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Capitolo dieci



«E quindi?» Chiese per la milionesima volta.

Camila alzò gli occhi al cielo esasperata. Non ne poteva più di ripetere la stessa storia come un disco rotto.

«E quindi.. abbiamo bevuto una birra e poi mi ha riaccompagnata a casa.» Cantilenò annoiata, continuando a scarabocchiare il foglio davanti a se.

«Una birra? Ma se a te nemmeno piace!» Alzò la voce Lauren, aggrottando le sopracciglia in un'espressione confusa.

Non era contenta che Camila si fosse lasciata ammaliare dal fascino di Shawn, perché doveva ammettere che di carisma ne aveva e non poco... Ma era una persona abietta! Aveva lasciato Camila perché era stufo di aspettare che lei fosse pronta ad andare a letto con lui e il giorno dopo era finito nella stanza di Tania.

La corvina era a conoscenza di quel particolare, ma sosteneva che a distanza di tre anni non la infastidiva più. Diceva, inoltre, che Shawn fosse maturato molto, che il ragazzino che l'aveva fatta soffrire avesse cambiato del tutto mentalità.

"Sbagliare è umano" Ripeteva, ma Lauren pensava che uno alcuni sbagli non sono perdonabili. Come quello di aver fatto soffrire la sua migliore amica. No, non poteva accettarlo.

«Perché non l'avevo mai assaggiata per bene.» Scrollò le spalle con disinvoltura, senza distogliere lo sguardo dal foglio ormai ornato di arabeschi.

Lauren ricordava la prima volta che aveva portato Camila in un pub. Si erano procurate dei documenti falsi grazie ad un contatto di Ally. Camila era nervosa, titubante e all'entrata non guardò nemmeno il buttafuori che le stava controllando le carte. Comunque era filato tutto liscio ed erano riuscite ad entrare.

Normani e Dinah avevano ordinato subito un drink, mentre Ally era andata sul sicuro con una birra e Lauren aveva seguito il consiglio di quest'ultima, ordinando lei stessa una bottiglia della stessa marca. Camila aveva preso un semplice coca-cola, ma la corvina le aveva offerto un sorso della sua bibita alcolica.

Che faccia disgustata aveva fatto! Lauren pensava che avrebbe sputato da un momento all'altro, ma invece si era trattenuta e aveva ingollato la birra, ma si era ripromessa di non berne mai più neanche un sorso.

Come poteva aver cambiato idea? Cosa stava cercando di dimostrare? E soprattutto... a chi?

«E poi? Poi che avete fatto?» Insistette Lauren, non saziandosi mai di conoscere i particolari.

«Oddio Lau!» Sbottò Camila, girandosi in direzione dell'amica seduta sul letto «Perché tanta curiosità?» Portò il lapis alle labbra e ne mordicchiò la punta.

Lauren, nonostante fosse irritata dal lassismo dell'amica, non poté fare a meno di pensare quanto fosse sexy. Si costrinse a incanalare tutte le idee su Shawn, per eludere il formicolio al ventre.

«Perché sono la tua migliore amica, cazzo. Ecco perché.» Disse con voce malferma Lauren, serrando la mascella.

Camila non si capacitava di perché la corvina stesse reagendo a quel modo. Pensava fosse per l'eccessivo senso di protezione che l'amica aveva sempre avuto nei suoi confronti. Ricordava di come spalleggiava i ragazzi che in fila alla mensa la infastidivano con epiteti poco carini, deridendola davanti a tutti. Una volta Lauren aveva rovesciato il vassoio ad uno di loro, sporcandogli la maglia nuova con una macchia enorme di coca-cola. Il ragazzo le aveva tirato un pugno sull'occhio, ma Lauren aveva risposto con un altro gancio destro, andando a colpire direttamente il setto nasale.
Nonostante l'alone nero che aveva contornato la palpebra e la tempia a lungo, nessuno si era più permesso di schernire Camila.

Eppure, ora che incalzava per conoscere i dettagli della sua uscita con Shawn, Camila avvertiva un'insistenza diversa, più mordace; un'alterazione nel suo temperamento che sia lei che la stessa Lauren faticavano a riconoscere.

«Laur..» La corvina abbandonò la sedia e andò a posizionarsi accanto all'amica, sul letto.

Incontrò il suo sguardo e sorrise flebilmente, passandole una fugace carezza sul braccio che si dileguò nel giro di un istante troppo breve per non far sospirare Lauren.

