Capitolo 22
Il sole era già calato e faceva freddo fuori. Alzo le braccia e le sostengo contro il mio petto.
Cammino, cammino e cammino. Non ho idea di dove sto andando. In realtà non ho idea di dove sono. Non m'importa nemmeno. Il mio cuore è distrutto e mi sento vuota. Le parole di mia madre risuonano nella mia testa. Tocco costantemente il mio collo, pensando che le sue mani siano ancora lì.
Un po' di tempo dopo, incomincia a piovere. Non mi fermo. Continuo. Il tempo passa. Non so quanto tempo. Poi, smette di piovere. In realtà, non me ne rendo conto. Finalmente, arrivo fino ad incrocio e un'auto si avvicina, così mi fermo. Il vento che incomincia a soffiare mi fa tremare di nuovo.
Per qualche ragione, i miei occhi si dirigono nel fondo della strada. un nodo si forma immediatamente nella mia gola. L'appartamento di Jeremy è a quatto isolati da qui. Lentamente mi ritrovo a camminare fino a lì. Mentre guardo le sue finestre, vedo una luce soave che proviene dalla cucina. Rimango lì per un po', a guadare quella luce. Una parte di me vuole bussare alla sua porta, ma so che non posso. È solo un amico, un nuovo amico. Questo è troppo da sopportare. È troppo da sopportare per me, non immagino per gli altri. Ad ogni modo, lo spaventerebbe soltanto. Jeremy non tornerebbe più a guardarmi nello stesso modo. Ma dovrebbe saperlo, lo sto vivendo. Quindi, con un respiro profondo, mi giro e cammino lungo la strada. Arrivo a metà, fino a quando vedo qualcuno venirmi incontro correndo. Rapidamente, corro verso il vialetto. È buio qui.
Passa un po' di tempo, e poi sento un lontano:
-Isabelle?
Il mio cuore cade. Incurvo le spalle e stringo il mio corpo con le mie braccia. Magari se ne andrà. Magari penserà che non sono io. I secondi passano e mi sento sollevata. Jeremy ha continuato per la sua strada.
Improvvisamente, mi giro e sento:
-Isabelle! -Giro la testa per non guardarlo- Isabelle... cosa diavolo stai facendo? -Giro solamente di più la testa, perchè le mie lacrime sono sul punto di uscire. Ho un enorme dolore nel petto, e sto sostenendo tutto dentro con molta forza- Izzy, cosa diavolo stai facendo!? Sei fradicia.
Allora, succede, una lacrima scende sul mio viso.
-Lasciami in pace -Sussurro- Per favore.
-Isabelle -Dice Jeremy severamente- Cosa succede? -Nego, ma altre lacrime scendono- Isabelle, cos'è successo?!
-Io... io non posso- Affanno, il dolore che cresce nel mio petto.
Lui mi scuote un po'.
-Isabelle, cazzo, parla! Cosa succede?!
-Non ho fatto niente -Affanno finalmente, ora facendo uscire tutto- Non l'ho fatto.Non ho fatto niente.
-Cosa non hai fatto? Per favore, parlami, mi stai spaventando. Cos'è successo?
Finalmente lo guardo, ed incomincio a piangere.
-Ero nella mia camera, e stavo facendo le mie cose -Mentre lo dico, il mo corpo incomincia a tremare- Non lo sapevo. Non lo sapevo. Lui è entrato, e io non lo sapevo.
Improvvisamente, le braccia di Jeremy mi stringono.
-Chi è entrato?
-Il compagno di mia madre, Howard. È entrato, ma io non ho fatto niente. Lo giuro, non ho fatto niente.
-Cos'è successo?!- Grida Jeremy con furia.
-È entrato e ci ho provato, ho tentato di arrivare al mio cellulare. Volevo chiamare aiuto, ma mi ha colpito la mano. L'ha colpita e il cellulare è volato via. Poi, poi...- Non posso far uscire più niente. Cado a terra.
Jeremy si inginocchia al mio fianco, sostenendomi.
-Isabelle, ti ha fatto del male? Stai bene?!
-Mi ha spinta, mi ha spinta sul letto -Sostengo la mia gola con la mano- Mi ha afferrata e ha cercato di togliermi i pantaloni.
-Oh Signore, cos'è successo?! Ti ha fatto del male?!
Nego.
-Mia madre è entrata. Lui si è fermato.
Circondadomi con le braccia, Jeremy affanna.
-Grazie a Dio. Hai chiamato la polizia? Cos'è successo?
Le mie spalle si scuotono per il pianto. Metto il viso contro il suo collo.
-Lei mi ha incolpato.
-Cosa?- Chiede Jeremy, quasi incredulo.
-Ha detto che è stata colpa mia. Forse lo è stata davvero.
Mi stringe con forza.
-NON è stata colpa tua. Non pensarlo nemmeno!
Non posso evitarlo, il mio corpo incomincia a tremare incontrollabilmente.
-Ho tanto freddo- Sussurro alla fine.
Lui mette la sua mano sulla mia guancia.
-Isabelle, sei congelata! Per quanto sei rimasta fuori?
-Non lo so- Balbetto, mentre i miei denti incominciano a battere.
In un solo movimento, Jeremy mi alza da terra. Metto la testa sul suo petto. Mi porta a casa. Quasi non me ne rendo conto. Ho tanto freddo. Vuota, questo è quello che sono, vuota.
Mi porta al suo appartamento.
-Riesci a mantenerti in piedi?- Chiede.
Il mio corpo rabbrividisce.
-Non lo so.
Mi porta in bagno e con attenzione, mi lascia a terra. Sono lì, ma non riesco a muovermi.
-Devi riscaldarti. Apro l'acqua della doccia, d'accordo? -Annuisco e fa ciò che dice. Quando è calda, Jeremy apre la tendina- Devi spogliarti -Dice alla fine- Puoi farlo? -Non posso far altro che guardare il muro- Isabelle -Sussurra, accarezzandomi la guancia- devi entrare nella doccia.
-Lo so- Sussurro soavemente.
Sospirando, Jeremy mi gira la testa verso di lui.
-Ti aiuto a toglierti i vestiti, okay? -Un brivido percorre la mia schiena mentre annuisco. Prende lo zaino dalle mie spalle e lo appoggia a terra- Iniziamo dalla tua felpa -Lentamente, abbassa la cerniera e me la tira via- Stai bene?- Chiede.
Incomincio a piangere.
-Non ho fatto niente.
-Lo so, piccola, lo so. Dobbiamo metterti al caldo, però, capito? -Incomincia ad alzare l'orlo della mia maglia e alzo le braccia per aiutarlo mentre me la toglie. Per qualche ragione, è confortante. Mi sento così vuota. Sempre con attenzione, Jeremy continua a denudarmi. Per ultimo, sussurra-: La biancheria la lasciamo dov'è, d'accordo?
-Sì- Sussurro. Mi aiuta ad entrare nella doccia. L'acqua calda mi fa stare meglio. Aiuta con i brividi. Rimango frema, lasciando che l'acqua cada su di me.
-Posso chiamare Cassandra, Isabelle? Può aiutarti? Hai bisogno di una ragazza che ti aiuti -Annuisco- Okay, rimani in acqua- Chiude la tendina e lo sento uscire dalla stanza.
Poco a poco, scendo e mi siedo. Metto la testa tra le mi ginocchia e piango. Passa del tempo. Non so quanto. Sento Jeremy parlare nel corridoio. Sento una montagna di grida, e poi quello che sembra essere un pugno contro il muro. Questo mi fa sussultare un po'.
Un po di tempo dopo, sento la porta aprirsi.
-Isabelle -Sento che dice una voce soave- Tesoro, sono Cassandra -Mentre la tenda si apre, guardo in alto. È lì in piedi, con Jeremy al suo fianco- Ciao, bellissima -Dice a bassa voce- Ti sei scaldata?
Sussurro:
-Sì.
-Bene, allora dobbiamo farti uscire. Andiamo -Mi prende per il braccio ed incomincia a tirarmi su. Mi alzo col suo aiuto- Jeremy, abbiamo bisogno di asciugamani e di qualcosa di asciutto da farle mettere.
-Sì- Mormora a bassa voce. Lo vedo girarsi ed uscire dalla stanza.
Guardo Cassandra e le dico:
-Te lo ha detto?
-Sì -Risponde lentamente- Dobbiamo portarti al letto. Poi possiamo affrontare tutto. È tardi e credo che sei sotto shock. Hai bisogno di andare in ospedale? Sei ferita?
La mia mano sale al collo
-Fa male. Mi ha afferrata qui e fa male.
Inclina la mia testa in alto e all'istante scoppia in lacrime silenziose.
-Jeremy!
Lui ritorna di corsa con i vestiti e gli asciugamani.
-Cosa?
-Oh mio Dio, guarda il suo collo!- Mi inclina di nuovo la testa per mostrarglielo.
-Lo ammazzo. Giuro su Dio che lo ammazzo.
Scontando i capelli dal mio viso, Cassandra dice:
-Forse dovremmo portarla all'ospedale.
