- 16 - Il peggioramento della malattia
Da quando Roxane era stata rapita, a Lumos non c'era stato un attimo di tregua. Velkam aveva sguinzagliato tutto il suo esercito e aveva partecipato di persona alle ricerche.
Per tutta la settimana, al castello, si erano domandati come avesse potuto fare Kaharan a portare Roxane dall'altra parte della selva oscura senza imbattersi in una qualche creatura mostruosa.
Il re stava facendo la sua consueta colazione. Con il cucchiaio faceva affondare il pane nel latte, pensieroso.
Ormai dopo più di una settimana, le speranze di ritrovare la figlia a Lumos lo avevano abbandonato e da qualche giorno a quella parte sentiva venire sempre più spesso dei mancamenti che lo sorprendevano nelle più svariate situazioni.
Un rumore gli fece alzare lo sguardo verso la porta. Sulla soglia comparve Tayri, rimase in posizione eretta ad osservarlo, lo sguardo triste e le occhiaie nere accompagnati da un leggero gonfiore degli occhi davano a intendere quanta sofferenza stesse provando in quei giorni.
"Maestà, ho pensato di passare da voi, così, giusto per vedere se avevate bisogno di qualcosa".
Il sovrano sorrise stanco a quella piccola ma significativa manifestazione d'affetto. "Non preoccuparti cara, sto bene, ma se proprio insisti, puoi portare via la colazione, non riesco a mangiare, ho lo stomaco chiuso".
La ragazza si avvicinò prontamente al letto. "Ma maestà, dovete mangiare! Ora più che mai è necessario che siate in buona salute, vostra figlia...", a quel pensiero Tayri soffocò un leggero singhiozzo. Non riusciva ad ammetterlo, ma non avrebbe mai perdonato quanto accaduto a causa della principessa.
Piangeva ogni notte, il ricordo di Lyron era ancora vivido e più doloroso che mai. Aveva sempre finito col pensare che, dato che lui se n'era andato, non avrebbe avuto più senso vivere. Ma poi la vista del re malato, le cure di cui aveva bisogno, diventavano quelle le sue vere ragioni di vita. Non sarebbe mai riuscita ad abbandonare il suo re in un momento di uguale disperazione anche per lui. Gli stava accanto quando stava male, lo accudiva e parlava con lui più spesso da quando la principessa era scomparsa.
Era troppo affezionata al re Kassin per abbandonarlo. Il re era il suo benefattore, l'aveva strappata alla miseria e per questo Tayri gli sarebbe stata riconoscente fino all'ultimo respiro.
Il sovrano guardò la tazza distaccato, non riusciva proprio a mandar giù neanche un altro boccone, tuttavia la tenne per non dispiacerle. "Vedrò cosa posso fare...", sospirò, "hai ragione, ora più che mai serve che mi mantenga lucido!".
Tayri stirò un leggero sorriso colmo di riconoscenza.
"Tayri piccola mia, per quanto tu possa insistere, devi capire che ormai mi resta poco da vivere...", la prese in contropiede il re, poi si bloccò. Si toccò il petto a causa di una fitta di dolore, là proprio dove il cuore batteva sempre più lentamente. Attese qualche minuto mentre aspettava che passasse e tornò a parlare. "Eh sì, cara. La vecchiaia è un brutto affare, e alla signora morte non si può di certo sfuggire, prima o poi mieterà anche la mia vita... spero solo, di riuscire a rivedere mia figlia, prima che sia troppo tardi", terminò abbandonando la schiena al cuscino.
"Ma cosa dite maestà? Cosa dite? Lumos non è niente senza di voi, e poi, state tranquillo, sono sicura che rivedrete vostra figlia molto presto".
Dire quelle parole a Tayri costò più di un semplice sforzo. Era come rinnegare i propri sentimenti, ma lo fece, per amore del suo sovrano, per amore di colui di cui nutriva tanta stima.
"Tayri...". La chiamò il re voltandosi a fatica dalla parte opposta per prendere qualcosa dal comodino vicino al suo letto. Strinse la mano a pugno e tornò disteso. "Vieni qui", le sussurrò.
La ragazza si avvicinò compassionevole e si stupì nel vedere che il vecchio sovrano le stava porgendo qualcosa. A prima vista sembrava una piccola catenina. Aprì la mano e il re ve la fece cascare sul palmo. La ragazza la guardò incuriosita.
"Apparteneva a mia moglie, tu ne avrai più bisogno di Roxane quando io non ci sarò più. Portala con te, e quando ne avrai necessità, se mai accadrà, vendila. Ma se rimarrai a lavorare qui a corte conservala. È un pegno della mia riconoscenza per tutto quello che hai fatto, e che stai facendo per me".
Un colpo di tosse lo interruppe, il re tirò un respiro profondo poi continuò: "Ti ringrazio Tayri".
La ragazza guardò ammirata il piccolo cimelio. Una catenina d'oro con un ciondolo a forma di stella che, tempestato di diamanti, luccicava tra le sue mani. Quella collana doveva valere una fortuna.
"Ma, mio re, era di vostra moglie, non posso accettarla!", tentò di ridargliela ma il sovrano la respinse.
"No, no, prendila tu, sono sicuro che saprai custodirla meglio di chiunque altro", le sorrise con fatica. A quel punto la faccia del re si fece sempre più rossa. Kassin cominciò a tossire convulsamente come se gli mancasse l'aria, e Tayri colta alla sprovvista abbandonò la catenina sul comodino per correre a soccorrerlo.
"Mio re, che vi succede? Rispondete!", chiese terrorizzata mentre guardava la scena senza poter fare niente.
Il re si contorceva nel letto come se gli mancasse l'aria. La ragazza provò a sollevarlo, ma niente, la tosse non finiva. Un ultimo conato di vomito, poi il re si accasciò tra le sue braccia col respiro mozzo.
"Mio re, Maestà, rispondete!", lo scosse Tayri supplichevole, il viso rosso del sovrano appariva sofferto e affaticato.
Senza aspettare oltre la serva uscì di fretta dalla stanza e corse a chiamare aiuto.
...
Il medico di corte era rimasto a lungo chiuso nella stanza del re.
Tayri attendeva preoccupata fuori dalla porta della sua stanza. Ancora un po'di tempo e avrebbe saputo cosa era successo al sovrano. Si ripromise di avere cura del suo re più che di se stessa, convinta che l'avrebbe vegliato anche di notte, se fosse stato necessario.
La porta si aprì e il medico avanzò deciso verso la ragazza. La sua espressione era seria.
"Sei tu? La ragazza che si prende cura del re?".
Tayri si inchinò al dottore e rispose con un fievole: "Sì, sono io".
Il dottore la scrutò annuendo.
"Di cosa si tratta signore? Sono molto preoccupata per la sua salute, ditemi qualunque cosa possa fare per salvarlo".
L'uomo guardò la ragazza indulgente: "Vedo che gli siete molto affezionata! Vedete, questo è un periodo molto buio per il sovrano. Come già sapete il re soffre di una grave malattia al cuore, le emozione forti possono essergli letali, dovete fare in modo che non soffra. Di certo non posso affermare che la cosa sia uguale agli esordi. La malattia si è aggravata e... al nostro re purtroppo non resta molto da vivere. Ho saputo della figlia, è stata rapita dal suo nemico mortale e per lui è stato di certo un duro colpo. L'unica cosa che in questo momento potete fare per lui è infondergli coraggio, nient'altro".
La ragazza ascoltava preoccupata.
"Ah, e naturalmente continuate a fare gli impacchi e le tisane, attutiranno il suo malessere. Ma, non illudetevi, la situazione non cambierebbe comunque...", l'uomo poggiò una mano sulla spalla della ragazza. "Non disturbatelo al momento. Il re mi ha chiesto di chiamarvi, ma non andateci, fatelo riposare e non svegliatelo assolutamente. Tornate più tardi a trovarlo".
Detto questo il dottore fece un cenno di saluto alla ragazza e si voltò proseguendo per la sua strada.
Tayri lo vide svoltare l'angolo e poi sparire giù dalle scale. Si asciugò una lacrima chiedendosi come avrebbe fatto a sopportare tutto quel dolore, poi, si avviò anche lei giù per le scale, per tornare alle cucine della servitù. Stretta tra le mani aveva la piccola catenina d'oro. Strinse le nocche tanto da farle diventare bianche, sicura che non avrebbe dato via quella catenina nemmeno se in gioco ci fosse stata la sua stessa vita.
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