- 65 - Ultimo tentativo
Ghernò aveva cominciato a perdere le speranze. Il ragazzo non parlava. Era più forte di quanto avesse immaginato e aveva resistito a tutte le forme più orribili di tortura senza dire una parola. Tutto quello che gli avevano inferto non era servito a niente, a quanto pareva quel branco di manigoldi aveva addestrato bene la sua spia.
Ora il ragazzo arrancava dolorante sul punto di perdere i sensi.
"Portate la strega qui...", ordinò Ghernò con un ringhio, "adesso vedremo chi vince!".
Kornelius avrebbe voluto urlare, dire di no. Voleva avere la forza per reagire, Aurora era una delle poche cose belle di quei giorni, non voleva vederla soffrire davanti ai suoi occhi. Non doveva morire così, non ora!
I due uomini che l'avevano torturato fino a quel momento uscirono dalla stanza con un profondo inchino.
"Che c'è mio valoroso amico? Ti tremano le gambe? Vuoi accomodarti?", lo canzonò Ghernò indicando la sedia arroventata.
Il ragazzo riusciva a stento a tenere gli occhi aperti, poteva tenere alzata a malapena la palpebra destra. Il volto era ormai tumefatto e pieno zeppo di cicatrici e scottature.
Quando all'interno della stanza fecero ingresso i due uomini con Aurora in catene, il giovane tentò di parlare ma il dolore glielo impedì.
"Kornelius!", gemette Aurora in lacrime tentando di raggiungerlo.
"Sta' ferma!", la schiaffeggiò uno di quelli incatenandola con le braccia sospese e strappandole il corpetto per scoprirne la pelle delicata.
"Allora Kornelius, hai da proporre qualche compromesso?", Ghernò lo schernì brandendo la frusta con la punta di metallo.
"Las... sc... sciala", ansimò il ragazzo.
Ghernò rise divertito: "Eh no... almenocchè tu non mi confidi il tuo segreto... in cambio di lei. Facciamo un patto. Tu mi dici chi ti manda e lei avrà salva la vita, d'accordo?", lo rassicurò.
"Non farlo Kornelius!", urlò la ragazza.
"Fatela star zitta...", ordinò il sostituto del re infastidito, "le ragazze che strillano mi hanno sempre dato sui nervi".
Uno dei soldati schiaffeggiò forte Aurora e le fece sanguinare il labbro.
"Su Kornelius... una sola parola e tutto questo finirebbe. Devi solo dirmi dove si nascondono!".
Kornelius non rispose. E a questo affronto il sicario ringhiò di frustrazione.
"Frustatela!", sbraitò furibondo.
Aurora strillò impaurita e un urlo di dolore irruppe nella stanza non appena gli assestarono il primo colpo. All'istante uno squarcio si aprì sulle sue spalle iniziando a sanguinarle.
"Vuoi che continui?", lo esortò Ghernò.
"Non dire nulla Kornelius, non...", tentò di intervenire Aurora ma un altro colpo ancora più forte la fece urlare di nuovo.
Kornelius si sentiva in un'altra dimensione. Era consapevole di ciò che stava accadendo a quella ragazza. Aurora stava piangendo e soffrendo a causa sua. Doveva aiutarla in qualche modo, ma il suo corpo non rispondeva ai comandi. Aveva voglia di dormire, voleva solo dormire... per sempre. E ad un certo punto i suoi occhi si chiusero e non sentì più nulla. L'ultimo pensiero che baluginò nella sua mente fu: "Mi dispiace Aurora... di tutto...".
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