Capitolo 58
Il Natale non è poi così male. I genitori di Kaitlin sono le persone più cordiali che abbia mai conosciuto. Ovviamente, fanno stare me e Jeremy in camere separate, siccome non siamo sposati. Penso sia grazioso. Jeremy alza solo gli occhi al cielo. Mi fanno cavalcare un purosangue. È una cosa fantastica. Sono così emozionata che abbiano un albero di Natale. Lo decoriamo tutti insieme. Raccontiamo loro della mia vita familiare e della mancanza stessa. Ci fanno sentire più che benvenuti in casa loro. I signori Billings daranno un ballo nel salone, così Jeremy passa le giornate ad insegnarmi il valzer per quando verrà il momento. Durante la festa, il padre di Kaitlin, Richard, mi si avvicina.
-Mi concedi questo ballo? -I miei occhi si dirigono a Jeremy e lui agita la mano verso la pista da ballo. Prendo la mano di Richard. Andiamo verso le persone, e lui mi sorride- Ci andrò piano- Con questo, iniziamo a ballare.
Arrossendo davvero tanto, non lo guardo. Lui ride e gli domando:
-Cosa?
-Tu mi ricordi Kaitlin in qualche modo. Anche lei riusciva a ballare solo con Jeremy- Risponde.
-Davvero? Ma lei era suo padre- Dico.
Richard ride e nega con la testa.
-Sì, ma io non sono Jeremy. Lui era tutto per lei -Questo mi fa abbassare lo sguardo- Non l'ho detto per metterti in imbarazzo. Mia moglie ed io volevamo ringraziarti. Jeremy è come un figlio per noi. Dopo la morte di Kaitlin, è morta pure una parte di lui. Non era più lo stesso. Stava cambiando.
-Lo so- Sussurro.
Con un sorriso, Richard dice:
-Tu lo hai riportato in vita. Adesso è lo stesso di sempre ed incredibilmente felice. Volevamo solo ringraziarti, grazie per averlo riportato tra noi.
-Lui è tutto anche per me. Quindi suppongo che Kaitlin ed io abbiamo questa cosa in comune.
Richard sorride.
La Vigilia di Natale è meravigliosa. Facciamo la cioccolata calde e ci sediamo vicino al camino. Mi raccontano storie divertentissime su Jeremy. Lui ringhia un paio di volte.
Il mattino dopo, mi sveglio con Jeremy che si mette sotto le mie coperte.
-Jeremy! -Sibilo- Si arrabbieranno se ti trovano qui.
-Siamo adulti -Risponde- Comunque, sono solo venuto a svegliarti per darti il tuo regalo di Natale.
Mi siedo velocemente.
-Cos'è? Spero che non sia nulla di perverso.
-No -Ride- . È questo.
Jeremy mi consegna una busta.
-Cosa potrebbe entrare qua dentro?- Domando.
Alzando gli occhi al cielo, Jeremy dice:
-Aprila, Isabelle.
La apro subito. Dentro c'è un estratto bancario.
-Cos'è questo?
-Il tuo conto bancario -Dice, sedendosi insieme a me. Apro la bocca per protestare, ma Jeremy posa subito un dito sulle mie labbra- Ascolta, questo denaro non devi spenderlo. È un fondo per l'università. Voglio che tu ci vada, e non voglio che quello che potrebbe succederci si rifletta su questo.
-Cosa potrebbe succederci?- Chiedo, spaventata.
I suoi occhi mi guardano.
-Nulla, da parte mia. Solo che non si sa mai.
-Non posso accettarlo- Dico.
Jeremy si riprende la busta e mi guarda negli occhi.
-Lo accetti, invece. Per favore, fallo per me. È ciò che voglio per te. Ti basta prenderlo, ma ti giuro che se lo usi per altro che non sia la scuola, ti urlerò addosso fino a perdere la voce.
Saltando verso di lui, lo butto sul letto e lo bacio più forte che posso. Mi rivolge l'affetto. Quando mi allontano, sussurro:
-Grazie.
Spostandomi gentilmente i capelli, Jeremy risponde:
-Figurati. Ora, andiamo, stanno facendo i pancakes.