«Non devi preoccuparti per me.» Sentenziò sempre sorridendo, aspettandosi che la sua placidità dissipasse il cipiglio sulla fronte della corvina. Non fu così.

«Shawn mi ha solo offerto una birra. Abbiamo deciso di rivederci e ne sono felice.» Ammise senza troppi preamboli.

In effetti, ora le sopracciglia della corvina si erano rilassate, ma in compenso aveva schiuso le labbra ed era rimasta immota davanti a quella confessione.

«Anche io sono felice per te.» Mentì Lauren, ingoiando il groppo amaro che aveva in bocca.

Riusciva a pensare solo ad una cosa, una banalità che in un momento come quello non avrebbe nemmeno dovuta sfiorarla, eppure i suoi pensieri continuavano a vagare attorno a ciò.

Quando te l'ho offerta io la birra ne eri disgustata.

«No. Non lo sei.» Scosse la testa Camila, abbassando lo sguardo sulle mani giunte in grembo.

Anche lei conosceva bene la sua migliore amica e sapeva quando mentiva. Ora, con il suo tono instabile e rapido, era sicura che stesse millantando.

«Come scusa?» Domandò Lauren sgranando gli occhi.

«Lo so che non ne sei felice perché lo reputi uno stronzo e una parte di me non ti dà torto... però è cambiato. Davvero.» Camila parlava con enfasi e sicurezza, ma Lauren ebbe comunque l'impressione che stesse cercando di convincere più se stessa che altri.

«Non è cambiato Camz, ma puoi fare come ti pare.» Ostentava un atteggiamento di indifferenza e freddezza perché non sapeva in che altro modo difendersi dalla sensazione di bruciore che aveva infiammato il suo stomaco.

Camila sbuffò seccata, scuotendo la testa con disapprovazione «Tu non capisci okay!? A me piace davvero! Io voglio continuare ad uscirci, a sperare che sia cambiato in meglio. Sei la mia migliore amica, ma non puoi decidere tu per...» Non terminò la frase, perché le labbra di Lauren collisero con le sue.

Era da qualche giorno che non assaporava il suo sapore e ora che ne stava prendendo un assaggio, per un secondo, si dimenticò della loro diatriba.

Le sue labbra erano morbide, carnose e si muovevano simultaneamente con le sue mani che avevano afferrato i suoi fianchi nel preciso istante in cui le loro bocche si erano scontrate.

Lauren succhiò con forza il labbro inferiore dell'amica, applicando una leggera pressione con i denti che fece uggiolare Camila.
Adorava quei suoni monocorde che le rivelavano l'ascendente che aveva sulla corvina.

Portò una mano sulla sua guancia e, velocemente, la fece scivolare dietro la sua nuca, stringendole delle ciocche fra le dita. Camila aveva eroso dalla mente il ricordo di Shawn, rilegato nel passato da dove era tornato. Pensava soltanto a far danzare la punta della lunga in armonia con quella di Lauren. Più il bacio diventava profondo, più i loro corpi si avvicinavano, più i loro respiri diventavano pesanti... Camila, ad ogni gesto elencato, avvertiva una vampa calorosa traversarle le ossa.

«Scusa.» Balbettò Lauren, accarezzando il lineamento definito dell'amica mentre restava ad un soffio dalle sue labbra «Dovevo trovare un modo per zittirti.» Sorrise tenuemente.

Camila, ora che l'attimo si era concluso e l'impeto scemava, tirò leggermente indietro la testa, rivolgendo a Lauren la sua fronte invece che la bocca.

«Non sono sicura di poter continuare.» Mormorò in tono sommesso, tremulo «Non penso sia giusto nei confronti di Shawn.» Aggiunse titubante, talmente confusa dai suoi stessi pensieri che da confonderli.

Lauren le accarezzò la guancia con il polpastrello. Nemmeno lei era sicura che fosse giusto, ma d'altronde Camila non era fidanzata con lui e avevano appena ricominciato a vedersi. Poteva essere considerata un'amicizia, non per forza doveva implicare un termine romantico.

Non riuscì a trattenersi.

«Secondo me non è così.» Dichiarò risoluta, alzandole il mento di modo che i loro sguardi combaciassero «Noi siamo solo amiche che cedono a qualche tentazione. Niente di più. E poi, figurati, a Shawn non darebbe noia scoprirlo.» Liquidò la cosa con uno sbuffò sarcastico.

