4.4
Emozioni confuse. (Oliver)
Oliver era tornato a casa di pessimo.
umore. La batteria del suo cellulare era morta e non aveva potuto avvisare né Dado, né i genitori che si sarebbe assentato così a lungo.
In realtà nel tempo trascorso con Viola non aveva pensato minimamente ad altro che lei.
Quando mise piede nell'appartamento famigliare ignorò i genitori e si chiuse in camera; Oliver inviò rapido un messaggio dal pc a Dado, ringraziandolo per l'enorme favore, avvisandolo anche, che aveva lasciato la macchina davanti casa sua, le chiavi riposte nella cassetta delle lettere.
Mentre aveva camminato senza fretta per i due isolati verso casa, si era a lungo interrogato su Viola: su come si fosse instupidito dinnanzi quella ragazza, gli pareva giocasse al gatto col topo e gli sbattesse in faccia la sua amicizia con Caterina per prendere le distanze.
Il padre aveva bussato alla porta della camera ma lui aveva un tale caos di pensieri in testa che non aveva affatto sentito l'arrivo del genitore.
-Le stava scrivendo una canzone.- avrà pur significato qualcosa?!
Oliver si era buttato vestito sul letto e aveva serrato con forza i pugni sugli occhi. Così lo trovò il padre che avrebbe voluto intavolare una paternale, ricordare al figlio che la madre era stata in ansia per la sua assenza a cena. La donna aveva continuato a guardare nervosa l'orologio temendo il peggio: paventando quello che ogni genitore vive, quando un figlio non fa ritorno a casa per l'orario prestabilito.
Ma davanti lo struggimento del figlio, l'uomo poté solo sedersi al suo fianco per cercare di capire cosa lo affliggesse.
《Oliver!》
Lo sguardo che il genitore ricevette era di sofferenza pura.
《Che succede figliolo?》
《Sono corso da lei...》
Il genitore aspettava, vedeva come il figlio faticasse a far emergere i suoi sentimenti, trattenesse pensieri e parole incastrati in un groviglio di emozioni confuse.
《Le ho scritto anche una canzone eppure ...appena mi avvicino...Lei fa un passo indietro.
Eppure lo so, lo so che lo sente anche lei quello che c'è tra noi: quella ...》
《Elettricità?!》 Provò il padre ad aiutarlo.
L'angoscia e l'impotenza si dipinsero sul viso di Oliver.
《Ma lei lo sa?》 Aveva chiesto l'uomo.
Una strana consapevolezza per un attimo attraversò il viso del giovane, ma poi l'espressione disperata governò i suoi tratti.
《Spiegami Oliver. Prova a parlarne con me.》
Ed Oliver aveva rovesciato sul padre un torrente di informazioni, gli aveva raccontato di quel pomeriggio, della sera del concerto, lo sfinì con ogni singolo dettaglio.
《Oliver... 》Il suono del suo nome pronunciato dal padre, alla fine di un monologo accorato, conteneva una strana amarezza.
《COSA?》Urlò il giovane spazientito.
《Come può questa ragazza sapere che muori per lei se ti presenti con Caterina? Dopo averci passato il pomeriggio, ed è sempre con Caterina che stai scrivendo una canzone.》
《Ma....》
《Ma cosa Oliver? Caterina è una sua amica e non ha mai nascosto di provare qualcosa per te. Mettiti nei suoi panni.》
Oliver abbattè la testa sul cuscino e poi si coprì il volto con le mani.
《Sono un coglione.》
Il padre rise
《No figliolo! Solo molto preso e molto poco lucido direi.》
《Ah grazie. E ora cosa posso fare?》Aveva chiesto con un tono disperato il ragazzo sedendosi, con occhi lucidi.
L'uomo finse di pensarci: se in ventiquattr'ore il figlio aveva avuto una giostra emotiva così travolgente, forse era il caso si prendesse del tempo.
《Aspetta il vostro prossimo incontro. Non forzare la natura delle cose o vi brucerete. Datti il tempo di capire che non sia solo un'attrazione momentanea, un fuoco di paglia; in fondo non la conosci.
