Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 43

Laila's pov

La Berga con uno scossone si ferma, atterrando.
"Questa notte non uscirà nessuno. Domattina il sacco di splof rimetterà in sesto la Berga. Tutto chiaro?" Domanda Alby rivolgendo uno sguardo truce ai presenti, ma soprattutto al l'uomo che impallidisce di colpo nel sentire quelle parole.
Tutti i ragazzi si allontano verso il piccolo dormitorio.
Hanno una faccia mogia e non è difficile capirne il motivo.
Viaggiamo da giorni, abbiamo attraverso il Labirinto, tanti hanno perso degli amici laggiù e mentre cercavamo tutti di nasconderlo, stavamo morendo a poco poco.
Ora, qui sulla Berga, in un luogo sconosciuto, lontano da quello che conosciamo, siamo persi.
Mi avvicino al gruppo di ragazzi che si stanno avviando al dormitorio.
"Ragazzi, aspettate."
Si voltano tutti a guardarmi e sento mancarmi le parole in gola.
"Ce la possiamo fare."
Mi guardano tutti male, quasi a dire "Ma questa chi si crede di essere?"
"Possiamo farcela. Siamo i Radurai."
A quelle parole gli sguardi cambiano diventando più luminosi.
"Insomma, siamo sopravvissuti al Labirinto! Ai Dolenti! Un gruppo di pazzi medici che non sanno nemmeno cosa sia correre decentemente, ci sta sfidando. Io non so voi, ma non ho voglia di perdere, voglio vincere, voglio combattere e non solo per Kim, ma per me.
Non ho voglia di sentirmi dire quello che devo fare. Voglio essere libera di decidere per me stessa."
Ormai i Radurai stanno sorridendo.
"Basta! Io non ho voglia di essere presa ancora per il culo da quelli stronzi!" Urlo facendo ridere i ragazzi che iniziano anche loro a imprecare contro la C.A.T.T.I.V.O.
"Ora levatevi di dosso quegli sguardi di commiserazione perché non servono.
Se siete dei veri Radurai tirate fuori la vostra solita grinta e preparatevi per distruggere quei pazzi una volta per tutte!"

In quel momento quindici ragazzi, i reduci di esperimenti senza senso, stanno ridendo, stanno imprecando, si stanno liberando dal peso che avevano sul cuore.
Dopo diversi giorni vedo Newt sorridere e Minho essere più rilassato.
Dall'altra sala arriva Alby.
"Ho legato il tizio alla sedia. Non può scappare."
Nel vedere i ragazzi ridere e scherzare in quel modo anche Alby accenna a un sorriso mostrando i suoi denti bianchissimi.
"Cosa succede?" Domanda curioso il Grande Capo.
"Ho parlato con tutti per tirare loro su il morale e questi sono i risultati."
Alby mi sorride per davvero, per la prima volta.
"Grazie. Ne avevano bisogno."
Sorrido imbarazzata al ragazzo di colore.
"Ora tutti a nanna femminucce!"
Si alzano voci di protesta, ma alla fine tutti obbediscono arrivando finalmente al dormitorio.
Alby riesce a spegnere le luci all'interno della navicella, così in pochi attimi ognuno di noi si ritrova in un letto con le coperte tirate fino al mento per il freddo e il buio che lo circonda.
Ormai si sente che siamo vicino all'Alaska: le montagne più alte hanno la punta imbiancata e inoltre la Berga, costituita principalmente da metallo, non mantiene molto il calore che si disperde con l'abbassarsi precipitoso delle temperature.
In un attimo chiudo gli occhi e mi addormento non sapendo quello che mi aspetta domani mattina.

