-17- Crudeltà
Kaharan continuò imperterrito a dare indicazioni al suo unicorno nero durante tutto il tragitto senza che questo si opponesse. Non un segno di protesta, né d'irrequietezza, alla vista della principessa che gli era salita in groppa. L'animale era apparso del tutto tranquillo e consapevole di portare sopra di sè un'estranea, eppure si limitava a fissarla di tanto in tanto nel lungo cammino con occhi curiosi, voltandosi, senza batter ciglio.
Camminarono per molto tempo. Roxane si disse che probabilmente al principe era stato difficile trovare un posto favorevole per l'accampamento suo e dei cavalli che necessitavano di essere abbeverati. Kaharan doveva essersi spostato di molto dal luogo da cui era scappata.
Dopo aver viaggiato senza sosta per quasi un mattino i due giunsero ad un fiume e lo costeggiarono fin quando non si trovarono di fronte a una parete rocciosa.
Una breccia, come un piccolo passaggio, lasciava intravedere al suo interno un caldo riparo per la notte. Freya, che era legata vicino alla grotta, scalpitò alla vista del rivale unicorno nero.
Con una frenata brusca il principe arrestò Febo davanti l'ingresso della grotta.
"Scendi". Le ordinò.
La ragazza obbedì senza fiatare, scese dalla groppa dell'unicorno seguita a ruota da Kaharan. Questo, prima di avviarsi, tolse le briglie al suo destriero e con una pacca sul dorso lo fece galoppare lontano.
L'unicorno si allontanò da loro scomparendo tra le fronde degli alberi libero di sfogarsi in una pazza corsa a rotta di collo.
Kaharan rimase in piedi ad osservarlo fin quando non scomparve dalla sua vista, poi si voltò verso di lei con cipiglio severo e incuriosito allo stesso tempo. La fissò per un periodo di tempo indeterminato senza dire una parola. Lei ricambiò lo sguardo austera. Non voleva dargliela vinta, e se fosse stato necessario avrebbe tentato la fuga un'altra volta.
Il ragazzo si avvicinò alla casacca con gli utensili e le armi e ne trasse fuori una corda. Le si avvicinò pronto a legarle le mani.
Roxane si divincolò per protesta. "No", sibilò facendo un passo indietro.
Kaharan la scrutò stizzito: "Torna subito qui, devo legarti, non sei degna della mia fiducia".
Roxane accigliata si allontanò come se stesse arretrando cautamente da una belva feroce che da un momento all'altro, al primo movimento brusco, l'avrebbe attaccata.
A quel suo ripiego Kaharan rispose con un passo indeciso verso di lei. "Non tentare di fuggire di nuovo, perché questa volta mi arrabbio sul serio!". I freddi occhi verdi fissi su di Roxane la fecero rabbrividire.
La ragazza continuò a indietreggiare con sguardo ostile, mentre il principe a passi piccoli si avvicinava pronto ad afferrarla qualora si fosse data alla fuga. "Ti ho detto, torna immediatamente qui!", disse gelido a denti stretti.
La principessa sull'orlo di una crisi di panico si guardò intorno spaesata. Non ce l'avrebbe mai fatta a scappare, ma si voltò e corse via. Il suo corpo reagì per lei, così, d'istinto, attraversò la vasta radura per rifugiarsi tra gli alberi. Sapeva, tuttavia, in cuor suo, che non ce l'avrebbe mai fatta a sfuggirgli. Kaharan era giunto a un passo da lei. Era molto veloce. I suoi capelli rossi erano scossi dal vento e gocce di sudore gli imperlavano la fronte.
Mentre Roxane correva a perdifiato, col cuore che le scoppiava nel petto, lui si gettò a terra all'improvviso e chiuse con forza i pugni su un lembo dell'ampio vestito della principessa. Lei perse l'equilibrio e cascò sul terreno.
Messala ormai fuori gioco e senza mollare la presa Kaharan si sollevò sulle ginocchia, e una volta in piedi la osservò torvo.
"Sbaglio, o ancora non hai afferrato il concetto?", disse furioso prendendola per i capelli fino a farla urlare dal dolore. Glieli tirò forte per farla voltare il viso dalla sua parte.