-No -Affanno- No, per favore, non ci vado! Non ci voglio andare! Non è successo niente. Per favore! Non ci voglio andare!
-Okay, okay, okay, calmati -Dice Cassandra- Allora, lui non ti ha...
Scuoto la testa con forza.
-No. Mia madre è entrata.
-Sì, ho sentito- Sospira Cassanda.
Guardandola, chiedo:
-Non lo dirai a nessuno, vero? Nemmeno a Kent.
-No, no se tu non vuoi.
-No, per favore, non voglio che qualcuno... Non voglio che qualcuno mi veda diversamente. Non volevo che succedesse. Forse se avessi fatto qualcosa di diverso, non sarebbe successo.
Circondandomi con un asciugamano, Jeremy mormora:
-Non puoi pensarla così. Non hai fatto nulla di male.
Alzo lo sguardo verso di lui.
-Grazie.
-Non capisco perchè non mi hai chiamato! -Grida- Sarei venuto a prenderti!
-Davvero non mi conosci -Gemo- Non potevo lasciarti questo peso sulle spalle.
Stringendomi in un abbraccio, Jeremy respira contro i miei capelli.
-Sei mia amica. Ci sarò sempre per te, sempre, non importa cosa accada.
Questo fa che il mio cuore triste si senta un po' meglio.
-Sono tutta bagnata -Mormoro contro la sua spalla- Ti sto bagnando.
-Non importa -Ride in risposta- Ti devi vestire adesso. Ti ho portato il paio di pantaloni da pigiama più piccoli che ho ed una maglia termica. Così rimarrai al caldo. Ti ho fatto anche il letto. Però penso che dovremmo farti visitare il collo.
-No -gemo- Non voglio che qualcuno lo sappia.
-Va bene, lascerò stare la cosa per adesso. Cassandra ti aiuterà a vestirti, perchè penso che sarebbe un po' imbarazzante se lo facessi io. Lo farei, in un modo totalmente non sessuale, ma non credo che ti farebbe sentire al tuo agio.
-No, so che non significherebbe nulla, ma voglio che Cassandra mi aiuti- Sussurro, guardando in basso.
-Okay, piccola, ti aspetto in corridoio -Mi accarezza il viso e sussulto un po'. Non ho paura di lui, ma sento ancora le mani di Howard su di me- Oh, Izzy, mi dispiace tanto. Non ti toccherò.
Jeremy si gira per allontanarsi, e gli prendo la mano.
-Non è il tuo tocco -Incomincio a piangere di nuovo- Solo... lo sento dappertutto. Il so peso, con le sue mani attorno al collo, sento tutto.
-Ti proteggerò -Dichiara Jeremy- Te lo prometto. Non arriverà a te un'altra volta.
Annuisco bruscamene. Cassandra prende un altro asciugamano ed incomincia ad asciugarmi i capelli.
-Dai, adesso ti vestiamo -Jeremy esce dal bagno, con un profondo sospiro. Cassandra è gentile e mi aiuta facendo molta attenzione. Quando finalmente mi mette la maglia, mi chiede-: Stai bene?
Queste parole mi fanno piangere di nuovo e scuoto la testa.
Cassandra mi abbraccia.
-Le sue mani, sento ancora le sue mani sul mio corpo- Gemo.
-Andiamo, andiamo a letto- Dice a bassa voce.
Con un un suo braccio intorno a me, usciamo dal bagno. Jeremy è in piedi nel corridoio. Ha le braccia incrociate al petto e la testa china. Quando guarda in alto, vedo che sul suo viso c'è un'espressione dolorosa.
-Come stai?
-Ha bisogno di riposare- Dice Cassandra.
Agitando la mano, Jeremy ci dirige in camera da letto. Mi sdraio e metto la testa sul cuscino. Le lacrime cominciano ad uscire di nuovo.
-Non volevo che succedesse. Mia madre ha detto che è stata colpa mia. Ha detto che è stato per il mio cambiamento.
-Non devi starla a sentire -Dice Jeremy a bassa voce, sedendosi sul bordo del letto- Sai ci che è, ovvero un'alcolista. Probabilmente nemmeno si ricorda di avertelo detto.
-Io sì -Sospiro- Non potrò mai dimenticarlo.
Cassandra muove il suo piede nel suolo.
-Forse non dovresti, forse questo ti farà prendere le distanze da lei. Josh può essere qualcuno con cui puoi parlare. Suo padre era un alcolista.
-No -Dico, scuotendo la testa- Non voglio che qualcuno lo sappia.
-Va bene, piccola -Dice Jeremy. Posa attentamene la sua mano sull mia gamba. Mi vien voglia di allontanarmi, ma non lo faccio. So che lui non mi farà del male- Devi cercare di dormire.
