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35.

Cammino tranquillamente lungo uno dei tanti corridoi della O2 Arena di Londra seguendo Paul mentre mi lancia strane occhiate e ridacchia tra sé e sé. Non chiedo spiegazioni, tanto non riesco mai a strappargli nessuna informazione, ma immagino che abbia a che fare con la musica a tutto volume che sento provenire dalla stanza di fronte a noi, verso cui ci stiamo dirigendo. La risposta non si fa attendere a lungo, mi basta oltrepassare la porta e trovare i ragazzi che ballano senza scarpe e a petto nudo, tutti tranne Zack, per capire perché Paul stesse sghignazzando senza contegno.

Henri ha la cintura slacciata, i pantaloni neri attillati leggermente scesi a scoprire l'elastico dei boxer, neri anche quelli e noto con molto piacere che indossa la catenina che gli ho regalato per il suo compleanno; Zack intona il ritornello della canzone proveniente da un paio di casse vicino all'entrata mentre muove le braccia a tempo di musica coordinandosi con Henri; Lake si lascia andare ad una serie di passi piuttosto complessa mentre Nick si agita saltellandogli attorno senza una sequenza precisa e Lucas ancheggia appena incitando i suoi compagni a continuare.

Devo fare appello a tutto il mio autocontrollo per non scoppiare a ridere, o a sbavare alla vista di tutti questi addominali. Sto ufficialmente diventando peggio di Maddie quanto a ormoni impazziti.

Quando Nick e Henri si avvicinano a salutarmi, interrompendo l'esibizione di tutti gli altri, mi impongo di stamparmi in faccia l'espressione più neutra che riesco a fare.

«È la prima volta che sono fuori luogo per il fatto di essere vestita», mi lascio però sfuggire.

«Beh, puoi sempre rimediare», mi provoca Lucas puntando gli occhi verso Henri, pronto ad osservare la sua reazione. Per un attimo sono tentata di raccogliere la sfida e far finta di spogliarmi, poi decido di lasciar perdere e mi limito ad unirmi alle risate di Nick, Lake e Zack mentre Henri risponde con uno sbuffo sonoro e un'occhiataccia.

«Che c'è? Non le ho mica chiesto di venire a letto con me», replica Lucas prima di voltarsi con sufficienza e farmi un occhiolino di nascosto.

«Hai già una ragazza, non hai bisogno di andare a rubare quella degli altri», lo rimprovera allegramente Nick. Mi ritrovo improvvisamente senza sapere cosa fare o dire. Io ed Henri ci guardiamo in silenzio, c'è un insolito senso di imbarazzo tra noi, una sorta di strato di ghiaccio che ci ha congelati nelle nostre posizioni. Comincio a credere che il commento di Nick non fosse così innocente come mi era sembrato all'inizio, ora mi sembra una provocazione, neanche troppo velata, a Henri.

Cosa dovrei fare, dovrei smentire e specificare che non sono la sua ragazza? Ce n'è davvero bisogno? Credo che tutti sappiano come stiano le cose tra noi. D'altronde, Henri continua ad essere fotografato in compagnia di presunte nuove fiamme e, per quanto i giornali raccontino un sacco di cavolate, lui non si affanna certo ad evitare eventi mondani o luoghi circondati da paparazzi. Si fa vedere con tutti tranne che con me, ovviamente.

Una cosa, comunque, mi è chiara: i suoi due compagni di band si sono alleati per punzecchiarlo continuamente e la cosa mi fa sorridere. È un po' come averli dalla mia parte.

Se Maddie fosse qui non si lascerebbe sfuggire l'occasione di flirtare con Lucas per attirare l'attenzione di Henri. Direbbe sicuramente qualcosa tipo: «Peccato, avrei potuto farci un pensierino» e poi si poserebbe una mano su un fianco in modo provocante per ricordare alla sua preda cosa si stia perdendo.

Lucas sgrana gli occhi per la sorpresa, Nick scoppia a ridere sguaiatamente mentre da Zack e Lake si leva un coro di ohohohohoh. Indizi inequivocabili che dimostrano che questa scenetta non si è svolta solo nella mia mente. Dannazione, da quando non sono più in grado di tenere i miei pensieri per me? Ora devo trovare un modo per uscire da questa situazione senza risultare una pazza affetta da sdoppiamento della personalità.

«Se dovessi tornare single, te lo farò sapere», aggiunge Lucas con quella sua perenne, quanto completamente impostata, espressione sprezzante.

Henri incrocia le braccia al petto e mi guarda, un'espressione indecifrabile sul volto, come fosse assorto in chissà quali pensieri. Un sorrisetto si fa poi strada tra le sue labbra prima di venire verso di me e spero che la strana tensione che sento intorno svanisca al più presto.

La sua avanzata viene interrotta dall'ingresso di uno dei loro collaboratori che invita i ragazzi ad andare a prepararsi in vista del concerto che si terrà tra poche ore.

Henri mi sussurra all'orecchio di aspettarlo qui, come se sapessi dove altro andare, ed esce. A quel punto anche Lucas, rimasto a pochi passi da me, si muove verso l'uscita.

«Noi puntiamo su di te», mi sorride passandomi accanto.

«Aspetta, cosa?» provo a trattenerlo ma è già sparito oltre la porta.

Per fortuna non ho modo di lasciarmi andare a strane congetture su quello che ho appena sentito perché alcuni ragazzi, che poi scopro essere amici di Nick e Lake, entrano in stanza e mi tengono occupata in chiacchiere per tutto il resto del tempo.

Riesco a rimanere sola con Henri solamente pochi minuti prima che inizi lo spettacolo.

Mentre mi allontanavo dal backstage per sistemarmi vicino al palco, Henri, sbucato da non so dove, mi ha trascinata di nascosto nel suo camerino. Ed ora eccomi qui, incastrata tra il suo corpo e il muro.

«Così dovrei preoccuparmi di Lucas?» mi sfiora le labbra con le sue. L'ultima cosa che vorrei fare è parlare ma visto che ha tirato fuori lui l'argomento, continuiamo a giocare un po'.

«Non finché è impegnato», ribatto sarcastica spostando lo sguardo dai suoi occhi alla sua bocca senza avvicinarmi. In fondo, l'idea che Henri possa essere infastidito da un mio ipotetico interesse verso un'altra persona non mi dispiace affatto quindi, perché non fare finta per qualche istante che questo possa essere vero?

Mi sorride divertito per un paio di secondi, poi mi bacia. Non c'è timidezza tra noi, non ci studiamo come all'inizio, non abbiamo più bisogno di abituarci l'uno al sapore dell'altro. La prudenza dei primi tempi è stata sostituita, almeno da parte mia, da una fame incessante. Il mio corpo brama tutto di lui: la bocca, le braccia, i denti e se i baci diventano subito roventi e i respiri si trasformano presto in gemiti, la cosa non mi coglie di sorpresa.

Henri si insinua oltre i miei slip mentre io lo tiro maggiormente contro di me lasciando vagare le dita tra i suoi capelli, ormai talmente lunghi da necessitare di una fascia per non farli cadere sui suoi occhi.

Per un po' mi lascio andare alla sua intrusione ma voglio che il suo piacere si mescoli al mio, così faccio saltare senza fatica il bottone dei suoi jeans e comincio ad accarezzarlo nel suo punto più sensibile fino a farlo ansimare.

Se non fosse per le voci che chiamano Henri insistentemente, probabilmente rimarremmo chiusi qua, a costo di far iniziare il concerto più tardi. Ma le grida si fanno più vicine ed Henri è costretto ad allontanarsi e tentare di ricomporsi velocemente.

«Dannazione, con questi pantaloni stretti è impossibile nasconderlo», si lamenta rivolgendosi al cavallo gonfio dei suoi jeans facendomi ridacchiare.

«Ok, devo andare. Tu resta qui ancora un po' prima di uscire», suggerisce bloccandomi di nuovo contro la parete accanto alla porta. Mi alzo sulle punte per un ultimo bacio poi lo spingo fuori.

«Continuiamo il nostro scambio di opinioni dopo», sorride con malizia prima di correre via e questa suona come una promessa molto allettante che non vedo l'ora che mantenga.

«Henri dove diavolo eri finito?» sento una voce maschile in lontananza.

«Cosa hai combinato ai capelli?», se ne aggiunge subito una seconda. «Guarda che disastro, come faccio a sistemarteli adesso?» è Louise a rimproverarlo strillando.

Mi posiziono davanti allo specchio per darmi una sistemata prima di raggiungere il resto del pubblico e per poco non mi cade la mascella a terra quando vedo una macchia rosso scuro sul mio collo, poco sotto l'orecchio. Non è possibile, Henri mi ha fatto un succhiotto. Seriamente? Non ho nemmeno niente per coprirmi, accidenti.

Sposto i capelli tutti a destra e raggiungo a grandi passi il sottopalco pensando a come fargliela pagare ma quando parte la prima canzone mi sono già dimenticata tutto.

La voce di Henri ha sempre avuto un effetto particolare su di me.

Già dalla prima (e unica) volta in cui ho assistito ad un concerto dei Just Us, quella sera ero insieme a Maddie ed Ashley, sono rimasta piacevolmente colpita dalla capacità di Henri di attraversarmi completamente con il suo tono profondo e a tratti graffiato. In seguito, fortunatamente, ho potuto godere spesso delle sue abilità canore durante le nostre interminabili telefonate intercontinentali ma vederlo e sentirlo dal vivo è tutta un'altra cosa.

I ragazzi sono migliorati tanto rispetto alla performance di più di un anno fa. Sono più sicuri, si muovono con decisione sul palco, coinvolgono senza sforzo il pubblico e fanno impazzire le fan con le loro battute e i dispetti che si fanno l'un l'altro.

Eppure, quando canta Henri, è come se il resto del mondo non esistesse, come se lui stesse parlando solo a me. Quando canta Henri, non vorrei nemmeno respirare per evitare che il rumore dell'aria che entra ed esce dai polmoni copra anche una sola nota mentre esce dalle sue labbra.

Sono ufficialmente fregata.

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I'm baaaack! Scusate il ritardo, è stato un periodo abbastanza intenso.
In questo capitolo non ci sono grosse rivelazioni ma diversi piccoli indizi oltre che scene simpati-comiche (almeno io le ho vissute così).
Spero vi piaccia, attendo i vostri feedback ;)
Alla prossima,

Z.

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