Capitolo 28
Newt chiude la porta dietro di sé e subito mi siedo, schiena al muro.
Tiro un lungo sospiro e fisso il ragazzo che apre il kit di pronto soccorso affidatogli da un uomo incontrato poco prima.
Senza tanti convenevoli parla.
"Sei piena di tagli e ne hai uno orribile sulla schiena. Devo medicarti."
Mi fissa intensamente e io non posso far altro che accettare con un muto "sì".
Il ragazzo allora inizia facendomi togliere la felpa e medicandomi tutte le ferite che vede.
Svolge il lavoro svelto e preciso: noto che ripete i gesti che tante volte ho dovuto fare io per prima dal giorno in cui ho incontrato il ragazzo biondo.
Vedo che mi guarda di sfuggita mentre io tengo il mio sguardo fissato su di lui. È strano che dopo tutto quel che è successo tra ieri e oggi lui voglia ancora aiutarmi; insomma l'ho insultato, gli ho dato del bugiardo, credo di odiarlo per quello che mi ha fatto, ma più lo guardo e più voglio che torni tutto come prima.
"Ora voltati." Mi dice lui con gentilezza inattesa.
A quel punto sento montarmi dentro una rabbia inaspettata che in un attimo mi travolge.
"Smettila di essere gentile con me." Dico quasi sibilando le parole, come una serpe.
Lui mi guarda dritto negli occhi e per la prima volta sento di avere paura di qualcuno all'infuori di me stessa.
"No smetterò di amarti solo perché tu hai smesso di amare me. Non smetterò di farlo. Mai."
Lo vedo avvicinarsi pericolosamente al mio viso e sento crescere in una strana tensione tra me e lui.
"E ora girati perché non so per quanto riuscirò a evitare di baciarti."
A quel punto, rimasta senza parole, mi volto, senza sapere bene cosa fare. Mi tolgo di dosso la maglietta, rimanendo così in biancheria intima davanti al ragazzo che ha appena finito di dichiararmi il suo amore per l'ennesima volta.
Il problema?
Non credo sia vero quello che sta dicendo e forse quest'ansia perenne, per paura di essere tradita, che mi porto nel petto, non migliora le cose.
Sento Newt smettere di muoversi alle mie spalle: subito mi volto, ma sento dolore e mi mordo le labbra per reprimere un urlo.
"Stai ferma, ti prego, rischi di aprire di più il taglio. Ora togliti anche il..."
"Reggiseno?" Domando io ironica.
"Non credi di aver già visto troppe ragazze nude in questi ultimi giorni?"
Lo schernisco e questo mi fa sentire meglio.
"Dovresti constatare meglio i fatti: lei era vestita, io pure ed era lei sopra, non io. Trai le tue conclusioni."
"Ti sei fatto mettere i piedi in testa da una maledetta biondina?"
"No. Ha iniziato lei, non io e di certo non avrei continuato dato che per lei non provo niente."
A quelle parole rimango finalmente in silenzio.
Non mi ha mentito? Sta dicendo la verità? Eppure io l'ho visto coricato, senza maglia, con lei sopra di lui, mezza svestita.
"Mi credi?" Domanda a quel punto.
"Non lo so. So solo che sto male ed è colpa tua."
Cala ancora una volta il silenzio e Newt lo spezza.
"Lo so che mi odi, che mi dai la colpa di tutte tue sofferenze e lo capisco. Ma Kim tu lo sai meglio di chiunque altro. Non ti abbandonerò per nessun motivo al mondo."
"Invece dovresti. Ti ho già detto come stanno le cose."
Svelta sgancio il reggiseno e lo lascio cadere a terra, tirati poi i capelli da una parte; mi porto le mani al petto e incrocio le braccia.
A quel punto sento Newt accarezzarmi la schiena e usare acqua e disinfettante sulla ferita.
Le sue mani percorrono il profilo del mio corpo, mi accarezzano e sento Newt soffermarsi più volte sulle zone della mia schiena in cui so esserci diverse cicatrici risalenti al tempo in cui ancora ero alla C.A.T.T.I.V.O.
Chissà cosa starà pensando: quelli sono segni di due anni ininterrotti di allenamenti.
Mi ricordo ancora il bruciore dell'acqua bollente sulla schiena, o tutte le volte in cui caddi gambe all'aria durante i lunghi allenamenti di arti marziali. Forse il dolore più grande lo provai quando uno Spaccato nelle Fosse mi aggredii alle spalle con una lamina presa chissà dove.
Mi tagliò di netto dalla spalla destra al fianco sinistro.
Quella disattenzione mi costò cara: venni operata sul posto, senza anestetizzante e ora una linea bianca mi attraversa la schiena.
Quel dolore fu qualcosa di straziante, ma per niente paragonabile a quello di ieri.
Nemmeno un po'.
***
Nessuno dei due dice niente, ma personalmente vorrei girarmi e abbracciare Newt, ma sono arrabbiata e confusa e così lui mi medica, il tempo passa e persino mentre mi sta cucendo il taglio sulla schiena non ci diciamo niente di niente.
Sento che quello che mi ha detto non è una bugia, ma non mi sembra nemmeno la verità.
A dirla tutta vorrei, per una dannata volta, aver la capacità di guardare dentro le persone e vedere cosa pensano, giusto per riuscire a levarmi questo peso dal cuore.
Newt proprio in questo momento inizia ad avvolgermi il busto con delle garze: quando arriva il momento di farle passare sul petto però sento il ragazzo irrigidirsi.
Senza tanti convenevoli gliele prendo di mano e nonostante il male alla schiena mi fascio questa dannata ferita.
A lavoro finito sento Newt passarmi le mani attorno alla vita e con delicatezza rimettermi il reggiseno. Non stringe il gancetto quanto vorrei, ma forse è meglio così per la ferita.
Infilo le braccia nelle spalline e appena sono "rivestita", mi alzo in piedi di scatto, rimanendo di spalle.
Il ragazzo fa lo stesso e mi porge maglia e felpa tenendo posate sui miei fianchi le sue mani grandi e calde.
"Togliti, sennò come mi vesto?" Domando spazientita rivolta al ragazzo dietro si me.
"Lascia fare a me, se ti muovi troppo il taglio si riapre."
Lascio uscire un sospiro e gli ripasso indietro la maglietta. Il ragazzo la infila delicatamente e mi toglie i capelli rimasti pizzicati nel tessuto.
Appena sento che ha finito il suo lavoro mi volto e faccio per andarmene, ma lui mi ferma, tirandomi a sé.
"C'è anche solo la minima possibilità che tu mi creda?" Domanda ansioso di sapere quella risposta che chissà da quanto lo attanaglia.
"Forse sì." Dico secca e subito la presa sui miei fianchi aumenta.
Per un attimo ci guardiamo a vicenda.
Lo vedo cosa prova: gli brillano gli occhi e ha il battito accelerato.
Prima stava dicendo la verità.
Bacialo, su muoviti, dice il cuore.
Vattene, scappa, dice il cervello.
E poi ci sono io, che cercando di levarmi di torno quelle due strani voci nel mio subconscio, poggio le mani su quelle di Newt e con delicatezza le stacco dai miei fianchi.
Mi allontano da lui.
Bacialo, maledizione. È quello che desideri da giorni, dice il cuore.
Corri, altrimenti ti afferrerà ancora, dice il cervello.
Basta. Silenzio. Non voglio più soffrire, sussurro.
Poi apro la porta e me ne vado.
***
Subito sento Newt seguirmi mentre con la schiena dolorante vado alla ricerca di mio padre e di Josh.
All'inizio faccio fatica ad orientarmi nel mezzo dell'andirivieni di tutte le persone attorno a me, ma scorgo presto la schiena muscolosa del mio vecchio.
Lo raggiungo e appena gli sono accanto lui non perde tempo e mi passa un braccio attorno alle spalle.
Davanti ai nostri piedi c'è l'ennesimo gruppo di due o tre donne che cura un ferito.
Evidentemente per cercare di rimetterci in marcia al più presto mio padre ha preferito dividere le donne in piccoli gruppi in modo da dimezzare i tempi.
"Come sta?" Domando vedendo Josh disteso su un coperta malconcia mentre le tre donne gli sono sopra.
"Credo rischi di rimetterci la gamba: quelli stronzi degli Spaccati hanno fatto proprio un bel lavoro." Risponde lui imprecando.
A quelle parole mi chino accanto al ragazzo e analizzo la ferita: ha perso molto sangue e se continua così morirà presto, ancor prima che per l'infezione.
"Serve una trasfusione." Sussurro tra me e me e senza pensarci due volte, bagnatomi il dito con il sangue del ragazzo, metto la piccola goccia rossa sullo schermo del mio ormai malandato orologio.
Il sistema di analisi impegna un po' di tempo, ma alla fine riconosce il sangue di Josh come gruppo A positivo.
Senza pensarci due volte mi volto verso le donne a chiedere un qualcosa per cucire la ferita di Josh, ma quelle mi rimediano solo del filo alquanto scadente e un ago malconcio.
Senza pensarci due volte, vedendo poco più in là un falò acceso per cucinare la carne del pranzo, mi ci dirigo e faccio riscaldare la lama di un coltello preso lì vicino.
Tornata alla postazione medica, senza troppi convenevoli, passo la lama sulla gamba di Josh.
Si sente un leggero sfrigolio e il moro si dimena nel sonno.
Appena l'operazione è relativamente finita, bendo la gamba al ragazzo, dalla mezza coscia fino al ginocchio.
Sento Newt essere abbastanza irrequieto, lì accanto a me.
"Mi prendi una siringa da dentro lo zaino?" Domando rivolta al biondo che, senza nemmeno dirmi "sì", obbedisce alla mia richiesta.
Mi ritrovo presto a disinfettare pure l'ago, sempre grazie al falò e subito dopo a doverlo conficcare nel mio braccio e poi in quello di Josh.
Fortunatamente A positivo e alquanto comune come gruppo sanguineo e anche io ne sono provvista.
Non so quanto sangue abbia perso il ragazzo e non so nemmeno quanto gliene serva, ma per sicurezza faccio tre trasfusioni.
Subito dopo mi rivolgo a una delle donne.
"Posso?" Dico indicando il suo braccio.
Lei titubante annuisce e io, dopo aver prelevato un po' di sangue, lo testo usando l'orologio.
A positivo.
"Bene, il tuo sangue è compatibile."
La donna mi guarda determinata e spaventata allo stesso tempo.
"Da adesso in poi, ogni ora per tre volte dovrai prelevare una siringa di sangue dal tuo braccio e fare la trasfusione con questo ragazzo. Appena si sarà ripreso venitemi a chiamare, okay?"
Le donne annuiscono convinte e ancor di più fa quella dell'A positivo.
Tiro un sospiro di sollievo e mi rialzo in piedi, stanca e provata.
Sento la schiena bruciare e dopo aver salutato mio padre me ne torno in fretta e furia nella stanza.
Questa, sulla destra ha la pozza d'acqua limpida mentre a sinistra un'allettante coperta mi invita a schicciarci un pisolino sopra.
Mi avvicino e stanca come non mai, mi ci corico sopra.
Neanche pochi istanti che nella camera entra anche Newt.
Chiudo gli occhi, mi giro dall'altra parte e lo ignoro anche quando si siede accanto a me.
"Perché lo hai aiutato?" Domanda il ragazzo dopo alcuni istanti di silenzio.
"Oggi ho ucciso troppe persone per farne morire un'altra. Se fosse morto non me lo sarei mai perdonata."
Altro silenzio.
"Lo sai che ti ama vero?"
"Perché me lo dici?" Dico cercando di non dare troppo a vedere la curiosità che mi sta divorando.
Insomma ho visto come mi guardava Josh, ma nel suo sguardo c'è qualcosa di più che semplice attrazione.
Sento diversi dubbi sorgere nella mente e iniziare a vorticare sempre più forte.
Parlo per zittire quel casino.
"Sei geloso?" Domando ridacchiando e voltandomi vedo Newt diventare rosso in viso.
Ho fatto centro.
"No... a dir la verità io..."
"Sì, vero?"
Lui si gratta la nuca e mi guarda di sottecchi.
"Probabile."
"Beh tranquillo, non hai niente da temere. L'unica cosa che mi attrae in questo momento è una bella dormita."
Lui sorride anche se è triste: evidentemente si aspettava un "Ti amo" o simili da parte mia.
Ma non mi sento ancora pronta per fare un passo così importante come dichiararsi a qualcun'altro.
Ho bisogno di tempo per me, per chiarirmi le idee.
A dir la verità spero di fare presto a rimettere tutto in sesto.
Nonostante io sia arrabbiata con Newt e nonostante io voglia dargli una bella lezione, tutte le volte che lo guardo sento lo stomaco scaldarsi e fare una capriola.
Credo di aver perso alla fine.
Ho fatto quello che un guerriero non dovrebbe mai permettersi di fare.
Avere degli affetti, innamorasi.
E io, probabilmente lo sono.
Sono innamorata di Newt.
Space for me||☆
Ciao persone!
E sì, sono viva.
Spero che il capitolo che vi sia piaciuto: è scritto leggermente con i piedi but oks.
MA ABBIAMO UNA NOTIZIONA:
Tra poco è il compleanno di quel bimbo di Thom che tra l'altro è stato avvistato.
Ed era in questo "stato".
Io non.
Apparte la sua faccia tipo "ho fame, ho sonno, aiuto..."
Quanto cute.😍
Lol
Credo che gli scriverò la lettera come l'anno scorso nella speranza di dargliela in un futuro prossimo.
Ahahahah.
Quanto sono simpatica.
Dovrei scrivere una rubrica "come autoilludersi".
Farebbe molte views
Okay la smetto.
E ora le news:
• La storia terminerà al capitolo 35 (non mi uccidete, tanto ci sarà il prequel)
• Credo che quest'estate pubblicherò la storia che ho scritto. Sappiate che è una cosa molto personale per me e che è la mia vita a grandi linee e rivisitata sottoforma di storia.
• Credo che pubblicherò presto (per i miei standard ovvio) "I 200 comandamenti di un fanboy e di una fangirl". La storia è già conclusa, non mi resta che metterla online.
Quanti di voi la leggerebbero?
•
Questa cosa mi lascia leggermente basita, but sono happy allo stesso tempo.
....
Credo che questo sia tutto, quindi non mi resta che dileguarmi.
Addio pive
Maty☆
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