Capitolo 31
Abbiamo camminato tutta la mattina tenendoci all'ombra dei grandi alberi della foresta.
Non abbiamo scelto una direzione precisa, ma abbiamo semplicemente continuato a camminare, dirigendoci verso la montagna.
***
Dopo diverso tempo ci fermiamo a riposare sotto l'ombra delle piante appoggiando le schiene ai loro tronchi giganteschi.
"Non possiamo continuare a camminare in eterno, dobbiamo anche mangiare e bere." Dice a quel punto Newt, che nel frattempo si è avvicinato a me silenziosamente.
"Non possiamo nemmeno fermarci e aspettare che quelli della C.A.T.T.I.V.O. ci vengano a riprendere." Contesto io voltandomi verso lui.
Il ragazzo mi guarda e si avvicina ancora a me fino a quando la sua spalla non sfiora la mia, dopodiché si china verso il mio orecchio.
"Come facciamo?"
"Continuiamo a camminare e appena sentiamo fame cerchiamo qualcosa. Ci sarà uno stramaledettissimo ruscello o animale qui." Rispondo rivolta verso il ragazzo che mi guarda dolcemente.
"Non ti arrendi, vero?" Domanda sorridendomi.
"Il mio nome e "arrendersi" non stanno bene nella stessa frase." Rispondo divertita baciando il ragazzo sulla guancia che, imbarazzato, arrossisce, influenzato dai diversi "Oh" di tutti i Radurai seduti nei paraggi.
***
Quella pausa dura poco perché riprendiamo subito a camminare attraverso il sottobosco e nel tardo pomeriggio ci ritroviamo a metà scalata della montagna.
"Ragazzi ci fermiamo qui per oggi. Coricatevi e riposatevi. Domani riprenderemo la camminata."
Alby parla, ma non serve perché tutti i Radurai si stendono a terra sfiniti e in pochi attimi si addormentano. Anche io mi corico sul terreno leggermente pianeggiante e rimiro a pancia in su le stelle che stanno nascendo in cielo.
Sento qualcuno coricarsi accanto a me e dal suo profumo ormai famigliare capisco subito di chi si tratta.
"È la prima volta che vedo le stelle per davvero." Dico rivolta a Newt coricato alla mia destra.
"Nel Labirinto non le guardavi?"
"Sì, ma erano stelle '
"finte". Ora non sono più là dentro intrappolata dai muri di cemento e ora anche queste stelle mi sembrano più reali, più vere... Non credo che tu abbia capito."
Il ragazzo si volta a guardarmi e io faccio lo stesso ruotando la mia testa a destra: "Invece ho capito perfettamente. Anche a me sta capitando la stessa cosa: ora posso fare come caspio mi pare, senza essere sotto il controllo di quei pazzi."
Rivolgo al ragazzo uno dei miei soliti sorrisi alzando l'angolo destro della bocca. Anche lui lo fa di rimando e per un attimo rimaniamo a fissarci indecisi su cosa fare o dire. Alla fine distolgo lo sguardo e torno a guardare le stelle e per la prima volta vedo anche la mia prima "vera" luna. È così grande e luminosa; sembra spazzare via il buio. È veramente stupenda.
"A cosa pensi?" Domanda a un certo punto il ragazzo.
"Al futuro, a quello che accadrà dopo tutto questo." Rispondo senza voltarmi.
"Come lo immagini questo futuro?" Domanda nuovamente il ragazzo.
"Un grande, grandissimo prato verdeggiante in cui ci siamo tutti, senza più la C.A.T.T.I.V.O. tra i piedi o gli Spaccati. Un grande prato di un collina che si affaccia sul mare e noi che ci divertiamo."
Faccio alcuni minuti di silenzio, poi riprendo a parlare: "È un futuro ridicolo, vero?" Domando voltandomi verso Newt che si avvicina a me.
"No. Forse un giorno sarà così e magari potremo essere finalmente felici e liberi di essere dei normali ragazzi di sedici anni."
"Forse." Ripeto pensierosa fissando il ragazzo che distratto si sta rigirando una ciocca dei miei capelli fra le dita.
Lo vedo spostare lo sguardo dalla sua mano a me e guardarmi dolcemente in quel modo che mi fa sentire speciale, non per le mie attività celebrali o per il mio microchip, ma per il mio essere me.
"Togli pure il forse." Dice chinadosi verso di me e dandomi un bacio sulla fronte, così leggero e delicato che quasi non lo percepisco.
Ci mettiamo a dormire l'una accanto all'altro.
"Buona notte." Sussurro con la voce già impastata dal sonno.
"Buona notte." Risponde Newt chiudendo gli occhi e nascondendo le sue iridi color nocciola.
Mi rilasso completamente e grazie al respiro regolare del Velocista biondo mi addormento tranquilla.
***
Crack.
Il suono di un bastoncino che si rompe mi sveglia. È notte fonda e attorno a me il buio assomiglia a una massa impenetrabile.
Sento il suono di foglie spostate e il sangue gelarmi nelle vene.
