Capitolo 34
"Sinceramente non vedo perché dovrei ricordare la madre che mi ha lasciata in mano a un gruppo di pazzi e che ha lasciato che venissi messa in un Labirinto pieno di esseri mostruosi e assassini!" Urlo infuriata, rivolta verso la donna che pare dispiaciuta nel sentire quelle parole.
"Kim, potrà sembrarti molto strano tutto questo e probabilmente mi darai della bugiarda, ma sei stata tu stessa a chiedermi di essere messa là dentro." Risponde la donna facendo un passo avanti, verso di me.
"E se anche fosse?! Non ho deciso io di diventare un mostro! Sei stata tu. È tutta colpa tua se non sono umana!" Urlo rivolta verso di lei.
"Ma tu sei umana, hai solamente parti robotiche dentro di te, ma sei umana."
La faccia di mia madre rimane impassibile anche se nei suoi occhi leggo della compassione.
"Ho solamente delle parti robotiche?! Tu non sai cosa vuol dire avere questo dannato microchip dentro di te! Non sai cosa vuol dire sentire i cavi metallici che a poco a poco ti divorano tutto quello che ti resta di umano! Non sai cosa vuol dire rischiare di uccidere i tuoi amici se perdi il controllo! Tu non sai niente!" Yrlo sempre più infuriata verso mia madre che tuttavia rimane ferma immobile e impassibile.
"Kim se vuoi io posso aiutarti a controllare il microchip, ma tu devi fidarti di me."
A quelle parole sento la rabbia crescere a dismisura.
"Smettila! Smettila di mentire, smettila di rovinarmi la vita!"
Mi scaglio contro la donna, ma le guardie mi si parano davanti bloccandomi la strada.
"Credo che tu non sia nelle condizioni di poter parlare civilmente, quindi ci conviene smetterla e finirla qui. Ricordati solo che verrai da noi Kim. Alla fine sarà necessario e noi aspetteremo quel momento con grande gioia. A presto figliola."
La donna scompare dietro l'ammasso di guardie, che mi tengono a distanza da lei e Janson, il quale mi rivolge uno dei suoi soliti sorrisi prima di scomparire nel buio.
Sento nuovamente quella strana sensazione e per quanto voglia gettarmi addosso ai due per ucciderli non ci riesco, sono trattenuta da qualcosa.
Mia madre esce dalla stanza, Janson e lo squadrone di guardie fanno lo stesso, trascinando con loro i cadaveri e i feriti.
Appena sono tutti usciti dalla stanza sento la strana sensazione svanire, ma non perdo tempo a rincorrere mia madre.
Voglio solo andare via di qua.
Mi volto verso la finestra rotta e senza esitare salto nel vuoto.
***
L'aria mi spettina i capelli e mi rinfresca il volto mentre precipito verso il basso e atterro sui sacchi del furgone.
Probabilmente questi sono pieni di tessuti o robe simili, perché l'impatto non mi provoca nessun dolore e riesco subito a rialzarmi e a scendere dal veicolo.
Sento delle braccia cingermi il corpo e stringerlo forte, in preda alla disperazione.
"Ti avevo detto di non rifarlo più." Sussurra Newt con il volto affondato nel mio collo.
"Non potevo non farlo: mi stavano controllando tramite il microchip. Non avevo controllo sulle mie azioni."
A quelle parole sento il ragazzo stringermi di più a sé, quasi conficcandomi le unghie nella schiena.
"Quello che è stato è stato. Ora andiamo. Minho e Laila ci stanno aspettando."
Le mani del ragazzo lasciano il mio corpo, ma io afferro la mano del Velocista biondo e la stringo forte nella mia, dopodiché ci incamminiamo verso il punto in cui avevamo lasciato la macchina.
***
Appena arrivati vediamo Minho e Laila a bordo dell'autovettura del Braccio Destro e vi saliamo all'interno.
"Cosa caspio ti è saltato in mente, pive?!" Esclama sconcertato Minho al mio arrivo.
Mi siedo accanto a lui: "Ne parliamo dopo Minho, ora pensiamo ad andarcene." Dico rivolta al Velocista che a quelle parole si volta verso la parte opposta e fissa il finestrino.
La macchina parte di colpo proprio nel momento in cui da dietro l'angolo dell'edificio dietro di me spuntano delle guardie che ci corrono in contro.