Il giorno di Natale è stupendo. Hanno dato a tutti gli impiegati la giornata libera, quindi in cucina rimaniamo Lillian ed io. Lei è una persona davvero dolce, tutto ciò che ho sempre pensato dovesse essere una madre. I signori Billings mi hanno comprato un computer portatile. Guardo subito Jeremy e lui mi dice di accettarlo, con lo sguardo. Li ringrazio e li abbraccio. È un computer fantastico. Quando tocca a me dare loro il mio regalo, faccio che glielo consegni Jeremy.
-Questo è quasi esclusivamente da parte di Isabelle, -Dichiara Jeremy- perchè l'idea è stata mia.
Consegna loro un grande pacco. Lillian ci da uno sguardo inquisitorio.
-Cos'è?
-Aprilo e basta, tesoro -Dice Richard. Guardo nervosa Lillian mentre apre il regalo. Le sue mani coprono subito la sua bocca quando vede il ritratto- È Kaitlin- Afferma Richard con un sorriso.
-È bellissimo -Sussurra Lillian- Grazie.
Questo mi fa sentire orgogliosa.
-Di nulla.
È un po' brutto quando dobbiamo andarcene. I signori Billings dice che dobbiamo tornare presto. Rimaniamo d'accordo e ci abbracciamo. Quando arriviamo a casa, più tardi, lo stesso giorno, mi siedo sul divano... ed inizio a piangere. Jeremy mi si avvicina subito.
-Cosa succede?
-. È stato meraviglioso, tantissimo, e loro sono fantastici. È solo che... non riesco a smettere di pensare a mia madre. Cosa sarebbe successo se le cose fossero andate un po' diversamente? E se lei fosse un po' più come Lillian? Non sapevo che giorni di festa come questi esistessero.
Jeremy appoggia un braccio sulle mie spalle e mi avvicina a sé.
-So esattamente come ti senti. Continuo a pensare che per te sia stato un po' più forte che per me, ma comunque, continuo a capire come ti senti. Ora stiamo insieme però, e farò sempre del Natale qualcosa di speciale. Può diventare il nostro giorno di festa speciale.
-Sono stata benissimo -Singhiozzo- Immagino che anche Kaitlin fosse così dolce.
-Lo era -Sussurra Jeremy- Richard e Lillian ti adorano, ovviamente. Hanno detto la stessa cosa di te.
Mettendo il viso sul suo petto, sussurro:
-Credo che mi manchi mia madre, per qualche bizzarro e sadico motivo.
-Beh, è tua madre. Vuoi andare a trovarlo?- Mi chiede dolcemente.
Pensandoci un secondo, rispondo:
-No, in realtà no.
Rimaniamo seduti in silenzio per un po'. Poi, Jeremy mi prende il viso fra le mani e ci baciamo. E il mondo sparisce.
Le vacanze sono finite e ricomincia la scuola. La vita è fantastica. Quando alzo lo sguardo, il mio cuore perde un battito perchè... mia madre è ferma lì.
-Parlando del diavolo... -Mormoro. Cammino verso di lei e le chiedo-: Cosa vuoi?
-Sono venuta per parlare con te -Afferma- Possiamo andare in un posto appartato?
-Non ho molto da dirti- Replico, aprendo il mio armadietto.
Mia madre si guarda gli anelli che ha alle dita.
-Per favore, Isabelle, concedimi solo dieci minuti.
Ci penso un attimo e poi chiudo di colpo lo sportello.
-Okay -Ringhio- Possiamo andare nella mia macchina.
-Hai una macchina?- Chiede mia madre.
-Ci sono un sacco di cose che ho e che tu non sai- Dico, iniziando a camminare lungo il corridoio.
Mia madre mi segue in silenzio. Quando arriviamo, mia madre si ferma.
-Questa macchina è fantastica.
-Ho un ragazzo che mi ama disperatamente e si assicura si prendersi cura di me -Rispondo- Almeno qualcuno ci pensa -Aprendo la portiera, dico-: Entra.
Poi, durante il primo minuto in macchina, c'è un silenzio di tomba. Finalmente, mia madre sussurra:
-Volevo chiederti scusa.
-Perchè?
-Per la tua vita -Risponde- Sono stata una madre orribile.
Questo mi fa sbuffare.
-Davvero? Non è una novità.
-Lasciami solo parlare... per favore -Dice, così rimango in silenzio- Quando è successa quella cosa con Howard, ti ho delusa come non mai. La polizia è venuta a parlarmi. Mi hanno fatto vedere le foto, e il quel momento ero sobria. Mi sono sentita terribilmente in colpa.