"Newt sveglia! C'è qualcuno!" Sussurro scuotendo il ragazzo che si sveglia di soprassalto portando la mano al pugnale.
"Sicura?"
"Sì. Ho sentito un rumore." Sussurro all'orecchio del mio complice che con un movimento fluido si alza in piedi e mi aiuta a fare lo stesso.
Sento altri rumori provenire dal bosco, poi una luce accecante che spacca in due l'oscurità e che mi acceca momentaneamente.
Molti ragazzi si svegliano, ma ancora non capiamo chi ci stia puntando quella luce addosso.
Sento delle voci femminili, poi la luce, che capisco essere quella di una torcia, viene abbassata e il volto di una ragazza giovane mi compare davanti seguita subito dopo dal volto di un uomo.
Porto la mano alla cintura, ma trovo solamente un pugnale minuscolo e semplicemente inutile.
"Chi siete?" Domanda Alby in cerca di risposte.
"Io sono Vince" Risponde l'uomo avvicinandosi a noi, poi muove la mano attorno a sé indicando altre svariate persone che si stanno avvicinando "e questo è il Braccio Destro."
***
"Di che cosa state parlando?" Domanda Alby rivolto all'uomo che ha detto di chiamarsi Vince.
"Venite con noi. Dai nostri informatori abbiamo appreso che siete i fuggitivi della C.A.T.T.I.V.O. che tutti cercano. Inoltre se ho ben capito voi siete contro quelli che vi braccano e credo che non vi dispiaccia sapere che il Braccio Destro appoggia la vostra idea. Ora questo non è il posto migliore per parlare, quindi se non vi dispiace sarei contento di invitarti a venire con noi al nostro campo base così potremo chiarire tutto."
L'uomo sorride e io mi avvicino ad Alby.
"Dovremmo andare, non tanto per quello che ci hanno detto, ma per i vantaggi che possiamo trarne: di sicuro avranno del cibo e dell'acqua e non credo ci vieteranno di prenderne."
Alby annuisce e Vince coglie subito il senso del gesto, così si volta e si dirige verso il bosco seguito dai suoi e da noi Radurai guidati da Alby.
***
Non camminiamo molto, ma ci inerpichiamo sul fianco della montagna fino a raggiungere una piccola grotta impossibile da vedere se non si sa dove guardare. Appena entrati avanziamo nel buio fino a una zona molto più ampia che si apre mostrando la vera grandezza della grotta illuminata da un falò molto grande, circondato da alcune persone, probabilmente altri membri del Braccio Destro.
"Questo è uno dei nostri avamposti, il nostro vero quartiere generale si trova a Denver, non lontano da qui. Nei prossimi giorni ci andremo se accetterete la nostra proposta."
A quelle parole Alby fa una faccia accigliata: "Che proposta?" Domanda rivolto a Vince.
"Ne parleremo dopo, ora suppongo che voi abbiate fame. Tenete sono per voi."
Appena Vince ha finito di rispondere ad Alby, degli uomini ci porgono delle scatolette di carne in scatola e dell'acqua. Senza perdere tempo ci sediamo tutti a terra, apriamo le scatole e iniziamo a divorare voracemente la carne che a dire il vero non è nemmeno male e a bere l'acqua.
In pochi minuti hanno tutti finito di mangiare e a pancia piena è molto più semplice parlare.
"Andiamo alla proposta, allora?" Domanda impaziente Alby.
"Se siete così interessati allora cominciamo pure: siete quelli che la C.A.T.T.I.V.O. chiama Muni e siete immuni all'Eruzione. Probabilmente molti di voi non ricordano, ma per un lungo periodo di tempo avete vissuto nel centro della C.A.T.T.I.V.O. . Dobbiamo solo farvi tornare la memoria."
L'uomo fa una pausa per poi riprendere a parlare: "Se voi riuscite a ricordate anche solo un minimo dettaglio del Centro della C.A.T.T.I.V.O. noi possiamo cercare di entrare."
"Per far cosa, scusa?" Domanda Alby interrompendo l'uomo. Non si fida e si vede.
"La C.A.T.T.I.V.O. si serve di armi ultra tecnologiche che funzionano grazie ad una card. Ovviamente nessuno del Braccio Destro dispone di tali armi, ma se riuscissimo a entrare nel centro della C.A.T.T.I.V.O. e ad accedere nel database potremmo prendere i progetti delle armi e provare a riprodurli. L'unica arma di cui disponiamo è della dinamite e non ne abbiamo nemmeno tanta, almeno non così in grandi quantità da far saltare in aria tutta la loro base.
Ovviamente qui entrate in gioco voi: se ricordate anche solo parte del vostro soggiorno là, possiamo provare a tracciare una piantina dell'edificio e giungere più facilmente nella sala dove quei matti tengono i computer e quindi il database."
Vince ha appena finito di parlare, ma a me vengono in mente i sogni che ho fatto e stranamente i corridoi del centro della C.A.T.T.I.V.O. mi paiono molto più che famigliari. Poso a terra la mia scatoletta di carne ormai vuota e fisso i miei occhi su Vince.