Le distanziamo subito e nonostante gli spari, noi riusciamo a fuggire per le strade di Denver e ad arrivare alla periferia, dove il palazzo bianco del Braccio Destro ci aspetta.
***
Scendiamo in fretta e furia dalla macchina ed entriamo all'interno della struttura: arriviamo al piano dove si trovano la sala riunioni e il dormitorio.
Scorgo subito Vince nel corridoio e lui fa lo stesso con noi. Ci viene in contro e senza nemmeno che lo domandi, Laila gli porge la card per cui abbiamo rischiato così tanto.
"Bravi. Veramente bravi. Eccellente lavoro. Ora andate a riposarvi e poi decideremo cosa fare per la faccenda della C.A.T.T.I.V.O."
L'uomo non ci dice niente altro, nè un ringraziamento nè niente che ci si avvicini.
Vince si volta e con l'uomo al seguito percorre il corridoio per poi svoltare a destra dove so trovarsi la sala riunioni.
Newt sposta il suo sguardo dall'angolo del corridoio al suo orologio da polso, cimelio del tempo passato a fare il Velocista nel Labirinto.
"È l'una. Non so voi pive, ma per oggi ho rischiato di morire abbastanza volte per dirmi stanco."
Quella battuta scioglie la tensione che si era venuta a creare dopo il viaggio in macchina e l'avventura per rubare la card.
Dopo aver riso per alcuni istanti ci dirigiamo nella stanza in cui ci siamo cambiati i vestiti: riprendiamo i nostri vecchi abiti e li indossiamo.
Appena il vestito azzurro mi scivola via dal corpo mi sento subito più libera e la sensazione di normalità aumenta quando indosso i miei comodissimi pantaloni.
Usciamo tutti e quattro quasi in contemporanea dai bagni e ci dirigiamo silenziosamente verso il dormitorio: appena entrati andiamo dritto di filato nei nostri letti cercando di non svegliare gli altri.
Quando la mia testa poggia sul cuscino sento il sonno arrivare e insinuarsi dentro di me e avvolgermi come un bozzolo.
Chiudo gli occhi e un senso di pace che non provavo da diverso tempo si fa spazio dentro di me facendomi cadere nel mondo dei sogni, o meglio nel mondo dei ricordi.
***
"Kim non ci credo, ci siamo riuscite. Questa potrebbe essere la cura all'Eruzione."
È stata Laila a parlare: ci troviamo nella stanza in cui una volta io e la mia amica svolgevano esperimenti sul Nirvana.
"Dobbiamo testare se funziona, non credi?"
"Ovvio, ma ora non possiamo. I ragazzi e le ragazze verranno inseriti nei Labirinti e noi andremo da loro tra poco meno di un anno. Non abbiamo tempo di testare questa roba e di vederne gli effetti."
Il silenzio cala su di noi, pesante, e sembra quasi avere una propria consistenza.
"Credi che dovremmo parlane con la Dottoressa Paige?" Domanda lei alcuni attimi dopo, spezzando il silenzio.
"Non so... se le dicessimo che abbiamo trovato una cura per l'Eruzione non farebbero partire gli esperimenti nel Labirinti, ma di sicuro inizierebbero le domande su come abbiamo fatto e noi non potremmo rispondere in modo coerente. Non possiamo mica dirle che abbiamo preso uno degli Spaccati dalle Fosse, che lo abbiamo portato dentro con il rischio di contagiare tutti e che lo abbiamo pure ucciso, anche se questo non è nel regolamento. Lo sai che per tutti quelli qui dentro, esclusi noi ragazzi, essere contagiati non è una cosa impossibile e se quello che abbiamo creato non funzionasse avremmo rischiato così tanto per niente. Inoltre prima o poi una delle guardie si accorgerà del cadavere. Lo abbiamo lasciato in un posto troppo visibile..."
"Quello che è stato è stato, ora però dobbiamo pensare a cosa farne di questo." Dice la mia amica indicando un grosso contenitore bianco al cui interno si trovano dieci siringhe piene di un liquido violaceo.
"Domani lo testeremo su uno degli Spaccati sperando che funzioni, ma se non dovesse funzionare lasceremo stare tutto questo. D'accordo?"
Laila mi guarda per un attimo prima di dire o fare qualsiasi cosa.