Arrabbiata, grido:
-Ti sei sentita in colpa! E come pensi mi sia sentita io? Non avevo nessuno! Se non avessi incrociato Jeremy per la strada, dove me ne sarei andata? Non potevo più restare con te! Non era sicuro!
-Lo so, Isabelle, e il giorno dopo sono andata a cercare aiuto.
-Quale tipo di aiuto?- Domando sarcastica.
-Ho iniziato ad andare da uno psichiatra e ci siamo incontrati per due volte alla settimana. Ho qualcuno che mi controlla adesso. Sono stata sobria da quel giorno, nemmeno una goccia d'alcol- Dice orgogliosa mia madre.
Un po' sorpresa, rimango a guardarla.
-Sul serio?
-Sì, so di non essere guarita. Ho ancora un percorso molto lungo da fare, ma ci sto provando. È difficile, ma ci provo ogni giorno. Ho un diario adesso. Scrivo solo di te. Di come mi piacerebbe poter cambiare le cose. Di come vorrei ricompensare i miei errori. Mi manchi. Ti amo, Isabelle, anche se non te l'ho mai dimostrato.
Mi asciugo le lacrime che scendono sulle mie guance.
-Mamma... Non so cosa dire. Ci sono troppe ferite del passato. Sai, ho passato un Natale meraviglioso con le persone più gradevoli che abbia mai conosciuto. Sono ciò che dovrebbe essere una famiglia. Non la merda che abbiamo noi.
-Voglio farlo per te, Isabelle. Tutto ciò che ti chiedo è un'opportunità, e so che è una cosa difficile da chiedere.
Fissando il parabrezza, sussurro:
-Jeremy ed io siamo molto innamorati, ed io sono estremamente felice. Felice come non sono mai stata. Ho degli amici sinceri e fantastici. Finalmente ho dell'autostima. Le cose non potrebbero andare meglio in questo momento. Non voglio rovinare tutto.
-Hai tutto il diritto di dirmi di no -Dice mia madre- Lo capisco. È possibile che non si possa più fare marcia indietro.
Senza sapere cosa pensare, mi strofino il viso con le mani.
-Puoi darmi un po' di tempo? Per pensarci e parlarne con Jeremy?
-Lui è così importante?- Chiede lei.
-Sì, -Mormoro- molto.
Mia madre muove nervosamente le dita.
-Perchè non facciamo una cosa, perchè non vieni a cenare da me domenica? Ti do questa scelta.
-Sarà orribile se non vengo, mamma. Voglio dire, non voglio che ricominci a bere.
Lei si porta una mano alla fronte.
-Posso resistere. Devo imparare ad affrontare le cose. Faremo una riunione stasera, così se riesco, posso cercare un po' d'appoggio.
Facendo un respiro profondo, risponde:
-Va bene, veniamo. Ti do solo un'opportunità. Vedi di non sprecarla.
-Farò del mio meglio per non deluderti di nuovo -Afferma- Allora, va bene domenica alle 5:30?
Lentamente, annuisco con la testa.
-Sì, Jeremy ed io saremo lì.
-Grazie -Esclama mia madre- Non rimarrai delusa.
-Lo spero.
Rimane seduta goffamente per un secondo.
-Va bene, ci vediamo allora.
-Ciao -Dico, agitando la mano. Non ho intenzione di abbracciarla. Mia madre sorride e scende dalla macchina. Quando se ne va, mi metto a piangere. Grazie a Dio, ho i vetri polarizzati. Piango per un po'. Quando finisco, il parcheggio della scuola è quasi vuoto. D'un tratto, mi squilla il cellulare. Rispondo- Ciao.
-Dove diavolo sei, tesoro? -Chiede Jeremy. Questo fa che ricominci a piangere- Isabelle! -Grida disperatamente Jeremy- Cosa succede?
Singhiozzando, balbetto:
-Mia madre... Mia madre è venuta a scuola.
-Cosa!? Sta bene? Cos'è successo?
-È sobria... credo, e andremo lì domenica per cena- Sospiro.
C'è solo un silenzio mortale dall'altra parte.
-Dillo di nuovo.
-Beh, suppongo che abbia smesso di bere, e mi ha fatto questo bel discorso dicendomi che cambierà. Non lo so... mi piacerebbe che lo facesse. Vorrei che fosse vero. E se potesse cambiare davvero?