Ed ora per cortesia va ad abbracciare tua madre che è stata in pena per te.
E trova il modo di avvisare la prossima volta che non rincasi per tempo.》
Oliver diede un fugace abbraccio al padre grato per la chiacchetata rivelatrice, e corse dalla madre in cucina, un po' meno disperato e più consapevole.
Il mattino seguente aveva atteso con impazienza che l'orologio muovesse le lancette, lo fissava allacciato al polso quasi con astio, mentre viaggiava su un interregionale diretto a Bologna. Voleva inviare un messaggio a Caterina e sapere se Viola stesse bene e lei si fosse calmata a riguardo.
Gli ci erano voluti ben sei messaggi prima che Caterina accennasse all'amica. Dal canto suo aveva deciso di rinviare un eventuale incontro con Caterina per terminare l'arrangiamento della nuova canzone, in virtù della chiacchierata col padre, grazie alla quale, aveva capito, che Viola fosse inconscia e giustamente timorosa nei confronti del ragazzo. Caterina era sua amica e se aveva stordito di chiacchiere Viola sulla sua ridicola infatuazione nei suoi confronti non corrisposta, era giusto avesse remore o timore a muoversi.
Anche per Oliver era tutto un sentiero inesplorato; Viola gli aveva accennato di essere ancora scossa da una precedente relazione e lui doveva conquistarla andondoci con i piedi di piombo.
Affrontò la lunga giornata presso il Dams con una sorta di strana pesantezza; non amava le lezioni di teoria, ma erano purtroppo parte integrante del contesto formativo cui doveva sottomettersi suo malgrado.
Quella sera stanco andò a letto presto, felice il giorno dopo avrebbe potuto suonare e incidere il brano che aveva scritto per lei.
Grazie all'aiuto di un docente era riuscito a ultimarlo, evitandogli così l'imbarazzo di dover rivedere Caterina per quel motivo.
In futuro ci avrebbe ragionato su bene se chiamarla o rivolgersi a lei per trarne beneficio per la sua musica.
Non era un mostro e non voleva certo Caterina si illudesse circa la natura dei suoi sentimenti.
La considerava una buona amica e probabilmente era stato anche grazie al suo sostegno nei confronti della band, che nel corso del tempo avevano continuato a lavorare a nuovi pezzi senza mai arrendersi.
Tra l'altro Caterina era l'unico legame tangibile con Viola; pur conoscendone ora l'indirizzo di casa non poteva certo presentarsi da lei così dal nulla; e a che titolo?!
L'avrebbe rivista al concerto la sera di Halloween, doveva solo avere pazienza.
Ormai la Shand-machine era il mezzo ufficiale del gruppo, quando il mattino seguente aveva prelevato dei dormienti musicisti dalle loro abitazioni alla volta di Milano, Oliver era carico come non mai. I ragazzi non potevano sapere che avesse ultimato il brano e un altro, parecchio particolare, avesse preso forma su una cover ascoltata a casa, spulciando tra i vinili del suo vecchio.
Viola gli faceva bene. Lo ispirava.
Milano, la mattina, era caotica, fuligginosa e assordante, non ne amava il fascino ma era consapevole che la possibilità di approdare in alcuni locali lì, avrebbe dato una spinta alla sua carriera e notorietà alla band.
Tra tutte Porta Romana era una delle zone a lui meno ostica, forse anche per il mercato pomeridiano del sabato dove vari punk, rastaman e tanti altri insoliti e pittoreschi personaggi erano soliti vendere in bancarelle caratteristici souvenir.
Lasciò in una traversa il mezzo e si avviò con i ragazzi che avevamo sbriciolato ovunque la colazione offerta da Marzia.
Nella seconda demo Oliver voleva cambiare registro, condire la sua musica con un tocco di romanticismo, come il padre gli aveva spesso suggerito in passato.
Attaccarono a lavorare sui vecchi testi per le prime due ore, inserendo anche "hey you" la canzone per Viola. Quel nuovo brano era perfetto, era fantastico. Avevano deciso di fare una prolungata pausa, anche a causa di un disguido con i tecnici, che avevano confuso la loro prenotazione con quelle di un'altra band emergente.
Così lasciando i ragazzi alla sigaretta pre pranzo era andato con Marzia e Leo a prendere da mangiare.
《Hey truppa il rancio.》Aveva urlato al ritorno.
I suoi occhi faticarono a mettere a fuoco Viola tra le braccia di Dado: restò spiazzato, il cuore in gola, preda di un'allucinzione.
《Ho fatto bene a dire a Cat di fare un salto.》 Marzia gli stava pizzicando il braccio e lui scopriva realtà la presenza della ragazza e di Caterina, che in un attimo gli fu addosso.
Rischiando di perdere l'equilibrio le aveva circondato la vita con un braccio; anche se in realtà voleva solo porre distanza fra loro.
Salutò anche Viola che fece un cenno ai nuovi arrivati; quando Leo le offrì da mangiare, lei rifiutò ma lui sapeva che la lattina di coca cola l'avrebbe accettata. Gliela consegnò per ultima potendo così godere per un attimo in più di un contatto fugace fra le loro mani.
Si sedettero su due panchine differenti e mentre Caterina era molesta oltre misura; lui fissava di sottecchi Viola chiacchierare con nonchalance con Dado, stavano simpatizzando, e pur essendo lui il suo migliore amico, la cosa lo disturbava.
A causa della, seppur breve, distanza ma del cicaleccio costante di Caterina, non poteva sentire cosa avessero di tanto divertente da raccontarsi Dado e Viola. Sentiva, vago, il morso della gelosia.
Neanche a farlo apposta Viola espresse il desiderio di vedere lo studio di registrazione e lui nonostante le remore di Leo aveva già deciso ce l'avrebbe accompagnata; tra l'altro Caterina si era persa a parlare con Marzia di una nuova tinta per capelli e aveva appena acceso una sigaretta.
Per un istante lo urtò il fatto che Dado fosse saltato in piedi per primo pronto a scortarla negli studi.
《Dovete compilare questi documenti per la fattura e la registrazione del marchio.》
Un figurino aveva intercettato Oliver e Leo con stupide questioni burocratiche, e se non vi fosse stato oltre il nome dell'amico, anche il suo su quelle carte, lo avrebbe piantato in asso; fissò Viola finché non ebbe girato l'angolo e fu felice di scoprire che anche lei lo stava guardando.
Lo lasciò perplesso invece lo sguardo malizioso che aveva intercettato in Dado.
《Leo ma non puoi pensarci tu?》
Dopo l'ennesima scartoffia Oliver stava davvero perdendo la pazienza.
Come poteva conoscere meglio Viola se con questa non poteva trascorrere del tempo.
Finirono tra uno sbuffo e l'altro di Oliver.
《Oliver tu e Caterina sareste una bellissima coppia.》Le budella gli si attorcigliarono alle parole di Leo.
《No Leo. Non mi interessa.》
《Ollie almeno per la nuova copertina della demo, pensaci!》Insistette il ragazzo.
Oliver lo aveva guardato arcuando il sopracciglio molto infastidito dalla questione.
《Sai Leo come manager di una vera band faresti pena; quale manager consiglia al solista di fidanzarsi?
E come amico invece dovresti sperare che io conosca una che mi faccia innamorare.
In sintesi: come manager e come amico fai schifo. Finiscila di cercare di farmi mettere con Cat. A me lei non interessa.》
《Ma Ollie...》
《Ma Ollie un cazzo; stai fuori dalla mia vita privata se vuoi essere mio amico.》
Aver discusso con Leo per il corridoio lo aveva irritato. Sapeva che Marzia sperava che uno di loro trovasse una ragazza simpatica con cui condividere le serate, ma imporgli Caterina era ingiusto per lui, e umiliante per lei, visto che non ne era preso.
Raggiunsero la saletta abbastanza adombrati, entrambi quei ragazzi, che mai avevano avuto un diverbio.
《Hai ragione Ollie scusami.》
Ollie aveva solo annuito alle scuse di Leo.
Nella stanza trovarono Dado accanto a Viola; come due soldatini stavano in piedi vicini, i visi colpevoli come se avessero rubato la marmellata dal barattolo.
Dado stava finendo di spiegare a Viola il funzionamento del pianale. Aveva poi acceso delle basi su testi casuali e la ridicola canzone "ti regalerò una rosa" era lì a fare da sfondo a lui che faceva il cretino con Viola.
Oliver arpionò il collo dell'amico e dopo aver strizzato l'occhio complice alla ragazza intonò anch'egli la strofa.
Dado per chiudere in bellezza aveva fatto lo sbruffone, gettandosi a piedi di lei. Ed era bellissimo vedere come lui riuscisse a farla ridere.
Leo in maniera molto fredda aveva invitato Viola ad andarsene forse ancora offeso dalla discussione avuta con Oliver.
《Accompagnala fuori Ollie e fingiti il cavaliere che non sei.》Gli aveva detto Dado dandogli una lieve spinta.
Nel corridoio illuminato a giorno avevano parlato di banalità, fino all'uscita davanti la quale Oliver cercava una scusa qualsiasi per trattenerla.
Le prese una mano solo perché aveva bisogno di ricordarsi che fossero piccole e morbide a confronto delle sue.
《Verrai al Bloom domani sera?》
《Non ho scelta. Conosci Cat.》
《Ti regalerò una rosa.》
Non sapeva perché avesse citato quella canzone che reputava dozzinale. Lo sguardo di Viola si incupì all'istante, diventando duro e freddo.
Viola sfilò la sua mano velocemente da quelle di lui.
《Io odio le rose.》
E quelle parole davvero cariche di rabbia repressa lo avevano lasciato confuso.
Erano solo stupidi fiori a cosa li associava, lei, per starci male?
Stupendolo, nonostante le parole di lei fredde, si era avvicinata per dargli un bacio di saluto, ma i loro corpi si erano cercati, di nuovo, come capitava quando fossero soli, presi da quell'attrazione che non dava pace ad Oliver.
Il calore che gli scaldò il cuore gli ricordò che si era fatto una promessa, avrebbe colorato di emozioni i suoi giorni. Un passo alla volta. E la strinse in un abbraccio breve e insoddisfacente.
Lei, poi, era uscita senza più una parola.
E lui era tornato in saletta per trovarvi solo Dado.
《Sono o non sono il tuo migliore amico?》Aveva esordito Dado ridente.
《Dipende.》
《Ma dai!!!》
《Che ti serve Da; se vuoi un prestito è no.》
《Ed io che a mani vuote ti porgo un regalo prezioso è così che mi ringrazi Oliver?》
《Non vedo scatole, fiori o cioccolatini ...Ah, no, aspetta il tuo pensiero con il fiocco invisibile non vale.》Aveva ironizzato Oliver ridendo.
《Miscredente ascolta.》
《Cosa?》
E Oliver si era smarrito per un minuto abbondante.
《Come hai fatto?》
《Le ho chiesto se voleva provare per gioco. Non sapeva che la stavo registrando》
Oliver aveva deglutito.
《La voce di Viola è fantastica. Non trovi?》Dado aveva espresso ad alta voce anche il pensiero di Oliver.
《Ah, se ti interessa ho registrato anche la sua risata.》
Oliver aveva buttato il capo indietro abbeverandosi di quelle emozioni in cui pareva naufragare.
《Come lo hai capito Da?》 Oliver aveva posto la domanda, mentre tornavano a casa, dopo aver lasciato gli altri membri della band, chiedendosi in cosa si fosse tradito.
《Sul palco sono esattamente dietro di te, coglione.
Sai: dopo la tua frase "ho conosciuto una " prima del concerto, hai tenuto la testa girata verso Cat per un paio di brani, e ho creduto quasi stessi guardando lei, poi quando hai passato il resto del concerto a guardare bordo pista, e Cate ci ha presentato Viola, non ci voleva un genio a fare due più due.》
《Sei il mio migliore amico.》
《Lo sooooo...
Ma stai attento Ollie, il fatto che sia così vicina a Caterina sarà un ostacolo per voi e per la loro amicizia.》Aveva affermato Dado con un'occhiata eloquente.
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