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Capitolo 22

Newt's pov

È passato un giorno intero.
Piange e anche tanto. Se ne sta lì coricata sul letto e si lamenta nel sonno: ogni tanto muove a scatti braccia e gambe.
Dopo la morte di Bart non ha più parlato con nessuno: è andata nella sua camera e ci è rimasta per tutto il giorno, senza mangiare e senza bere. Abbiamo provato tutti a parlarle, ma non ci ha ascoltato, o almeno così mi è parso. È rimasta a fissare le lenzuola del suo letto senza dire niente: sembrava morta e l'unico segno di vita che dava era il suo respiro.
Ora sta dormendo, ma credo stia facendo solo incubi perché è tutta sudata e trema violentemente. Alcuni minuti prima le sono addirittura cresciute le unghie e le placche metalliche sono uscite dalla sua pelle avvolgendola per poi scomparire come se niente fosse.
Era così indifesa quando è arrivata qui, ora invece è determinata e soprattutto silenziosa.
La cosa che di più avevo preferito di lei quando era arrivata, era il suo bisogno di protezione, perché sapevo che potevo aiutarla e questo mi rendeva felice.
Ora lei è diventata indipendente e non ha più bisogno di me e questo mi fa male più di ogni altra cosa.

***

"Bart!"
Stavo per appisolarmi quando un urlo di Kim squarcia il silenzio che ormai si è venuto a creare negli ultimi giorni.
I Radurai, o meglio, gli ultimi quindici che rimangono, sono pronti per partire, ma ci serve Kim, ci serve la sua guida. Concentro i miei pensieri sull'immagine della ragazza che si sta agitando tutta sudata.
"Ehi, ehi, calma!"
Lei mi vede e mi sorride debolmente: le sorrido di rimando e la abbraccio.
"Non preoccuparti. Ci sono io."
"Lo so e ti ringrazio, ma io ho bisogno di Bart, di rivederlo, di vederlo sorridere."
A quelle parole mi sento inutile, ma in fondo la capisco: Bart era gentile con tutti e molto simpatico ed era impossibile non affezionarcisi.
"Kim lui è... insomma... non c'è più. Possiamo solo ricordarci com'era e mantenere il suo ricordo vivo."
"Il problema è questo Newt: io ho paura di dimenticare. Ho paura di svegliarmi un giorno, aprire gli occhi e dimenticare tutto, dimenticare Bart, Minho, i ragazzi e te."
A quelle parole le bacio la guancia e la stringo più forte.
"Dimenticarsi di una cosa non vuol dire perderla."
Lei si sistema più vicino a me e mi sento in dovere di scherzare un po' per evitare momenti deprimenti, tristi e scoraggiati.
"E comunque non credo che tu riuscirai a dimenticare tanto facilmente la stupidità di Minho o la mia sovrumana bellezza."
Lei ride sciogliendosi dall'abbraccio.
"E da quando sei così bello?"
"Credo che sia bellezza naturale. Un volto così non lo puoi riprodurre come se niente fosse."
Lei sorride e alza gli occhi al cielo, poi si alza, mi tira un buffetto sulla guancia e esce dicendo che deve andare a fare la doccia. La saluto con un bacio e appena è uscita rimango a fissare il vuoto pensando a quanto la mia vita sia cambiata da quando Kim è uscita dalla Scatola.

Kim's pov

Prima di entrare nella doccia prendo dei vestiti nuovi da un baule in legno: una maglia a maniche lunghe azzurrognola e dei pantaloni verdi e lunghi con molte tasche sui lati. Metto da parte i miei vestiti stracciati e sporchi di sangue e mi metto sotto il getto d'acqua fredda. Mi gratto via dal corpo il sangue secco e il fango e per un attimo mi perdo nei miei pensieri ricordandomi che quel sangue è di Bart.

Passa diverso tempo, ma alla fine esco dalla doccia completamente pulita e con la testa un po' più leggera dai pensieri. Mi rivesto, esco dalla zona docce e mi dirigo in cerca di Newt. Gironzolando in cerca del Velocista biondo mi ritrovo davanti un conosciuto Velocista asiatico. Appena lo vedo gli corro in contro e lo abbraccio. Lui, da vero amico quale è, mi consola come meglio può dato che non si aspettava quel gesto di affetto.
"Stai meglio?" Domanda stringendomi a sé.
"Preferisci sentirti dire la verità e starci male o sentirti dire una bugia e stare meglio?"
"Male vero?" Domanda lui evitando la mia domanda con un'altra.
"Comunque sì. Mi sento in colpa visto che tutto questo è successo a causa mia." Rispondo sciogliendomi dall'abbraccio.
"Se continui così riuscirai a dire più sploffate di Gally e Alby insieme, sai?"
Accenno un piccolo sorriso anche se il mio sguardo deve essere molto triste.
"Beh, non sempre la verità è come vorremmo, giusto?"
Lui a quelle parole mi sorride stancamente e mi scompiglia i capelli ancora umidi.
"Giusto."

