Capitolo 36
Rimaniamo lì ancora per diverso tempo: Newt mi circonda il corpo con le braccia e poggia il suo mento sulla mia testa.
"Tu credi che riusciremo a farcela contro la C.A.T.T.I.V.O.?"
È la domanda più stupida che io abbia mai fatto, ma devo sentirmi dire che possiamo farcela, anche se per la milionesima volta: ho sempre più la sensazione di essere a un passo dal mio obiettivo - dal vendicare Bart, dal salvare i miei amici - ma sento sempre qualcosa che mi impedisce di continuare, di andare avanti.
Newt si scosta da me e mi prende il volto tra le mani e con i pollici mi accarezza le guance.
"Non devi preoccuparti, capito? Possiamo farcela e ce la faremo. Non devi credere nemmeno per un istante che perderemo o che io non ci sarò e non ti aiuterò. Siamo in questo casino insieme e ne usciremo insieme: non conta che cosa tu abbia fatto nella tua vita passata, conta quello che farai ora e sono sicuro che non commetterai nulla di sbagliato."
Mi sorride come solo lui sa fare e mi schiocca un bacio in fronte. Io lo abbraccio affondando la testa nel suo petto, ascoltando il battito del suo cuore che mi fa volare lontano da Denver e mi fa pensare al futuro.
Un giorno Newt e io assieme agli altri Radurai, raggiungeremo quel bellissimo prato verde puntellato di fiori, ci siederemo sull'erba e guarderemo il mare.
Potremo essere dei normali sedicenni che non pensano a esperimenti, virus o altri problemi. Potremo essere felici.
***
Ritorniamo in camera mano nella mano e ci separiamo solo quando stiamo per aprire la porta.
Appena entriamo nel dormitorio troviamo tutti i Radurai alzati attorno a uno dei letti.
Mi avvicino al gruppo e tutta sorridente domando: "Cosa guardate ragazzi?"
Mi faccio spazio tra i Radurai e mi ritrovo davanti al letto su cui era coricato mio fratello prima che io andassi a fare colazione.
Al posto del corpo del quattordicenne c'è una chiazza rossastra di sangue rappresso e un foglio di carta bianca, accecante.
Soggetto A0.
Morte Ospite Salvezza Test Risultati Ottimi.
Archivio X-52 .
50 ore e 20 minuti.
Alaska.
3F4156H9
Soggetto A0: sono io.
Morte Ospite Salvezza Test Risultati Ottimi: è quello che c'è scritto sulla mia mano.
Il sangue: è di Mark.
D'istinto mi porto una mano davanti alla bocca e faccio un passo indietro finendo tra le braccia della mia amica. "Hanno preso Mark." Sussurro ancora sconvolta.
Laila mi fa sedere a terra mentre il vociare dei Radurai inizia a farsi sentire: "Tranquilla Kim, lo ritroveremo. Tranquilla."
La sua voce è tanto, tanto distante, ma non posso ascoltare due persone contemporaneamente.
"Soggetto A2 a Soggetto A0. Mi senti?"
"Chi sei?" Domando mentalmente tenendo gli occhi fissi sul pavimento mentre quelli attorno a me cercano di riscuotermi, non riuscendoci.
"Thomas. Sono Thomas, il Soggetto A2. Ti sto chiamando dal centro della C.A.T.T.I.V.O. Ho poco tempo. Devi andare a cercare Teresa, il Soggetto A1. Hai capito?"
"Non voglio avere più a che fare con voi della C.A.T.T.I.V.O. Lasciatemi stare."
"Vai a cercarla a Central Square, a Denver. Raggiungici al più presto."
"Aspetta! Non andare!"
Sento il contatto con questo Thomas svanire e mi ritrovo nuovamente nel dormitorio, circondata dai miei amici che stanno cercando di farmi tornare alla realtà.
***
Vedo le loro bocche aprirsi e chiudersi mentre pronunciano parole che non riesco a sentire e la cosa si perpetua a lungo.
Devono avermi fatto qualcosa di serio se non riesco più a sentire così d'improvviso.
Con una mano mi indico l'orecchio e scuoto la testa: i ragazzi smettono immediatamente di parlare e sento la voce di Laila entrare nella mia testa: "Kim dicci qualcosa ti prego. Perché non riesci a sentire?"
"Non lo so. Ti prego fai qualcosa. Qualsiasi cosa."
"Forse... Potrebbe essere qualcosa di simile a quando scendi di altitudine e ti si tappano le orecchie, solo in forma molto più grave."
"Non so. Fai qualcosa ti scongiuro."
"Okay... forse... ah sì... ora proverò a urlare mentalmente: potrebbe farti male, ma forse è l'unico modo per farti tornare a sentire."
Io annuisco verso la ragazza che un attimo dopo vedo parlare con i Radurai, probabilmente per spiegarli il piano.