Dopo una lunga pausa, Jeremy dice:
-Beh, è tua madre. Come ti senti?
-Non lo so -Sussurro- E se fosse vero... magari potrei arrivare a conoscere la mia vera madre. Sai, la persona che va oltre l'alcol.
-Questo mi farebbe molto felice, Isabelle. Davvero. Solo uno di noi ha una vera madre, e sarebbe grandioso se si comportasse come tale.
Annuisco con la testa.
-È vero. Ho tanta paura di uscirne ferita.
-Non lascerò che succeda- Mi tranquillizza Jeremy.
-Non credo che tu possa proteggermi da una cosa simile -Segnalo- ma, questa è una mia decisione e la sto prendendo. Devo prendermi carico delle conseguenze.
Jeremy sospira.
-Okay. Vieni a casa?
-Sì, ora arrivo -Rispondo- Ci vediamo tra poco.
-Va bene, ciao, piccola- Con questo chiudiamo la chiamata.
Mentre guido verso casa, ma mia testa è una confusione di pensieri. La speranza e il timore si mescolano nel mio cervello. Tutto potrebbe diventare fantastico o un gran fracasso. Dobbiamo aspettare e vedere come andranno le cose.
La domenica arriva e sento che vomiterò. Jeremy cerca di calmarmi, il che mi aiuta. Guidiamo fino alla casa di mia madre in silenzio. Quando camminiamo verso la porta, ci fermiamo un secondo, poi finalmente la apro ed entriamo.
-Mamma!?
-Sono qui -Grida dalla cucina. Camminiamo fino a lì e vediamo tutto il cibo già pronto. Insalata, carne, tutto. Non sapevo nemmeno che mia madre sapesse cucinare- Spero che ti piaccia la carne arrosto.
Scettica, dico:
-Sì, non la facevi da quando ero piccola.
Il suo viso diventa serio.
-Lo so, ti piaceva tanto quando la facevo, così ho pensato che sarei andata sul sicuro. Perchè non vi sedete? Volete qualcosa da bere?
-Io sì, grazie- Risponde Jeremy.
Mia madre annuisce con la testa e va al frigo.
-Allora, com'è andata la settimana?
-Bene -Dico, sedendomi. Jeremy si siede accanto a me- E la tua?
-Vuoi una risposta casuale o la verità?- Chiede mia madre.
Facendo spallucce, sospiro:
-La verità.
-È stata una settimana difficile. Anche se non sono ricaduta. Credo di essere stata nervosa per oggi, ma sono andata a tutte le visite e ho chiamato il mio patrocinante. Me la sono cavata piuttosto bene, e ora sei qui!
C'è uno strano silenzio, e poi dico:
-Mi fa piacere.
-Quindi, Jeremy, voglio scusarmi. Non abbiamo mai avuto un buon inizio. Mi dispiace per come mi sono comportata. Non ci sono scuse. Ti devo tutto per esserti preso cura di mia figlia. Se c'è qualche modo per ricompensarti, per favore, dimmelo. Posso darti dei soldi. Non devi essere il suo unico responsabile- Afferma mia madre.
Jeremy nega con la testa.
-No, non ho bisogno di soldi. Se vuoi dare dei soldi a Isabelle, daglieli. Lei li può prendere.
-Certo, -Risponde- posso farlo -Sembra molto nervosa. Inizia ad inquietarsi per la mancanza d'alcol- Bene, mangiamo allora.
La cena non è terribile. Mia madre non è più la stessa, questo è ovvio. Sta cercando di essere qualcuno che non è. È fantastica e davvero divertente. Jeremy rimane abbastanza freddo durante tutta la cena. Alla fine, gli prendo la mano da sotto il tavolo e la stringo. Cerco di dirgli con gli occhi che sto bene. Lui mi fa un piccolo sorriso ed intensifica la stretta delle nostre mani. A fine serata, diciamo a mia madre che vogliamo aiutarla a pulire, ma lei non vuole assolutamente. Così, ci limitiamo a darle la buonanotte. Guardo mia madre.
-Grazie, è stato bello.
-Possiamo farlo di nuovo?- Chiede lei.
Sorrido e rispondo:
-Sì, certamente.
-Che ne dici di domenica prossima?
Guardo Jeremy e lui annuisce con la testa.
-Va bene.
-Fantastico! -Esclama mia madre- Sono così emozionata.