***

Dopo quel piccolo discorsetto, Minho e io ci dirigiamo in cerca di Newt. Mi accorgo che Minho mi sta circondando le spalle con un braccio. Lo lascio fare, ma appena noto Mark in lontananza mi slaccio da lui e corro incontro al ragazzino.
Appena mi vede, il mio adorato fratellino, mi abbraccia dopo essermi corso in contro. Tra di noi non ci sono parole da dire, perché quel silenzio e quell'abbraccio valgono più di mille parole, o forse mi sbaglio.
"Ti voglio bene."
Le parole mi rimbombano nella testa e per un attimo guardo Mark strabuzzando gli occhi. Ho sentito la sua voce nella mia testa, ma come è possibile?
"Non so come ci riesco, ma forse ci riesci anche tu."
Sento nuovamente la voce di mio fratello nella mia testa e provo a rispondergli. Sento uno strano pizzicore al petto e provo a pensare alle parole che voglio dire a Mark.
"Ti... Voglio... Bene..."
Fatico moltissimo a pensare a quelle parole e provare a 'inviarle' verso Mark, ma il sorriso di mio fratello mi fa intendere che l'operazione è andata per il meglio.
"Grande, non credevo ci saresti riuscita al primo colpo, ma ora smettiamola, Minho ci sta guardando male."
Mi giro e vedo che sia Minho che Newt ci stanno guardando straniti.
"Tutto bene voi due?" Domanda il Velocista biondo.
"Sì, sì, tutto a posto." Confermo osservandolo.
"Beh allora farete meglio a seguirci, si parte tra poco." Conclude lui fissandomi intensamente.

"Tra poco? Ne siete sicuri?"
"Sicurissimi. Non possiamo rimanere un'altra notte qui con il rischio che i Dolenti ritornino per finirci."
La risposta arriva da Minho che si volta verso Newt e nuovamente verso di me.
"Andiamo, i ragazzi ci stanno aspettando."

***

Venti minuti dopo ci troviamo davanti alle porte, tutti pronti per partire. Sopra la maglietta indosso una specie di corpetto in cuoio con molte tasche e parti elasticizzate in cui ho inserito tutti i pugnali che potevo prendere. Anche la cintura dei miei pantaloni e piena di armi e oggetti che possono tornare utili nel Labirinto.
Appena tutti i ragazzi si sono preparati e si sono messi davanti a me vedo Alby farmi un cenno con la testa: capisco subito le intenzioni del ragazzo, così mi volto verso quella piccola folla di adolescenti agitati e inizio a parlare.

"Beh ragazzi, siamo finalmente qui tutti pronti per partire. Io non sono una persona sdolcinata e non amo fare tanti giri di parole, quindi vi dirò subito quello che penso. Là dentro è diverso e non potete immaginare come possa essere veramente, quindi vi chiedo una cosa.
Qualsiasi cosa accada dovrete fidarvi di me senza esitare. Se vi dico di correre, voi correte. Se vi dico di scappare, voi scappate. Se vi dico di lasciarmi sola a morire, voi mi lasciate da sola a morire."
Fisso i ragazzi uno a uno per chiarire a tutti che non sto scherzando su quanto detto e sembrano tutti capire il concetto, così continuo il mio discorso.
"Se volete sopravvivere fate quello che vi dico e andrà tutto bene, ma ora prendete le vostre armi in mano e andate a combattere per la vostra libertà e per quelli che non ci sono più. Prendiamo le nostre armi in mano e andiamo a combattere i Creatori!"
Tutti i ragazzi davanti a me, incoraggiati dal mio discorso, alzano verso il cielo grigio le loro armi e io faccio lo stesso. Tra lance, pugnali e coltelli, il Labirinto e i Creatori mi sembrano solo una minaccia lontana e minuscola.

***

Divido i Radurai i cinque gruppi da tre e poi faccio allineare - se così si può dire - ogni gruppo dietro il precedente, così da ottenere una formazione compatta, adatta alla difesa. Dopo esserci tutti sistemati ci dirigiamo verso le porte del Labirinto e appena varcata la soglia ci mettiamo a correre.
Rimango per ultima e mentre gli altri si dirigono all'interno del complesso in cemento, mi volto indietro a guardare la Radura un'ultima volta. Quel posto per quanto strano e complicato mi mancherà un sacco. Se solo ripenso a tutto quello che è capitato lì dentro sento il cuore sprofondare. Dopo aver dato un ultimo sguardo al bosco e al Casolare mi volto e mi metto a correre raggiungendo gli altri.

In un attimo mi porto in testa al gruppo e affianco Minho. Dietro di me ci sono Newt e Gally, mentre Alby si trova al fondo del gruppo insieme ad altri due Intendenti. Mark si trova invece al centro del gruppo, protetto da quelli che gli stanno attorno.
Passa il tempo e vedo molti Radurai iniziare a rallentare la corsa perché non allenati a correre così tanto, ma ormai siamo arrivati a destinazione.
Davanti a noi la Scarpata è più spaventosa che mai, ma non è quello a creare scompiglio tra i Radurai. Vedo i ragazzi stringersi a cerchio e puntare le lance all'esterno per respingere i quattro mostruosi Dolenti che ormai stanno correndo verso di noi.

