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9.

Non credevo che dei corpi umani potessero produrre un suono così acuto e così forte. Soprattutto, non dei corpi di ragazzine di tredici-quattordici anni.
Appena le luci si abbassano, si leva un coro di urla che i tifosi allo stadio per la finale di Champions League non possono neanche ad immaginare. Beh, in realtà neanche io posso immaginarlo perché non sono mai andata a vedere dal vivo una partita di calcio ma credo che renda bene l'idea.
Ashley è finalmente uscita dal suo stato di trance per aver incontrato e perfino toccato i suoi idoli e urla come una pazza. Maddie non è da meno, ovviamente. Scuoto la testa rassegnata. Mi sembra di essere una delle mamme che vedo in giro per l'auditorium, costrette a sorbirsi un intero concerto di cinque ragazzi con ciuffi sparati in alto o folte chiome ondulate solo per accompagnare le loro figlie. Ok, probabilmente io sono molto più coinvolta di una qualunque di queste mamme, ma la sensazione di essere fuori posto non me la leva nessuno.
Improvvisamente, parte un video che mostra i cinque ragazzi mentre salgono uno dopo l'altro su un furgoncino e si dirigono in spiaggia. Il tutto intervallato dal countdown dei secondi mancanti prima della loro apparizione sul palco. Allo scadere del tempo, entrano correndo e cominciando subito a cantare.
Dopo due canzoni piuttosto ritmate che fanno scatenare la folla, Lucas e Lake salutano tutti i presenti e ringraziano i fan per tutto il loro supporto prima di riprendere a cantare. Le note più acute sono eseguite da Zack, che ci delizia con bellissimi virtuosismi. Cavolo, ha proprio una bella voce. E anche gli altri sono davvero bravi. Ma Henri è... un colpo allo stomaco. Ha una voce a tratti graffiata, a tratti più profonda, che ti entra dentro e ti scombussola tutto.
Lo fisso rapita per non so quanto, non ho più la cognizione del tempo e anche le grida intorno a me non esistono in questo momento. Sento solo lui. Come può una sola voce insinuarsi così in profondità dentro di te e scuoterti fino a riempirti di brividi?
Un giro di spezzoni di cover - Henri che canta Torn di Nathalie Imbruglia è l'unica che rimane impressa nella mia mente, chissà perché - e siamo già al cambio abiti di scena.
Durante l'attesa, un altro video, come fosse una scena di un film, mostra i ragazzi che tornano a scuola dopo la pausa estiva e che giocano a rincorrersi in bicicletta.
La musica riparte e i Just Us rientrano. Stavolta, hanno i vestiti abbinati: Henri e Nick con pantaloni bordeaux e maglia grigia, Zack e Lake il contrario e Lucas è tutto in tonalità di grigio tranne per un paio di bretelle color bordeaux. Sono buffi ma carini.
Si siedono su un divano rosso di pelle posizionato al centro del palco per eseguire due delle canzoni più lente e romantiche dell'album.
Sì, l'ho ascoltato. O meglio, Vic lo ha ascoltato almeno tre volte al giorno da quando ha messo piede al college. Per cui, non solo ho sentito tutti i brani, ma ho anche imparato a memoria quasi tutti i testi. A volte, mi ritrovo persino a canticchiare qualche verso senza neanche accorgermene. Mi stanno facendo il lavaggio del cervello.
Quando la canzone finisce, i ragazzi spiegano che andranno a leggere sullo schermo e a rispondere ad alcuni tweet inviati dalle fan. Oltre alle classiche domande tipo Se dovessi ascoltare una sola canzone per il resto della vita, quale sarebbe? o Qual è la vostra boyband preferita? escono richieste simpatiche come imitarsi l'un l'altro oppure esibirsi in una danza irlandese, che solo Nick, in quanto irlandese di origine, riesce a fare bene. Ma la cosa più divertente che viene chiesta loro è provare ad accarezzarsi la testa, strofinarsi la pancia e saltellare su un piede contemporaneamente. Parte la sfida e tutti e cinque riescono a portare a termine il loro compito facendoci ridere come pazze.
Altro cambio d'abito, altro video. Dopo estate ed autunno non poteva che essere rappresentato l'inverno attraverso bellissimi paesaggi innevati seguiti da uno chalet di montagna in cui i ragazzi stanno dormendo. Alla vista di Henri a letto avvolto in un piumone bianco che lascia intravedere il suo torso nudo mentre comincia lentamente a svegliarsi, tutto il pubblico impazzisce e io non sono da meno, anche se lo so nascondere bene.
I ragazzi tornano sul palco con vestiti invernali ma sempre colorati, alcuni indossano pure la sciarpa. Quando riparte una nuova canzone, per tutto il teatro cominciano a scendere dal soffitto lenti fiocchi di neve. Sembra stia nevicando davvero con tanto di palle di neve di polistirolo che i ragazzi lanciano verso il pubblico sotto le urla costanti delle fan.
In un attimo, arriviamo a quella che sembra l'ultima canzone della serata, i JU salutano tutti ed escono ma parte un altro video e poco dopo rientrano con indosso pantaloni e giacca nera e camicia bianca, pronti per una cena di gala. Henri ha i capelli ancora più spettinati di prima ma sta benissimo e quel papillon lo rende ancora più tenero.
Ho davvero detto tenero? Mi bastano un faccino angelico e due occhi verdi per diventare così...così...insensata?
Degli ultimi saluti e dei ringraziamenti finali non me ne accorgo neanche, sono troppo occupata a fantasticare su quello che mi aspetta di lì a poco.

«Dai, forza, sbrighiamoci ad uscire», spingo le mie compagne appena le luci in sala si riaccendono.
«Cos'è tutta questa fretta? Non posso mica calpestare le persone davanti a me», controbatte Maddie scocciata.
«Semplicemente non voglio rimanere imbottigliata nel traffico. Per arrivare a casa rischiamo di impiegare un'ora quando normalmente servirebbero meno di venti minuti», affermo con convinzione. Anche se il vero motivo della mia impazienza è un altro, la scusa che le ho rifilato è piuttosto plausibile e lei non può darmi torto.
In macchina, Maddie ed Ashley chiacchierano allegramente ancora emozionate per la serata mentre io sono un fascio di nervi. La cosa assurda è che sono più agitata perché dovrò trovare un modo per sgattaiolare fuori di casa senza farmi sentire da mia zia, che sicuramente ci aspetta sveglie, piuttosto che per la serata che mi attende. Va bene, non è vero, sto solo cercando un pretesto per non pensare troppo a lui.
Appena rientrate dopo aver lasciato Maddie a casa sua, corro in camera senza fermarmi a chiacchierare con zia Katie come invece fa Ashley e fingo di prepararmi per andare a dormire. Aspetto nervosamente che loro vadano a letto per poi scendere piano le scale e uscire dal portone. Solo allora mi ricordo di non poter prendere la macchina perché farei troppo rumore e verrei scoperta, così non mi resta che andare a piedi. Di notte. Da sola. Per incontrare un ragazzo che effettivamente non conosco. Della serie: se devo fare una cazzata, che sia bella grossa.
Arrivata davanti alla pasticceria, mi appoggio alla saracinesca ad aspettare guardando continuamente a destra e a sinistra per controllare che non ci siano malintenzionati in arrivo. Il mio cuore va a mille e sento la paura crescere lentamente e farmi rabbrividire. Mi stringo ancora di più al mio giubbotto e quasi mi prende un colpo quando sento delle voci maschili avvicinarsi. Sembrano anche parecchio su di giri da come urlano e ridono biascicando parole senza senso.
Decido di incamminarmi verso la parte opposta alla loro, giusto per evitare problemi, ma un SUV nero con i vetri oscurati inchioda a pochi metri da me facendomi sobbalzare.
Il finestrino si abbassa e un sorridente Henri si affaccia. «Le serve un passaggio mademoiselle?»
Dio, non sono mai stata così contenta di salire su un'auto prima d'ora.
«Perché quella faccia tesa?» mi osserva con sguardo preoccupato mentre chiudo la portiera.
«Niente, avevo paura di fare brutti incontri mentre ti aspettavo», ammetto tirando un sospiro di sollievo.
«Ti faccio notare che sei appena entrata nella macchina di uno sconosciuto. Potrei avere cattive intenzioni», mi avverte in tono fintamente minaccioso e con un ghigno fa scattare la serratura.
«Beh, sono qui per scoprirlo», ribatto tranquilla sistemandomi meglio sul sedile in pelle e godendomi l'aria calda dell'abitacolo. C'è un qualcosa di rassicurante in lui, non so bene cosa.
Henri mi guarda divertito. «Ok, prima di ucciderti però, ho bisogno di mangiare qualcosa», dichiara toccandosi la pancia.
«Non hai mangiato?» sgrano gli occhi sorpresa.
«No, non volevo fare tardi», ammette senza timore. A quanto pare, per lui è naturale e forse scontato rinunciare a mangiare per arrivare puntuale e non fare aspettare me.
«Conosco un posto qua vicino aperto tutta la notte», propongo subito con un leggero senso di colpa.
«Perfetto, allora andiamo», distoglie lo sguardo da me e muove la leva del cambio per partire.
«Aspetta!» lo blocco posando una mano sul suo braccio.
«Che c'è?» mi guarda perplesso.
«Ce l'hai la patente?» domando istintivamente.
«Ho quella provvisoria. Perché?» mi guarda confuso.
«Allora è meglio se guido io, no?»
Henri scoppia a ridere. «Stai scherzando, vero?»
«No», rispondo serissima.
«Tu avresti la patente?» mi chiede in tono ironico.
«Si dà il caso che io abbia un anno più di te», ribatto in tono di sfida. Non l'avevo ancora mai detto ad alta voce e, pur avendolo sempre saputo, mi fa un po' strano.
Rimane un attimo in silenzio, a guardarmi con gli occhi stretti in una fessura e un sorrisino si fa strada tra le sue guance.
«Così sei più grande di me...» lascia la frase in sospeso e mi fissa con un'espressione maliziosa. Se vuole mettermi in imbarazzo deve impegnarsi molto più di così.
«Solo di un anno. Sei abituato a differenze d'età più importanti, no?» lo provoco facendo volontariamente riferimento alla sua attuale relazione con la presentatrice trentenne. Lui incassa il colpo con nonchalance e fa partire l'auto.
«Quindi sai fare anche le battute, eh?» mi prende in giro.
«Ci sono un sacco di cose che non sai di me», mi diverto a stuzzicarlo.
«Non vedo l'ora di scoprirle», replica lanciandomi un'occhiata allusiva.

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