-Anche io -Rispondo. Wow, l'ho detto davvero- Però ora dobbiamo andare. Dobbiamo alzarci presto domani.
Miamadre rimane goffamente lì per un secondo. Finalmente, cammina versodi me e mi abbraccia. Non mi abbraccia da anni. Insicura, l'abbraccioanch'io. Ci metto un po' per concepirlo, ma alla fine le rivolgo ilsuo stesso affetto.
-Grazieper avermi dato un'opportunità.
-Sperodavvero che la cosa funzioni -Dico- Fatti sentire. Se hai bisogno diparlare, mi puoi chiamare.
-Vabene -Sospira lei. In quanto a Jeremy, lei allunga la mano- Alla fineè stato bello poterti conoscere. Sembri un bravo ragazzo, del qualemia figlia è molto innamorata.
Jeremyaccetta la mano.
-Sì,è stato bello iniziare col piede giusto stavolta. Grazie per lacena.
Sorridendo,mia madre gli stringe la mano.
-Èstato un piacere. Ci vediamo la prossima domenica, ragazzi.
-Sì-Rispondo- Ciao mamma.
-Ciao-Ci grida, mentre camminiamo fino alla porta.
Saliamoin macchina e rimaniamo un attimo in silenzio. Finalmente, Jeremychiede:
-Cometi senti?
Facendoun secondo di pausa, rispondo:
-Speranzosa.È sbagliato?
-Assolutamenteno, -Rispondo- credo che sarebbe fantastico se tua madre cambiasse.Te lo meriti.
-Èvero. Grazie per l'appoggio -Dico- Lo apprezzo davvero.
-Cisarò sempre per te- Sussurra lui.
Inclinandosiin avanti, mi bacia gentilmente sulle labbra. Gli rivolgo il gesto efa che la mia serata vada meglio.
Così,la domenica successiva tutto va bene, e anche la domenica dopo, equella dopo ancora. Mia madre ed io iniziamo a riunirci anche dasole. Alcuni giorni sono difficili per lei, e a volte stiamo insieme.È bello averla nella mia vita. Le settimane diventano mesi, eall'improvviso mi ritrovo nel giorno del diploma. Non posso crederci.È come se il tempo fosse passato in un attimo, invece stiamoindossando delle pesanti toghe. Credo che da un momento all'altrosverrò dal caldo. La studentessa più brava dell'ultimo anno fa undiscorso, ma la mia mente è da tutt'altra parte. Devo scegliere tradue scuole artistiche diverse. Jeremy dice che ci trasferiremoovunque io deciderò di andare. Mi piace quando dice "noi". Amociò che siamo. Non mi fraintendete, a volte litighiamo. Per dellesciocchezze, ma è un'abitudine ormai vivere discutendo con lui. Disolito, dura una cosa come dieci minuti e poi tutto torna come prima.Nessuna relazione è perfetta. Non esiste una storia con un finalefelice, pieno di arcobaleni e farfalle, ma ci amiamo e siamofelicissimi, questo è ciò che importa. Quando finalmente lanciamo inostri berretti in aria, è liberatorio. La mia vita è cambiatamolto, quest'ultimo anno. E mi sorprende pensare che potrebbeaddirittura mancarmi venire in questa scuola. Credo che la cosa piùbella che mi sia successa è stata che Sonya mi ha lasciata in pacedall'ultima volta che l'ho stesa. Adesso, nemmeno mi guarda.Sinceramente, non m'importa cosa fa. Ormai l'ho superato e ora ledesidero solo il meglio. Mentre i miei compagni si disperdono tra lagente, vado a cercare l'unica persona della quale davvero m'importa.Quando lo vedo, corro fra le sue braccia.
-Cel'hai fatta -Sussurra Jeremy- Sono davvero orgoglioso di te.
-Tiamo- Sussurro.
-Ancheio- Risponde.
D'untratto, vengo separata da lui e qualcuno mi alza da terra.
-Congratulazioni,giovane donna! -Dice Kent- Cos'è la prima cosa che vuoi fare, orache sei un'adulta?
-Erogià adulta, ma non saprei. Non alzarmi presto domani mattina sarebbefantastico.
-Congratulazioni,tesoro -Sento che dice mia madre. Kent si sposta ed io vado adabbracciarla- Sei una ragazza incredibile.
-Grazie,mamma- Rispondo.
