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Capitolo 7

Sento delle voci al di là del muro, ma sono attutite dallo spessore del cemento. Rimango per alcuni minuti con il sedere a terra respirando profondamente. Perfetto: sono nel Labirinto, in mezzo a un'orda di Dolenti che non aspettano altro che mangiare un'adolescente insubordinata.
Mi alzo in piedi mentre sento strani cigolii e rumori arrivare dappertutto attorno a me.
"Mantieni la calma, mantieni la calma!" Mi dico ad alta voce.
Devo trovare un modo per sopravvivere questa notte, senza però perdermi qua dentro.
"Mi serve un'idea e anche in fretta." sussurro.
Attorno a me ci sono diverse piante d'edera che si arrampicano su per il muro. Ne afferro una e tiro con forza: la pianta si stacca e viene giù per intero. Come minimo ci saranno due metri di rampicante vicino ai miei piedi. Stacco molte altre piante finché non ne rimangono due. I cigolii si fanno sempre più inquietanti e forti man mano che passa il tempo. Un'idea a dir poco folle sta prendendo forma dentro la mia testa.

Lego tra loro le piante di edera e ottengo una corda abbastanza lunga. Un'estremità la lego ad una delle due piante ancora appese al muro: non la lego stretta, la faccio semplicemente girare attorno, in modo che possa scorrere. L'altra estremità la lego attorno alla mia vita. Faccio un respiro profondo poi inizio ad arrampicarmi. Le mie mani scorrono sull'edera e i piedi sono puntati sul muro di cemento; tutto ciò fa salire in alto il mio corpo. Mi arrampico sempre più in alto finché arrivo a metà muro.

Ho il fiato corto. Mi tengo appesa alla pianta. I cigolii si fanno sempre più vicini. Provo a trascinarmi ancora più in alto, ma dopo pochi centimetri mi fermo stremata.

Rimango ferma per un sacco di tempo appesa in questo modo assurdo, in questo posto assurdo. Dopo aver ripreso forza riparto con la mia scalata. Centimetro dopo centimetro arrivo sempre più in alto. Ormai sarò quasi ad una decina di metri da terra, o persino di più. Questi muri devono essere veramente alti. I cigolii si sono fatti sempre più forti. Stanno spaccando il silenzio in un modo assordante. Il buio attorno a me non aiuta la situazione, anzi mi fa perdere il senso dell'orientamento. Alzo lo sguardo verso il cielo: una massa scura puntellata di bianco sembra quasi schernirmi, come se si stesse prendendo gioco di me.

Per evitare di distruggermi i palmi mi lego con la mia "corda" mani e piedi.

Ora sto letteralmente a penzoloni nel vuoto a faccia in giù. Certo non è la posizione più comoda del mondo, ma almeno non rischio di cadere a terra.

Passano le ore e ogni singolo minuto penso ai miei due amici dall'altra parte del muro. Già forse ora li posso chiamare in questo modo. Chissà come stanno... magari Newt sta bene e anche Minho... oppure...
"Basta Kim, non essere pessimista." Mi dico incoraggiandomi.
Probabilmente deve essere mezzanotte o poco più. Sono qui da così tanto tempo che tutto quello che è successo poche ore prima mi sembra quasi assurdo. Non riesco a credere di essere veramente finita qua dentro aspettando di morire.

***

I cigolii si fanno sempre più forti finché non vedo chi sta facendo tutto questo casino. Rimango in silenzio quasi bloccando il mio respiro.
È veramente orribile, più di quanto potessi immaginare. Un essere bavoso, grosso e probabilmente molliccio si sta dirigendo verso l'ingresso del Labirinto. Rotola appallottolandosi su sé stesso mentre ritrae all'interno della sua schifosa pelle le braccia meccaniche. Ognuno dei numerosi arti è dotato di punte affilate, tranne uno. Dal fondo della schiena si diparte un braccio più lungo degli altri che si apre a scatti mostrando un ago mostruoso.

