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Capitolo undici



Lauren aveva quasi scavato la fosse nel pavimento tanto era che aspettava, marciando avanti e indietro nello stesso punto.

Lo zaino sulle spalle ballonzolava ad ogni passo, essendo più leggero del solito. Lauren si mordicchiava nervosamente le unghie, mentre tentava di concentrare la sua attenzione su altro per non angustiarsi più del dovuto, ma dopo un po' le idee le si erano confuse e non riusciva più a pensare lucidamente.

Dare da mangiare al cane, pulire la gabbia del criceto... Lei non aveva un criceto. Si fermò in mezzo al corridoio, con l'indice e il pollice stetti attorno al mento. Riformulò.

Comprare un criceto, meglio due così si tengano compagnia. Poi magari si sbranano però... Comprare un criceto e un pesce rosso.

Alzò lo sguardo verso l'orologio posto sopra gli armadietti. Ormai il tempo stava per scadere, il
che significava che la sua ansia stava per finire.
Non ne poteva più di attendere un verdetto.

«Lauren, la vuoi finire?» La riprese Dinah, poggiata contro il muro con le braccia conserte.

«Dieci minuti ed esce.» Le ricordò placida. La polinesiana non era affatto turbata, ma in fondo non era lei che aveva speso gran parte dei suoi pomeriggi a dare ripetizioni di matematica a Camila.

Se la corvina avesse fallito il test, il suo futuro sarebbe stato da rivalutare e Lauren se ne sarebbe certamente attribuita la colpa per essere stata troppo superficiale su certi argomenti, o magari per non averle impartito bene le lezioni come avrebbe dovuto.

Non voleva che Camila fallisse il compito di recupero, anche se questo precedeva la sua partenza per Cambridge. Ma quello era ancora tutto in discussione! Camila non aveva ancora fatto richiesta per il collage e Lauren, in cuor suo, sperava ancora di poterla convincere a cambiare idea e partire assieme a lei per New York. Comunque a quello avrebbe pensato in seguito, adesso voleva solo scrollarsi di dosso la spiacevole sensazione di essere responsabile di un possibile fallimento della sua migliore amica.

«Quanto manca?» Domandò Lauren esasperata.

«Nove minuti. Sai che chiederlo ogni trenta secondi non accelererà le cose, vero?» Disse Dinah, andandole poi incontro. Poggiò le mani sulle sue spalle e la rassicurò che sarebbe andato tutto bene, che Camila si era preparata arduamente per il test.

«Avete studiato quasi tutti i giorni.» Affermò solennemente, ma quello mise ancora più apprensione a Lauren, l'unica a sapere che durante i loro pomeriggi di studio la maggior parte delle volte i libri restavano chiusi sulla scrivania.

Se fosse stato un compito di anatomia avrebbe preso il massimo dei voti. Ironizzò la corvina dentro di se, sorprendendosi di riuscire a sdrammatizzare.

Dopo qualche minuto, la campanella suonò e dall'interno della classe si udì la voce della professoressa che richiedeva i compiti e ricordava di apporre il proprio nome e la data in cima al foglio.

Lauren si cimentò davanti alla porta dell'aula, ignorando gli studenti che le passavano accanto spintonandola perché ostruiva loro il passaggio. Con lo sguardo cercò Camila in mezzo agli alunni, trovandola vicina alla finestra. Stava rimettendo le sue cose nello zaino e dalla faccia smunta che aveva, Lauren non ne dedusse niente di buono.

Trattenne il respiro, pensò a delle scuse sincere da porre alla sua migliore amica che ora muoveva passi lenti nella sua direzione tenendo il capo chino. Quando le fu davanti, alzò lentamente la testa; Lauren la scosse dispiaciuta, ma un sorriso genuino comparve sul volto della corvina che in esultanza gridò

«Ho risposto a tutte le domande!»

La preoccupazione di Lauren svanì immediatamente, lasciando spazio ad un'increspatura sulle sue labbra. Camila lanciò le braccia attorno al suo collo e la strinse forte a se, mentre Lauren la sollevò leggermente da terra e la fece girare in una piroetta che comprendeva entrambe.
Per i corridoi echeggiavano solo le loro risate.

La corvina ancora stretta nella morsa dell'amica, affondò la testa nei suoi capelli arrivando a spingerla verso il collo. Lauren fece lo stesso, facendo sprofondare il capo nella spalla della cubana. Il suo profumo era così soave che mentre volteggiavano le aveva avviluppate con la sua fragranza e ora Lauren era sicura che i suoi vestiti fossero intrisi dell'odore di Camila.

La rimise a terra, continuando a sorridere con lo sguardo inclinato leggermente verso il basso per la minima differenza d'altezza che era tornata a dividerle. La corvina aveva ancora le mani poggiate sui suoi fianchi esili, mentre l'altra teneva le braccia attorno al collo dell'amica. Erano vicine e nessuna delle due avrebbe voluto qualcosa più di un bacio, ma poi Dinah si schiarì la voce e ricordò la sua presenza.

Camila si distaccò velocemente, abbassando lo sguardo sulla punta delle sue scarpe, poi si voltò verso la polinesiana e corse ad abbracciare anche lei, in maniera diverso però.

«Credi sia andata bene?» Domandò Dinah mentre squadrava la corvina davanti a lei.

«Benissimo. Non ho il minimo dubbio.» Rispose risoluta, battendo il cinque alla polinesiana.

Lauren le raggiunse dopo qualche istante. Non sapeva bene perché, ma l'aveva infastidita che Camila si fosse scostata da lei quasi con repulsione. Era come se davanti agli altri si vergognasse di ciò che condividevano in segreto.

«Allora dobbiamo festeggiare. Adesso, casa mia.» Propose Dinah, trovando subito il consenso da parte di Lauren, anche se ottenuto da un semplice gesto del capo.

«Ah... ehm..» Camila scosse la testa e storse le labbra in una smorfia, facendo spola fra le sue amiche che le si paravano davanti «Ti ringrazio, ma ho già degli impegni con Shawn.» Ammise.

Entrambe corrugarono la fronte confuse, ma non ci volle molto prima che la consapevolezza si insinuasse nei pensieri di Lauren. Sapeva che l'amica aveva deciso di rivedere Shawn e anche se non si capacitava del perché stesse correndo dietro ad uno stupido, finse di essere perfettamente a suo agio con la cosa.

Sfoderò un sorriso tirato «Ma certo. Divertiti.» Disse con quanta più disinvoltura possibile, ma, in realtà, dentro di lei qualcosa si smosse.

Non seppe definire l'entità di quel bruciore che continuava ad aggredirle lo stomaco ogni volta che sentiva pronunciare il nome del ragazzo. Continuava a ripetersi che fosse in totale apprensione per la sua migliore amica, che non voleva che le venisse spezzato il cuore di nuovo. Però, se ci pensava -cosa che aveva evitato per gran parte del tempo- era successo tante altre volte di preoccuparsi per Camila, ma quando succedeva era una sensazione che le comprimeva il petto, che si ingrandiva gradualmente. Quello che sentiva adesso, invece, era una vampata di calore che arrivava tutta insieme, le bruciava lo stomaco e le faceva serrare automaticamente i pugni... Non sapeva identificarla.

«Mh.. ok.» Assentì tristemente Dinah, per poi tornare subito un secondo dopo a sorridere gioiosamente «Non dimenticati, però, che domani c'è il compleanno di Normani.»

Sì, l'aveva completamente rimosso. Dinah ed Ally avevano progettato un modo per organizzarle una festa a sorpresa. I genitori di Normani si erano presi una piccola vacanza di due giorni, affidando la casa alle ragazze.

"Una cosa tranquilla, mi raccomando." Aveva detto in tono serio la madre di Normani prima di chiudersi la porta alle spalle.

Avevano deciso di fare le cose in grande, invitando metà scuola. La casa era abbastanza grande da poter ospitare tutti, anche se magari ci sarebbero stati un po' stretti potevano sempre uscire fuori in giardino.

