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12 - Back to the start

Nobody said it was easy

No one ever said it would be this hard

Oh, take me back to the start

Michael's pov

I giorni seguenti furono un'agonia. Le conversazioni tra me e Jamie si erano ridotte ai saluti, comunque forzati perché eravamo sotto lo stesso tetto. Il biglietto aereo, prenotato il giorno del nostro litigio, segnava il sedici novembre, cioè oggi. Avrei dovuto accompagnarlo all'aeroporto, dirgli addio e non l'avrei visto più. Sparito. Quattro anni della nostra vita dimenticati. Ovviamente sapevo che non sarebbe stato così facile, soprattutto per lui. Per me, un po' meno, perché stavo lentamente realizzando che i miei sentimenti per Luke erano ancora vivi e presenti. Ero ancora nella fase del diniego, tuttavia, nonostante fossi più che cosciente di quello che provavo. Non potevo ammetterlo, sarebbe stata la mia fine.

Era stato impossibile dover dire ai miei che ci siamo lasciati. Non capendone il motivo, hanno subito dedotto che avevo tradito Jamie - il che, tecnicamente, era vero, nonostante fosse stato un bacio di poco conto, non ricambiato. In realtà, significava molto di più sul piano dei sentimenti, ma fisicamente era stato solo un bacio a stampo leggermente inutile.

Da quando hanno saputo della nostra rottura hanno cominciato a guardarmi con severità, e li capisco benissimo. Mi hanno sempre insegnato ad essere leale e fedele, anch'io sarei deluso da me se fossi loro. Anche se, in effetti, io sono deluso da me stesso. Tutte le promesse che mi ero fatto in quegli anni erano crollate come un castello di carte. E tutto grazie ad un bacio.

«Mike? Se continui ad andare dritto senza pensare alla strada finiremo contro qualche auto».

Scossi la testa, voltandomi brevemente verso Jamie. Il biondo mi fissava assorto, le sue labbra leggermente imbronciate. Sospirai, tornando con lo sguardo rivolto alla strada, adesso più concentrato.

«Scusa. Stavo pensando».

«Ultimamente pensi spesso», rimuginò Jamie, «Troppo spesso per i miei gusti. Cosa c'è che non va?».

Scossi la testa. «Direi che non c'è niente che vada bene, ultimamente. Non riesco a credere di essere di nuovo al punto di partenza... Mi sento così stupido».

Jamie annuì. «Che sei stupido lo sapevamo già», disse sarcastico, strappandomi un sorriso che però svanì subito, «Non dovresti autocommiserarti per qualcosa che non puoi controllare, però. Insomma, provi qualcosa per Luke, non è neanche una novità. Accettalo».

Deglutii. Jamie era sempre troppo diretto per i miei gusti, quando parlava. «Non capisci. Se sapessi come mi ha trattato otto anni fa non diresti queste cose».

«Santo Dio Mikey, è il passato! Avevate diciassette anni quando sono successe quelle cose, eravate stupidi e incoscienti. Smettila di rimuginare sul passato, comportati da venticinquenne maturo quale sei e prendi il toro per le corna!».

Mi voltai verso di lui, fissandolo con un sopracciglio alzato. «Mi sembri piuttosto tranquillo, e stai parlando del mio ex...», vagheggiai, facendo fare spallucce al biondo.

«Si va avanti, Clifford. Ho deciso di comportarmi con maturità riguardo alla situazione. E poi, non posso costringerti a provare cose che non senti», disse, volgendo lo sguardo alla strada.

Sentii una fitta al cuore. Come al solito, Jamie si stava comportando nel modo giusto, per quanto non fosse ciò che voleva. Dio, ma cosa ho fatto per meritare quest'angelo?

«Io ti ho amato. Lo sai?», sbottai all'improvviso, fermando l'auto nel parcheggio dell'aeroporto.

«Certo che lo so», rispose lui, uscendo dall'auto.

Lo aiutai a prendere la valigia, poi ci incamminammo al terminal. Era tutto molto, troppo silenzioso, tra di noi. E non era un silenzio che ti metteva a tuo agio.

«Puoi promettermi una cosa, Mikey?».

Mi voltai verso Jamie. «Tutto ciò che vuoi».

Jamie sorrise timido, afferrando la mia mano e stringendola. «Promettimi che farai di tutto per essere felice. Non voglio vederti triste, sai che lo odio vero?».

Annuii, ed inaspettatamente per entrambi, attirai il corpo di Jamie al mio per un abbraccio. Restammo l'uno fra le braccia dell'altro per una manciata di minuti, sapendo che quello era il nostro ultimo abbraccio. Mi faceva male soltanto pensarlo.

«Te lo prometto. Ah, e prometti anche tu una cosa a me?».

«Certo Mikey».

Mi staccai da lui, guardandolo malizioso. «Promettimi che ci proverai con tutti i ragazzi che trovi. Non mi piace il pensiero di te che torni a casa a deprimerti, soprattutto per me! Quindi... Torna a Los Angeles e divertiti e non pensare a me. Ah, e sei caso mai avessi voglia di parlare, non esitare a chiamarmi o a mandarmi qualche messaggio. Non mi dispiacerebbe sentirti, ogni tanto».

Jamie annuì, sorridendo. «Mi farò sentire, tranquillo. Voglio sapere come va a finire con Luke. E, riguardo alla parte del provarci con tutti i ragazzi che trovo... Avrei già già qualche idea. Te lo ricordi quel ragazzo moro, che stavi quasi uccidendo quella volta perché mi aveva offerto da bere?», annuii, e il sorriso di Jamie parve allargarsi, «Mi sa che ho ancora il suo numero, da qualche parte...».

«No, non lui! Non è adatto a te! Sono sicuro che ce l'ha piccolo», mi lamentai.

Jamie scoppiò a ridere. «Ti aggiornerò sulle sue dimensioni, allora».

La voce metallica annunciò che il volo per Los Angeles sarebbe decollato a breve, e che i suoi passeggeri erano invitati a salire sull'aereo al più presto. Jamie mi guardò triste, prima di abbracciarmi di nuovo.

«Mi mancherai, Mikey», sussurrò nel mio orecchio, spezzandomi il cuore.

Jamie poteva anche far finta di star bene, ma io sapevo che nel profondo la nostra scelta gli faceva male. Spero solo che ne esca presto. Jamie non merita di soffrire, è una persona d'oro.

«Mancherai anche a me», dissi sottovoce, baciandogli la fronte, «Ora va, altrimenti perdi l'aereo».

Jamie sorrise, baciandomi la guancia e girando i tacchi, camminando veloce verso il gate. Lo osservai allontanarsi, sentendo milioni di fitte allo stomaco. Non riuscivo ancora a credere che fosse finita.

Restai in aeroporto fino a che non vidi l'aereo decollare. Salito in macchina, guidai veloce verso casa di Ashton, noncurante dell'orario. Avevo bisogno di qualcuno con cui parlare. E non volevo tornare a casa così presto.

Arrivai a casa di Ashton dopo mezz'ora di viaggio, un tempo record vista la distanza dell'aeroporto dalla città. Scesi dall'auto, cercando la chiave di riserva e trovandola sotto una piastrella smossa situata sotto lo zerbino. Tipico di Anne Marie, mettere le cose in posti evidenti ma non così evidenti.

Entrai in casa, trovandola silenziosa come mai prima d'ora. Beh, erano comunque le sette e mezza di un giorno d'estate. E c'era solo Ashton in casa; Anne Marie, Lauren ed Harry erano partiti per visitare una zia due giorni fa.

Decisi di andare a svegliare Ashton, quindi mi diressi in camera sua. Fui sorpreso di trovarlo con una ragazza, precisamente la ragazza bionda della festa. I due dormivano profondamente, lei aveva la testa poggiata sul suo petto, i capelli sparsi dappertutto e le mani di Ashton sulla schiena nuda.

Decisi di non disturbare e tornai in salotto, sedendomi sul divano e cercando di restare sveglio.

***

«Potrei denunciarti per effrazione, lo sai?».

Aprii gli occhi, stiracchiandomi. Dio, mi ero addormentato.

Volsi lo sguardo ad Ashton, in piedi davanti a me. Gli feci un sorriso stanco. «Da quando denunci i tuoi amici per effrazione?», chiesi di rimando.

Ashton rise, grattandosi la nuca. «Hai spaventato Thaisse», disse, facendo spallucce.

«Thaisse?», collegai quel nome alla ragazza che stava dormendo con Ashton, «Ah, già. Vi ho visto dormire, prima. Siete carini insieme. Hai la mia piena benedizione».

Ashton fece un finto sospiro di sollievo. «Grazie al cielo! Avrei vissuto per sempre con il rimorso se non avessi approvato».

Gli tirai un leggero pugno sul braccio. «Ti fidanzi e non me lo dici neanche», borbottai, imbronciato.

«Non siamo ancora qualcosa di definito. Insomma... Abbiamo fatto sesso un paio di volte, ma non so cosa siamo di preciso», rimuginò, pensieroso, mentre cercava di sistemarsi i capelli meglio che poteva. Notai che avevano bisogno di essere tagliati.

«Lei ti piace?».

Ashton sorrise. «Tanto».

Gli diedi una pacca sulla spalla. «Allora, potete essere qualsiasi cosa tu voglia. È da tanto che non hai una relazione».

«Già, forse hai ragione».

I nostri discorsi furono interrotti da un colpo di tosse. Ci voltammo, scorgendo la figura di Thaisse all'estremità del corridoio. Indossava una maglietta di Ashton che le arrivava a metà coscia; notai che mi guardava sospettosa, il labbro inferiore tirato fra i denti.

«Ehm, uh... Non avere paura di me. Sono un gattino coccoloso», cercai di rassicurarla, tendendo le mie braccia verso di lei.

Ashton scoppiò a ridere. «Non fare lo scemo. Thaisse, lui è il mio amico Michael».

Thaisse annuì, camminando titubante verso di noi. «So chi è. Non vivo mica su un altro pianeta», rise la ragazza, sedendosi sulle gambe di Ashton e porgendomi la mano, «Piacere di conoscerti».

Afferrai la sua mano, stringendola. «Il piacere è tutto mio».

«Allora, di sicuro non sei venuto qui di mattina presto per cazzeggiare. Quindi, dimmi tutto».

Sospirai. «Io e Jamie ci siamo lasciati».

Sentii una mano di Ashton toccarmi la spalla. «Me l'avevi detto. Mi dispiace, Mike».

«Non è questo il problema- cioè, sì, è triste che ci siamo lasciati, ma... Il motivo per cui ci siamo lasciati mi spaventa», confessai, abbassando lo sguardo. Sapevo che Ashton non avrebbe approvato per niente.

«Perché vi siete lasciati? Non avrà mica a che fare con...».

Lo interruppi. «Sì, Ash. Ha a che fare con Luke. Diciamo che... Non ho ancora dimenticato del tutto la faccenda».

«Uhm... Forse è meglio lasciarvi soli», disse all'improvviso Thaisse, alzandosi. La guardai sparire nel corridoio.

«Allora, spiegati bene».

Presi un respiro profondo prima di parlare. «Alla festa di Alex ho incontrato Luke in bagno, ma questo già lo sai... Abbiamo parlato. Lui era ubriaco, diceva cose senza senso... E all'improvviso mi ha baciato. Mi ha baciato e mi sono sentito esattamente come otto anni fa. E poi quando l'ho respinto mi ha detto che mi ama», spiegai, sentendo il mio cuore battere all'impazzata nel petto. Non pensavo che rivivere quella situazione sarebbe stato così difficile. Non avevo neanche iniziato e già mi sentivo sull'orlo delle lacrime...

«E quindi hai lasciato Jamie perché hai capito di essere di nuovo innamorato di Luke?».

Scossi la testa. «Con Jamie è finita perché lui ha dedotto che io sia ancora innamorato di Luke. Non ne sono sicuro...».

Ashton roteò gli occhi. «Dio, sapevo che sarebbe successo. Che vuol dire che non sei sicuro?».

«Non voglio... Provare di nuovo quelle cose per lui. Non voglio che i miei sentimenti per lui prendano di nuovo il controllo della mia vita... Sai com'è andata a finire l'ultima volta», confessai, abbassando lo sguardo.

Sentii Ashton farsi più vicino a me, le sue braccia mi attirarono a sé in un abbraccio. «Mikey, sai che non vorrei dirtelo perché c'ero anche io in quella situazione, e so benissimo come ti sentivi, ma... È tempo che tu accetti i tuoi sentimenti per Luke, invece di respingerli. Sai di provare ancora qualcosa per lui, l'hai sempre saputo. Quindi, perché non affrontare le cose, invece di ignorarle?».