***

Appena sveglia trovo diversi letti vuoti.
Mi alzo subito e prima di uscire dal dormitorio noto che i Radurai hanno preso con loro i loro zaini.
Mi insospettisco subito e dopo aver preso anche io il mio bagaglio mi dirigo fuori.
Tutti i Radurai più l'uomo della C.A.T.T.I.V.O. stanno osservando uno scompartimento aperto nella navicella.
Ci sono diversi cavi colorati, tasti, lucine e pulsanti.
L'uomo smilzo sta osservando i fili e ogni tanto li sposta anche, ma solo dopo aver guardato un manuale poggianto lì accanto.
In silenzio mi avvicino a Minho che mi sorride per darmi il buongiorno.
"Cosa succede?" Domando a bassa voce.
"È qui da quasi un'ora. Dice che ci sono problemi con alcuni motori. Probabilmente non si può aggiustare, ma il tizio non ci vuole credere quindi è ancora lì ad cercare di aggiustarlo."
"Dobbiamo partire, se stiamo qui rischiamo di essere scoperti."
"E da chi scusa?" Domanda il ragazzo non capendo a chi mi sto riferendo.
Proprio in quel momento arrivano da lontano dei rumori agghiaccianti.
Urli, suoni gutturali, rumore di passi che si avvicinano...
Tutto proviene dalla foresta che circonda la zona brulla e rocciosa dove la Berga è atterrata.
Mi rendo presto conto che non sono semplici urla e schiamazzi.
I ragazzi guardano preoccupati la foresta, io nel mentre cerco di trovare le parole nel fondo della mia gola ora secca.
Appena escono dagli alberi riesco a urlare.
Una dozzina di uomini con capelli e vestiti strappati, occhi arrosati e tagli su tutto il corpo, sta correndo verso di noi.
"Correte!" È l'ultima cosa che riesco a dire prima di voltarmi e iniziare a correre io per prima.

Kim's pov

Ormai Teresa e Thomas sono usciti da un bel po' di tempo e inizio seriamente a preoccuparmi.
Anche se mi hanno detto di restare qui io non resisto, proprio non ci riesco, così mi alzo e esco dalla stanza.
Subito un sacco di voci mi giungono dal piano più basso della struttura.
Mi avvicino al parapetto in vetro e vedo in basso un gruppetto di guardie.
Saranno sì e no una decina, ma non bastano comunque per fermare Teresa che sta sbraitando come una matta.
Credo sia per il fatto che una delle guardie sta puntando la pistola alla tempia di un ragazzo che non è Thomas.
Quello a dieci piani sotto di me è Mark.

Mi osservo intorno per trovare una via veloce per scendere al piano terra.
Cercare un'ascensore richiederebbe troppo tempo e buttarsi giù sarebbe un suicidio, ma non ho molta scelta.
Mi guardo ancora una volta intorno, ma non vedo altro modo per scendere.
Scavalco in fretta e furia il parapetto e senza pensarci due volte mi lascio cadere nel vuoto.
Per un attimo mi sembra di volare, ma quel pensiero se ne va in fretta non appena atterro pesantemente su uno dei soldati che si ritrova a terra svenuto.
In un attimo i miei occhi diventano neri e gli ormai famigliari artigli si fanno strada al posto delle mie unghie.
"Chi sei?!" Urla spaventata una delle guardie puntandomi un lanciagranate addosso.
Un ghigno si fa strada sul mio volto dandomi probabilmente un'aria selvaggia.
"Chi sono, chiedi... L'ultima cosa che vedrai se non lasci andare il ragazzino."
"Non posso i miei superiori non..."
L'uomo non termina la frase che si ritrova con uno squarcio sulla gola.
Il corpo esangue cade a terra e Mark corre dietro di me a nascondersi.
"Qualcun'altro a qualcosa da obbiettare?" Domando ironica.
"Nessuno? Che peccato e io che volevo divertirmi... Sarà per la prossima volta."
Mi dirigo da Mark, gli poggio una mano sulla schiena e mentalmente gli dico che parleremo dopo.
Lui non risponde e io non lo forzo a parlare.
Teresa e Thomas ci stanno alle calcagna, ma nessuno, anche se siamo ancora vicini ai soldati, sente uno di loro caricare una pistola e sparare.
So solo che alcuni secondi dopo il rumore sento la spalla andarmi a fuoco.
Per fortuna le placche metalliche comparse sul mio corpo hanno respinto in parte il proiettile.
Allungo la mano sulla spalla e trattenendo il dolore afferro con le dita il fondo del proiettile, tirandolo via.
Sento un dolore lancinante, poi più niente.
La rabbia mi travolge e in un istante sono sulla guardia che ha sparato.
Come per quella di prima lascio uno squarcio sulla gola.
Ormai le rimanenti sette guardie mi hanno puntato le armi addosso.
"Siete ancora in tempo per arrendervi." Dico soppesando le parole.
In risposta il proiettile elettrico di un lanciagranate mi passa accanto, ma riesco a schivarlo bruciandomi leggermente i capelli.
"Peccato, vi avrei risparmiato, ma avete insistito."
Con un urlo mi getto sugli uomini che sparano all'impazzata creando una nuvola di fumo a causa delle numerose esplosioni andate a vuoto.
Nascosta nella nebbiolina che offusca la vista agli uomini mi sento diversa.
Sono potente, sono io a dettare le regole del gioco ora.
E nessuno può battermi al mio gioco.

