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Capitolo 2

"Fermati! Kim, fermati!"
Sento Newt urlare dietro di me. Non lo ascolto e continuo a camminare aumentando la velocità. Lo sento avvicinarsi fino a quando non mi afferra per un braccio e mi costringe a girarmi.
"Cosa vuoi?" Domando seccata strattonando il braccio e liberandolo dalla presa del ragazzo.
"Senti lo so che Gally non è simpatico, però non puoi trattarlo in questo modo, lui è un Intendente! Qui nella Radura abbiamo regole precise che anche tu devi rispettare."
Il ragazzo è più serio che mai. Mi avvicino a lui tanto che i nostri nasi quasi si sfiorano.
"Non me ne frega niente di chi sia lui o di cosa facciate in questo dannato posto. Io non so minimamente dove mi trovo e non ricordo niente! Non mi farò mettere i piedi in testa da degli sconosciuti che parlano strano."

Questa volta sono infuriata nera.
Come si permettono di dirmi cosa devo fare e cosa no? Loro non sono nessuno per giudicarmi e decidere per me.

Mentre pronunciavo quelle parole sono arrivati gli altri ragazzi e insieme a loro c'è anche Gally. Il biondino ha la faccia sporca di terra e il naso che sanguina. Deve aver preso una bella botta. Cerco di trattenermi e evito di sorridere.
"Spero che la ficcherete nella Gattabuia dopo quello che mi hai fatto! Non potete darle ragione!" Urla infuriato l'Intendente.
"Non ha tutti i torti." Concorda Alby. Anche Minho annuisce.
"La voglio dentro ora!" Sbraita infuriato il galletto.

Gli altri ragazzi non dicono niente e si avvicinano a me.
"Fate come vi pare. Ci vado con piacere. Ditemi solo dove si trova." Non ci metto nessuna emozione nella voce, voglio apparire indifferente e completamente distaccata da questo mondo strano.
"Ti ci accompagno io." Si offre Newt. "No. Questa ragazzina non esiterebbe un attimo a scappare. La porto io."
È Alby che ha parlato; tutti gli altri ragazzi sembrano ascoltarlo così lui mi affianca e mi mette una mano sulla schiena spingendomi in avanti. "So camminare." Rispondo seccata.
Mi scosto da lui e proseguo verso una struttura in legno che si staglia un centinaio di metri davanti a me.

Appena arrivata vedo Minho, Newt e Gally allontanarsi ed entrare in quella casa alquanto sbilenca. Alby invece mi accompagna dietro alla struttura in legno. Davanti ai miei occhi c'è una specie di piccola casetta in cemento con il tetto di pietra e un'unica porta in legno.
"Beh ragazzina, per un po' di tempo questa sarà la tua casa."
Alby mentre dice quelle parole estrae dalla cintura un mazzo di chiavi. "Insomma non posso andarmene, ho capito." rispondo sbuffando.
Il mio fiato si condensa creando una nuvola biancastra di vapore. Il ragazzo mostra un ghigno mentre apre la porta di quella "cella". Ci entro senza pensare e mi tiro la porta alle spalle. Il ragazzo richiude la serratura e con voce divertita mi augura la buona notte, mentre scuoto la testa.

Possibile che i ragazzi siano così stupidi?

Mi accorgo che nella stanzetta circolare in cui mi trovo c'è una sedia. Mi ci lascio andare sopra sbuffando. Sento la stanchezza travolgermi. Non ho neanche tempo per pensare alla giornata appena trascorsa che mi addormento.

Il sole illumina la stanza e mi sveglia. Sbatto gli occhi un paio di volte dopodiché mi alzo dalla sgangherata sedia di legno. La luce entra da una piccola finestra su cui sono montate delle sbarre in metallo. Mi ci affaccio stando in punta di piedi. Vedo che alcuni ragazzi stanno mangiando e altri che si stanno dirigendo verso una specie di cucina. La mia visuale è molto scarsa e quindi non riesco a vedere tutta la scena.
Osservare i ragazzi che mettono in bocca ogni sorta di cibo, mi fa brontolare la pancia. Lascio andare le sbarre e mi accascio sul pavimento. Non mi lasceranno morire di fame, ma mi faranno aspettare per un po' questo è sicuro.

Passa una buona mezz'oretta, poi sento una voce provenire da sopra di me. Newt.
"Ehi pive! Ci sei?"
Mi alzo lentamente senza fare rumore e mi affaccio alle sbarre. Dall'altra parte vedo la faccia di Newt.
"Ho un nome. Usalo." Rispondo secca. "Sei sempre così gentile la mattina presto?" Ribatte lui.
"Solo con quelli che mi rinchiudono in una cella."
Questa volta ci metto un poco di ironia nella voce, ma giusto un po'.

"Diciamo che te lo sei meritato..." Continua lui.
"Da quando in qua chi dice la verità deve essere punito?"
La mia domanda è molto più che retorica.
"Diciamo che la gente non vuole sempre sentirsi dire ciò che è vero." Usa un tono di voce che tradisce un'esperienza personale, o almeno così sembra.
"Quando mi tirano fuori?"
Cerco di cambiare discorso per evitare momenti di silenzio alquanto imbarazzanti.

"Credo che l'Adunanza ne debba discutere, ma di sicuro entro oggi."
"Per fortuna, stavo iniziando ad annoiarmi. Ma cosa sei venuto a fare? Non mi sembri il tipo che visita carcerati senza motivo."
Come ieri sera l'angolo destro della mia bocca si alza leggermente, abbozzando un sorriso.
"Sono venuto a portarti da mangiare. Non hai una bella cera."
Mi sorprende molto quella risposta. Cosa gli interessa della mia salute? Potrebbe lasciarmi a marcire qua dentro; probabilmente glielo avranno chiesto gli altri.
"Emh... grazie." Rispondo balbettando.

"La "ragazza dei boschi" a quanto pare ha un punto debole. È balbuziente!"
Newt è alquanto divertito, io per niente, così gli rispondo a tono.
"Sei simpatico come Gally, Newt." Abbozzo nuovamente un leggero sorriso. Cosa mi sta prendendo? Perché continuo a sorridere senza motivo? Non devo prendere troppa confidenza con questi qua.
"Tieni è per te."

I miei pensieri vengono interrotti da Newt che mi porge del pane e una bottiglietta d'acqua.
"Proprio come i carcerati." Sussurro.
"No, non proprio. I carcerati non hanno amici."
I suoi occhi marroni mi colpiscono in modo particolare.
"I carcerati hanno complici, non amici." Rispondo seria.
"Allora voglio essere il tuo complice numero uno." Ribatte il ragazzo.
Ha un sorriso fantastico.
"Affare fatto, complice."
Newt mi sorride ancora. I nostri discorsi vengono interrotti da Alby.

"Newt vieni, manchi solo più tu. L'Adunanza è riunita e ti stiamo aspettando."
"Arrivo." Risponde Newt ad Alby per poi voltarsi verso di me.
"Allora a dopo carcerata."
La voce del ragazzo è divertita.
"A dopo complice." Ribatto divertita anche io.
"Perfetto... ora un complice-amico. Perfetto. E poi non dovevo affezionarmi." Sussurro a bassa voce.












Space for me||

Piaciuto? Spero di si :)
Se vi sta piacendo la storia ditemi se è il caso di continuarla.

Scusate se ci sono errori o virgole messe male... Sono una semidea e diciamo che ho problemi di dislessia come tutte/i voi che state leggendo.

Grazie rega 😊

Bacioni
Maty

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