Aveva ragione da vendere come al solito, ma io non l'avrei ascoltato. «H-ho paura Ash. E se andasse a finire come l'altra volta? Non voglio provare di nuovo quelle cose... Mi ci è voluto così tanto per uscirne...».

La stretta di Ashton su di me si fece più forte, quando un singhiozzo lasciò le mie labbra. «Lo so che hai paura. Ti capisco. Ma quando sono successe quelle cose avevate entrambi diciassette anni, eravate stupidi, non ragionavate lucidamente. Almeno, Luke era così. In otto anni le cose possono cambiare, lo sai? Prova a parlarne con lui».

Alzai la testa, asciugando le poche lacrime che erano scivolate sul mio viso. «C-ci proverò. Grazie Ash».

Ashton sorrise, abbracciandomi più forte. «Non ringraziarmi. Sono cose che gli amici fanno».

***

Presi un respiro profondo, mentre cercavo la forza necessaria per uscire dall'auto. Ero davanti al condominio in cui abitava Luke, mi ero fatto dare l'indirizzo da Calum - lui era stato un po' troppo entusiasta a darmelo. Non sapevo cosa fare, appena mi sarei trovato Luke di fronte. Ci avrei parlato? Ci saremmo baciati? Oppure avrei cercato di bussare, ma poi mi sarei pentito, tornando in macchina e andandomene?

Oh, andiamo Clifford. Fa l'uomo.

Scesi dall'auto, entrando nel grande edificio bianco. L'interno era elegante, ma banale; non ci feci davvero caso bene mentre correvo sulle scale. Luke era al primo piano, appartamento 2B. Arrivai troppo velocemente, e dovetti appoggiarmi al muro mentre riprendevo fiato. Quando riuscii a respirare bene, camminai verso la porta. Il mio cuore batteva irregolare, e non solo per la corsa appena fatta.

Bussai, aspettando che Luke aprisse la porta. Ma quando si aprì, dietro di essa non c'era chi mi aspettavo. Un ragazzo biondo, dai ricci disordinati, mi guardava da capo a piedi con fare sospettoso. Somigliava vagamente ad Ashton.

«Ehm... C'è Luke? Dio, forse ho sbagliato appartamento», mugugnai, sentendomi stupido. Ma era il 2B?

Il ragazzo rise. «No, non hai sbagliato. Ehm... Luke dorme. Vuoi che gli dica che sei stato qui?».

Solo in quel momento mi accorsi che il ragazzo aveva indosso solo dei boxer. Il respiro mi si mozzò in gola, mentre mettevo insieme i pezzi del puzzle nella mia testa. Era più che evidente che questo ragazzo avesse passato la notte con Luke...

Scossi la testa. «No, tranquillo, solo passavo di qui e... Volevo salutarlo», mentii, indietreggiando, «È stato un piacere conoscerti...».

«Mark», disse il ragazzo, salutandomi mentre mi chiudeva la porta in faccia.

Serrai gli occhi, impedendo alle lacrime di fuoriuscire da essi.

In fondo, avrei dovuto aspettarmelo che mi avrebbe rimpiazzato così in fretta, sa comunque che non lo amo più. Però, fa male allo stesso modo.

Camminai veloce, uscendo dal condominio e salendo in auto alla velocità della luce, partendo a tutto gas. Volevo scappare il più in fretta possibile da lì, lasciarmi Luke alle spalle definitivamente. E sapevo anche come fare.

***

[A/N] Buongiorno!

E così, Jamie è andato via. *sospira* Mi mancherà, lo ammetto. Ma, finalmente Michael ha trovato il coraggio di andare da Luke! Forse avrebbe dovuto trovarlo più tardi, sì. D'altronde, però, se lo sarebbe dovuto aspettare: ha detto a Luke che non lo ama più o no? Luke sta solo agendo di conseguenza, adattandosi al volere di Michael - che poi non è neanche più il suo volere ma okay, Luke questo non lo sa. Chissà, forse Mike tornerà da Luke... se il suo piano per dimenticarlo fallisce lol

Cosa avrà in serbo il nostro Clifford? Lo scoprirete... tra due capitoli! Eh già, il prossimo capitolo sarà dal punto di vista di Luke, e se posso anticiparvi qualcosa, sarà tristissimo. E' il capitolo più triste che io abbia scritto per questa storia, pensate che ho pianto come una cogliona scrivendolo. Poi scoprirete perché, settimana prossima.

A sabato!

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