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- 72 - L'oasi di Ninfea


Il viaggio proseguì senza intralci per tutto il pomeriggio e il pomeriggio dopo ancora.

Kaharan e Roxane avevano passato entrambe le notti accampandosi nel primo rifugio che fosse idoneo, ma sempre cercando di non allontanarsi dal fiume. Fu la mattina seguente che accadde un che di inaspettato.

Stavano costeggiando il fiume già da un pezzo quando da lontano sentirono il fragore di una cascata.

"C'è una cascata qui vicino?", domandò Roxane dubbiosa.

"Che io sappia, no!". Kaharan trasse la cartina dalla bisaccia e vi diede una rapida occhiata. "Qui non c'è segnato nulla".

Roxane gli si accostò per guardare. "Nemmeno io in tutti i miei anni di studi ho mai sentito parlare di cascate nella foresta".

Kaharan si guardò intorno in cerca di una direzione da intraprendere. Fu Roxane a fargli venire l'idea. "Io proseguirei per il fiume, se è vero che c'è una cascata deve esserci anche una piccola radura dove accamparsi".

"Allo scoperto?", disse Kaharan riluttante, "Siamo nel folto della foresta. Potrebbe essere pericoloso".

Roxane si intristì. "Mi sarebbe piaciuto vederla... magari avremmo trovato una galleria o una grotta dove ripararci".

Kaharan contrasse il labbro come sintomo di indecisione, poi fece un profondo respiro e le sorrise. "Se proprio ci tieni, ti ci porterò".

La principessa esultò: "Grazie!".

Si rimisero in cammino e si lasciarono di nuovo la valle alle spalle, là dove il fiume proseguiva il suo corso. "Credo che ci stiamo avvicinando alla montagna", disse il principe Nero riluttante.

"E allora? Non è lì che dobbiamo andare?".

Lui annuì poco convinto.

Anche se il sole riscaldava i loro corpi coi suoi raggi il vento freddo dell'inverno ormai vicino cominciava a farsi sentire. Roxane fu colta da un brivido.

Il fiume in discesa aveva un corso più ripido e le acque sembravano seriamente pericolose. Chiunque vi fosse caduto, non sarebbe stato in grado di uscirne vivo, data la grande quantità di scogli al suo interno.

Continuarono a costeggiarlo mentre Kaharan di tanto in tanto scorgeva con ansia la cartina. "Che c'è? Hai paura di perderti?", chiese la principessa avvicinandosi a lui.

"No, è solo che non so cosa aspettarmi. Questo posto sembra essere molto vicino alla nostra meta. Più ci avviciniamo e più sento bruciare il drago sul mio petto... è come un presagio".

Roxane rimase interdetta ma una strana sicurezza la invase man mano che si avvicinavano a quel luogo misterios. Con un cauto sorriso cercò di trasmettere a Kaharan un po' della sua serenità.

"In qualche modo riusciremo a venirne a capo", lo rassicurò.

"Lo spero", sospirò il principe poggiandosi una mano sul cuore.

Con un colpo di talloni spronò. "Muoviamoci!", aggiunse misterioso.

Proseguirono per un tempo indeterminato finché sentirono il fragore dell'acqua che si infrangeva sulla superficie farsi sempre più vicino e sovrastare il rumore del fiume.

"Ci siamo quasi?", chiese Roxane.

"Siamo arrivati", disse lui scendendo da cavallo. Erano ancora al coperto, sotto gli immensi alberi della foresta. Legò ad un ramo Freya e l'altro cavallo, poi andò a darle una mano per aiutarla a scendere a terra.

"Perché siamo scesi?".

Lui la prese per mano e si aprì la strada insinuandosi tra altissimi canneti ed enormi cespugli colmi di more rosse. Uno stridio e un continuo batter d'ali tra le fronde di quegli alberi secolari annunciarono loro la presenza di un gran numero di animali.

"Dove ci troviamo?", domandò Roxane in un sussurro.

Lo seppe non appena Kaharan scostò l'ultima fronda di salice che copriva loro la visuale. Lo spettacolo che si presentò ai loro occhi li lasciò senza fiato. Erano di fronte ad un'immensa cascata, che nulla aveva a che vedere col corso ripido del fiume.

Alla ragazza parve di essere stata catapultata in un'altra dimensione, in un prato verde e rigoglioso cosparso da fiori gialli che le ricordavano tanto la forma delle stelle. Qualche coniglietto qua e là saltellava rosicchiando con i dentini aguzzi i teneri fili d'erba.

Davanti alla cascata l'acqua del fiume era calma e cristallina. Le increspature brillavano ai raggi del sole caldo del mezzogiorno e perfino il vento aveva smesso di sferzare le fronde degli alberi alti.

La ragazza fece un passo avanti per addentrarsi completamente in quell'oasi di colori. Vide tantissimi uccelli appollaiati sui rami degli alberi. Ce n'erano dei colori più disparati e sgargianti. A colpirla fu un uccelletto dal becco adunco e dagli occhietti furbi con le piume gialle e verdi.

Gli si avvicinò fin quasi a sfiorarlo, ma quello non si mosse, continuando piuttosto ad osservarla con curiosità.

"Kaharan, vieni a vedere!". Esclamò la principessa invitando il principe ad avvicinarsi. Lui subito le fu accanto, ma alla sua vicinanza il piccolo pappagallo cinguettò ostile e andò a posarsi su un ramo più in alto.

"Io so che cos'è questo posto!", esclamò nello stesso istante Roxane con un sorriso che le illuminava il volto. "So che cos'è!".

"Come fai a conoscerlo?", Kaharan stava vagando ancora con lo sguardo.

"L'ho studiato in storia delle creature magiche... riguarda la leggenda della mia famiglia!".

"Kaharan aggrottò la fronte senza capire.

"Abbiamo trovato l'oasi di Ninfea, la leggendaria oasi della ninfa capostipite di tutte le creature magiche!".

Kaharan si accigliò, non riusciva a capire cosa c'entrasse una ninfa con quel posto se di ninfe non se ne scorgeva neanche l'ombra.

"Credevo che fosse un luogo leggendario, nessuno c'era mai stato... io... credevo che fossero solo fantasie della gente!", continuò Roxane. Si accorse dello sguardo allibito di Kaharan così con pazienza iniziò a spiegare fin dall'inizio.

"Dicono che l'oasi di Ninfea sia un posto fatato. Un posto dove è sempre primavera. Molti anni fa la ninfa Ninfea lo creò come suo rifugio. Era lei la ninfa protettrice di tutte le creature viventi. Gli animali erano la sua casa, i suoi fratelli. La leggenda dice che Ninfea scomparve per dare vita a un essere che fosse superiore ai suoi animali e scelse di crearlo a sua immagine. Diede vita alla stirpe reale di Lumos e alle ninfe discendenti che ne avrebbero tutelato il regno per sempre".

Roxane smise di parlare e chinò la testa imbarazzata. "Dicono...", la sua voce divenne un mugolio di timidezza, "dicono... che io sia la discendente diretta di Ninfea, e come tutte le altre donne della mia famiglia prima di me, sia identica a lei".

"Stai dicendo che Ninfea aveva la tua stessa faccia?", sghignazzò Kaharan prendendola in giro.

"Non lo dico io, lo dice la leggenda! Personalmente non c'ho mai creduto", borbottò.

Poco distante a lei un coniglietto si fermò ad scrutarla a distanza di sicurezza.

"La cena ti sta guardando, vedo che sarà estremamente facile procurarsi da mangiare stasera" ironizzò Kaharan ammiccando al coniglietto di fronte a loro che sembrava scrutarli con sospetto.

"Che cosa stai dicendo, Kaharan?!", urlettò Roxane con sguardo di rimprovero.

"Vuoi dire forse che non possiamo arrostire uno di questi conigli?".

"Stai scherzando, vero? Non toccarli nemmeno per sbaglio, villano che non sei altro!". La principessa si chinò e strappato un filo d'erba lo porse al coniglietto che se ne cibò dalle sue mani.

"Questi animali...", spiegò, "sono diversi da tutti gli altri. Appartengono a Ninfea", concluse con voce mielata.

"E magari questa è la spiegazione del motivo per cui quel coniglio non ha paura di te!", aggiunse Kaharan scoppiando in una sonora risata. "Ti prego Roxane, non farmi ridere!".

"Vuoi piantarla!!!", sbottò la principessa mentre accarezzava le lunghe orecchie del coniglio grigio.

"Okay, okay, non ti arrabbiare, vorrà dire che andrò a caccia fuori di qui, contenta?".

Roxane gli rivolse un luminoso sorriso.

Kaharan ricambiò. "Porto Freya qui e poi vado, mi è venuta una fame! Tutti questi conigli che saltellano qua intorno mi hanno fatto venire voglia di carne allo spiedo".

Roxane lo guardò con biasimo. Kaharan le indirizzò un altro sorriso sghembo e scomparve tra le fronde per tornarne subito dopo con Freya al seguito.

"Lasciala libera, scommetto che un po' di quest'erba non le farà male...", lo invitò Roxane, "e poi qui siamo al sicuro, me lo sento".

Per la prima volta a condurre il gioco era lei, e non Kaharan. Adesso era lei a muoversi con una sicurezza che sembrava appartenerle da tanto tempo. Gli animali alla sua vista non scappavano impauriti e lei aveva la netta sensazione di sentirsi meglio che a casa. Roxane poteva percepirlo, quel luogo traboccava magia.

Kaharan la guardò assorto mentre respirava una boccata d'aria pulita e sorrise tra sé.

"Allora che fai, non vai?", lo invitò Roxane vedendolo impalato al suo posto.

Lui parve ritornare al presente all'improvviso. "Oh sì, vado, vado. Tu intanto vedi di non cacciarti nei guai".

Roxane annuì. Si avvicinò a lui e gli fece una carezza sulla guancia.

Sul viso di Kaharan balenò una vaga espressione di rispetto.

"A più tardi allora, erede di Ninfea", mormorò scrutandola profondamente col suo sguardo smeraldo.

"Torna presto!", rispose Roxane quando lui le ebbe dato le spalle. 

[In alto potete trovare quella che, a mio parere, è la perfetta colonna sonora per l'oasi di Ninfea]

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