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- 76 - La decisione definitiva


"Consigliere, è arrivato il momento di attaccare. Credo che non troveremmo momento più opportuno di questo".

Velkam sedeva nel suo solito trono, dietro il piccolo tavolo in legno che fungeva da scrivania. Con la mano destra si reggeva il mento nel suo solito atteggiamento pensieroso.

Due torce inondavano la sala disadorna di una luce sinistra. Sul fondo della stanza era sistemato un rudimentale letto di provvisoria proprietà del re, affiancato da altre due lettighe dall'aria comoda che erano state destinate al sonno dei due consiglieri.

Era la piccola camera dove il re stava chiuso per intere giornate a pianificare l'attacco di Lumos, a stilare documenti o a smaltire piccole moli di lavoro che aveva portato con se da Lumos e Nublia.

"Maestà, state dicendo che avete intenzione di avanzare? Così all'improvviso?!".

"Ghernò starà ancora aspettando un responso. Avrebbe voluto essere sicuro sul numero dei nostri uomini. Il suo è stato un errore fin dall'inizio e con questo ci sta dando inconsapevolmente la possibilità di prevenire le sue mosse. Concludo quindi che prima attaccheremo, meglio sarà...".

"Maestà, dimentichiamo una cosa fondamentale: la principessa Roxane! Ricordate che Kaharan l'ha portata con sé nella foresta?".

"Un motivo in più per gettarsi al loro inseguimento e attaccare Nox proprio adesso che è più debole e senza il suo sovrano".

Dalhom non obiettò a quelle ultime parole. Velkam aveva ragione, non c'era dubbio. Ma che ne sarebbe stato di quei pochi giorni di pace che aveva trascorso alla Tana? Di lui e di Cassandra? E se uno dei due non fosse sopravvissuto alla guerra?

"Che c'è Dalhom? Ti vedo perplesso...", domandò il re con aria di pura curiosità.

"Non è nulla signore, solo... pensieri".

"Per quelli c'è tempo...", aggiunse frettoloso il re, "ora va' da Lianus, cercalo e insieme radunate tutti i generali. Convocateli! È un consiglio di guerra!". Il re assunse uno sguardo fermo e severo.

"Agli ordini maestà!", si inchinò Dalhom.

"Meno formalità Dalhom e... più disciplina per favore...", concluse a bassa voce, "Gradirei che in questa guerra si evitassero gli affari di cuore, sai... per un fatto di comodità. Desidererei evitare di complicare ulteriormente le cose".

Dalhom tossì sonoramente colto alla sprovvista. Era lampante che il re alludesse a lui e Cassandra.

"Ah, perfavore, dì alla tua amica Cassandra di evitare ritardi questa volta! O la rispedisco dritta a Nublia".

"Sì, signore!".

Il ragazzo si guardò intorno nervosamente. Il re aveva assunto il suo tipico sguardo di ghiaccio che non transigeva.

Dalhom pensò che seppure quel giovane re fosse suo coetaneo aveva talento. Solo pochi anni più di lui, ma già il re si portava un'esperienza alle spalle che avrebbe fatto invidia a un generale veterano.

Era certo. Velkam sapeva il fatto suo ed era anche più furbo di quanto avesse immaginato fino a quel momento.

Quando vide che il re non ebbe altro da aggiungere il consigliere si voltò e fece per uscire, ma fu allora che la voce sommessa ed estremamente comprensiva del re lo spiazzò con una frase.

"Dalhom, credimi quando dico che in guerra non c'è posto per l'amore". Lo disse in un tono rassegnato, senza alcun rancore, cosa che a Dalhom fece credere ancora di più che lui sapesse.

Il ragazzo chinò la testa mentre dava le spalle al suo sovrano poi aggiunse: "Forse... dipende dai punti di vista", e detto questo sparì dietro la cortina color porpora.


Per ordine del re si allestì un enorme tavolo attorno al quale si sarebbero disposti tutti e dieci i generali, più un numero indefinito di rappresentanti della Tana. Nello stesso tavolo avrebbero preso posto anche il consiglio dei dieci anziani e i due consiglieri di Velkam.

Pian piano i posti furono tutti occupati, il re rimase alquanto stupito di vedere il generale Cassandra Reìs correre a sedersi al tavolo tra i primi arrivati, e non si stupì affatto invece quando notò che, guarda caso... Dalhom e Cassandra erano finiti vicini.

"Benvenuta, generale Cassandra", la salutò Velkam con un mezzo sorriso.

"Mio re...", rispose lei chinando il capo un po' imbarazzata.

"Vedo che siete arrivata puntuale oggi".

La ragazza si scambiò un'occhiata nervosa con Dalhom. "Dovere...", aggiunse abbassando nuovamente lo sguardo.

Velkam distolse da lei l'attenzione e la puntò su Broke che zoppicante si portava al posto più vicino. Prontamente il re si alzò per aiutarlo a raggiungere la panca.

"Molte grazie mio re, non era necessario", sorrise cordialmente il vecchio.

Dopo poco tempo l'immenso tavolo fu occupato fino all'ultimo posto. Alla grande riunione erano presenti Morrigu, Mylian, Kornelius, e qualche altra faccia a Velkam sconosciuta.

"Maestà...", intervenne Broke. In sala era piombato il silenzio.

"Mi permetto di intervenire prima che inizi ufficialmente la riunione. Questi ragazzi che ho portato con me oggi, hanno ricevuto addestramento militare e come tali potranno partecipare attivamente alla battaglia".

Il re annuì. "Broke, voi della Tana avete già fatto più del dovuto per noi, ci avete dato un posto dove accamparci e ci avete procurato le provviste necessarie. Vi siamo infinitamente grati di questo e ormai è giunto il momento. Non vi chiediamo altro".

Un mormorio si sparse per tutto il tavolo prima che calasse nuovamente il silenzio.

"Il motivo per cui vi ho riuniti tutti qui, oggi, è quello per cui siamo partiti da Nublia e Lumos, e lo stesso per cui abbiamo deciso insieme di combattere. Ebbene , è arrivato il momento di scendere in campo!

"Durante questi giorni ho lavorato su alcune strategie di battaglia, inviato degli esploratori a studiare il luogo che ci sarebbe stato più favorevole per il primo attacco e, l'unica cosa che non sono riuscito a fare è stato decidere il giorno in cui avremmo dato inizio ai combattimenti.

"La liberazione di Kornelius è stato un imprevisto che ci ha un po' distolti dal nostro obiettivo primario. Ma dopo l'attacco che abbiamo subito da Ghernò mi sono reso conto che i tempi sono maturi. Mai come adesso avremmo migliori opportunità di vincere. Kaharan non c'è, Ghernò è inesperto...".

"Ghernò aveva ricevuto ordine di non attaccarvi", aveva aggiunto una voce in tono solenne.

Tutti si voltarono a vedere chi avesse osato interrompere il re. Kornelius si era alzato dal suo posto e si reggeva sulle stampelle di legno. L'espressione austera era quella di un vero guerriero.

Il re lo guardò con serietà. "Perfetto, vorrà dire che ha contraddetto gli ordini. È sicuramente sotto stato di shock, confuso, e ce l'ha con quelli della Tana per essergli sfuggiti da sotto il naso.

"Cominciamo dunque con la domanda principale. Generali, chi di voi è d'accordo ad andare in guerra? Attaccheremo di sera, col favore dell'oscurità. Ho già dato ordine di montare le macchine da guerra. Alzate dunque la mano e date le vostre adesioni".

Cassandra sollevò la mano con decisione, seguita da altri sei generali e da un altro meno deciso che vedendo gli altri si risolse ad alzarla completamente.

Draehm continuava ad essere riluttante così come lo era stato a Lumos.

"Cosa ti frena, mio generale?".

"Niente maestà...", disse l'uomo dagli occhi grandi, "Solo un dubbio. Non eravamo venuti fin qui per la principessa?".

"Sì, certo!".

"E perché nessuno si è mosso per andare a cercarla? Sappiamo tutti che la principessa Roxane è nelle mani di un nemico che ha anche la fama di essere uno squilibrato... ed è sola con lui nella foresta".

Velkam assunse un'espressione dura. Evidentemente il tono con cui gli aveva parlato il suo generale l'aveva irritato.

"Mio caro Draehm, cercherò personalmente la principessa solo dopo aver dato il via alla battaglia. Come stavo per dirvi, affiderò ai miei consiglieri il compito di fare le mie veci. L'esercito sarà diviso in due parti, ognuna guidata dal rispettivo consigliere...".

Lianus e Dalhom parvero alquanto sorpresi da quella notizia, nessuno dei due aveva saputo nulla riguardo alla decisione del re, prima di quel momento.

"E Roxane?", intervenne uno dei saggi.

"Della principessa mi occuperò io, subito dopo aver dato inizio alla battaglia prenderò la via della foresta. Suppongo che voi abbiate una mappa della Selva...".

Broke annuì poco convinto: "Maestà, non sono state più disegnate mappe della foresta da circa vent'anni".

"Non vorrete dirmi che voi, da abitanti di questa foresta non l'avete mai girata? Non ne conoscete il segreto?".

Broke scosse il capo: "Non ci siamo mai inoltrati dentro di essa, non è mai servito. Però abbiamo una carta risalente a molti anni fa, potrebbe servirvi per orientarvi".

Velkam annuì pensieroso. L'idea di inoltrarsi da solo in quella foresta lo inquietava, ma doveva trovare Roxane a tutti i costi. Kaharan era da solo, sarebbe bastato lui stesso a fronteggiarlo il principe nero. E per trovarli? Beh, si sarebbe orientato con le tracce che i ragazzi avevano lasciato durante il loro viaggio.

All'improvviso sentì l'impellente bisogno di fare presto. La vita di Roxane era appesa ad un filo.

"Allora è deciso?", chiese ancora il generale Draehm, "Si combatterà domani notte, Sire... ne siete sicuro?".

"Sì. non possiamo aspettare oltre".

Broke si chinò a sussurrare qualcosa al confratello della Tana. Questo si alzò e scomparve dalla loro vista per poi fare ritorno con un rotolo di pergamena consunto tra le mani.

"La mappa mio re", disse con voce stridula mentre la srotolava davanti ai suoi occhi per mostrargli l'immagine di una sbiadita Elea.

"Credo che questa possa bastare", affermò il re con aria soddisfatta.

"Ma passiamo a quello che riguarda voi. Quello che io ho programmato, è quanto segue: di notte gli eserciti saranno spinti verso il luogo che con i nostri esploratori abbiamo prefissato...".

Il sovrano si alzò e raccolse un grande rotolo di pergamena, lo porse a due giovani che lo ressero in modo che tutti potessero vederlo. Era una mappa della città di Nox e della foresta confinante.

"Noi attaccheremo da qui...". Indicò una zolla evidenziata da una "x".

"Le torri d'assalto abbatteranno le mura nella maggiore discrezione possibile, il re provvisorio sarà colto alla sprovvista.

"Dobbiamo vincere contro l'esercito di Nox, dobbiamo sconfiggere Ghernò. Senza Kaharan sarà lui il vostro principale obiettivo, soldati. Caduto Ghernò, sarà caduta Nox".

Ritornò a sedersi in cima al tavolo e guardò ad uno ad uno il viso dei suoi generali. "Avete qualcos'altro da chiedere?".

Morrigu che fino a quel momento era rimasta in silenzio, prese la parola. "Come pensate di fare da solo a liberare Roxane?".

Il re le sorrise: "Quello sarà un mio problema".

"Avete bisogno di una scorta maestà!".

"No".

"Verrò io con voi!", si offrì lei con impeto.

"No Morrigu, ogni singolo uomo è importante per questa guerra, sapete bene che in battaglia un solo uomo può fare la differenza".

A quelle parole nessuno ebbe da ridire e la stessa Morrigu si abbandonò al suo posto silenziosa.

"Siete tutti d'accordo ad attaccare domani notte?".

Tutti annuirono e quasi tutta la tavola fu circondata da mani sollevate che confermarono gli assensi.

"Allora, per maggioranza di voti la decisione è presa. Preparate le torri d'assalto, le catapulte, i soldati, miei generali. Domani notte si va in guerra! Per Roxane, per Lumos e per quello che fu il mio secondo padre... Kassin!".

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