Inizio a sudare come se fossi sotto il sole; la bestia, se così si può definire, continua ad avanzare finché non arriva davanti alle porte del Labirinto.
Il mostro rimane fermo per interminabili secondi, poi si volta e torna indietro sui suoi passi. Inizio a respirare appena quell'essere ha voltato l'angolo. Stringo forte gli occhi e mi mordo le labbra. Sento la rabbia, il dolore, l'ansia e la frustrazione di questi giorni accumularsi dentro i miei occhi. Sento le lacrime piene di terrore scendere dal mio viso. Mi sento un'idiota a piangere in questo modo senza ritegno. Sto continuando a mordermi il labbro e non mi sono nemmeno accorta che si è messo a sanguinare. Sangue e lacrime si mischiano insieme sporcandomi la faccia. Odio questo posto, odio tutto quello che c'è qui, ma più di tutto odio la C.A.T.T.I.V.O. Solo un pazzo potrebbe rinchiudere in un posto simile un gruppo di ragazzi.
Sento solo rabbia, tanta rabbia, poi mi ricordo cosa ho sognato la notte scorsa:

"Sfrutta la rabbia della ragazza. Quando ci daranno l'ordine di attivare il microchip noi lo faremo. La prima volta che la ragazza si arrabbierà l'oggetto si attiverà."

Se quei maledetti attivano il microchip diventerò un mostro. Faccio dei respiri profondi cercando di scacciare via tutta quella rabbia che si è accumulata dentro di me.
Dopo aver ispirato ed espirato talmente tante volte da perdere la cognizione del tempo, finalmente mi calmo.

***

Riapro gli occhi che avevo tenuto chiusi e vedo che il cielo si è leggermente schiarito. Probabilmente è talmente presto che tutti i Radurai stanno ancora dormendo. Mi tiro su e mi slego dal muro mani e piedi dall'edera. Mi aggrappo alla pianta per tenermi su, poi lentamente inizio la mia discesa. Dopo circa una mezz'oretta sono finalmente a terra. Sento il duro pavimento in cemento sotto i miei piedi. Mi slaccio l'edera dalla vita e con la manica della maglia mi pulisco il viso dalle lacrime e dal sangue secco. Ormai dall'altra parte deve esserci qualcuno sveglio. Verranno a salvarmi! Non ci riesco ancora a credere.

I miei sogni di felicità terminano non appena sento rumori provenire da dietro di me. Dopo averli sentiti tutta la notte riconosco subito di che cosa si tratta.

Lo vedo lì davanti a me mentre avanza sfoderando i bracci meccanici venendomi incontro. La paura mi assale. Tornare su è impossibile; l'unica è scappare o aspettare di morire molto lentamente. Il Dolente mi viene incontro fino a che non me lo ritrovo a cinque metri da me. Schiaccio la schiena contro la parete in cemento mentre il mio respiro si fa affannoso. Possibile che il mio momento felice debba essere rovinato proprio ora?

Il Dolente avanza ancora. Ormai sento il suo fiato caldo su di me e vedo nei minimi dettagli la sua pelle molliccia e bavosa. Tutto questo odore schifoso mi sta facendo venir voglia di vomitare. Il Dolente aspetta una mia mossa, ma sono paralizzata dal terrore, così rimango ferma a fissarlo in attesa di qualcosa. Alla fine l'essere mostruoso si decide ad attaccarmi: in pochi balzi è sopra di me.

Cerco di schivare i bracci meccanici e la bocca del mostro; scivolo sotto di lui tentando di sfuggirgli, ma il grosso ago è lì, pronto ad aspettarmi. Torno velocemente indietro; la bestia sta ruotando su sé stessa cercando di capire dove sono finita. A quanto pare non è molto intelligente. Sto ancora schivando i bracci meccanici quando sento un fischio assordante che in quel momento mi sembra il suono più bello del mondo. Le porte si stanno aprendo. Potrò tornare nella Radura! Manca poco, devo solo resistere per qualche secondo ancora. Rinvigorita dal suono delle porte mi lancio all'attacco.