"D'accordo." Risponde infine, mordendosi il labbro inferiore come fa di solito.
Vengo portata avanti nel tempo con i ricordi e pur non vedendolo, percepisco che la prova con lo Spaccato è andata a buon fine e che mostra segni di miglioramento. Quella sensazione di conoscenza procede anche quando mi ritrovo in un nuovo sogno-ricordo.
"Non è possibile che siate riuscite a trovare una cura! I membri della C.A.T.T.I.V.O. ci stanno lavorando da più di quattro anni. Non potete aver trovato una cura in soli cinque mesi!"
A sbraitare come un matto è Janson che ora si staglia minaccioso davanti a me e Laila.
Sembra un cane rabbioso: manca solo la bava, poi il paragone sarebbe perfetto.
"Glielo giuro, funziona! Lo so che sembra impossibile, ma i mesi in cui abbiamo lavorato sul Nirvana ci sono serviti un sacco per capire come funzionasse il processo per combattere il virus: ora se lei ci lasciasse provare..." Prova a spiegare Laila.
"Ora basta, basta! Sarete punite severamente entrambe e le fiale che avete preparato saranno distrutte per il bene di tutti. Ora Randall vi accompagnerà nelle celle di isolamento. Non provate nemmeno a opporre resistenza o le cose peggioreranno."
Sul volto dell'Uomo Ratto si dipinge un ghigno orribile mentre solleva il contenitore con le fiale da noi preparate e lo getta in un cestino. Sento il suono del vetro che si rompe e mentre Randall, uno dei principali agenti armati della C.A.T.T.I.V.O., ci trascina verso le celle di isolamento, sento la speranza di salvare il mondo dall'Eruzione e i ragazzi dai test del Labirinto farsi sempre più piccola fino a scomparire come era arrivata: nel nulla.
Vengo nuovamente portata avanti con il tempo e mi ritrovo in un nuovo sogno-ricordo.
"Cosa vi è saltato in mente?! Portare un Spaccato qui dentro con il rischio di infettare tutti?! Siete completamente uscite di testa?!"
La dottoressa Paige è semplicemente infuriata e io e Laila non abbiamo la più pallida idea di cosa dire o fare.
"Volevamo solo aiutare. Abbiamo trovato una cura."
A quelle parole la dottoressa cambia espressione, ma solamente per una frazione di secondo.
L'unica cosa positiva è che la dottoressa mostra i suoi sentimenti mentre gli altri impiegati della C.A.T.T.I.V.O. sembrano tutti dei robot senza cuore.
I muscoli della donna bionda si rilassano mentre lei sospira mostrando un sorriso forzato.
"Ragazze... posso capire il vostro bisogno di aiutare, ma preferisco che non vi occupiate di cose di cui non conoscete la potenza che può essere sia benefica che non."
La donna si inginocchia davanti a noi due sedute contro il muro di una stanza.
"Ascoltatemi: il Cancelliere Anderson proprio in questo momento sta preparando il discorso che farà a Thomas e al resto dell'Elitè. Tra poco più di due giorni il resto dei ragazzi verrà mandato nel Labirinto A e le ragazze in quello B. Come sapete entrambi entrerete tra un anno circa nel Labirinto, ma voi due siete speciali, più dell'Elitè, probabilmente. Dentro di voi c'è un microchip, ma dovete imparare a controllarlo. Da domani inizierete a fare corsi specifici e sospenderete la vostra attività in laboratorio fino a tempo indeterminato.
Siete pronte? Non sarà una passeggiata, vi avverto."
Laila e io ci scambiamo uno sguardo in cui ci diciamo un milione di cose.
Entrambe torniamo a guardare la dottoressa che si trova ancora di fronte a noi, in attesa di una risposta.
"Credo che potremo farcela. Spero." Risponde Laila guardando dritto negli occhi la donna.
"Perfetto." Conclude la dottoressa sorridendo e alzandosi.
"Non ci riusciremo mai, vero?" Domanda Laila nella mia mente mentre la donna esce dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
"Proprio così." Confermo sospirando mentalmente.
Space for me||☆
Salve!
Piaciuto il capitolo?
Ehi, siamo quasi a 2k di visual: SONO STRA FELICE E NON RIESCO ANCORA A CREDERCI!
Grazie mille❤
Bacioni❤
Maty☆
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