Alcuni secondi dopo Laila si volta verso di me annuendo e io faccio lo stesso di rimando.
Per un attimo il silenzio attorno a me sembra più vivo che mai.
Poi l'urlo.
Mi tappo le orecchie con le mani e mi mordo il labbro chiudendo gli occhi. La voce di Laila nella mia mente rimbomba per quasi più di un minuto, ma mi sembra duri secoli.
Poi arriva uno strano ronzio che va aumentando sempre più fino a quando non sovrasta la voce della mia amica.
Pian piano torno a sentire le voci dei Radurai, ma mi paiono solo un sussurro lontano.
"Basta!" Urlo sentendo ormai che quel ronzio è diventato insopportabile.
L'urlo della mia amica sparisce e con esso il ronzio.
"Senti?" Domanda Newt.
Mi accorgo con gioia che il mio udito è tornato intatto, ma ciò non significa che questo non possa riaccadere. Annuisco e abbraccio Laila: "Grazie. Grazie." Sussurro mentre le lacrime scendono sul mio viso.
Ho avuto tanta paura di non poter più sentire per sempre: era come se stessi guardando un filmato, ma avessero tolto l'audio.
Vedevo i movimenti delle labbra dei ragazzi, ma non riuscivo a capire quello che stavano dicendo.
"Non devi ringraziarmi per così poco."
La stringo più forte e per un attimo mi dimentico di tutto poi il ricordo di Mark scomparso, rapito dalla C.A.T.T.I.V.O., si fa spazio nella mia mente e la occupa del tutto.
***
Da quel momento il pensiero di Mark mi tormenta tutto il giorno assieme a quello di Thomas, quello di Teresa, e quello del biglietto.
Newt mi sta accanto tutto il giorno e mi consola abbracciandomi o parlandomi dolcemente.
Io non proferisco parola, sto solamente lì ferma e immobile, seduta sul letto ancora chiazzato del sangue rappresso e penso.
Cosa staranno facendo a Mark?
Dove lo avranno portato?
Chi è questo Thomas?
E Teresa?
Devo fidarmi di loro?
Continuo per tutto il giorno a farmi domande e a formulare ipotesi sensate e non.
Intanto la giornata scorre lenta e arriva la sera.
Non ho mangiato niente a pranzo e nemmeno ora ho fame, così me ne sto seduta sul letto ad aspettare, non so ben di preciso cosa.
Aspetto solamente, forse un'illuminazione divina o qualcosa di simile.
Tutti i Radurai vanno a cenare, ma vedo Minho e Laila che si girano a guardarmi prima di uscire definitivamente dalla stanza.
Rimango sola con Newt e decido di appoggiare la testa sul cuscino del letto, stanca come non mai.
Il ragazzo mi imita e sposta la mia testa sul suo ventre. Io non lo respingo e lo lascio fare: mi accarezza la guancia con un pollice e a quel contatto mi sposto sistemando la mia testa sul suo petto e coricandomi in parallelo a lui.
Mi avvicino ancora fino a che la mia testa non poggia sulla sua spalla. Sento il calore irradiato dal suo corpo avvolgermi e allontanare via tutti quei pensieri orribili che mi hanno accompagnato per tutta la giornata.
Alzo lo sguardo verso il ragazzo e con una mano sfioro i suoi morbidi e scompigliati capelli dorati.
Lui si volta a guardarmi e mi sorride.
"Ieri sera eri stupenda."
A quel commento arrossisco violentemente e abbasso lo sguardo.
Newt mi alza il viso poggiano due dita sotto il mio mento.
"Grazie." Sussurro facendomi udire solamente dal ragazzo coricato con me.
Lui si china verso di me e mi bacia.
Mi stacco subito da lui e mi siedo a bordo del letto.
Lo sento dietro di me, ma non mi giro: mi nascondo il viso tra le mani e sento le guance bagnarsi al passaggio delle lacrime.
"Kim. Ti prego..."
"No. Non posso. Lasciami da sola. Per favore." Rispondo con la voce modificata dalle mani che mi coprono il viso.
"Lo sai che non posso."
"Devi. Se non vuoi farlo per te, farlo per me. Devo stare sola." Controbatto.
Il ragazzo poggia la sua mano sulla mia spalla, ma io l'afferro e la scosto con delicatezza. Allora lo sento alzarsi e uscire dalla camera.
***
Appena Newt è uscito mi rendo conto che se ne è andato molto più che via dalla camera.
L'ho ferito e lui ora se ne è andato via da me.
Sento i suoi passi allontanarsi nel corridoio e appena sono sicura che sia abbastanza lontano urlo per la frustrazione.
Tiro un calcio al letto di fronte a me e aspetto che arrivi il dolore al piede che non tarda a farsi sentire.
Sento altre lacrime piene di rabbia scendere dal mio volto e continuo a farmi male da sola tirando pugni al muro o calci al letto. Credo che se qualcuno entrasse nella camera in questo momento mi crederebbe matta.
