanto che ci mettiamo pure a conversare.
"Quindi, ora che abbiamo del tempo, spiegami meglio l'affetto."
Newt non si volta nemmeno a guardarmi e inizia a parlare.
"L'affetto come ti ho già detto è una sensazione che si prova quando si vuole molto bene ad un'altra persona, ma questo immagino lo sapessi.
E ti ripeto: non si può insegnare, lo si impara vivendo, affezionandosi e soffrendo."
"Okay, fino a qua ci siamo. Che sintomi si hanno?"
Newt ridacchia un po' prima di rispondere.
"Come ti ho già detto si sente una sensazione forte o nello stomaco o nel cuore. Se incontri un tuo amico il cuore ti batte forte, se abbracci qualcuno senti una sensazione di calore invaderti tutto il corpo, dalla testa ai piedi. Se invece si bacia qualcuno sulla guancia si sente qualcosa nello stomaco, come le farfalle, ma questo dipende anche in base alla persona a cui stai dimostrando il tuo affetto."
"Cosa intendi?" Domando credendo ormai di sapere la risposta, ma volendo esserne sicura.
"Beh insomma, se ami qualcuno è lo baci ti senti... in paradiso. Se baci una persona sulla guancia, beh o non senti niente o sei solamente felice."
Inizio a guardarmi i piedi che continuano a muoversi avanti per farmi camminare.
Come ho potuto passare così tanto tempo senza affezionarmi a qualcuno all'infuori della Cancelliera Paige?
Ma mi ci sono mai veramente affezionata, oppure ho solo pensato di poterla sostituire ai miei genitori?
Sospiro il più silenziosamente possibile.
Come al solito mi ritrovo con troppe domande e troppe poche risposte.
Alla fine per spezzare il silenzio venutosi a creare, parlo ad alta voce, anche se non me ne rendo conto, o almeno in parte. Decido di fare la scelta azzardata di fidarmi di qualcuno, che, come se non bastasse, ho conosciuto neanche una settimana fa.
"Sai, è strano. Mi sembra di conoscere queste sensazioni, quello che tu mi dici, eppure è come se non ricordassi i dettagli, come se non le avessi mai provate davvero."
"Immagino che alla C.A.T.T.I.V.O. non ci fosse lezione su "come imparare a voler bene", o sbaglio?"
"No, non sbagli. Le lezioni del pomeriggio erano principalmente scienze, per imparare a creare ordigni e sapere ogni singola miscela utile sul campo di battaglia, storia per sapere da dove vengo e cosa ha fatto nascere la C.A.T.T.I.V.O. e poi le altre materie, matematica per la logica, inglese per la lingua... insomma, era come se andassi a scuola, con l'unica differenza che al mattino imparavo a caricare un fucile a pompa, a spare, a lanciare granate senza ferirmi... Mi ricordo che una volta mi hanno fatto giocare ad una specie di tiro al piattello, con l'unica differenza che al posto del disco dovevo sparare a degli Spaccati."
Lui mi guarda di traverso.
"In ogni caso non era male come vita. Almeno tu non vivevi in un Labirinto circondato da mostri assassini che hanno sterminato i tuoi amici."
Mi volto a guardarlo.
"Beh, non hai ancora... come si chiama... Minho?"
"Sì, già, Minho. È un po' come un fratello, anche Tommy è così. Lo erano anche Alby e Gally, nonostante i loro caratteracci, prima che..."
Afferro subito il concetto.
"Mi dispiace. A dir la verità un po' mi sento in colpa."
"Per Gally e Alby? Non ti preoccupare: ci sto ancora male, ma se non ci penso il dolore scompare. Erano le due più grandi teste di caspio del mondo, ma erano dei grandi. Alby sapeva guidarci come nessun altro e Gally a suo modo sapeva fare del bene."
"L'importante è che tu non li dimentichi. Se non lo fai e come se loro vivessero con te, qui." Dico indicando il petto del ragazzo e sfiorandolo appena.
Lui mi sorride.
"Allora hai dei sentimenti, sotto sotto."
"Magari devo solo capire come farli... funzionare."
Newt ride, divertito dalla mia affermazione che probabilmente ha ricalcato la mia poca conoscienza sul linguaggio delle emozioni.
Vederlo ridere e sentire di scoppiare a ridere leggermente pure io, mi fa sentire strana, cambiata.
A tutte quelle sensazioni se ne aggiunge un'altra molto, ma molto più forte.
Sento cadere qualcosa nel mio petto.
Sento qualcosa rompersi.
Poi un immenso fracasso mi fa finalmente capire cosa mi sta succedendo. Il muro in cemento armato si sta rompendo, lasciando intravedere sprazzi della me sopita là dietro. Stranamente non ho paura di tornare alla luce dopo tanto tempo, anzi, ora la mia paura è che il muro non crolli affatto. Forse è il momento di iniziare a distruggerlo e togliere qualche metro di filo spinato.
Chissà, magari dell'affetto potrebbe persino arrivare fino al mio cuore.
***
La camminata ormai stremante si ferma alle prime ore del mattino, in base al mio orologio.
Newt e io dormiamo veramente poco e a circa metà mattinata siamo nuovamente in cammino. Controllo spesso il GPS dell'orologio per vedere la nostra posizione. Secondo la cartina i giorni di viaggio si sarebbero quasi dimezzati. Ora ne mancano solamente più tre e mezzo, ma meglio considerarne quattro.
"Quattro giorni e ci siamo Newt." Dico ad alta voce, comunicando al ragazzo quella piccola, ma felice notizia, durante la pausa pranzo.
Lui mi guarda felice, poi dice qualcosa che io non mi sarei mai aspettata.
"Lo hai detto."
"Che cosa?" Chiedo confusa.
"Non mi hai chiamato ragazzino. Hai detto il mio nome."
Lo guardo.
Mi guarda.
Mi sorride.
Gli sorrido.
Newt mi viene vicino e mi abbraccia titubante. Io non ho la più pallida idea di cosa fare.
Abbracciarlo? Stare ferma e aspettare che quella sensazione che sento nello stomaco finisca?
Aspetta...
Abbraccio il ragazzo avvolgendogli le braccia attorno al collo mentre lui posa delicatamente le sue mani sulla mia vita.
"La sento."
"Che cosa?" Domanda questa volta il ragazzo.
"La sensazione. Quella dello stomaco, delle farfalle, del calore che si diffonde in tutto il corpo. Le sto provando tutte in una volta sola."
Lo sento sorridere da sopra la mia spalla. Sorrido anche io e faccio qualcosa che non mi sarei aspettata di fare per una seconda volta. Appoggio la testa sul petto del ragazzo, ascolto il suo cuore. E mi sento a casa, anche se sono sottoterra, in un tunnel puzzolente. Dopo tanto tempo mi sento a casa.
Space for me||☆
Il Natale mi ha influenzato, sono stata troppo buona e sdolcinata.
Oggi ho un bel po' di cose da farvi vedere :))
Aka queste👇
Newt
Ancora Newt (chissà come mai)
Kim
Laila
Mark. Questo fa schifo ma details😅
Ultimo, ma non meno importante, Minho
Fanno tutti immensamente schifo, che bello.
Il disegno procede, ma anche questo non è un granché. 😅
E boh. Ditemi cosa ne pensate di tutto questo lasciando le vostre opinioni qui a lato 👉
E ancora BUONA NATALE A TUTTI PIVE.
Bacioni ❤
Maty☆
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