Camila immagazzinò le sue parole, comprese la teoria e dovette ammettere che messa così non sembrava più sgradevole come aveva inizialmente ipotizzato.

Non ebbe tempo di pensarci.

Lauren vide nelle sue iridi balenare una nuova consapevolezza, si accorse che Camila, nonostante i dubbi, non si era scostata nemmeno di un centimetro e capì che ciò che voleva lei lo desiderava anche l'altra.

Catturò nuovamente le labbra della corvina nelle sue, la baciò con così tanto trasporto che per un attimo ebbe il timore di averle fatto male. Camila affondò le mani nei suoi capelli, giocò con qualche ciocca e poi la tirò all'indietro. Lauren lasciò uscire dei gemiti gutturali che mandarono in estasi la corvina.

I loro baci diventavano sempre più profondi, passionali, irresistibili. Nessuna delle due poteva più contenersi. Lauren afferrò la cubana per i fianchi e la capovolse, adagiandola sul letto. Strinse le gambe attorno al suo bacino per tenerla ferma e morse un lembo di pelle del suo collo. Ogni tanto allietava il fastidio passandoci la lingua. Camila era sicura che quella dolce tortura le avrebbe lasciato un segno violaceo evidente ma, finché poteva sentire l'altra squassata dalla lussuria che lei stessa le provocava, poco importava.

Le mani di Lauren avevano sollevato l'orlo della sua maglietta e ora entravano al di sotto del tessuto, accarezzavano la sua pancia piatta e arrivavano a stringere i suoi seni, a stuzzicarle i capezzoli già turgidi.

Camila, nonostante fosse infatuata di Shawn, era ciecamente convinta che non si sarebbe fatta toccare in quel modo da nessun altro.

Non sapeva bene perché, ma la spiegazione che si dava era che riponeva in Lauren una fiducia infinita, era sicura che lei non le avrebbe mai fatto male -se non per procurarle piacere- e questa ferma convinzione l'aveva solo nei confronti della sua migliore amica.

Lauren le sollevò del tutto la maglietta, lasciando a nudo il suo petto. Camila non indossava il reggiseno, non quando fuori la temperatura sfiorava i quaranta gradi. Lauren baciò dapprima le sue clavicole, mordendo sporadicamente la pelle caramellata quando la corvina meno se l'aspettava.

Arrivò a sfiorare il seno dell'amica con la punta della lingua, poi scivolò più verso il basso seguendo una rotta centrale. Il capezzolo di Camila quasi vibrava in cerca di attenzioni. Voleva sentire le labbra di Lauren schiudersi attorno al bottoncino, leccarlo... E così avvenne.

Mentre la corvina si occupava dei suoi capezzoli, la mano di Camila scivolò verso il basso. Lauren era ancora vestita, ma in un gesto rapido la corvina le sfilò la maglietta e le sganciò il reggipetto, lasciando cadere tutto sul pavimento.

Ghermì i suoi seni prosperosi, sentendo la coppa riempire completamente i suoi palmi. Camila catturò il labbro fra i denti per soffocare un gemito più acuto che rischiava di caderle dalla bocca. Lauren portò un dito su quella chiusura, incuneando la punta attraverso l'epidermide di Camila.
Era un modo per dirle di non trattenersi, di lasciar sfogare gli strepiti.

Camila schiuse le labbra, Lauren non tolse le dita neanche quando i suoni gutturali che provenivano dalla gola dell'amica le inumidirono la pelle.

Intanto, la mano di entrambe solleticava i fianchi dell'altra, cercando di trovare il coraggio per trascendere l'elastico delle mutandine. La prima a sfiorare a rompere quel limite fu sorprendentemente Camila, che sfiorò l'intimità bagnata della corvina seduta sopra di lei. Sentiva il clitoride pulsare sotto le sue dita, le grandi labbra diventare sempre più scivolose.

Sfiorò la sua entrata e Lauren, per il contatto tanto voluto, gemette contro il seno di Camila, vendicandosi con dei leggeri morsi sul suo capezzolo che fecero tremare la corvina.

Le sue dita entrarono lentamente dentro l'amica, adattandosi subito alle pareti che si strinsero attorno a lei. Spinse più in profondità, al che Lauren alzò involontariamente i fianchi e seguì i movimenti rotatori che le venivano inferti.

Raddrizzò la schiena, torreggiando ora sopra il corpo supino di Camila. La corvina che le stava sotto, fece scivolare un secondo dentro al suo interno, godendosi la vista dell'amica boccheggiante. Lauren lanciò la testa all'indietro come se la veemenza che scuoteva le sue viscere non fosse più sostenibile. Socchiuse gli occhi e chiuse le lenzuola nei pugni, irrigidendo le gambe attorno al bacino dell'altra.

«Camz.» Sussurrò con voce roca, quasi al limite della sopportazione.

Quel richiamo inorgoglì Camila, la quale avvertì uno sfrenato bisogno di baciarla... dovunque.

Strinse alcune ciocche di Lauren nelle sue mani e la portò verso di se con forza, facendo collidere le loro labbra, confondere i gemiti, mischiare i grevi respiri.

Le loro lingue cozzarono l'un l'altra in una battaglia incruenta senza nessun vincitore.

Lauren ormai era vicina e Camila lo percepiva nei suoi lamenti uggiosi, nelle pareti che si stringevano attorno alle sue dita, al corpo fremente che tremava sopra di lei. E quando Lauren lanciò un'ultimo disperato grido e il suo corpo si afflosciò sopra il proprio, fu come se Camila stessa fosse venuta.

Asciugò le dita madide di umori contro le lenzuola e poi baciò la testa di Lauren, poggiata contro il suo petto.

Erano tutte e due sfinite e sudate, però, nonostante il caldo infernale che imperversava fuori e surriscaldava l'ambiente, nessuna delle due aveva intenzione di allontanarsi dall'altra.

Lauren non aveva mai fatto sesso con qualcuno prima di allora, ma dentro di se una voce le diceva che nessun amplesso avrebbe potuto competere con gli abbracci che univano le due al fine del contatto fisico.

Camila aveva fissato lo sguardo sul soffitto mentre le veniva spontaneo accarezzare i capelli corvini dell'amica leggermente incollati alla sua pelle imperlata.

Dopo una lunga pausa di silenzio, Lauren alzò lo sguardo verso l'alto e trovò Camila completamente assorta a guardare un punto indefinito sul soffitto.

«A che pensi, Camz?» Domandò, cercando di incontrare gli occhi dell'altra che, però, non accennavano a muoversi.

«È solo che...» Cominciò, ma si fermò all'istante emettendo un sospiro «Lo so che da un punto esterno questo potrebbe sembrare sbagliato.» Disse indicando i loro corpi avvinghiati assieme, alludendo a ciò che era avvenuto poco tempo prima.

«Però per me..» Finalmente abbassò lo sguardo e a Lauren fu possibile scorgervi il sorriso che sbucava all'interno delle sue iridi.

«È quanto di più giusto si possa avere.» Sentenziò infine, provocando dei brividi lungo tutta la schiena di Lauren che nemmeno il tocco passionale che le aveva riservato prima era stato in grado di propagarle così intensamente.

«Lo so.» Concordò la corvina, sporgendosi in avanti per baciarle il mento.

«Secondo me è per via della nostra amicizia. Le persone forse non lo capiscono, ma io e te siamo davvero migliori amiche e penso sia questo a far sembrare tutto quanto giusto, no?» Camila formulava dei pensieri un po' scoordinati che andavano controcorrente rispetto alle sensazioni che in realtà provava, ma lei non riusciva a diradare la nebbia che sembrava ottenebrarle la mente.

«Anche secondo me.» Acconsentì Lauren, la quale, proprio come l'amica, non vedeva la verità perché in fondo nessuna delle due voleva guardare.

-Spazio autrice-

Ciao a tutti.
Allora, in questo capitolo diciamo che sono emerse delle cose abbastanza importanti, fra le quali: gelosia e ingenuità.

Lauren, però, non comprende i suoi sentimenti perché non ne ha mai provati di veraci per nessuno e allontana sempre tutti proprio perché non riesce a capire ciò che prova. Ecco perché quando Camila le dice che secondo lei questo sentimento che le lega è puramente amichevole, perché lei non vuole assolutamente credere di provare attrazione per le donne in generale, ma solo per la sua migliore amica.
Lauren le crede, perché non vuole avere niente a che fare con nessun genere di sentimento. Così è più facile.

Quindi per un po' saranno sbalestrate da questo senso di smarrimento. È un cercare di raggiungere la maturità.

Comunque spero si sia capito. Fatemi sapere :)

Grazie per aver letto il capitolo.

A presto.

Sara.

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