"Ti meriti solo questo Kim. Sei uno stupido mostro e non vuoi bene a nessuno. A nessuno. Hai fatto male agli altri e ora soffrirai anche tu." Ripeto ad alta voce per dare un senso ai miei gesti sempre più furiosi.
Non riesco più a sopportare questa situazione, questa insicurezza che mi sta divorando a poco a poco, esattamente come il microchip.
"Stupida, imbecille, idiota, mostro schifoso."
A ogni parola corrisponde un calcio al muro che inizia a perdere l'intonaco mostrando una parete grigiastra.
Proprio in quel momento mi viene in mente un'idea.
Devo andare via: se hanno preso Mark è stato perché io non ho voluto aiutarli.
Forse se farò quello che vorranno lo lasceranno andare. Devo assolutamente raggiungere la C.A.T.T.I.V.O. ed è proprio in quel momento che mi ricordo del foglietto trovato questa mattina.
Mi guardo attorno e vedo la carta bianca e accecante posata su uno dei letti. L'afferro e la infino in tasca pensando a cosa fare.
Devo raggiungere quella ragazza di cui mi ha parlato Thomas.
Se non sbaglio si chiamava Teresa e il posto in cui la dovevo incontrare era Central Square, a Denver.
È tardi, ma forse se faccio in fretta posso ancora arrivare prima che questa ragazza se ne vada via.
Faccio per incamminarmi verso la porta della camera poi un peso sul cuore avvolge tutto attorno a me.
Non posso abbandonare i miei amici senza una parola, senza nemmeno una spiegazione razionale.
Mi guardo attorno e su un piccolo tavolo al fondo della camerata vedo un foglio, quasi fosse stato messo lì apposta.
Accanto c'è anche una biro, probabilmente carica.
Mi dirigo verso il tavolo, mi siedo sulla sedia in legno e impugno la biro.
Poggio la punta sul foglio bianco, prendo un bel respiro e poi inizio a scrivere.
Caro Newt,
mi dispiace tanto dover fare questo, ma non posso più rimanere qui.
Sono diventata un peso troppo grande per tutti voi e non voglio mettervi in pericolo.
Inoltre mi sono resa conto di averti mentito per tutto questo tempo: non credo di provare qualcosa per te, o meglio, non sono sicura se quello che provo sia controllato dal computer della C.A.T.T.I.V.O. o meno.
Ho paura che sia tutto falso, tutto quello che provo, che sento: anche quando penso ho paura che mi stiano controllando da un computer. Alla fine però sono riuscita a trovare una cosa positiva in tutto questo: tu.
Ti ricordi quando ci siamo incontrati per la prima volta?
Io avevo paura, tanta paura, ma quando sei arrivato tu e mi hai aiutato, mi sono sentita meglio.
E sai perché?
Perché dal primo momento che ti ho visto ho capito che tu saresti stato molto, troppo, di più di un amico. Sei sempre stato speciale, mi hai sempre aiutato, ci sei sempre stato.
Sempre.
È per questo che devo andare via. Perché sei troppo importante e non voglio perderti.
Ti ho già ferito, probabilmente più di una volta da quando ci conosciamo, e non voglio continuare a farlo.Ti prometto che appena avrò risolto tutto tornerò da voi, da te.
In fondo ce lo siamo promessi a vicenda: insieme fino alla fine.
Ti voglio bene, complice.
Kim.
Mentre scrivo, delle lacrime bagnano il foglio, ma non me ne curo e dopo averlo piegato lo poggio sul mio letto, dopodiché esco dalla stanza chiudendo la porta.
Sempre più svelta mi dirigo verso l'uscita del palazzo del Braccio Destro.
Fortunatamente vicino all'ingresso vedo uno scaffale pieno di zaini: si tratta probabilmente di quelli zaini che usano i militari o i soldati e se le mie conoscenze non sono errate, in ognuno di essi c'è del cibo e degli indumenti e forse anche un'arma. Ne afferro uno e mi dirigo al grande portone, lo apro ed esco fuori, dirigendomi in cerca del fantomatico Soggetto A1 di nome Teresa.
Space for me||☆
Salve oh banda di Radurai che ancora si ostina a leggere la mia storia.
Spero che il capitolo fosse carino e che non abbiate trovato errori, i quali sono dovuti alla mia dislessia. In quanto figlia di Atena non dovrei farne tanti, ma se volevo nascere perfetta nascevo Rowling o Collins.
Credo di avervi rincaspiato abbastanza parlando di semidei e fandom vari, quindi mi dileguo.
Vi consiglio le storie di NewteIIa e Linaelen1982.
Grazie per la vostra considerazione e che la forza dei lama sia con voi.
Bacioni ❤️
Maty☆
*arriva il suo fidato lama che la trasporta nel regno del fandom mentre il sole tramonta all'orizzonte dando al tutto un'aria ridicola*
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