CAPITOLO 11
Apollo sorrideva mentre guardava Percy impegnato nel mettere in mostra delle espressioni buffe per far ridere la sorellina Estelle, che sbatteva le piccole manine e sorrideva con la sua bocca sdentata.
"Apollo, potresti venire a darmi una mano? Non vorrei bruciare tutto."
Percy alzò lo sguardo, pronto ad alzarsi. "Arrivo, mamma."
Apollo lo fermò. "Continua a giocare con la tua sorellina. Aiuto io tua madre."
Con un sorriso rivolto al fidanzato, Percy tornò alla sua precedente occupazione, ovvero quella di imitare un pesce, facendo ridere la piccola bambina.
"Cosa le serve, Mrs Jackson?" Sorrise il dio alla donna mortale, cercando in tutti i modi di non arretrare quando il suo sguardo si posò su di lui.
Una parte di lui non era sorpresa che, nella sua gioventù, avesse attirato le attenzioni dello stesso Poseidone.
E, una parte ancora più grande di lui, ringraziava che fosse stata lei la madre del suo prezioso Perseo, contribuendo a renderlo la persona meravigliosa che era diventata.
"Non farlo. Sai, sono perfettamente in grado di riconoscere quando un dio si interessa di un mortale."
Lo sguardo di Apollo corse al suo prezioso Perseo, spaventato che sentisse le parole della madre. "Non so..."
"L'ho sperimentato in prima persona, Apollo."
Lo sguardo fermo della donna fece capire al dio da chi esattamente Percy avesse preso la sua forza.
E, in quel momento, sapeva che non avrebbe potuto mentirle.
"Se fai soffrire mio figlio, Apollo, fidati quando ti dico che Poseidone ti sembrerà un angelo in confronto a quello che io ti farò."
Apollo deglutì.
Era un dio, eppure quella donna lo stava terrorizzando.
Come potesse essere così intensa era un dubbio che non sapeva nemmeno risolvere.
"Non ho alcuna intenzione di farlo soffrire, questo lo posso giurare qui ed ora."
Lo sguardo della madre del suo tesoro, Sally Jackson, non era meno intenso.
"Lo amo. Non ferirei mai quelli che amo."
Sally strinse gli occhi, fissandolo, giudicandolo.
Qualunque altro mortale sarebbe stato distrutto per un simile affronto.
Apollo permise alla donna di giudicarlo senza commentare.
"Puoi proteggere mio figlio?"
"Sì. Posso e lo farò."
"E quali intenzioni hai con lui? Cosa ti aspetti da lui?"
Apollo non esitò nemmeno mentre rispondeva. "Qualsiasi cosa."
"Qualsiasi?" Sfidò Sally, e Apollo continuò. "Percy deve solo chiedere, nominare quello che desidera e io farò tutto ciò che è in mio potere per fornirglielo. Abbandonerò tutti i miei altri amanti, alla sua richiesta, lo sposerei perchè tutti possano vedere il mio amore per lui, e costruirei palazzi per lui a Delo o ovunque egli voglia."
Sorprendendo Apollo, la donna rise.
"Parli come Poseidone. Una volta, si è offerto di fermare la marea per me, di costruirmi un palazzo sotto il mare e farmi vivere lì con il nostro figlio."
Apollo non conosceva quel dettaglio.
Gli dei non parlavano delle loro amanti mortali con gli altri dei, specialmente se erano care al dio.
E non offrivano quei doni per tutte le donne che incontravano.
Apollo pensava che, se Poseidone non avesse mai sposato Anfitrite, quell'onore sarebbe andato alla donna davanti a lui.
"Tuttavia, Apollo, spero che tu sappia che comprare dei palazzi a mio figlio non equivale ad apprezzarlo. Non puoi comprare il suo amore. Soldi e palazzi non significano niente."
Apollo annuì.
Sapeva che non avrebbero impressionato Percy, ma erano il modo in cui un dio manifestava la propria ammirazione per l'amante.
"Sarò tutto quello che Percy vuole da me. Tutto quello che ha bisogno che io sia."
La donna lo fissò, prima di chiedere, la voce tranquilla, mentre preparava i piatti da portare in tavola.
"E se dovesse rifiutarti?"
Apollo fu tentato di mentire, ma, come dio della verità, non poteva mentire.
Non direttamente, non per liberarsi da quello sguardo profondo e intenso.
"Non lo so. Non so cosa farei. Ma sono sicuro che non ferirei mai e poi mai Percy. E nemmeno il suo ipotetico futuro partner."
Sally lo guardò alzando un sopracciglio, non impressionata.
"Okay, probabilmente nessuno di loro. Sicuramente non li ucciderò, forse, non ho ancora deciso. E poi, posso sempre maledirli."
Sally sbuffò, tra il divertito e il poco impressionato.
"Bene."
Mise due piatti nelle mani del dio, prima di prenderne tre, due per lei e suo marito, l'ultimo per la figlia.
"Per il momento non coinvolgerò Poseidone."
"Grazie!" Festeggiò subito Apollo, ma la donna non aveva finito. "Se, per caso, mio figlio diventasse scontento della vostra dinamica, allora, Apollo, puoi stare certo che Poseidone verrà reso consapevole della faccenda. E sarò felice di lasciare che sia lui a decidere come organizzare la tua punizione e sorte."
Apollo annuì grato, sorridendo.
Era stato fortunato che, seppure consapevole della situazione precaria in cui si trovavano, la madre di Percy gli concedesse il beneficio del dubbio.
Non molti lo avrebbero fatto, non quando si parlava di un dio, non quando si parlava di Apollo in particolare.
In quel momento, Percy apparve con Estelle in braccio.
"Ehy, vi serve aiuto? Estelle ha fame."
La bambina, infatti, aveva i suoi grossi occhioni azzurri bagnati, il labbro inferiore in una smorfia triste.
"Abbiamo finito, caro. Perchè non sistemi Estelle per cenare? Adesso portiamo i piatti."
Apollo guardò il ragazzo andarsene.
Non aveva ascoltato la loro conversazione, azione che chiunque avrebbe fatto, nella sua posizione.
E, soprattutto, non aveva notato niente di strano tra lui e sua madre.
Scuotendo la testa, Apollo sorrise mentre portava i due piatti ai posti riservati a lui e Percy, vicini tra loro, dall'altro lato rispetto ai due genitori.
Non visto, Apollo prese la mano che Percy non avrebbe usato per mangiare con la propria, sorridendo del rossore che si diffondeva sul suo viso.
Percy era il semidio più brillante che Apollo conoscesse, la strategia che riusciva a pianificare per le battaglie che sorprendeva ogni volta il dio per la sua semplicità e per la sua genialità.
Tuttavia, era assolutamente cieco quando si trattava di rendersi conto che qualcuno aveva un interesse romantico nei suoi confronti.
Apollo sorrise, bevendo un sorso di acqua e ascoltando Paul e Sally discutere con il figlio dei suoi risultati accademici fino a quel momento, sminuendo il suo aiuto ed elogiando il semidio per la propria costanza e intelligenza.
Angolo autrice
Visto che è molto breve, lo pubblico così presto rispetto al solito.
Spero vi piaccia il confronto Apollo e Sally!
Alla prossima!
By rowhiteblack
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