50.
Pur considerandolo semplicemente un rito di passaggio, dal momento che dopo l'estate ricomincerò subito a seguire le lezioni del corso di specializzazione, non era così che mi ero immaginata questo giorno. La mia famiglia è tutta qui, compreso zio John, Maddie e i suoi genitori e mi ritrovo a fingere di essere felice e a sforzarmi di sorridere.
Sogno da tutta la vita questo momento e, ora che l'ho raggiunto, non sento niente. Solo un grande vuoto, come se avessero estratto dal mio corpo tutto ciò che lo componeva e non fosse rimasta che aria.
Continuo a guardarmi intorno e a scattare ad ogni minimo movimento nella stupida illusione di vederlo spuntare da dietro l'angolo avvolto nei suoi jeans neri attillati strappati sulle ginocchia, abbinati ad una camicia bianca a fantasia strana quasi del tutto aperta sul petto e ai suoi adorati stivaletti marroncini ormai quasi interamente consumati. È così che mi sono immaginata che arrivasse, con quella sua camminata un po' goffa mentre si tira indietro i capelli lunghissimi.
Mi sfugge un sorriso, il primo vero sorriso da più di tre settimane ma subito ritorno alla realtà, alla consapevolezza che lui, non solo non si presenterà oggi, ma non farà neanche più parte della mia vita. Tra qualche tempo non sarà che un ricordo lontano, come il rimasuglio di un bel sogno che non si riesce a rievocare pienamente e sbiadisce giorno dopo giorno fino a scomparire del tutto.
So perfettamente che questa è la cosa migliore per entrambi ma ciò non mi impedisce di sentirne la mancanza. Non posso dimenticare quasi tre anni di chiacchierate in piena notte o di risate per le assurdità che un Henri stanco e confuso dal jet lag biascicava peggio di un ubriaco; il nostro raccontarci l'uno all'altro senza vergogna; le ore passate in albergo che volavano come secondi; i baci rubati nei camerini prima che salisse sul palco; le lenzuola che si impregnavano del suo profumo in quelle notti, troppo poche per esserne anche solo vagamente sazi, in cui riuscivamo a dormire uno accanto all'altro; le nostre sfide a ping pong e il record assoluto di vittorie di coppia al gioco dei mimi.
Tutto andato perso e nel modo peggiore possibile.
È stato così difficile concentrarmi sugli esami finali dopo tutto il casino successo con Henri e Lucas che per un attimo ho temuto di non riuscire a passarli. E ora che invece fanno parte del passato, non sono in grado di godere appieno di questi attimi.
Dopo un pranzo tutti insieme in un ristorante di Londra gestito da una vecchia amica di mia nonna e un lungo viaggio di ritorno a Manchester in auto, riesco finalmente a ritagliarmi un po' di spazio per fissare il soffitto della mia camera e lasciare che i ricordi mi attraversino.
Fanno un male cane ma, perlomeno, le lacrime hanno smesso di scendere da diversi giorni.
Mi chiedo cosa stia facendo in questo momento. Chissà se qualcuno lo ha adocchiato a spasso per Londra o altrove.
Di lui non potrò avere altro che questo: dei brevissimi istanti della sua vita rubati dai fan o dai paparazzi e fatti girare sui social. Anzi, al momento non ho facile accesso neanche a quelli perché ho dovuto chiudere tutti i miei profili dopo la pubblicazione delle foto con Lucas. Sempre più persone cominciavano a riconoscermi e a scrivermi. Avevo paura di ritrovarmi i giornalisti all'ingresso del dormitorio o davanti a casa mia.
Forse in rete potrò trovare qualche informazione.
Neanche il tempo di terminare di digitare il suo nome nella barra del motore di ricerca che vengo assalita da decine di foto di lui e Krystal in vacanza su un gigantesco yatch.
La cosa non mi stupisce più di tanto ma, di certo, non fa piacere. In fondo, glielo avevo detto che sarebbe tornato tutto come prima e che non si sarebbe accorto del mio passaggio, no?
Mi prendo del tempo per osservare ogni foto ed è impossibile non notare i sorrisi, gli sguardi complici che si scambiano, i dispetti dentro e fuori dall'acqua e poi i baci stesi al sole entrambi sullo stesso lettino.
Un paio di foto mi colpiscono in particolare.
Sono uno accanto all'altro su un divano bianco, le gambe di lei che passano sopra la gamba destra di Henri quasi fosse seduta sulla sua coscia, il braccio sinistro a cingergli le spalle passando dietro la schiena. In un primo scatto sorridono entrambi alla fotocamera, in quello successivo lui si è voltato all'indietro e le loro labbra quasi si sfiorano. È una visione così dolce e contemporaneamente così dolorosa che devo prendere un paio di respiri profondi per non cedere allo sconforto.
«Cosa stai guardando così intensamente?» Maddie interrompe i miei pensieri.
«Niente», balbetto presa alla sprovvista.
«Fammi vedere», mi sfila il portatile dalle mani sedendosi sul letto accanto a me.
Resta in silenzio a guardare le immagini per un po', senza battere ciglio. Come me, non è sorpresa di vedere Henri e Krystal insieme.
«Gli esami sono finiti. La cerimonia di fine corso triennale si è appena conclusa e hai un'intera estate davanti prima di ricominciare le lezioni», comincia. «Cosa stai aspettando a fare qualcosa?»
«Tipo?»
«Tipo risolvere questa situazione», indica lo schermo del pc, rivolgendolo verso di me.
«Perché mai dovrei?» chiedo sconcertata.
«Devo davvero rispondere?» aggrotta le sopracciglia.
«Henri sta con lei, fattene una ragione», mi allontano scocciata.
«Questa Krystal non ha niente più di te».
«A parte il fisico da modella, i soldi, la fama e tutto il mondo ai suoi piedi, Henri compreso», ribatto sarcastica concludendo con un sorrisetto di sfida.
«Stronzate! Non fate che ronzarvi intorno e più cercate di allontanarvi più avete bisogno di stare insieme», ormai ripete sempre la stessa solfa. Credo che provi gusto nel farmi irritare.
«Non ricominciare come al solito», la prego e rimprovero allo stesso tempo. «Non ho voglia di discutere», incrocio le braccia al petto per enfatizzare il concetto.
«Puoi ancora riprendertelo, Annie. Non è troppo tardi», insiste incurante delle mie parole.
«Henri non è un bambino, è grande abbastanza da prendere decisioni e fare scelte e mi sembra che l'abbia fatto». Perché deve essere sempre così insistente e noncurante dei miei sentimenti?
«Ha scelto lei solo per le foto di te e Lucas, è così ovvio». Una sola parola: esasperante.
«No che non lo è. Guardalo Maddie! È felice con lei, non vedi come sorride, come la guarda?» alzo la voce. Possibile non capisca che affrontare questo discorso ogni due minuti non mi aiuta, anzi, mi lacera il cuore ogni volta un po' di più?
«Non mollare proprio adesso, non dopo tutto quello che avete passato».
«Quello che abbiamo passato non vale niente. Queste foto ne sono la prova. Ci sono anche i suoi genitori su quel dannato yatch. Di cos'altro hai bisogno ancora per convincertene, che si sposi e faccia un figlio?»
Immediatamente si formano nella mia mente immagini di un bambino dai capelli corvini riccioluti, gli occhi marrone scuro di Krystall e sulle guanciotte paffute le fossette di Henri. Mi si contorce lo stomaco e devo trattenermi dal fare una smorfia di disgusto.
«È solo arrabbiato e confuso per questo gigantesco equivoco che si è creato e...»
«Basta Maddie, ne ho davvero abbastanza. Ti sei proprio fissata con lui! Prenditelo tu se ci tieni tanto!» sbotto. Voglio solo che taccia.
«Non essere sciocca. Lo sto facendo per il tuo bene».
«Sì, certo», alzo gli occhi al cielo. «Lasciati andare Annie, smetti di usare la testa, segui l'istinto», le faccio il verso rinfacciandole le parole che non faceva che ripetermi quando io e Henri ci siamo conosciuti. «Beh, guarda che bel risultato».
«Un gran risultato! Dopo anni passati a schivare ogni tipo di emozione vera, hai permesso a qualcuno di entrarti dentro davvero e hai finalmente provato sulla tua pelle l'amore», ribatte entusiasta mentre io vorrei spaccarle qualcosa in testa. Per fortuna, non c'è niente che faccia al caso mio in camera. Niente a cui io non sia così legata da farlo andare in frantumi senza rimpianti.
«Allora goditi lo spettacolo, sono qui davanti a te col cuore a pezzi e non ho la minima idea di come rimetterli insieme. Io non sono come te», la fisso con le lacrime che minacciano di uscire da un momento all'altro.
«Che vuoi dire?»
«Io non riesco a farmi scivolare tutto addosso, non sono leggera come te, non riesco a passare da un letto all'altro come niente fosse; io mi affeziono e quando le cose vanno male io affondo», confesso senza soppesare le parole come invece faccio solitamente.
«No, tu ti chiudi. Lo stai facendo di nuovo, stai tagliando fuori tutti un'altra volta. E grazie per avermi dato della ragazza facile, tu di sicuro non hai questo problema arida come sei», mi vomita addosso tutta la sua frustrazione.
Non so di preciso perché le sue parole mi feriscano tanto ma, senza rendermene conto, scatto verso di lei, la afferro per un polso e la spingo fuori dalla stanza chiudendole la porta in faccia prima di urlarle di andarsene.
Ho bisogno di un po' di silenzio. E di qualcosa da lanciare contro il muro.
Ho voglia di urlare, di piangere, di prendere a pugni la parete. Non mi sono mai sentita così sopraffatta dalla rabbia prima d'ora e non so cosa fare.
Accendo la radio con la speranza di distrarmi e riprendere il controllo di me.
'Cause I wonder where you are
And I wonder what you do
Are you somewhere feeling lonely or is someone loving you?
Tell me how to win your heart
For I haven't got a clue
But let me start by saying I love you
Cominciamo bene. Cambio stazione.
Why do we fall in love so easy
Even when it's not right
Forse ascoltare un po' di musica non è stata una buona idea. Cambio di nuovo.
The touch of your hand says you'll catch me wherever I fall
You say it best when you say nothing at all
Ma stiamo scherzando?
I would go through all the pain
Take a bullet straight through my brain
Yes I would die for you baby
But you won't do the same
Manca solo Celine Dion e siamo a posto.
I took for granted, all the times
That I thought would last somehow
I hear the laughter, I taste the tears
But I can't get near you now
Oh, can't you see it baby
You've got me going crazy
Deve essere una congiura contro di me, l'intero sistema radiofonico inglese ha deciso di tormentarmi con le canzoni più tristi e sdolcinate della storia, non c'è altra spiegazione.
Ogni canzone sembra volermi ricordare quanto le cose siano finite male. Ogni parola, ogni ritornello ascoltato in questi pochi minuti mi rimanda a quello che avevamo, alla nostra condivisione di momenti, che per me non è mai stata solo questo, ormai spezzata.
Sono forse io a pretendere troppo, a non accontentarmi mai?
Vivo davvero in un mondo in bianco e nero come dice Henri? Forse Maddie ha ragione quando mi definisce arida. Eppure, mi sento così piena di emozioni in questo periodo, che quasi ho paura di scoppiare. Mi sembra di averle tutte dentro – gioia, tristezza, rabbia, delusione, speranza, rassegnazione – e di sentirle scalpitare per uscire.
Vorrei poter congelare ogni cosa, spegnere tutti i pensieri e prendermi un momento per me, solo per me. Ma come?
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Ci siamo quasi!
Mancano una manciata di capitoli alla fine! 😲
Siete pronti? Io non ne sono sicura...
Z.
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