«Come potrei scordarlo?» Sbuffò ironica, facendo un vago cenno della mano. Poi salutò entrambe le amiche e se si incamminò verso l'uscita, dirigendosi spensierata al suo appuntamento.

                                   *****

Lauren era arrivata in anticipo a casa di Normani. Lei e Dinah si occupavano degli addobbi: gonfiare palloncini, attaccare i festoni, togliere di mezzo qualunque cosa in grado di rompersi. Ally, invece, avrebbe pensato all'alcol e Camila doveva intrattenere Normani mentre la casa si affollava.

L'arrivo era previsto attorno alle nove di sera, ma la feste solitamente cominciavano sempre un'ora dopo. Il che significava che avevano circa quattro ore per dirimere i loro compiti.

Lauren era salita sulla scala, Dinah la sorreggeva evitandole una brutta caduta mentre la corvina si ergeva in punta di piedi per appendere un festone con su scritto "Tanti Auguri" che ornava l'ingresso. Più o meno era lì che sarebbero saltati tutti fuori con trombette, cappellini d'orati e fischetti stravaganti.

Lauren cercava di non pensare al fatto che il giorno prima Camila avesse trascorso qualche ora con Shawn. Ancora non aveva avuto la possibilità di rivedere l'amica, perché dopo l'uscita scolastica lei si era subito diretta ai giardini dove Normani badava ad alcuni bambini e tutto questo non sapere non faceva altro che accrescere la sua ansia.

Fortunatamente c'era Dinah con lei. Usualmente era una persona taciturna, ma sotto stress diventava logorroica: non aveva fatto altro che parlare a vanvera da quando avevano messo piede in casa. Tutte quelle ciance servivano a qualcosa, oltre a stordirla, la stavano anche distraendo.

«Tu vuoi il fischetto viola, o a pallini? Devo saperlo perché sennò un ospite si ritroverà con quello a pois, ma magari lo voleva viola. Dovevamo comprarne di più.» Andava avanti così. Lauren ridacchiò e quando finalmente riuscì a fissare il festone con il nastro adesivo trasparente, scese dalla scala.

«Non credo che il colore interessi a nessuno, Dj.» La rassicurò, poggiando una mano sulla sua spalla.

«Ma quando torna Ally?» Domandò guardando l'ora al polso.

Era uscita solo un'ora prima. Ally era l'unica a non aver timore di esibire il documento falsificato, per questo si era offerta volontaria. Il negozio di alcolici più vicino era a circa quaranta minuti, perciò era naturale che non fosse ancora sulla strada di ritorno e nonostante avessero a disposizione ancora molte ore, Dinah sentiva che ogni minuto andava perso.

«Dinah calmati!» Sbottò Lauren sbuffando. Tutta quella ansia la faceva innervosire. «Siamo in perfetto orario. Non ti preoccupare.» Sentenziò.

E mentre una delle due aveva paura che il tempo stesse andando troppo veloce, l'altra soffriva per la lentezza con cui scorrevano i secondi.
Lauren voleva rivedere Camila, doveva sapere quello che era successo la mattina con Shawn. Non sapeva proprio gestire il peso dell'incognito, se non affaccendandosi fra palloncini e fischetti.

«Dinah..» La interpellò a bassa voce, dandole le spalle e giocherellando con un tovagliolo che aveva trovato sul tavolo.

L'amica mugolò in assenso.

«Secondo te.. Uhm.. Che cos'è quella sensazione spiacevole che aggredisce lo stomaco, ti fa sudare e ti irrita a dismisura?» Mormorò titubante, ora aveva preso a piegare gli angoli su se stessi.

«Credo sia acidità di stomaco.. Forse ulcera.» Ripose onestamente la polinesiana, scrollando le spalle.

Lauren virò completamente verso di lei. Avrebbe voluto spiegarle che aveva confuso le sue parole, ma si limitò a sorridere e tacque. Se anche Dinah non aveva riconosciuto la sensazione apparentemente deleteria, voleva dire che non c'era niente di cui preoccuparsi.

