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-23- Il futuro sovrano


La luna era alta in cielo e spandeva attorno a sé un alone di luce quando Velkam uscì dalla porta secondaria del giardino. Il castello, immerso nel silenzio, sembrava non essersi reso conto della mancanza del suo sovrano e quasi faceva da complice a quella strana fuga.

Il ragazzo si fermò un attimo a contemplare il cielo stellato, in ascolto di quel silenzio assordante rotto soltanto dal dolce scrosciare dell'acqua che si infrangeva sulla superficie della fontana di fronte a lui.

Quando poi ripensò al contenuto del messaggio si diresse alle scuderie il più silenziosamente possibile e in fretta sellò il suo destriero più veloce, lo legò alla staccionata e si fermò sovrappensiero a carezzare la sua ruvida criniera. Gli occhi acquosi del suo cavallo lo scrutarono in viso. L'animale sembrava incuriosito da quella strana visita notturna.

"Perla, vecchio mio, portami a Lumos, su!".

Velkam gli salì in groppa solo dopo aver sistemato le briglie, poi con un buffetto lo invitò ad avanzare silenziosamente fino all'uscita del cancello dove spronò il cavallo e si perse al galoppo nella notte.

...

"Glaudius, chiama il dottore, il re è peggiorato!". Aveva detto Tayri in lacrime quando era corsa nelle cucine ad avvisare il fratello. Questo, in men che non si dica, aveva preparato il cavallo e si era diretto al galoppo verso la casa del medico.

Poi la ragazza era tornata di sopra preoccupata. Il re respirava irregolarmente e sembrava svenuto.

"Mio re, mio re...".

La ragazza lo scosse nervosamente ma il re non diede nessuna risposta. La serva allora gli si sedette accanto mordendosi le labbra e nascondendo gli occhi dietro un fazzoletto. Si dondolava nervosamente avanti e indietro chiedendosi il perché di quelle disgrazie tutte in una volta. Era sicura che ad un altro dolore non avrebbe retto.

Un vociare dietro la porta la fece sobbalzare. La porta si spalancò quasi subito e sulla soglia comparve il principe Velkam. Tayri lo riconobbe dalla strana capigliatura. Il principe parve sorpreso quanto lei di trovarla lì nel cuore della notte. La osservò con aria triste e si richiuse la porta alle spalle.

Tayri presa alla sprovvista fece per alzarsi e uscire dalla stanza. "Con permesso", disse affrettandosi con un inchino verso l'uscita.

"No!", intervenne il principe con espressione concentrata, "Restate pure, non mi porterete nessun fastidio". Il ragazzo si avvicinò a lei e con cortesia le chiese: "Piuttosto, vorrei che mi spiegaste un po' quello che è successo".

La giovane serva rossa in viso fu grata al principe per quell'atto di bontà. Tornò a sedersi mentre lui la imitava sedendole accanto. A quel punto Tayri si asciugò le lacrime con il fazzoletto e cominciò il suo racconto, parlando al principe dell'ulteriore peggioramento del re e delle sue volontà di mandarlo a chiamare il più presto possibile.

Le prime luci dell'alba illuminavano ormai la stanza semibuia quando Velkam, terminato il racconto di Tayri, si slacciò la spada e la poggiò su un mobile accanto al letto del re.

"Sarete stanca, andate a riposare, posso rimanere io se volete", la invitò il principe comprensivo.

"No, che cosa dite? Voi siete un principe, questo... è compito mio!". Si rifiutò lei che non era mai stata educata a cedere il suo umile lavoro da serva ad un nobile.

Velkam la fissò intenerito. " Vedo che siete tanto affezionata al vostro re! E chi non lo è? Anch'io nutro una grande stima per lui. L'ho sempre considerato uno dei sovrani più giusti che Elea abbia mai conosciuto".

Tayri incurvò le labbra in un finto sorriso, ma senza riuscire a nascondere ancora quello che provava scoppiò a piangere. L'ansia accumulata durante tutti quei giorni sembrò premere così dolorosamente sul suo petto che la giovane si lasciò andare alle lacrime, sia per il re, che per Lyron. Il ricordo del giovane stalliere non l'aveva ancora abbandonata ed ogni notte era per lei causa di atroci sofferenze.

Tayri si chinò poggiandosi al braccio della poltrona. Per un attimo si vergognò di quella sua stupida debolezza davanti al principe di Nublia. Tuttavia lui non parve scomporsi di fronte a quella patetica scena.

"Lo amavate tanto, vero?", le chiese Velkam carezzandole la testa come se l'avesse letta nel pensiero.

La serva alzò lo sguardo confusa.

"Il ragazzo intendo... eravate innamorata di lui".

Tayri lo fissò per un attimo con gli occhi arrossati di pianto e dopo avergli fatto cenno di sì col capo, abbassò timida il viso e si passò il fazzoletto sulla guancia destra, là dove una lacrima correva ribelle giù fino alle sue labbra.

"Come ti chiami?", le chiese il principe.

"Tayri, signore...", riferì la ragazza.

"Ebbene Tayri, ti rivelerò un segreto: non perdi mai veramente le persone che ami ...". Cominciò posandosi una mano sul petto proprio in direzione del cuore. "Restano qui, dentro di te, e vengono a trovarti nei momenti più difficili, quando ti sembra di cadere giù... a pezzi". Il ragazzo fece una pausa, come se un pensiero prepotente si fosse fatto spazio all'improvviso nella sua mente, poi parlò più serenamente, con tono quasi consolatorio. "Non dimenticare mai le mie parole e non aver paura del futuro, c'è sempre qualcuno pronto a porgerti la mano proprio mentre stai precipitando. Ti renderai conto un giorno che ti sbagliavi, quando pensavi che non saresti più riuscita a vivere la vita nella sua pienezza, perché magari avrai trovato una persona che ti avrà reso felice, o ti ritroverai ad avere una nuova ragione per vivere...

"Sei una serva leale, Tayri, ogni re ne desidererebbe una come te, ricordalo! La modestia è il miglior biglietto da visita per una ragazza, e tu ne hai tanta. È per questo che sono sicuro che, anche quando Kassin non sarà più con noi, tu avrai grandi possibilità!". Terminò il suo discorso sorridendole tristemente, poi si appoggiò con la schiena alla poltrona e chiuse gli occhi con un sospiro.

Dei rumori fuori dalla porta fecero capire ai due che il dottore era arrivato, Glaudius lo aveva accompagnato alla porta, così sia Tayri che Velkam al suo ingresso si accomodarono fuori dalla stanza in attesa del responso del medico.

Attesero per più di mezz'ora quando il dottore comparve dalla camera reale.

"Ho somministrato una medicina al nostro re, la crisi è passata e presto tornerà a svegliarsi, ma posso confermare che gli resta ormai poco da vivere".

Nell'udire quelle parole Tayri affondò il viso nel fazzoletto e singhiozzò.

"Quanto, per l'esattezza?", chiese Velkam cinico mentre passava la mano sulla spalla della ragazza sconsolata.

"Meno di venti giorni purtroppo" terminò tetro il medico mentre si congedava con un inchino.

"Il re voleva parlarmi è vero?", chiese Velkam a Tayri.

"Sì", singhiozzò la serva.

"Allora aspetterò qui fin quando non si risveglierà".


...


Tayri era seduta a vegliare il suo sovrano quando si sentì chiamare in un sussurro. Era pomeriggio inoltrato e lei non era andata via da quella stanza nemmeno quando l'avevano chiamata per mangiare, tanta era la preoccupazione per Kassin.

"Tayri".

La ragazza nel sentirsi chiamare alzò il capo esultante. "Mio re, vi siete svegliato finalmente!".

Il sovrano alzò la mano raggrinzita per zittirla. "Velkam, è qui?". Ogni parola sembrava costargli una grande fatica.

"Sì maestà, è qui, corro a chiamarlo".

Tayri si precipitò letteralmente dalle scale fino ai giardini, là dove Velkam aveva trascorso il tempo allenandosi con la sua spada.

"Principe Velkam...", lo chiamò con un sorriso gioioso, "il re Kassin chiede di voi, si è svegliato!".

Velkam interruppe all'istante l'allenamento e gettata la spada sul prato si diresse nella camera reale.

Il cielo limpido e azzurro aldilà della finestra della camera del re sembrava essere di un posto lontano. Dentro quella stanza si respirava solo aria di tristezza.

"Velkam, ragazzo...", lo chiamò il re.

"Ditemi, Kassin!", accorse il principe inginocchiandosi al capezzale del sovrano.

"Ho bisogno di fare una cosa, voglio che tu mi sollevi da questo dannato letto!".

Tayri si allarmò. "Ma cosa dite, maestà? Peggiorereste la vostra situazione!". La ragazza guardò con aria di supplica Velkam come a pregarlo di non dargli ascolto.

"Ha ragione Tayri, non siete nelle condizioni di potervi sollevare", intervenne il ragazzo.

Il re fece un gesto di fastidio con la mano. "Non starà certo a Tayri dire cosa devo o non devo fare, e neanche a voi. Piuttosto Tayri...", disse il re con tenerezza rivolgendosi all'esile serva, "porta qui la mia corona e chiama tutta la corte. Voglio che vengano tutti qui!".

Tayri stupita non volle pronunciarsi più, chinò la testa in segno di sottomissione e uscì dalla stanza.

"E ora a noi due Velkam", ricominciò il vecchio sovrano. "Immagino che tu sospetti il motivo per cui ti abbia mandato a chiamare. Ma non voglio perdermi in chiacchiere... mi resta poco fiato per parlare e pochi giorni da vivere. E quando morirò, voglio morire in pace, sicuro di aver lasciato il mio regno in buone mani, così come mia figlia, se mai la ritroveremo...".

Velkam ascoltò assorto, ancora insicuro su dove Kassin volesse andare a parare con quel discorso.

"Con tutto questo, ragazzo, voglio dire che adesso stesso, io ti incoronerò mio successore e legittimo erede al trono, chiedendoti in cambio solo un erede che mi discenda. L'unica richiesta che ti faccio è quella di sposare mia figlia Roxane.

"Trovala, figliolo, ti prego. Ti chiedo questo perché so che posso riporre in te la mia massima fiducia!".


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