Scuotendo la testa, replico:
-Non credo che ci riuscirò.
-Oh, beh, ho portato qualcosa che ti può aiutare- Dice Cassandra.
-Lei non deve prendere le tue medicine- Dice Jeremy, un po' troppo duramente.
Con un sopracciglio alzato, Cassandra risponde:
-Non gliele darei mai. È melatonina. È qualcosa di naturale che ti aiuta a dormire. Si può comprare senza ricetta medica.
-Va bene -Sussurro- Voglio solo dormire.
Annuendo, Cassandra si gira ed esce dalla stanza. Jeremy mi guarda.
-Avresti dovuto chiamarmi -Una lacrima scende sul mio viso. Lui si china per raccoglierla- Sarei passato a prenderti.
-Quando è successo il mio primo impulso è stato chiamarti, ma non avrei mai voluto che ne uscissi ferito.
Jeremy sbuffa.
-Avrei potuto controllarmi. Non mi sarei fatto nulla, ma l'altro tipo, probabilmente sarebbe morto.
-Grazie -Mormoro, cercando di arrivare alla sua mano. Lui la prende e la stringe- Perchè lei mi odia così tanto?
-Non penso che ti odi -Risponde- Credo che sia un'egoista.
Faccio un respiro profondo.
-Mi piacerebbe sapere cosa significhi avere una famiglia. Non ho nessuno, oltre a lei.
-Né nonni, n uno zio o una zia?
-No, siamo solo mia madre ed io -Mormoro- Che cosa triste.
Jeremy apre e chiude la bocca. Finalmente, incomincia:
-In realtà, so come ti senti...- Ma non riesce a finire perchè Cassandra entra nella stanza.
-Ecco, tesoro -Dice con la mano aperta- Predi questo.
Mi siedo, prendo la pillola e la ingerisco con l'acqua. Poi, le sussurro.
-Grazie.
-Ora stenditi e dormi- Mi ordina Cassandra.
Faccio ciò che dice, e mi copro fino al mento. Jeremy si alza. Mi allungo per prendergli la mano.
-Per favore...
-Vuoi che rimango fino a quando ti addormenti?- Chiede.
Annuisco. Guardandomi, sorride.
-Accompagno Cassandra fuori e torno, d'accordo?
-Sì- Gli sussurro.
Cassandra s'inclina e mi bacia sulla testa.
-Vengo domani per vedere come stai, okay? -Le faccio un sorriso molto, molto debole- Buona notte, tesoro- Termina, e se ne va. Jeremy la segue.
I miei occhi si chiudono e all'istante vedo il viso di Howard. Scuoto la testa e riapro gli occhi. Sento la porta dell'appartamento chiudersi. Stringendo la coperta con le mani, aspetto Jeremy.
Quando torna, spegne la luce. L'unica accesa proviene dal corridoio. Fa che il mio cuore batta un po' più veloce. Jeremy s'inginocchia accanto a me, e si appoggia coi gomiti sul letto.
-Come stai?
-Vedo il suo viso. Non riesco a concentrarmi su nulla, ad eccezione del suo viso e delle sue mani su di me. È troppo. Ci è quasi riuscito, Jeremy. Ho incominciato a vedere nero e ne ero felice. Non volevo più sentir nulla. Non volevo provarlo. Faceva male. Mi ha fatto tanto male- Affondo il viso nel cuscino e piango.
Passa le dita tra i miei capelli.
-Aspetta -Dice, alzandosi. Curiosa, lo vedo andarsene. Torna poco dopo con una spazzola- Siediti un attimo.
Lo faccio e lui si mette dietro di me. Con attenzione e soavemente, comincia a sciogliere i nodi dei miei capelli.
-Perchè lo fai?- Gli chiedo a bassa voce.
-Perchè sarà una tortura cercare di farlo domani -Sussurra Jeremy- A ogni modo, dicono che può calmare.
-Sei un amico fantastico. Non capisco il perchè. Voglio dire, non ho fatto nulla per te. Perchè? Perchè mi aiuti?- Gli chiedo, girandomi.
Facendomi un sorriso triste, riponde:
-Una volta qualcuno ha mai fatto qualcosa di bello per te? -Nego e guardo da un'altra parte- È molto triste -Jeremy mi abbraccia- Lo faccio perchè mi preoccupo per te. Non aspetto nulla in cambio.
Lacrime silenziose scendono sul mio viso.
-Un giorno ti ripagherò.
-Un giorno dovrai prenderti cura di me e ti avverto, sono come un bambino.
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