Attorno alle nove e mezzo di sera, quasi tutti gli invitati avevano preso parte alla festa. Lauren aveva portato un cambio con se, ora indossava un vestito corto rosso con il corpetto a cuore.
Ally era tornata con gli alcolici che erano stati predisposti su diversi tavoli in giro per la casa. Ora attendevano tutti l'arrivo della festeggiata, ma non Lauren. Lei aspettava Camila.

Dinah, che era accostata alla finestra, vide degli abbaglianti illuminare il fondo della strada e fece segno a tutti di spegnere la luce e acquattarsi. I fari proseguirono fino al vialetto davanti casa; spansero la luce accecante sui vetri che riflesse delle ombre all'interno della stanza. Lauren si era nascosta dietro una colonna all'ingresso e un sorriso nacque spontaneo sul suo volto quando sentì la porta di casa aprirsi e tutti saltarono fuori dai loro posti urlando "sorpresa!".

E la sorpresa non fu solo per Normani, ma anche per Lauren... che vide Shawn al fianco di Camila.

Normani balzò in aria portando la mano sul cuore, ma quando si rese conto di quello che stava succedendo sorrise e corse incontro ad Ally, Dinah e Lauren, abbracciandole tutte insieme.

Gli occhi della corvina non si staccarono per un secondo dal ragazzo. Lo guardava di sbieco, irritata dall'estrema vicinanza che aveva con la sua amica.
Si sentiva minacciata e fu allora che capì che la sua non era preoccupazione, ma non lo ammise a se stessa.

Camila, dopo aver ricevuto anche lei un abbraccio da Normani, si avvicinò alle ragazze seguita dal suo accompagnatore.

«Sembra contenta.» Dichiarò Ally ad alta voce perché la musica aveva già iniziato a pompare.

«Puoi dirlo forte!» Esclamò Dinah e si lanciò in mezzo alla mischia assieme ad Ally, raggiungendo Normani che era già in piedi sul tavolino con un cappellino in testa e un fischetto a pois fra le labbra.

Camila indossava un abito leggero, bianco e celeste con la gonna svolazzante. Aveva lasciato i capelli sciolti, ondulati sulle spalle e un cerchietto niveo oltrepassava la testa.
Lauren pensò che, in qualche modo, volesse dare un'immagine candida di se: preservare la purezza che, in sintesi, aveva  perduto del tutto assieme a lei.

Shawn bisbigliò qualcosa all'orecchio di Camila, lei gli disse che voleva un coca-cola e poi lui venne inghiottito dai presenti, dirigendosi verso il tavolo dall'altra parte della stanza.

«State insieme adesso?» Chiese adirata Lauren, lanciando delle furtive occhiate alle sue spalle per accertarsi che Shawn non fosse già di ritorno.

«Cosa? No! Siamo usciti solo un paio di volte.» Si difese Camila, guardandola con un cipiglio confuso in fronte.

«E allora perché l'hai portato?» Chiese la corvina, ma la musica si mangiò le sue parole e così fu costretta a ripetere la domanda per farsi capire da Camila.

«Perché me l'ha chiesto.» Disse disinvolta, stringendosi nelle spalle.

Non capiva il motivo di tanto ardore, non aveva mai visto Lauren così rossa in volto, le sue spalle rigide e l'espressione contratta in maniera arcigna. Camila si chiese se fosse... gelosa? No, che pensiero insensato! La sua migliore amica non provava gelosia nei suoi confronti, perché mai avrebbe dovuto?

Shawn tornò con le bibite in mano, prose il bicchiere a Camila e dopo che ebbe ingollato tutta la bevanda zuccherata le chiese se volesse ballare.

«Ci vediamo dopo.» Urlò la corvina nell'orecchio di Lauren, mentre si lasciava trascinare in pista dalla mano del ragazzo.

Oh, puoi giurarci che ci vedremo. Pensò Lauren, intenzionata a dimostrare che lui non avrebbe mai potuto competere con lei.

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