"Io mi ricordo com'era là dentro. Tutto."
A quelle parole l'uomo dalla carnagione chiara e una leggere barba marrone chiaro si volta verso di me.
"Sicura ragazzina?" Domanda Vince.
"Sono stata là dentro più di tutti e credo anche di sapere dove si trova la sala di controllo che state cercando. Mi pare di esserci già stata."
"Perfetto, allora se non mi stai raccontando balle ragazzina tu sarai il centro dell'operazione. Se sei così sicura, per Denver partiremo domani, ma ora pensate a dormire."
In pochi attimi gli uomini del Braccio Destro spengono il falò e si disperdono per la grotta: passano altri minuti e inizio a sentire i respiri degli uomini farsi regolari. Anche i Radurai si sono messi a dormire e solamente io sono rimasta sveglia, così mi alzo in piedi e mi dirigo all'entrata della grotta.
Sotto di me si estende il bosco e più in là vedo l'immenso deserto che abbiamo sorvolato sulla Berga. In quel momento mi ritrovo a pensare che se un giorno non dovrò più preoccuparmi della C.A.T.T.I.V.O. allora potrò fare quello che vorrò e la prima cosa che farò sarà andare a vedere il mare. Non ho la più pallida idea del perché ne abbia così voglia, ma dentro di me sento che è ciò che desidero, forse fin da bambina. È un po' il mio sogno nel cassetto della memoria che ora sta tornando, a sprazzi, ma sta tornando.
***
Alla fine sono riuscita ad addormentarmi anche io, ma mi sono alzata per vedere l'alba quando non c'era ancora nessuno sveglio a disturbarmi.
Sono seduta in mezzo alle rocce dell'entrata della grotta quando sento dei passi avvicinarsi a me e qualcuno sedersi alla mia sinistra. Mi volto e vedo Vince che fissa l'orizzonte con sguardo perso.
"Quello che hai detto ieri sera è tutto vero?" Domanda l'uomo tutto d'un tratto.
"Sì. Non mentirei mai su una cosa che mi interessa così da vicino."
"Odi la C.A.T.T.I.V.O. quanto la odio io? Uccideresti uno di loro se fosse necessario?" Domanda l'uomo voltandosi verso di me.
"Non so quanto tu possa odiare la C.A.T.T.I.V.O., ma sono sicura che il mio concetto di odio non è uguale al tuo. E comunque, sì, ucciderei uno di loro e non sarebbe nemmeno la prima volta."
A quelle parole l'uomo si fa silenzioso, ma pochi minuti dopo riprende a parlare.
"Gli odio perché tutto questo disastro dell'Eruzione è colpa loro. Volevano decimare la popolazione e per farlo avevano creato un virus, un'arma biologica. Avevano sfidato la natura più di quanto fosse possibile e ora si ritrovano con gente pazza che cerca di far fuori tutti e se ne lamentano, cercando di insabbiare tutto. È per questo che gli odio più di quanto possa odiare qualsiasi altra persona al mondo. Le Eruzioni Solari avevano già fatto un disastro madornale, ma ovviamente loro dovevano creare un virus che si diffonde a macchia d'olio e uccide con una facilità estrema."
Riprende fiato.
"Tu perché gli odi?"
Non so se devo fidarmi o meno dell'uomo, ma sembra essere sinceramente interessato e non sembra il tipo che va a spifferare tutto in giro come se niente fosse, così mi decido a parlare.
"Innanzi tutto hanno rinchiuso me e i miei amici in un Labirinto pieno di mostri assassini, poi hanno ucciso delle persone che mi stavano a cuore e infine mi hanno fatto questo."
Con un gesto abbastanza deciso allargo la mia mano e faccio scaturire i miei artigli neri: a quella vista vedo Vince stupirsi per la prima volta da quando lo conosco, ovvero poche ore a dir la verità.
"Mi sa che gli odi molto più di quanto potessi immaginare." Constata infine, fissandomi negli occhi.
"Oh, tu non sai quanto."
Space for me||⭐
Salve!
Scusate se non aggiorno più tanto spesso come all'inizio, ma sono piena di compiti e non ho molto tempo per stare su Wattpad.
Volevo ringraziarvi per la classifica in Avventura. Non avrei mai creduto che:
1. La mia storia potesse piacere così tanto
2. Che salisse subito in classifica
3. Che i visualizzazioni aumentassero a dismisura
4. Che ottenesse così tanti commenti positivi
Grazie veramente a tutti quelli che hanno letto e votato la storia o solamente letto.
Ringrazio tantissimissimo terebianco che mi aiuta sempre e comunque anche quando sclero.
Ora basta con le smancerie, altrimenti mi rammollisco troppo e inizio a scrivere una storia d'amore e non storie d'avventura.
Mi dileguo e vado a leggere.
Bacioni❤
Maty⭐
*scompare in una nuvola di fumo*
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