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Capitolo 21

Kim's pov

Mi corico a terra e metto le mani a coppa, dietro la testa.
Senza contare il frinire delle cicale, tutto attorno a me è silenzio.
Osservo la volta celeste, riconoscendo tante costellazioni, tutte studiate alla C.A.T.T.I.V.O., quando ancora credevo fosse buona.
A dir la verità non so se lo sia mai stata o meno. Di sicuro il fine era giusto: salvare le vite da una malattia che stava sterminando il genere umano.
Il problema sono sempre stati i mezzi: uccidere, imprigionare, dissezionare e testare persone pur di trovare una soluzione.
Certo, sarebbe stato altamente illogico, ma forse era meglio arrendersi: tanti sarebbero stati infettati, ma prima o poi la genetica avrebbe fatto passi avanti e il corpo umano avrebbe trovato un modo per superare il virus e lo stava già facendo. I Muni ne erano e ne sono la prova, eppure nonostante questo la paura era troppa, è sempre stata troppa.
Paura di trasformarsi, di diventare un mostro, uno Spaccato.
Nessuno avrebbe mai voluto che una cosa del genere accadesse a sé stesso o alla propria famiglia.
Chiunque avrebbe lottato per avere anche sono una piccola fiala di Nirvana per tirare avanti ancora, anche solo un giorno.

Fa quasi ridere pensare come tante persone siano così legate indissolubilmente alla paura di morire e poi ci siano poche altre in grado di affrontare la morte a viso aperto.
Newt si è fatto sparare in testa.
Ha preferito morire e anche lui aveva paura, paura di dimenticare.
Vorrei sapere dove ha trovato il coraggio di dire addio a tutto, cercare di uccidersi da solo... facendo i calcoli aveva sì e no quattordici, forse quindici anni.
Chiudo gli occhi e provo a immaginare Newt, più piccolo, più felice, che corre spensierato e senza dolori.
Riapro gli occhi e scaccio via quell'immagine. Ho promesso al ragazzo che non lo avrei considerato un bambino indifeso e provare ad immaginarlo tre anni fa non è la cosa più intelligente da fare. Così ritorno a guardare le stelle, far sparire i miei assurdi pensieri tra quei punti luminosi e di colpo mi sento infinitesimale. Così minuscola davanti tutto questo, inutile, un niente in mezzo alla vastità del tutto.

***

"Complimenti, se volevi morire di freddo ci stai riuscendo alla grande."
Volto la testa di lato e vedo Newt tirarsi su per gli ultimi due pioli della scala.
"Sei uscita di testa? Cosa ci fai qua?"
Si corica vicino a me e si mette ad osservare il cielo.
"Avevo bisogno di prendere aria fresca, di guardare le stelle, di pensare. Di stare da sola."
Lui a quel punto fa per alzarsi e per andarsene, ma lo blocco prima che possa riuscirci.
"Se non vuoi che me ne vada, almeno dimmi a cosa pensavi." Chiede Newt, curioso come sempre.
"Pensavo alla C.A.T.T.I.V.O., a me e a dir la verità un po' a tutto."
Lui mi guarda di sottecchi, indeciso su cosa dire, ma non dice niente, così parlo io al suo posto.

Hai mai sentito la frase: "In questa immensità s'annega il pensier mio"? "
"Potrebbe essere, ma è difficile. Probabilmente non me ne ricordo."
"Beh, se vuoi ti spiego il significato." Domando con un filo di voce.
Lui annuisce senza staccare gli occhi dalle stelle.
"È un po' la rappresentazione della tua faccia credo e anche di come mi sento io."
A quel punto il ragazzo si gira a guardarmi confuso e alza un sopracciglio, quasi a rimarcare il suo non aver capito.
"L'ha scritta un grande letterato italiano, un sacco di tempo fa. In poche parole significa trovarsi davanti a un'immensità, un luogo così grande che i pensieri ci affogano dentro, quasi si perdessero in mezzo al tutto. Ora davanti alle stelle mi sento così: la testa piena di pensieri che piano piano vanno via, disperdendosi nell'immensità del cielo.
E la tua faccia è quella di uno che sta pensando a molte, molte cose."

Il ragazzo mi fissa così tanto a lungo che solo il suo respiro mi ha fa capire che non è morto ed è ancora vivo e vegeto.
"Ho davvero la faccia di qualcuno che sta pensando molto?" Domanda il ragazzo.
"Sì e anche tanto." Sussurro.

Torno a guardare le stelle e mi perdo completamente a osservarle.
Il freddo che sentivo sulla pelle fino a poco fa è sparito, sostituito dal calore portato dall'alcolico bevuto prima.
Sento Newt muoversi e alzarsi in piedi, ma non ci faccio caso e continuo a osservare il cielo.
"Mi concede questo ballo?"
Solo a quel punto mi giro e mi rialzo guardando il biondo.
Mi sta porgendo la mano, sorridendomi.
"Sarebbe da stupidi ballare sulla punta di una montagna, non trovi?" Domando, cercando di reprimere un sorriso.
"Sarebbe da stupidi perdere l'occasione di smettere di pensare per un secondo e divertirsi."
A quelle parole alzo gli occhi al cielo e poi afferro la mano tesa di Newt, che, forte e sicura, mi tira su come fossi una piuma.
Il ragazzo si inchina e io faccio lo stesso con lui, sollevando un po' gli angoli del mio vestito.
Appena siamo tornati in piedi tutti e due, Newt si avvicina e mi mette le mani attorno ai fianchi.
Io, titubante e insicura, avvolgo le mie attorno al suo collo.
"Sa ballare, signorina?" Domanda scherzoso.
"No, mi spiace e lei?" Domando a mia volta.
Lui mi si avvicina all'orecchio.
"Tranquilla, nemmeno io."

Rido un po' troppo forte e mi rendo conto che forse ho esagerato con il liquido alla ciliegia.
Sento Newt iniziare a muoversi lentamente di lato, guidato da una musica inudibile.
Lo seguo, appoggiandomi alla sua spalla, godendo del suo tocco delicato e del suo profumo.
"Sei brava." Mi sussurra all'orecchio il ragazzo, sfiorandomi il lobo.
"Anche tu non sei male, per essere un ragazzo." Dico sorridendo.
"E con questo cosa vorresti dire?" Domanda ancora una volta il biondo.
"Non sarò di certo il più bravo di tutti, ma me la cavo."
"Okay, va bene, va bene. Sei bravissimo e portato. Potrai perfino partecipare alle gare di ballo contro gli Spaccati e vincere il premio "miglior umano ballerino ancora vivo." Va bene?"
Lui a quel punto ride sommessamente per le cavolate che ho detto.
Probabilmente il vino, o qualsiasi cosa io abbia bevuto, sta facendo effetto velocemente.

Per lungo tempo balliamo l'uno stretto all'altra, incuranti del freddo.
"Sei buffo con la camicia." Dico sotto gli effetti dell'alcool.
"Sicura di stare bene?" Domanda Newt sentendo la mia voce strascicata.
"Credo di... di aver bevuto troppo."
Senza preavviso il ragazzo smette di ballare e mi prende il viso tra le mani.
"Sei completamente sbronza. Già completamente."
"No... non sono sbronza... ho bevuto solo un po'..."
Mi sento avvampare da testa a piedi mentre Newt con delicatezza mi afferra a mo' di sposa.
"Newt lasciami, posso farcela anche da sola..."
Lui dice qualcosa, ma non riesco a capire cosa stia dicendo.
Sento poi che il ragazzo scende la scaletta in metallo e una parte della mia mente realizza che potrebbe essere pericoloso, ma l'altra parte, inibita dalla bibita, pensa solo a quanto sia bello il continuo oscillare a destra a sinistra e il calore confortevole di Newt.

***

Non so bene dopo quanto tempo riesco a riprendere il controllo, almeno in parte, del mio corpo, ma appena questo succede vedo che Newt sta entrando nella nostra camera.
Il ragazzo mi posa su un letto e spinge l'altro accanto al mio, poi mi si avvicina.
"Va meglio?" Domanda dolcemente.
"S-si... vado in bagno..."
Newt a quelle parole mi sorregge mentre ancora barcollando mi dirigo verso il lavandino.
Sento la testa girarmi, ma cerco di rimanere in piedi.
"Mi dai una mano con il vestito?" Domando rivolta al ragazzo che ancora mi tiene per i fianchi.
Lui rimane a bocca aperta e io nel mentre mi tolgo le scarpe.
"Va bene... okay... non c'è problema."
Mi rialzo in piedi e do le spalle a Newt spostando i capelli di lato.
Sento le mani del ragazzo fremere mentre tentano di afferrare il gancio della cerniera. Alla fine ci riesce e sento la zip aprirsi lasciando spazio al mio copro, stretto da troppo tempo in quel vestito.
Vedo Newt restare a fissarmi per lungo tempo, ma alla fine si ricompone ed esce dal bagno senza dire una parola.
A quel punto lascio cadere l'abito giù dalle mie spalle.
Mi rivesto in fretta e metto i comodi pantaloni e la maglia larga che sto iniziando ad apprezzare.
Mi sciacquo la faccia cercando di riprendere il controllo della mia mente, ma invano.
Così ancora con i sensi intorpiditi vado verso il letto e mi ci butto a capofitto.

Faccio appena in tempo a infilarmi sotto le coperte che Newt mi avvolge tra le sue braccia, anche lui sotto le coperte e come suo solito senza maglia.
"Fatti una dormita, ubriacona." Dice ridendo.
"Non sono..." Provo a dire, ma vengo presa da un giramento di testa e mi ritrovo a bocca aperta mentre ancora cerco di formulare la frase.
"Dicevi?" Domanda il ragazzo ridendo ancora.
Proprio come prima, sotto l'effetto dell'alcool, mi avvicino al suo viso e lo bacio.