Gli uomini si guardano attorno spaventati, ma io riesco a vederli, non so come.
Forse sta succedendo come al mio arrivo alla Radura, la mia vista sta cambiando.
È come se avessi la vista termica.
Vedo delle chiazze di colore in corrispondenza al punto in cui si trovano le guardie.
Mi avvicino a una di loro fino a quando non sono distante dal mio obiettivo un paio di metri.
La guardia sta continuando a ruotare su se stessa cercandomi con lo sguardo.
Appena la guardia abbassa leggermente la guardia mi getto sull'uomo e in un attimo lui non respira più.
Le sue urla tuttavia hanno attirato l'attenzione dei suoi amichetti che si sono messi a sparare all'impazzata verso di me.
Immersa in quella nebbiolina che pian piano sta svanendo, mi avvicino a ogni guardia che, dopo aver lasciato un urlo ed essersi dimenate cercando liberarsi, cadono a terra senza nemmeno un rumore.
In pochi secondi il pavimento è sporco di sangue che con il suo odore metallico impregna l'aria.
Da quel momento in poi il mondo mi pare sempre più sfocato e confuso.
Sento Teresa dirmi di alzarmi, sento delle voci, dei passi, ma non capendo niente riesco a dire un'unica cosa.
Chiedo a Thomas e Teresa di portare via Mark.
Loro lo fanno, ma Thomas cerca di portare via anche me.
Mi dimeno e spingo via il ragazzo dicendogli di andarsene, cosa che lui fa dopo diversi attimi di esitazione.
Alla fine sento qualcuno afferrarmi e trasportarmi via.
Dopo alcuni secondi cado nell'incoscienza, ma prima spero vivamente che le guardie non stiano seguendo anche i ragazzi altrimenti saremo tutti in un immenso mare di guai.

***

Alla fine rinvengo stordita e con la gola secca in una stanza bianca.
Le pareti, il pavimento, tutto è bianco. Nella sala l'unica cosa presente oltre a me è un tavolo e i sanitari.
Tutto rigorosamente bianco.
Molto fantasiosi questi medici.
C'è un'unica porta, ma so perfettamente che è chiusa.
Lo so senza saperlo davvero.
Non essendomi alzata sono ancora coricata e questo è un bene: la mia caviglia sta bruciando e pulsando da impazzire.
Insopportabile.
Una delle altre mie consapevolezze e che nessuno verrà a prendermi o anche solo per vedermi, quindi è meglio risparmiare le forze per la fuga.
Perché ci sarà una fuga: non posso stare qui sapendo che mio fratello e i miei amici sono in pericolo.

***

Per diverso tempo provo a tenermi occupata e giro anche per la stanza nonostante il male alla caviglia, ma non so cosa fare dato che non posso nè uscire nè fare altro.
Decido quindi di coricarmi per riposarmi: inizio a fissare il soffitto bianco e mi perdo nei miei pensieri riguardanti soprattutto Newt, Laila, Mark, Teresa, Thomas e tutti gli altri Radurai come Minho e Alby.
Continuo a chiedermi come stiano e cosa stiano facendo in questo momento.
L'ansia e la preoccupazione crescono e io per eliminarle svuoto la mia mente chiudendo gli occhi e provando a dimenticare tutto anche se so che è impossibile.
Mi copro il volto con le mani e cerco di riposarmi, ma non ci riesco perché un immenso dolore mi sta percorrendo dalla vita in giù.
Mi sollevo appena e tiro su i pantaloni che mi coprono la vista sulle mie gambe.
Questa volta l'urlo mi muore in bocca perché se emettessi un suono forse sarebbe troppo straziante.
Le mie gambe, le stesse che mi avevano sostenuto nel Labirinto quando correvo, ora sono di metallo.
Le colpisco e il suono prodotto è quello del metallo vuoto.
Senza ritegno mi metto a piangere perché sono sola e senza possibilità di essere aiutata.
Ora sto diventando un robot, un'adroide.
Sarò un mostro, ma soprattutto non riuscirò ad amare, perché una cosa come me non può amare, è contro natura.
Tutto quello che ho vissuto fino ad ora era un sogno, una stupida illusione.















Space for me||☆

Ciao Velocisti!
Scusate se non aggiorno da tanto, ma sono impegnata con la scuola.
In ogni caso spero che vi sia piaciuto il capitolo e così la storia in generale.
Aggiornerò al più presto.
Scusate ancora e non uccidetemi per l'immane ritardo.

Bacioni❤
Maty☆

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro