19 - Saved
I've seen you cry way too many times
When you deserved to be alive
Michael's pov
Guidai per raggiungere casa di Luke il più velocemente possibile, mentre Ashton chiamava la polizia e Calum, per informarlo della situazione. Sapevamo che avremmo avuto bisogno della polizia; se la situazione fosse grave come abbiamo pensato, non basterebbe neanche.
Il sangue mi ribolliva dalla rabbia; non potevo non ammettere di essere arrabbiato con Luke. Dopotutto era colpa sua, essere ritornato con Mark. Aver conosciuto Mark, innanzitutto. Certo, non posso incolparlo per questo, ma comunque mi rode il cervello sapere che era rimasto con lui nonostante lo picchiasse, che non aveva fatto niente per cercare di proteggersi. E sì, lo so che è difficile - anche se non sono mai stato in situazioni del genere, grazie a Dio - ma Luke era sempre stata una delle persone più cazzute che conoscevo, nella mia opinione. Forse l'avevo giudicato male.
O forse, pensai, forse si sentiva solo e perso. Forse la sua depressione era troppo grande per perdere anche l'unica persona che credeva tenesse a lui. Tu sai cosa vuol dire, sentirsi soli, sentirsi come se nessuno tenga a te. O no?
Oh, certo che lo sapevo.
«Calum sta andando da Luke. La polizia anche», mi informò Ashton, preoccupato, «Dio, sto tremando. Spero che stia bene».
Sbuffai. «È ovvio che non sta bene, Ash. Dannazione, di tutte le cazzate che ha fatto questa è senz'altro la peggiore. Quando tutto questo finirà io e lui avremo due chiacchiere da fare», sbottai nervoso, fissando la strada avanti a noi. Grazie al cielo non c'era traffico, o il mio umore sarebbe addirittura peggiorato.
«Non è colpa sua se il suo ex fidanzato è pazzo», sospirò Ashton, guardandomi male.
«Lo so, ma... Avrebbe potuto pensarci, prima di portarselo a letto per dimenticarsi di me».
«Beh, allora tu avresti dovuto pensarci prima di respingerlo in quel modo, inducendolo a cercare un modo per dimenticarsi di te. Mh?», rispose Ashton a tono.
Mi zittii. Beh, non posso dire che aveva torto, ma neanche ragione. Io avevo un ragazzo, e per di più ero spaventato e confuso riguardo i miei sentimenti nei confronti di Luke. Credevo di aver paura di innamorarmi di lui un'altra volta, quando non avevo neanche realizzato di essere ancora innamorato di lui. Di essere sempre stato innamorato di lui.
«Non potevo saperlo», ribattei, fissando Ashton con la coda dell'occhio, «Qualcuno che sapeva come stavano le cose non me ne ha parlato».
Ashton sbuffò. «Non mettere me in mezzo ora! Non hai nessuna giustificazione, sapevi che Luke qualcosa per te la provava ancora, insomma, te l'ha sputato in faccia otto anni fa! Certo, i suoi sentimenti potevano essere cambiati nel corso degli anni, ma dargli quel minimo di beneficio del dubbio? E poi dannazione, lo sai che Luke sa essere drastico quando vuole. Immagina essere nei suoi panni, qualcuno che ami da tempo ti rifiuta. Cosa fai?».
«Siamo arrivati», interruppi il discorso di Ashton.
Parcheggiai sul fianco della strada; entrambi uscimmo dall'auto, correndo dentro. Eravamo arrivati per primi e non sapevamo cosa aspettarci. Io non volevo neanche pensarci, a dire il vero. Lo scenario peggiore nella mia mente era inconsiderabile, ma neanche il meno tragico era appetibile. Volevo che non fosse successo niente, ma sapevo che fosse successo qualcosa e avevo paura per Luke. In quel momento tutto ciò che volevo fare era abbracciarlo e baciarlo e curare le sue ferite. Volevo asciugare le sue lacrime. Dio, avrei fatto di tutto per impedire che piangesse di nuovo. L'avevo visto piangere troppe volte quando meritava di sorridere; meritava ogni cosa bella che la vita potesse offrire.
Decisi che non appena saremmo usciti da quella situazione sarei stato io a dare a Luke tutto ciò che meritava. Gli avrei dato la luna, se me l'avesse chiesto.
La porta era aperta, quindi io ed Ashton entrammo senza problemi. I problemi sorsero quando vedemmo un ragazzo rannicchiato contro il muro, il suo corpo scosso dai singhiozzi. Lo riconobbi subito come Mark.
«È... È lui?», mi chiese Ashton, a bassa voce.
Annuii impercettibilmente, incapace di proferire parola mentre Mark alzava lo sguardo, guardandoci confuso.
Fu Ashton il primo a parlare. «M-mark? Sei tu, vero?», chiese al ragazzo, che annuì, asciugandosi le guance con la mano arrossata. Cercai di non farmi domande sul motivo di quel rossore.
«Chi siete?».
«Io sono Ashton e lui è Michael, siamo-».
Mark alzò la testa, fissandomi improvvisamente arrabbiato. Ricordai che Luke aveva detto che Mark aveva visto i messaggi e il sangue mi gelò nelle vene. «Tu sei Michael?!», quasi urlò, alzandosi.
Indietreggiai verso la porta. «S-sì, sono io».
Non mi sarei tirato indietro, non potevo farlo se volevo salvare Luke.
Mark mi puntò un dito contro. «Tu sei quello con cui quella fottuta puttana mi ha tradito?!», esclamò, avvicinandosi a passo lento verso di me.
Deglutii nervoso. «Definisci "tradire"», replicai sarcastico, fissando Mark sprezzante, «A me non risulta che voi due stiate insieme».
Vidi Ashton scuotere la testa preoccupato e seccato allo stesso tempo. Il riccio era in allerta, pronto ad aiutarmi in caso fosse successo qualcosa.
«Ah, sì? E chi te l'avrebbe detto che non stiamo insieme? Lui? Probabilmente l'ha fatto per avere il tuo cazzo in culo, quella puttana ucciderebbe per del sesso».
Le sue parole mi sembravano sconnesse tra loro, quasi come se stesse dicendo la prima cosa che gli veniva in testa. Saranno i sintomi della sua patologia, ma sinceramente, non mi importa.
«Allora chiediti perché voleva avere il mio cazzo in culo e non il tuo, mh?», continuai a provocarlo, noncurante delle conseguenze che - di sicuro - ci sarebbero state, «Forse qualcuno è un po' carente, che dici?».
Mark sembrava star perdendo la calma. «Cosa intendi?».
Ridacchiai. «Che sei una mezza sega, idiota. Probabilmente duri così poco che Luke deve finire da solo. Chissà, forse è per questo che con me ha urlato così tanto... Non voleva smettere, avremmo scopato tutta la notte e non gli sarà bastato neanche».
Era tutto inventato, ovviamente. È solo che mi piace infastidire le persone. E Mark mi sembrava tantissimo infastidito. Ci mancava poco e sputava fumo dal naso!
«Forse l'ha fatto perché gli fai pena», sbottò, sempre meno convinto delle sue parole.
Ridacchiai. «Non sono mica te, piccolo malato pervertito. Io di certo tratterei meglio Luke, dannazione se lo tratterei meglio. Non ti sei chiesto perché ti ha tradito, prima di tutto? È perché non sta bene con te. Con me, oh sì che è stato bene. È stato meglio con me in una notte che con te in un anno».
Avevo tirato troppo la corda. Me ne accorsi solo quando Mark mi afferrò per il colletto della maglia, spingendomi contro la porta. La mia schiena urtò contro la maniglia, lasciai un gemito sfuggire alle mie labbra mentre Mark mi gettava a terra. Mi rialzai prima che potesse colpirmi, fiondandomi su di lui e tirando pugni alla cieca. Ashton cercò di separarci; gli feci segno di andare a cercare Luke. Ashton scosse la testa, tornando a tirare la maglietta di Mark.
«Ashton cazzo, va a cercare Luke», sbottai, prima di ritrovarmi il pugno di Mark sulla mascella.
«No! Io da solo non ti lascio».
«Va a cercare Luke, idiota! So cavarmela da solo».
Ashton indietreggiò, sorpreso dal tono della mia voce, e corse a cercare Luke. Io tornai concentrato a ciò che stavo facendo, il mio pugno incontrò la mascella di Mark così forte che il ragazzo cadde a terra. Mi sedetti su di lui, prendendolo a pugni.
«Questo è per Luke», sbottai, sputando mentre i miei pugni venivano a contatto con la sua pelle, «Anche se meriteresti molto, molto di più-».
«M-michael, lascialo ti prego».
Successe tutto in un secondo.
Alzai la testa verso quella voce, scorgendo Luke accanto ad Ashton. Mentre un sorriso si faceva spazio sul mio volto, mi ritrovai a terra, Mark era addosso a me e le sue mani sulla mia gola, che stringevano con forza; cercai di allentare la stretta ma lui era troppo forte ed io ero troppo debole. Luke strillava, lo vedevo addosso a Mark, cercava di liberarmi. Ashton era corso a dare una mano a Luke.
Tra le urla di Luke e quelle di Ashton, persi i sensi.
***
Aprii gli occhi di scatto, annaspando in cerca d'aria. Mi accorsi di essere in ospedale. Grazie a Dio, non ero morto. Devo ammettere di aver temuto parecchio, quel Mark ci sa fare.
Mi passai una mano sul collo, sentendo la gola secca. Milioni di domande mi affollavano la mente in quel momento. Luke stava bene? Dov'era adesso? Ashton era con lui? E Mark? L'avevano preso?
«Finalmente ti sei svegliato, stavamo cominciando a preoccuparci».
Alzai gli occhi verso la voce femminile che avevo appena sentito, trovando un'infermiera accanto a me. «Da quanto...».
«Mezz'ora, approssimativamente. Come ti senti, Michael?», mi chiese l'infermiera, premurosa.
«Mi fa male la gola», risposi, sedendomi sul letto, «E la testa. Mh... Sa niente dei ragazzi che erano con me?».
«Il tuo ragazzo non mi ha detto molto», rispose la donna, vaga.
«Il mio... Ragazzo?», replicai, confuso.
Prima che l'infermiera potesse proferire parola, la porta si aprì, lasciando passare Calum. Il moro avanzò a passo veloce verso il letto, afferrandomi le guance e stampandomi un bacio sulle labbra. Sgranai gli occhi. Ma che...?
«Grazie al cielo stai bene, amore mio», esclamò, abbracciandomi, «Sta al gioco», sussurrò poi, nel mio orecchio.
«Ehm... Sarò stato incosciente per così poco, Cal! Sto bene, piccolo, non preoccuparti», replicai, accarezzando la schiena di Calum come per rassicurarlo.
«Non dovresti stringerlo così, potrebbe avere problemi a respirare», avvertì l'infermiera, «Uh... Vi lascio soli».
Appena l'infermiera lasciò la stanza mi staccai da Calum, fissandolo confuso. «Posso sapere cosa ti salta in mente?».
Calum alzò le mani. «Non mi avrebbero fatto entrare! Luke voleva sapere come stavi».
«Avresti potuto dire di essere, che ne so, mio fratello! E poi, per quale motivo hai dovuto baciarmi?», sbottai, incrociando le braccia al petto. Avrei dovuto essere arrabbiato, ma appena sentii il nome Luke il mio cuore si addolcì un po'. Giusto un po'. E poi, non era la situazione per arrabbiarsi. Trovavo tutto un po' comico, a dire il vero.
«Non mi avrebbero creduto, non vedi quanto siamo diversi?».
«Beh, in effetti non siamo proprio gocce d'acqua, io e te. Perché mi hai baciato?».
Calum arrossì leggermente. «Era per fare scena, dovevo essere preoccupato per il mio ragazzo o no?».
Scossi la testa. «Non ne vedo il motivo».
Calum sbuffò. «Oh, adesso basta! Lasciatelo alle spalle», Calum si sedette accanto a me, «Ti farà piacere sapere che Mark è dietro le sbarre in questo momento».
Non feci a meno di notare un piccolo sorriso compiaciuto sul volto di Calum. Sicuramente era felice quanto me che Mark avesse finalmente avuto ciò che si meritava. «Lui come sta?», chiesi, non riuscendo a evitare il mio sorriso, copia esatta di quello di Calum.
Calum fece spallucce. «Un po' scosso, era preoccupato per te. L'hanno portato alla centrale, gli stanno facendo delle domande su Mark; sostengono che la sua storia sia un punto chiave per la vicenda».
«Mi pare ovvio. Ashton?».
«Anche lui in centrale, è il testimone oculare di un tentato omicidio... Ah, per la cronaca, sei nella merda», mi avvisò, ridacchiando.
Deglutii. «Quanto nella merda?».
Calum mi fece un occhiolino. «Penserai che Mark sia stato troppo carino con te».
Dio santo. Sapevo che Ashton mi avrebbe disintegrato, quando ci saremmo rivisti. Ma per qualche motivo strano, non mi importava più di tanto. Perché sapevo che Luke adesso era salvo, ed io avevo contribuito a salvarlo.
«Cal?».
Calum alzò la testa dal suo cellulare, fissandomi curioso. «Che c'è, Michael?».
«È tutto finito, vero?».
Calum sorrise. «È tutto finito».
***
Fui dimesso quella sera stessa, dopo che fui stato avvisato di riposare per almeno una settimana. Il dottore mi consigliò di non svolgere attività estremamente stancanti - ed io quasi scoppiai a ridere perché guardò male Calum, il mio ragazzo. Dio, questa sì che è una storia divertente.
Io e Calum salimmo in auto, il moro mise in moto. «Allora, se vuoi posso accompagnarti a casa, ma Luke vuole vederti. Cosa vuoi fare?», mi chiese, fissandomi con la coda dell'occhio.
Feci spallucce, volgendo il mio viso a Calum. «Per me va bene tutto, amore mio», esclamai, arricciando le labbra in direzione di Calum che mi lanciò un'occhiata che avrebbe potuto incenerirmi, «Ma vorrei davvero vedere Luke».
«Bene, allora andiamo da Luke».
Tra di noi calò un silenzio imbarazzante; non ero abituato a stare da solo con Calum. Tutte le volte che l'avevo visto eravamo in compagnia di Ashton, e comunque c'eravamo ignorati. Adesso però, non c'era nessuno a smorzare l'ambiente.
«Luke ti ama. Ma ti ama sul serio», sbottò all'improvviso Calum, facendomi alzare lo sguardo.
Lo guardai confuso. «Perché me lo stai dicendo?».
Calum fece spallucce. «In caso tu non ci creda ancora», rispose, guardandomi brevemente prima di tornare con gli occhi alla strada, «Non credo che amerà mai qualcuno quanto ama te, voglio che tu lo sappia. Ah, e se qualcosa dovesse andare storto tra di voi, e io sapessi per certo che è colpa tua, guardati le spalle».
Nello stesso momento in cui lo disse, i muscoli delle sue braccia guizzarono. Deglutii nervoso. «Non credo tu debba preoccuparti di questo. Io amo Luke, non gli farò mai del male. Ha sofferto abbastanza».
Calum annuì. «Più di quanto tu possa immaginare. Potresti accendere la radio, per favore?».
Annuii, premendo il pulsante di accensione della radio. Una risata fragorosa uscì dalle mie labbra quando la mia voce registrata riempì l'abitacolo. Voltandomi verso Calum, scoprii che era completamente rosso in viso.
«N-non ricordavo che m-mia sorella avesse lasciato i suoi cd qui», si affrettò a dire.
«Ma dai. Tu ascolti la mia musica?», chiesi sbalordito, a bocca aperta.
Calum sembrò diventare porpora. «S-sei bravo, che vuoi? È un crimine apprezzare il talento di qualcuno?».
Alzai le mani. «No, mi fa piacere che ascolti la mia musica. È solo... Strano?».
Calum scosse la testa. «Tu sei strano. Hey, siamo arrivati».
Calum parcheggiò a lato della strada; insieme, uscimmo dall'auto ed entrammo in centrale. Luke ed Ashton erano seduti su delle panche blu; il biondo aveva la testa poggiata sulla spalla di Ashton. Alzò gli occhi quando sentì i nostri passi riecheggiare.
Un sorriso si fece spazio sul mio volto mentre Luke si alzava, correndo verso di me. Lo abbracciai forte, quasi stritolandolo. Lo volevo il più vicino a me possibile, non mi importava che non riuscissi a respirare.
«S-stai bene», mormorò nel mio petto; sentii qualche lacrima bagnare il tessuto della mia maglietta.
Alzai la testa di Luke, stampandogli un bacio sulle labbra. «Stiamo bene», sussurrai, baciandolo di nuovo.
Ci stavano guardando tutti, ma non mi importava affatto; finalmente, Luke era tra le mie braccia.
«Non mi lasciare», mugugnò lui, guardandomi con occhi gonfi di lacrime.
Scossi la testa, baciando Luke un'altra volta. «Mai più, Luke. Non ti lascerò mai più».
***
[A/N] Heilà!
Questa settimana posto due volte, ehehe. Ora, saltiamo i convenevoli e gioiamo perché, finalmente, Mark è via dalla vita di Luke! YUPPII (ammetto che lo odio anch'io, ma lo odio fino all'ultimo, ahaha)!
Non chiedetemi il perché di quel bacio Malum, vi prego. Mi sa che ho deciso che Calum in questa storia se li bacia tutti, AHAHAHAHAHAH solo, volevo metterci qualcosa di Malum prima della fine di questa storia, visto che non c'è quasi niente lol - per compensare, nel capitolo di sabato ci sarà un momento Lashton che ho aspettato come la pioggia durante la siccità per mettere (?)
Va beh, ora vi lascio, vi sto annoiando di sicuro ahahah
A sabato ♥
PS: -5. :(
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro