33.
«Per oggi abbiamo finito. Ci vediamo la prossima settimana», conclude il professor Richards chiudendo il suo libro e riponendolo dentro la sua borsa.
Nonostante il suo sia il mio corso preferito, ho fatto davvero fatica a stare concentrata durante la lezione oggi.
Non ho sentito Henri per tutto il giorno e questo silenzio mi agita. Ho sempre paura che la nostra...come dovrei chiamarla, amicizia? Frequentazione? Accidenti, questa cosa del non voler dare un nome alle cose è dannatamente complicata. Passiamo del tempo insieme, lontano dal resto del mondo e fingiamo che gli altri non esistano come fossimo in una bolla. Condivisione di momenti, ecco potrei chiamarla così. Non definisce nulla concretamente ma rende l'idea.
Quindi, dicevo, ho paura che la nostra condivisione di momenti finisca di nuovo, nonostante Henri mi stia dimostrando che non è ciò che vuole. Dalla sua incursione in casa mia all'alba, abbiamo ricominciato a sentirci ogni giorno. È venuto anche un paio di volte davanti all'entrata del mio dormitorio, sempre in orari assurdi, solo per augurarmi buonanotte. Ma oggi niente, neanche un messaggio.
Con questi pensieri negativi, arrivo davanti alla porta della mia camera e solo mentre frugo nella borsa alla ricerca della chiave, mi accorgo delle voci di Maddie e Vic che discutono.
«Se davvero è come dici tu, perché non l'ha invitata alla sua festa?» chiede Vic.
«Perché sarà assediato dai paparazzi. Sta cercando di proteggerla». Me la immagino alzare gli occhi al cielo e guardarla come se fosse scontato.
«Secondo me sta solo usando questa cosa come scusa per non averla tra i piedi e fare i cavoli suoi. E questo lei non lo merita», ribatte la mia coinquilina.
«Ti sei forse dimenticata che hanno già parlato di questo e la cosa sta bene ad entrambi?» Il tono saccente di Maddie farebbe infuriare anche un santo.
«Ad entrambi», ripete Vic ridacchiando sarcastica. «Annie è quasi una sorella per te, la conosci meglio di chiunque altro, forse anche meglio di se stessa. Sai benissimo che non è così e tu non dovresti incoraggiare il loro rapporto». Non credo di aver mai sentito Vic così infervorata prima d'ora. Devo starle davvero a cuore per aver causato una tale reazione.
«Non vedi quanto è felice? Non l'ho mai vista così», insiste Maddie.
«Lei ha bisogno di qualcuno che la ami. Non di uno che la usa quando più gli fa comodo e poi torna alla sua vita», replica duramente.
«Non è così!» grida Maddie in risposta.
«Come fai a dirlo? Non conosci Henri e lui è una dannata popstar sempre in giro per il mondo con migliaia di fan disposte a tutto, di sicuro anche ad andarci a letto».
Ok, meglio entrare prima che la situazione precipiti. E poi, ho sentito abbastanza.
Apro la porta e la richiudo il più rumorosamente possibile. Voglio che si accorgano di me.
In stanza cala subito il silenzio ma la tensione si percepisce ugualmente.
Vic è seduta a gambe incrociate sul suo letto mentre Maddie è in piedi di fronte a lei.
«Che diavolo state facendo?» sposto lo sguardo prima su una poi sull'altra.
«Solo uno scambio di opinioni», riassume Maddie rilassandosi un po'.
«Vi sembra normale discutere per la mia amicizia con Henri?» le rimprovero incrociando le braccia al petto.
«Amicizia? Stai scherzando, vero?» mi domanda la mia coinquilina facendomi sbuffare in disappunto.
«Chiamiamola condivisione di momenti, allora. Ti piace di più?» propongo sorridendo.
Vic non risponde, si limita scuotere la testa rassegnata.
«Vic è un po' paranoica», Maddie sminuisce la faccenda con un gesto della mano.
«No, sono solo preoccupata e dovresti esserlo anche tu», la rimbecca scocciata.
«Ok, basta così». Mi metto tra loro e alzo le mani per farle tacere e calmare.
Sono sempre andate d'accordo fin dal primo momento in cui si sono conosciute, a tal punto che ho pensato che un giorno avrebbero potuto escludermi e invece si mettono a litigare per quello che c'è (o non c'è) tra me e Henri. Assurdo. So che questo significa che mi vogliono molto bene ma è comunque insensato.
«Vic», richiamo la sua attenzione sedendomi accanto a lei, «è molto dolce da parte tua preoccuparti per me, ma non ce n'è bisogno. Ho tutto sotto controllo», la rassicuro. Ma lei non sembra per nulla convinta. «E per quanto riguarda il non invito al suo compleanno, oltre al fatto che non ho nessuna intenzione di finire sulla copertina di qualche rivista scandalistica, non mi va di partecipare ad una festa in cui ci sono solo vip, mi sentirei troppo fuori luogo. Henri lo sa, per questo non mi ha proposto di andare».
«Ti stai accontentando dei ritagli del suo tempo, mentre dovresti essere la persona con cui ne spende la maggior parte», insiste guardandomi dritta negli occhi con preoccupazione.
«Forse è vero, ma le poche ore passate assieme mi fanno dimenticare il tempo in cui siamo stati lontani», rispondo spontaneamente. Mi irrigidisco un po' quando mi rendo conto dell'importanza di quello che ho detto.
«Te l'avevo detto!» le rinfaccia Maddie neanche avesse tre anni. Manca solo che le faccia la linguaccia poi saremmo ufficialmente tornate all'asilo.
«Tu smettila di fare la saputella. Dovresti imparare ad esprimere i tuoi pensieri senza aggredire gli altri», la rimprovero anche con lo sguardo.
«Quello non era aggredire. Mi conoscete entrambe, sapete benissimo che quando voglio so essere molto più aggressiva», afferma senza vergogna.
«Ha ragione, ne ho avuto conferma durante la sua telefonata con Tom a cui ho assistito ieri per errore», si inserisce Vic sconcertata.
«Cosa ti avrà mai fatto quel povero ragazzo», mi volto di nuovo Maddie in attesa di spiegazioni. Ancora mi chiedo dove Tom trovi tutta la pazienza per sopportare le alzate di testa della mia amica.
«È un maschio, non ti sembra una motivazione abbastanza valida?»
Scoppio a ridere di gusto trascinando le altre con me. Ci fermiamo quando il mio cellulare inizia a squillare pochi attimi dopo.
Corro verso la scrivania e non trattengo un sorriso quando leggo il nome di chi mi sta chiamando.
«Ehi, popstar. Allora te lo ricordi ancora il mio numero».
«Scusa Annie, sono stato in studio tutto il giorno. Mi hanno nascosto il cellulare mentre registravo e ci ho messo un secolo per ritrovarlo. Dovevi vedere come se la ridevano i bastardi». Mi sfugge una risatina. Scommetto che l'idea è stata di Lucas. «Comunque, hai impegni per stasera?» aggiunge infine.
«No, perché?»
«Perfetto, Paul sta venendo a prenderti», mi comunica entusiasta.
«Non dovevi passare la serata in studio?»
«Ho chiesto a Nick di registrare le sue parti soliste stasera anziché domattina come da programma. Io andrò domani al posto suo. Avevo voglia di vederti». Come faccio a non sciogliermi dopo questa piccola confessione?
«Dì a Paul di darmi mezz'ora», concludo con il cuore che batte a mille. Non chiedo nemmeno dove mi voglia portare, tanto lo seguirei ovunque.
«Hai fatto presto. Pensavo ci avresti messo molto di più», mi accoglie raggiante all'ingresso di casa sua.
Sorrido ripensando al panico che si era creato nella mia stanza dopo aver raccontato alle mie amiche il contenuto della telefonata con Henri. Maddie ha urlato di gioia, più di me, mentre Vic è rimasta impassibile. Sono riuscita a strapparle un sorriso solo poco prima che uscissi, quando mi ha vista agitata ma felice per l'appuntamento imminente.
Per la preparazione, visto il poco tempo a disposizione e, soprattutto, per non dare di matto, ho dato istruzioni a Maddie di scegliere i vestiti da farmi indossare, sotto la supervisione di Vic per evitare che esagerasse con scollature o cose attillate, mentre io mi sono fiondata sotto la doccia. Qualche aiutino qua e là con il make up, sempre troppo semplice a detta di Maddie, ed ero pronta in tempo record. Gioco di squadra perfetto.
«Cosa sono tutti quei sacchetti?», domanda curioso sporgendosi verso di me per sbirciare.
«Mi è venuta voglia di schifezze per cena, così ho chiesto a Paul di fare una sosta lungo il tragitto per prendere qualcosa», gli spiego avvicinandomi al bancone della cucina.
«E se avessi preparato la cena?» obietta fingendosi scocciato mentre mi segue.
«Visti i risultati della scorsa volta, sono pressoché certa che non ci sia niente di commestibile nel tuo frigo», lo prendo in giro cominciando a tirare fuori il cibo.
«In realtà non sono così male in cucina». Si avvicina a me fino a bloccarmi contro il bancone. Alzo la testa ad ammirarlo in tutta la sua bellezza e per un attimo mi chiedo cosa possa trovare in me uno come lui. «Prima o poi ti stupirò», sussurra contro la mia bocca prima di muovere dolcemente le sue labbra sulle mie.
Resisto davvero pochi secondi prima di allungare la lingua e conquistare l'accesso alla sua bocca mentre le mie dita affondano nei suoi ricci indomabili.
Il suo profumo, il suo sapore, tutto di lui mi fa perdere la ragione.
Quando ci stacchiamo per riprendere fiato, mi siedo con un piccolo saltello sul bancone della cucina e afferro la sua maglia per tirarlo verso di me, invitandolo a posizionarsi tra le mie gambe, pronte a stringerlo circondandogli i fianchi.
Mi avvento di nuovo sulle sue morbidissime labbra, mordicchiandole e succhiandole appena, giusto per farlo impazzire un altro po'. A giudicare dal suo sguardo perso, ci sto riuscendo piuttosto bene.
«Se continuiamo così, non riuscirò più a fermarmi», mormora appoggiando la fronte contro la mia con il respiro ancora accelerato.
«Non farlo», riesco a rispondere in un sussurro che suona più come una supplica.
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Eccomi finalmente!
Scusate il ritardo, volevo pubblicare due capitoli insieme ma purtroppo il secondo non è ancora pronto. Spero di concluderlo in pochissimo tempo comunque.
Voi da che parte state? Siete team Maddie o team Vic?
Tenetevi pronte per la prossima parte. It's time.
A presto mie care 🌟
Z.
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