Mi volto verso Minho.
"Portali tutti nella tana dei Dolenti, ora."
"Ma..."
"Andate e basta!"
Vedo Mark tirare la manica di Minho per farlo voltare, poi il ragazzino salta dalla Scarpata e sotto gli occhi allibiti di tutti scompare nel nulla. Il caos si ediffonde tra i ragazzi, ma Newt e Alby indirizzano tutti verso l'entrata nascosta.
"Disattivate i Dolenti tirando le leve e se riuscite inserite il codice!"
Urlo per farmi sentire sopra il frastuono delle urla degli esseri meccanici sempre più vicini.
Porgo al Velocista asiatico il foglio con sopra le parole; lui mi guarda allibito e per un attimo mi sembra di vedere paura nei suoi occhi, ma quella sensazione scompare subito non appena il ragazzo si volta per andare ad aiutare gli altri ragazzi.
Io invece mi preparo ad affrontare i Dolenti che ormai sono a sei metri di distanza dal gruppo di ragazzi.

Afferro uno dei miei pugnali dal corpetto e lo scaglio contro uno dei Dolenti. L'oggetto penetra nella carne bulbosa, ma l'essere non rallenta la sua corsa. Ormai tutti i ragazzi sono passati per il buco e dietro di me rimangono solamente Gally, Alby, Newt e Frypan. Vedo la combriccola sollevare lunghe lance accumulate e caricare i Dolenti. La mia vista cambia tutto d'un tratto e sento le unghie cresce e le placche metalliche ricoprirmi il corpo. Mi lancio verso gli esseri mollicci e noto che Newt e Gally sono riusciti a tenerne uno a bada e così Alby e Frypan. Gli altri due esseri si stanno dirigendo verso di me correndo nel loro modo sconnesso. Inizio a scagliare pugnali con una velocità sorprendente puntando alle gambe degli esseri. Il più vicino a me, dopo diversi colpi, perde una zampa, così ruzzola a terra facendo inciampare l'altro suo simile. Gli esseri hanno difficoltà a rialzarsi, così ne approfitto e corro verso il più vicino per disattivarlo, ma un suono sordo proveniente da sotto la superficie di cemento ferma i miei movimenti. Sul Labirinto piomba il silenzio mentre i Dolenti smettono di muoversi. Intuisco che sia successo qualcosa nella Tana, così senza esitare mi avvicino alla Scarpata e salto nel vuoto.

***

In un attimo mi ritrovo all'interno della stanza piena delle vasche dei Dolenti distrutte. Noto in lontananza Mark assieme a Jeff e Clint, i due Medicali scampati con successo al massacro di due giorni fa. Mi dirigo verso di loro e noto che il mio piccolo fratellino e i due ragazzi hanno digitato il codice che avevo scoperto: FLUTTUA PIGLIA SANGUINA MORTE RIGIDO PREMI.

Mi volto sentendo gli altri ragazzi arrivare e in un attimo tutti i Radurai e io ci ritroviamo assieme. Siamo ancora in quindici. Mi guardo attorno e mi soffermo sulle facce di Zart, Jeff, Clint, Newt, Alby, Minho, Gally, Frypan e Mark. Sembrano distrutti e stanchi e gli occhi cerchiati dalle occhiaie non aiutano la mia autostima.
"Okay, ci siamo tutti, ora però dobbiamo continuare. Siete con me?" Mantengo un tono di voce forte cercando di sembrare forte e tranquilla, proprio come un leader.
Mi ricordo di quanto mi aveva detto Alby sulla torre, sul fatto che sarei dovuta diventare io il Capo dei Radurai un giorno: quel giorno sembra arrivato e anche se non voglio avere questo peso sulle spalle devo farmene una ragione.
Annuiscono tutti alla mia domanda anche se ci sono facce non molto convinte. Mi riscuoto dai miei pensieri e mi dirigo verso la fine di quell'immensa stanza, dove mi pare di scorgere una porta. Sento i ragazzi seguirmi e appena giungo davanti ai portoni in metallo sento un rumore secco mentre i due battenti si aprono gigolando e rivelando un corridoio buio. Vengo affiancata da Newt e Minho.
"Allora?" Domanda il Velocista asiatico.
"Allora andiamo a sfidare i Creatori." Rispondo incamminandomi nel corridoio scuro.







Space for me||☆

Buon San Valentino!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non abbiate trovato troppi errori. Lo so che è stato abbastanza noioso, ma non potevo far morire altra gente a caso...
Inoltre ho un paio di idee per il prossimo capitolo...
(No spoiler)

Preferite che pubblichi un giorno specifico nella settimana o a caso come ho sempre fatto?

Mi dileguo e vado a fare qualcosa di socialmente utile (leggere).

Vi consiglio di passare per il profilo di crazy_wrtiter e quello di Linaelen1982.

Dopo questa bellissima zona pubblicità mi dileguo.

Bacioni ❤️
Maty ☆

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