La sua guancia è morbida, profumata e per un attimo lascio le labbra appoggiate alla pelle.
"Ti voglio bene." Sussurro abbracciando il ragazzo e chiudendo gli occhi.
Sembra così brutto detto da me, suona quasi male.
Newt mi stringe a sé con la sua solita delicatezza.
"Anche io."
Detto da lui suona benissimo.
Sorrido.
Stanca e sbronza mi addormento al sicuro, tra le braccia di Newt.

***

Fa freddo.
Sento uno strano rumore che mi sveglia: sembra quello di ganci metallici in movimento.
Ma perché mi sto muovendo verso l'alto?
Dove sono?
Apro gli occhi e mi guardo attorno: sono sul pavimento di uno strano ascensore e dentro ci sono diverse casse, corde.
Il rumore si fa più forte e fastidioso.
Mi alzo in piedi e guardo verso l'alto, ma sopra di me c'è una grata ben costruita che di certo non si aprirà, di sicuro non prima che questo affare si fermi.
Il problema è che non so dove io sia diretta e non posso nemmeno fermare l'ascensore dato che, ad una rapida occhiata, non ho notato nessun bottone o tasto.
Non mi resta che aspettare.
Passano pochi minuti e attraverso la grata vedo che sto raggiungendo un'uscita.
L'ascensore si ferma poco dopo.
Sento delle voci, poi d'improvviso la grata sopra di me si apre.
Un'ondata di luce mi illumina da testa a piedi.

Improvvisamente mi rendo conto di essere in un sogno e non nella realtà vera e propria: sento ancora il calore di Newt sulla mia vita e non posso aver sognato anche quello.

In quello stesso istante il sogno cambia e io vengo trasportata tra le braccia di un ragazzo con i capelli scuri, muscoloso e alto. Il suo volto non si vede, o almeno a me pare una massa rosa indistinta, ma più lo guardo più mi sembra Josh: ha quasi i suoi stessi tratti.
I miei pensieri vengono interrotti dalla figura che si muove verso di me, mi afferra e mi bacia.
Ha la delicatezza di Newt, ma non è lui: chiunque mi stia baciando ha le mani che mi stringono la pelle più forte, ma è qualcosa di talmente impercettibile che a qualsiasi altra persona sembrerebbe di essere tra le mani del biondo e non a quelle di un moro sconosciuto.

Tuttavia non ho tempo di rifletterci che il sogno cambia ancora.
Vedo passarmi davanti agli occhi immagini della mia vita passata, o almeno credo si tratti di questo: la Cancelliera ed io che parliamo, io che litigo con Janson...
I ricordi si fanno più sfocati di colpo, ma riesco comunque, non so come, a capire cosa celano.
Sono in un labirinto, ci sono dei Dolenti che mi inseguono e accanto a me c'è qualcuno che corre. Newt.

***

Mi risveglio di soprassalto, ansimando.
Mi guardo attorno.
Sono ancora coricata nel letto con Newt e lui mi sta avvolgendo la vita.
Ha una faccia buffa mentre dorme e di certo i capelli arruffati e sparsi sul cuscino non migliorano la situazione.

Tuttavia i miei pensieri si rivolgono al sogno in un attimo.
Ero in un labirinto, senza saperlo con precisione, ma sentendolo come una cosa scontata, ovvia, quasi lo sapessi già da molto tempo.
Forse si tratta del Labirinto di cui Newt mi ha parlato?
D'altronde c'era anche lui nel mio sogno. E anche i Dolenti.

In un attimo faccio due più due: se il sogno è vero, anche io sono stata mandata nel Labirinto, ho baciato Newt come avevo sognato, ma soprattutto conoscevo da molto tempo il ragazzo biondo, lo avevo già amato.

Ma allora come è possibile che abbia dimenticato tutto?, mi domando sapendo già la risposta.

Qualsiasi cosa io abbia perso, non è stata per caso.

Una parola si para prepotente davanti ai miei occhi, quasi ad oscurare il resto.
C.A.T.T.I.V.O.







Space for me||☆

*arriva a bordo di un pegaso nero*

Ave Pive!

FIRST: Non so perché ma wattpad ha la mamma babbana e non invia la notifica quando aggiorno. :(

Spero che vi sia arrivata questa volta, altrimenti mi toccherà scrivere a qualcuno che sappia come aiutarmi. 😧

SECOND: Idk quando e se continuerò ad aggiornare perché sono impegnata con la scuola in una maniera assurda.

Mood:😊🔫

Anyway spero che il capitolo vi sia piaciuto e come sempre vi chiedo di lasciare dubbi e scleri qui a lato👉

Il Fun Fact non ho avuto tempo per prepararlo, scusatemi. :)

News:
Se mai avrò tempo credo che scriverò il prequel di questa ff.
(Non contateci troppo :) )

E questo è tutto per oggi.

Mi dileguo

*lancia biscotti blu*
*vola via a bordo del pegaso*

Maty☆

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