"Quante volte devo ripeterti che non scherzo mai?", la picchiò ripetutamente facendole sanguinare il labbro, e sempre trascinandola per i capelli la legò al tronco di un albero talmente stretta che sembrò bloccarle la circolazione.
Questa volta Roxane non protestò. Col viso in fiamme attese che il suo aguzzino terminasse di passare la corda alla sua vita per svariati giri e nel frattempo rimase immobile. Sentì la stretta della corda proibirle il respiro, i muscoli iniziarono a dolerle e la vista le si appannò. Quando poi Kaharan ebbe finito rimase sola.
Un rombo lontano le fece capire a che il tempo non prometteva nulla di buono, un temporale si stava avvicinando.
Kaharan, terminata l'opera, era entrato nella grotta e da lì era uscito solo dopo aver portato con sé le sue armi.
Con l'arco e la faretra Roxane lo vide allontanarsi senza nemmeno degnarla di uno sguardo. I passi attutiti dall'erba si fecero sempre più lontani fin quando la principessa non lo vide sparire dietro la folta macchia di abeti.
Rimase legata in posizione innaturale, e immaginò che sarebbe dovuta rimanere in quel modo per parecchio tempo. Il principe era crudele, non gli importava nulla di lei, non gli importava di Lyron, di suo padre, di nessuno... e lo detestava per questo.
La ragazza lo attese per lungo tempo. Seppe per certo che Kaharan si era recato a caccia, ma iniziava ad avere seriamaente paura. Erano passate più di tre ore da quando era andato via, la sera era calata e i rombi dei tuoni si facevano sempre più vicini. Sentì una fredda goccia cascarle sulla punta del naso, e pian piano cominciò a piovere sempre più forte finché la leggera pioggia non si trasformò in una pioggia a dirotto. L'acqua le penetrò fin sotto la pelle facendola intirizzire, e ancora del principe non c'era nessuna traccia.
Roxane tremava, dal freddo e dalla paura. Non c'era fuoco dov'era lei e di lì a poco sarebbero potuti arrivare anche i lupi affamati che avrebbero approfittato della sua immobilità per sbranarla.
Era questo che il principe aspettava?
I fulmini squarciarono il cielo cogliendola di sorpresa e il cielo tuonò minaccioso quando Roxane intravide una nera figura tra la macchia degli alberi. Kaharan avanzava fradicio quanto lei, i capelli zuppi d'acqua e gli occhi che scintillavano al buio. Portava con sé due lepri, il suo trofeo di caccia.
La guardò con distacco, e zuppa com'era non gli fece alcuna compassione. A passo svelto piuttosto, entrò nella grotta e la lasciò fuori al freddo e alle intemperie.
La ragazza gli urlò contro, cercò di richiamare la sua attenzione senza alcun risultato.
"Ti prego! Non puoi lasciarmi qui fuori! Ti scongiuro Kaharan!".
Per tutta risposta alle sue disperate richieste, poco dopo, dall'interno della grotta Roxane vide luccicare una flebile luce. Il principe aveva acceso un fuoco e in quel momento la principessa fu certa che stesse mangiando tranquillo.
Mentre invece i cavalli stavano a ripararsi nella folta macchia, lei era costretta a sorbirsi silenziosa tutta l'acqua che il cielo le riversava contro. Tutta la notte non smise di piovere e Roxane non dormì, guardando con invidia la luce del fuoco che pian piano si faceva sempre più debole. Le ore passarono, la vide estinguersi piano e prima che fosse del tutto finita desiderò ardentemente di trovarsi al caldo là dentro.
Odiava il principe per tutto. Per come la stava facendo soffrire ingiustamente, per ogni sopruso e ogni disprezzo e lo urlò nella notte. Le sue grida rimbombarono nel silenzio della foresta, ma dalla caverna non venne nessuna risposta. E allora Roxane pianse, tanto, una goccia in più o una in meno sul suo viso non avrebbe fatto la differenza. Pianse forte, disperandosi della sorte che le era toccata. E quando non ebbe più lacrime da versare, rivolgendo il viso al cielo si lasciò trasportare dal ticchettio del gocce di pioggia che cadevano sulla sua pelle e perse i sensi.
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