Sguscio da sotto il Dolente e salto su di lui. I miei piedi affondano nella pelle molliccia producendo un risucchio veramente vomitevole. Vedo l'ago volare verso di me. Schivo per un pelo il braccio meccanico il quale si va a schiantare all'interno del corpo del mostro che urla dal dolore. L'essere in prenda agli effetti della sua stessa arma, inizia a dimenarsi come un matto. Spicco un salto e in un attimo mi ritrovo a terra. Rotolo su me stessa e vado letteralmente a schiantarmi contro il muro in cemento. Il mio naso inizia quasi subito a sanguinare creando una piccola pozza vermiglia sotto di me. Tutta dolorante e stordita dalla botta mi rialzo in piedi: il Dolente è in prenda a movimenti senza logica mentre i suoi stessi bracci meccanici colpiscono il corpo bavoso.

Le porte hanno aperto un piccolo spiraglio da cui riesco a scorgere parte della Radura. Vedo dei ragazzi che stanno correndo verso la mia direzione richiamati dalle urla orrende del mostro. Appena lo spazio tra le due porte è abbastanza grande ci sguscio dentro, ma prima che riesca a scappare, il Dolente, in un ultimo disperato attacco, mi punge il braccio. Urlo per un attimo, ma stringo i denti e mi infilo nello spazio tra i due muri in movimento.

Mi spingo in avanti fino a quando non atterro sull'erba verde e morbida della Radura. Mi rialzo in piedi e mi rimetto a correre verso il Casolare. Le urla del Dolente non si sono ancora interrotte e mi stanno dando alla testa. Il naso continua a sanguinare, sono piena di tagli e lividi, ho la testa spaccata in due da quelle orribili grida e il braccio fa un male cane, sembra quasi stia bruciando. Continuo a correre sempre più distante finché non cado a terra.

Sento le lacrime arrivare impetuose, ma le ricaccio indietro. Non posso essere debole, non voglio esserlo.
Non piangerò mai più. Nessuna lacrima uscirà dai miei occhi, penso.

Mi metto in piedi e mi giro indietro a vedere la scena. Le porte sono completamente aperte e al di là di esse si vede il Dolente che ancora si dimena. Lo vedo mentre smette di muoversi, morendo. I ragazzi che erano corsi verso di me si girano a guardarmi. Tengo lo sguardo fisso. Non mi fanno più paura come il primo giorno in cui sono arrivata qui.

Sono passati solo cinque giorni. Mi ritrovo a sorridere tra me e me mentre mi continuo a ripetere che non può essere vero tutto questo. Deve essere solo un sogno, solo un sogno.

Mi giro e vedo Alby corrermi incontro insieme a Minho. Il Velocista sembra stremato, ma corre lo stesso. Appena si fermano mi guardano con quel loro solito sguardo indagatore. Mi spunta un sorriso -di quelli veri- sulle labbra.
"Non mi farete fuori così tanto facilmente." Dico con voce roca.
Dopo tutto quello che ho passato non ho la minima idea di come abbia fatto a dire quelle cose. I due ragazzi sembrano stupiti, poi vedo Minho tirare su l'angolo sinistro delle labbra. Sento il mal di testa aumentare e vedo Alby che mi afferra appena in tempo, prima che io cada rovinosamente a terra.
Il mio sorriso sulle labbra rimane impresso sul mio viso anche quando tutto attorno a me diventa buio e confuso.







Space for me||

Questi ""bei"" disegni rappresentano Kim...
Io tendo a disegnare quello che scrivo e quindi faccio questi ""meravigliosi"" disegni di splof.

Sono """belli""" secondo voi?

Rispondetemi al più presto e ditemi cosa ne pensate della storia.

La vostra Velocista di quartiere,
Maty

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