Capitolo 11~ Lava e Mare
La mattina mi svegliai di pessimo umore. Avevo dormito malissimo, e mi ero svegliata ripetutamente durante la notte. Era assolutamente odioso.
Uscii dalla stanza con il solo, vitale desiderio di mangiare e ingerire zuccheri che potessero tirarmi su di morale. In più erano giorni che non bevevo caffè, e senza caffeina nelle vene non riuscivo a stare sveglia. Avrei dovuto trovare una soluzione.
Scesi in giardino con questi pensieri e non mi ricordai nemmeno di salutare Rufus. Lui mi chiamò quando avevo passato già una decina di gradini. Mi diedi uno schiaffo in fronte, chiedendomi se potevo essere più stupida. «Mi scusi Rufus, oggi non ci sono proprio con la testa» dissi mortificata. «Capita a tutti una giornata nera» mi rispose comprensivo. Nel tono di voce che aveva utilizzato per richiamarmi, però, avevo notato un pizzico di dispiacere. Era un uomo gentile, e non mi sembrava corretto offenderlo.
«Se vuole un consiglio, signorina, cerchi di apprezzare le piccole cose, come il canto di un uccellino o un sorriso gentile. È lì che si nasconde la felicità». La sua espressione umile ma saggia mi rincuorò. Aveva ragione, non avevo motivo di essere così avvilita, e dovevo sempre tenere a mente che c'era chi era meno fornunato di me. Una volta arrivata in giardino ero decisamente sollevata.
A colazione ingurgitai teina in quantità spropositate, ma almeno avevo lasciato quello stato di torpore e letargo che mi faceva ragionare a velocità dimezzata. La regina mi lasciò fare, ma alla tazza numero infinito posò una mano sulla teiera. «Per oggi il tuo fabbisogno di teina è abbondantemente terminato». Mise particolare enfasi sull'avverbio abbondantemente, cosa che mi fece pentire di non aver tenuto il conto delle tazze bevute. Sorrisi nervosamente, ma l'imbarazzo esplose sulla mia faccia in una nuvola rossa all'altezza del naso e delle guance.
Suavius arrivò molto tardi, e aveva un'espressione devastata. «Va tutto bene?» chiesi preoccupata. «Oh sì sì alla grande» rispose lui sorridendo poco convinto. Quando si sedette contrasse la faccia, visibilmente dolorante. Guardai Floridiana per chiederle spiegazioni, ma lei mosse la testa, come per dire "no".
Come sarebbe a dire no?
Ma non ebbi nemmeno il tempo di pensare, che lei si alzò e mi invitò a seguirla. Feci come mi aveva detto, non prima di aver osservato bene il re. Era curvo sulla schiena e aveva delle occhiaie davvero profonde. Lei mi mise una mano sulla schiena e mi indicò dove proseguire. Passeggiammo in silenzio per il giardino di rose bianche che avevo attraversato con Antares, mentre controllava scrupolosamente i suoi fiori con lo sguardo. «Vi piacciono le rose bianche?» chiesi per rompere il ghiaccio. «Oh sì tantissimo. Sono il mio fiore preferito». Mi domandai quindi se fosse stata la fata delle rose bianche. Era un elemento che le si addiceva.
Continuò a camminare fra il labirinto di siepi e profumi che pullulava di farfalle e api. Ogni tanto si apriva qualche arco, che lasciava intravedere fontane o giardini segreti.
Arrivate ad un ingresso secondario, mi mostrò una carrozza d'oro trainata da due splendidi cavalli bianchi. Mi fece salire a bordo, poi parlò: «avevo detto che oggi ti avrei fatto visitare un posto speciale, che ti aiuterà sicuramente a capire molte cose». Osservò fuori del finestrino. Le campagne e i torrenti scorrevano tranquilli ai suoi occhi. Eppure in me non era scomparsa la preoccupazione per la condizione affaticata di Suavius. «Che cosa è successo a vostro marito?» chiesi improvvisamente e cogliendola si sorpresa. Mi guardò come se cercasse di capire se ero in grado di sopportare la risposta. Le restituii lo sguardo più sicuro e deciso che potessi ostentare. Sospirò rumorosamente, ma alla fine cedette. «Le streghe ti stanno cercando, e lui per impedire che ti raggiungessero ha combattuto contro di loro». Rimasi a bocca aperta. Aveva lottato per la mia vita. «Ma non è giusto!» replicai sbalordita «io non voglio che si faccia del male per me, posso cavarmela da sola, dico davvero. Anche Antares è stata attaccata per lo stesso motivo e io non voglio che delle brave persone si affatichino per colpa mia...»
«Clhoe...»
«No non sto scherzando io non ho intenzione di...»
«Clhoe...» mi interruppe posando una mano sul mio ginocchio. Era davanti a me e, mentre la carrozza traballava e sobbalzava per la strada poco livellata, temetti che con quel banale contatto anche lei potesse rimanere ferita. «Sappiamo quello che facciamo» mi rispose sorridendo.
Mi trasmise quiete nel preciso istante in cui posò il suo sguardo nei miei occhi, ma io ero intimorita a tal punto che avrei preferito allontanarmi da tutti loro, piuttosto che vederli soffrire a causa mia. Wendy, e forse anche Coraline, era stata uccisa perché aveva provato ad aiutarmi. Mi vennero i brividi al ricordo di quella terribile scena. «Ignes se n'è andata perché non voleva problemi quindi...» diedi voce ai miei pensieri senza neanche accorgermene. Era come se quell'idea mi avesse dato un pugno nello stomaco. «Non è così» intervenne la regina con decisione, usando comunque un tono non troppo duro. «So cosa significa essere rifiutate, e credimi, la tua gemella non è stata mossa dall'odio». Ancora con quella spiegazione campata in aria, come faceva a dirlo con tanta convinzione? Ci aveva parlato? «Non credo ti abbia mai mostrato avversione»
«No, questo no...» risposi titubante. Non capivo dove volesse arrivare. «Neridiana mi ha sempre ritenuta debole e incapace, e non perdeva occasione per dimostrarmelo. Ignes con te non lo ha mai fatto, non è così?» feci di no con il capo. «E scommetto che prima di parlarti ha avuto bisogno di tempo. Dimmi se sbaglio» riflettei. Non mi sembrava il caso mentirle. «Ha provato tre volte a parlarmi prima di riuscirci. Ma non capisco perché sia venuta da me. Lei conosceva quel posto orribile. Che le importava di salvarmi?» mi osservò, e ancora una volta mi diede l'impressione di essere sotto esame per capire se potevo reggere la notizia. «Tua sorella ha avvertito la tua traccia magica nonostante la notevole distanza ed è stata subito attratta da questo misterioso potere. Per salvarti ha vinto la paura»
«Paura di cosa? Di me o di quel posto orribile?»
«Di entrambi. Immagina quanto le sia costato riaffrontare una serie di dolorosi ricordi per aiutare una ragazza a lei sconosciuta e che non sapeva nemmeno se fosse solo una trappola»
«Ma allora perchè non rimanere con me una volta capito che ero dalla sua parte?!» le chiesi esasperata. Le sue risposte erano più strane del comportamento di mia... sì beh, di mia sorella.
«Non è rimasta con te perchè siete gemelle»
«E che significa? Che cosa cambia? Amiche, sorelle... cambia solo il fatto che hai gli stessi genitori»
«Io non ho detto sorelle. Ho detto gemelle». Usò un tono troppo severo per quella frase e non mi piacque per niente. Iniziai a desiderare di non aver mai avuto quella conversazione. Sarebbe arrivata una notizia terribile, me lo sentivo. Ancora una volta mi lesse dentro emozioni e pensieri, per valutare se avrei retto un'altra doccia fredda.
«Non so se tu lo voglia davvero sapere» disse, e mi parve che quella fosse un'ammissione di non essere riuscita a capire del tutto i miei sentimenti. Rimasi delusa non tanto per il fatto che non mi avesse compresa, quanto per il fatto che speravo fosse lei a dirmi cosa provavo. Io da sola non lo sapevo.
Sospirò e diede un'altra occhiata al paesaggio. Era cambiato notevolmente, e avvertii un gran caldo. Era una terra selvaggia, disabitata e una distesa di terriccio marrone scuro si espandeva a perdita d'occhio. Si sentì una scossa di terremoto. «Cos'è stato?» chiesi allarmata. Lei rimase tranquilla e non si scompose. «Fra poco lo vedrai».
Scendemmo dopo qualche minuto e il cocchiere sembrava essersi sciolto nella sua divisa. Lo osservai perplessa, per poi affrettare il passo e seguire la regina.
Più avanti iniziarono ad apparire piccoli crateri colmi di lava e magma incandescenti.
Mi ha portata all'inferno?
Pensai preoccupata. Ad ogni scossa si aprivano delle crepe che venivano subito colmate dalla materia fusa, che scorreva fin dove poteva. Mentre camminavo, un geyser bollente si aprì ai miei piedi, e mi spaventai a morte. La regina provò a trattenere una risata, e ci riuscì, solo che io l'avevo vista girarsi attraverso il vapore. «Dai andiamo» disse con un sorriso amichevole. Dovevo essere proprio ridicola. Ma non era colpa mia se mi aveva portata in gita all'inferno.
A mano a mano che proseguivamo, il colore del suolo si scuriva sempre più, fino a diventare nero. I piccoli vulcani erano sempre più frequenti, così come le scosse in profondità. Ero costretta a saltare da una parte all'altra per evitare tutte quelle zone arancioni e assolutamente letali, e ciò era ancora più difficile con l'aggiunta dei getti d'aria improvvisi. Il terreno iniziò a presentarsi liscio e molto scuro, e rischiai di scivolare più volte. La regina invece sembrava a suo totale agio, come se quel luogo selvaggio facesse da sfondo alle sue passeggiate. «Eccoci, siamo arrivate» disse con soddisfazione. Il materiale su cui camminavo non era altro che lava solidificata e raffreddata dall'acqua: davanti a noi si stendeva l'oceano. Sulla nostra sinistra, un fiume di magma sfociava nell'acqua salmastra, e al loro contatto si sprigionava calore e vapore. Il colore vivo e ribelle del fuoco veniva attenuato dall'azzurro prepotente del mare, che lasciava spazio ad una pietra solida e lucida ma che all'interno era sicuramente ancora bollente. La costa era in continua crescita, e si gettava a strapiombo sull'acqua. I lapilli espulsi da un'eruzione lontana, caddero in acqua, accompagnati dal rumore sordo di un oggetto caldo che si spegne.
L'acqua e il fuoco si fondevano l'un l'altra, dando vita a qualcosa di nuovo e ad uno spettacolo meraviglioso. Respirai a piei polmoni il calore bagnato dalla freschezza della salsedine, e mi parve che tutto si fosse sciolto insieme al magma, che si lasciava circondare dal freddo e accettava di essere raffreddato, aspettando che anche il suo cuore facesse lo stesso. Le onde si infrangevano violentemente su ciò che avevano creato.
«È meraviglioso... ma, dove siamo?»
«Siamo nel regno dei draghi di fuoco, una terra che personalmente trovo sia la spiegazione geologica del tuo potere e di quello di Ignes, oltre che assolutamente affascinante». La guardai. Il vento le scompigliava i capelli, ma manteneva sempre e comunque la sua regalità.
«Voi siete talmente diverse che non riuscite a toccarvi» proseguì indicandomi il panorama. «Tra la lava e il mare cresce subito un altro oggetto, e il loro contatto non rimane mai integro. Non vedrai mai della lava galleggiare in mare. Non vedrai mai un fuoco sotto la pioggia». Mi fermai a riflettere. La spiegazione concreta che cercavo era sotto i miei occhi. Il magma e l'oceano si andavano sempre incontro, e dal loro incontro nasceva un altro elemento. «Tua sorella non teme solo questa potente attrazione. Teme qualcosa di più antico e oscuro». Iniziai a spaventarmi, aveva ricominciato ad usare un tono troppo severo. Il nervosismo crebbe in me, ed iniziai ad arricciarmi i capelli con le dita prr scaricare la tensione. Il suo sguardo era fisso all'orizzonte.
«Era stato scritto che nascessero due gemelle completamente opposte. Una dell'acqua e l'altra del fuoco. Una più potente dell'altra. Il Male voleva la più forte e così venne indetta una profezia: tutte le sorelle gemelle si sarebbero dovute dividere, così, se la più forte non fosse passata dalla loro parte, sarebbe stata obbligata a combattere contro il suo stesso sangue» si fermò, e io dovetti assimilare quelle parole. Io o Ignes dalla parte di Stria era una cosa assurda e inaccettabile. «Non è possibile...» sussurrai sconvolta. «Purtroppo fino ad oggi la profezia si è sempre avverata...» dichiarò con una punta di sofferenza nella voce. «Ma Clhoe...» proseguì guardandomi negli occhi «nessuno poteva sapere che tu fossi così potente. Io sono sicura che tu ed Ignes siate destinate a rompere questa maledizione perché siete due metà combacianti. Insieme siete la perfezione e voi, grazie al tuo potere e al tuo animo coraggioso, e all'affetto di tua sorella che ha creato un legame indissolubile, riuscirete a far trionfare ciò che è giusto». Il suo volto era illuminato dalla convinzione, mentre le sue parole scivolarono dentro di me con troppa facilità. Sbottai a ridere dal nervoso, e vidi che la sua espressione venne ombrata dalla deluzione e dall'amarezza. «Maestà, vi prego... non ci siete riuscita voi! Voi! La regina! Una fata così saggia e decisa! Mia sorella mi odia, mi ha letteralmente cacciata dalla sua vita!» le schiaffai la verità davanti senza farmi troppi scrupoli, mentre mi asciugavo le lacrime del riso dagli occhi. «E poi fate tutti quanti davvero troppo affidamento sui miei poteri. Io in fondo sono solo Clhoe. Sono solo... me!» le dissi indicandomi. «Non so e non posso fare niente. La Suprema è arrivata, è qui tra noi!» dissi rimarcando le frasi di Stria «ma la Suprema fino a qualche giorno fa non sapeva di esserlo, e ora pretendete che sciogli maledizioni, recuperi sorelle rancorose... no, io non sono adatta. Non sono nessuno. Mi dispiace davvero di aver deluso anche voi, non ve lo meritavate. Io ho fatto uccidere una ragazza, ho fatto attaccare Antares, ho fatto ferire Suavius. E tutto per una ragazzina che non sa che farsene dei suoi strabilianti poteri. Vi faccio solo perdere tempo Maestà, credetemi. Se ci fosse un modo vi darei tutta la mia energia, tutto quello che c'è dentro me. Io da sola non valgo niente». Mi ascoltò in silenzio e senza interrompermi. Aveva il viso serio e visibilmente molto meno entusiasta di prima. Poi, inaspettatamente, sorrise. «La pressione è molta Clhoe, lo capisco. Ma vedi, non è vero che non sei nessuno. Tu sei molto più di niente. Ricordi che ti ho detto che eri nata senza poteri?» annuii «il mare ha scelto te. Ha donato l'elemento dell'acqua a te. E non solo quello».
«Sarebbe a dire che ho altri elementi?» chiesi incredula.
«Proprio così» rispose orgogliosa «controlli l'acqua, il ghiaccio e il vapore acqueo. Controlli ogni singolo stato dell'acqua: liquido, solido e gassoso. Credimi Clhoe, un elemento che non si è manifestato mai prima d'ora non sceglie una persona qualunque a cui donare il controllo».
La guardai senza sapere cosa avessi dentro, cosa fossi, che cosa avessi di tanto speciale. «Arriverà un giorno in cui sentirai tutto questo qui dentro» disse indicandomi il cuore «e allora avrai la piena consapevolezza di te».
Guardai l'oceano come se avesse avuto un'anima, e in parte pensai dovetti iniziare a credere che fosse vero. Avevo voglia di gridargli "perché io?". Aveva avuto pietà della piccola orfanella nata senza poteri? Perché io? Non avevo già abbastanza problemi? Pensava di farmi un regalo? Non sarei mai riuscita ad accontentare tutti, e lo sconforto iniziò a prendere posto tra le varie emozioni che avevo provato da quando ero arrivata lì. Avrei deluso tutti come al solito, e tutto questo senza il supporto di Ignes o di Viola.
«Credo sia il caso di tornare a palazzo» disse con il suo solito tono pacato. La seguii senza farmi troppe domande.
Il viaggio di ritorno passò in religioso silenzio, eravamo evidentemente entrambe piene di pensieri irrisolti. Quando passammo vicino al paese di mia sorella, desiderai salutarla, ma sarebbe stato comunque inutile. Io e lei avevamo preso strade diverse.
Arrivata a palazzo cenai insieme ai sovrani, e il silenzio venne interrotto da qualche domanda di Suavius sul viaggio e se mi era piaciuto il panorama. Ovvio che mi era piaciuto, quello che non era andato liscissimo era ciò che avevo saputo. Ero esausta, così andai in camera subito dopo aver mangiato.
Salii sul soppalco, che mi apparve un luogo calmo, solitario e molto accogliente. Cercai un libro di magia che mi spiegasse cosa fosse una suprema, tanto per placare la mia curiosità. Trovai risposta in un libro dalla copertina color carta da zucchero.
~ Capitolo Primo ~
I tre gradi magici conosciuti e dei quali è stata provata l'esistenza sono novelline, primizie e maggiori. La maggior parte delle fate possiede il secondo grado citato. Si tratta di un potere medio, aiutato e sorretto dall'uso di bacchette magiche.
Le Novelline, dotate di potere minimo, solo con l'uso di speciali strumenti riescono ad usare il loro pontenziale.
Le Maggiori, la quale presenza si è verificata solo in due casi, entrambi con l' elemento del fuoco, non hanno bisogno di alcun aiuto.
Possiedono la capacità di creare un elemento principale (il fuoco) e controllarne altri due inerenti al primo (luce e lava). I cosiddetti subpoteri (luce e lava) si hanno in condizioni speciali, ad esempio in un luogo particolarmente soleggiato, oppure in presenza di vulcani.
Il grado più potente, del quale non si ha attestazione certa né della presenza né dell' esistenza, possiede la capacità di creare tre poteri, tutti connessi gli uni agli altri. Probabilmente si tratta dell' acqua, con annessi ghiaccio e vapore. Questo grado magico viene identificato con il nome "Suprema".
Non aveva dissipato del tutto i miei dubbi, ma almeno avevo ripassato un po' quello che avevo studiato a Roccastrix. Forse a Corallorosa mi avrebbero aiutata ulteriormente.
Forse a Corallorosa sarei riuscita a dimenticarla.
Angolo Autrice:
Salve a tutti! Siamo arrivati all'undicesimo capitolo revisionato, quindi che ne dite di parlare un po' dello sviluppo della storia?
Aaallora:
•Cosa pensate delle emozioni così contrastanti di Clhoe? Credete sia giustificata?
•Invece, per quanto riguarda Ignes, credete che Floridiana abbia dato una spiegazione plausibile al suo atteggiamento, oppure il suo era puro e semplice odio, proprio come predestinato dalla profezia?
•Qual è il vostro personaggio preferito?
•Quello più odiato?
Se io dovessi rispondere a queste domande mi dilungherei troppo, quindi cercherò di essere breve, promesso. Penso sia normale che Clhoe abbia così tanti ripensamenti, anche perchè era davvero molto affezionata ad Ignes e il suo allontanamento le è costato molto. In più secondo me la regina ha colto nel segno ciò che la spaventa di più. Immagino che la paura di dover passare al male, oppure di dover vedere la propria metà contro di lei sia un peso troppo gravoso. Il mio personaggio preferito è proprio Ignes, che pur conoscendo i suoi limiti si spinge sempre oltre (ad esempio tornando al castello delle streghe nonostante lo odiasse). Adoro anche Antares, che sa sempre un sacco di cose ed è davvero intelligente. Odio terribilmente Neridiana e il suo amore per la violenza.
Ora però vorrei sentire le vostre opinioni! Quello che posso svelarvi sui prossimi capitoli (che arriveranno a breve) è che Corallorosa sarà piena di cose interessanti che sono sicura vi coinvolgeranno e vi permetteranno di identificarvi in un gruppo specifico. Se avete delle domande non esitate a scrivermi, sono sempre a vostra disposizione❤😉
Ps.: se vedete degli errori di digitazione, potreste segnalarmeli? Per la fretta e la voglia di scrivere non riesco sempre ad individuarli tutti, e mi aiutereste tantissimo a correggere tutto.
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