Joshapplaude.
-Ora,che inizi la festa.
-Josh!-Gridano tutti
Gemendo,lui dice:
-Cosaaa?
Confusa,guardo Jeremy.
-Qualefesta?
-Ecco,doveva essere una sorpresa. Stiamo organizzando ai tuoi compagni unafesta di fine anno al club. Eric e Jack hanno avuto l'idea -Risponde-Il ficcanaso qua ha rovinato la sorpresa.
Emozionatissima,salto.
-Davvero!?
-Sì,davvero, -Dice Jeremy, sorridendo- quindi, andiamo. Ci sarà cibo edaltro, e io sto morendo di fame.
Lafesta è I-N-C-R-E-D-I-B-I-L-E. È una pazzia la quantità di personeche vengono. Più tardi, quella sera, Jeremy mi porta in un postoappartato.
-Cosac'è?- Chiedo.
-Devoportarti in un posto. Posso allontanarti dalla tua festa?
-Certo,-Rispondo, appoggiandomi a lui- ma c'è un prezzo -Jeremy sorride epoi s'inclina per baciarmi. È emozionante sentire il tocco delle suelabbra sulle mie. Salutiamo tutti e ce ne andiamo dal club. Mirannicchio insieme a lui durante il viaggio. Quando arriviamo ad unhotel, gli faccio uno sguardo inquisitorio.
-Perchèsiamo qui?
-Lovedrai- Risponde.
Lasciamola macchina nel parcheggio ed entriamo. Posso solo seguirlo. Il postoè davvero molto bello. Mi guardo intorno, man mano che camminiamo.L'ascensore ci porta all'ultimo piano.
-Cosastiamo facendo?- Chiedo.
-Vienie basta -Dice, portandomi lungo il corridoio. Quando arriviamo ad unagrande porta, Jeremy sussurra-: Chiudi gli occhi.
Loguardo un attimo, poi faccio ciò che dice. Sento il rumore di unpaio di chiavi e poi la porta aprirsi.
-Possoaprire gli occhi?- Domando.
Ridendo,risponde:
-No,aspetta -Mi prende per mano e mi porta dentro la stanza. C'è unforte profumo di fiori e ciò fa schizzare la mia curiosità allestelle. Ci fermiamo e poi sussurra-: Ora, aprili.
Quandolo faccio, rimango senza fiato. La stanza è coperta da tulipani...
-Jeremy,-Dico- cosa diavolo è tutto questo?
-Isabelle,-Mormora- ti amo più di qualsiasi altra cosa in questo mondo. Hairiportato la luce nella mia vita e non potrò mai ripagartiabbastanza. Sei bellissima, intelligente, talentuosa e divertente.Non potevo chiedere nulla di meglio. Quindi, ora ho una cosa per te.Non dobbiamo parlarne subito, non ancora, è solo una dimostrazionedel mio amore.
Lovedo prendere una cosa dalla sua tasca. Jeremy mi prende la mano e miconsegna una scatolina.
-Jeremy,-Sospiro- cos'è questo?
Hauno sguardo molto serio.
-Aprilo,Isabelle.
Nervosa,lo faccio. Quando alzo il coperchio, le lacrime iniziano a scenderesul mio viso. Dentro c'è l'anello della rivista.
-Jeremy,siamo ancora molto giovani. Mi sono appena diplomata.
-Nonmi sto dichiarando- Afferma lui energicamente.
Guardandolo,dico:
-Huh?
-Questaè una promessa. Ti prometta che quando sarai pronta mi inginocchieròe ti chiederò di sposarmi. Voglio che tu lo metta nella mano destra,così non te lo dimenticherai. Ti amo, Isabelle. La morte di Kaitlinmi ha insegnato che uno non sa mai cosa succederà. Devi semprevivere la vita al massimo. Quindi, questa è la mia promessa. Nonimporta se saranno due giorni, sue settimane o due anni a partire daoggi ma, quando sarai pronta, ti chiederò di sposarmi. Allora, lometterai?
-Certoche sì- Mormoro.
Jeremytira fuori dalla scatolina l'anello e me lo mette al dito.
-Tiamo, tesoro.
-Ancheio ti amo -Sussurro- Ora, baciami.
Jeremymi circonda con le braccia e fa ciò che gli ho chiesto. Questo èperfetto.
Ètutto semplicemente perfetto.
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