Capitolo cinque
I giorni non erano passati mai così lentamente per Lauren.
Martedì dovette sostenere un'interrogazione per rimediare ad una brutta insufficienza. Si era preparata due settimane prima per rimediare, per raggiungere un punteggio alto. Quando si era presentato il giorno, però, Lauren era rimasta in piedi davanti alla scrivania e sì, aveva risposto a quasi tutte le domande, ma ormai non le importava più se la valutazione fosse stata alta oppure bassa.
Vedeva solo Camila, che aveva ripreso l'abitudine di sedersi in ultima fila e, ora, ogni volta che l'insegnante le porgeva un quesito, Camila sbirciava il quaderno aperto sul banco e le sussurrava la risposta. Però, tutto quello a cui riusciva a pensare Lauren mentre la guardava era "È sempre stata così sexy?".
Camila era solita indossare magliette larghe e jeans sdruciti oppure, quando faceva caldo, un top non troppo attillato e pantaloncini corti.
Era un abbigliamento casual e a Lauren non era mai importato così indossasse, ma adesso, se la guardava avviluppata nella maglietta succinta che le lasciava scoperto l'ombelico o soffermava lo sguardo sul suo sedere, si sentiva avvampare e si chiedeva come aveva fatto per tutti quegli anni a provare un'attrazione per le ragazze ma a non aver mai posato lo sguardo su Camila.
Insomma, era bellissima e questo Lauren non poteva negarlo, ma da quando era diventata anche seducente, attraente, affascinante, maliziosa e sensuale? Non sapeva definirlo.
Il mercoledì, invece, la cubana e tutte le altre ragazze avevano fissato di andare a vedere Lauren duranti gli allenamenti di softball. Normani e Dinah erano arrivate in anticipo, essendosi fermate alla biblioteca della scuola a studiare dovevano fare solo due passi per raggiungere il campo.
Camila ed Ally scesero insieme dalla macchina di quest'ultima. Mentre la corvina camminava verso di lei, ondeggiando le anche in un modo che la fece sudare più dei quindici minuti di corsa, Lauren si sentì mancare.
Averla davanti a se, sugli spalti, a guardarla giocare... Era una cosa normale, Camila assisteva a quasi tutti gli allenamenti a porte aperte. Quel giorno Lauren, però, diede il massimo di sé (cosa che abitudinariamente faceva solo durante le partite, non si sprecava mai in allenamento). Voleva fare bella figura. Voleva apparire forte e veloce, far schizzare la palla più in là, anche solo di qualche centimetro rispetto alle sue compagne perché voleva che gli occhi di Camila guizzassero solo su di lei e, sì, confessò a se stessa che avrebbe voluto anche eccitarla.
Non sapeva se Camila provasse un'attrazione tanto coinvolgente da farla fremere solo guardando i suoi muscoli che si tendevano, il sudore che le imperlava la fronte, il suo sedere leggermente piegato. Questo non poteva saperlo, ma quando raggiunse le altre per informarle che prima avrebbe fatto una doccia e poi sarebbero andate tutte insieme a mangiare un panino, le parve di vedere Camila trafelata, come se fosse stata lei quella ad uscire dal campo e non il contrario.
Un piccolo sorrisetto apparve sulle labbra di Lauren, la quale si stava divertendo davvero tanto a torturarla prima della scadenza dei giorni.
Mentre si dirigevano tutte a Chicken Fries, una catena alimentare che si occupava appositamente di panini di qualità e una quantità industriale di dolci, Camila sembrava intenta a fare una lista sul proprio telefono. Lauren, che le era seduta accanto, non poté fare a meno di dare una sbirciatina e trattenne a stento una risata quando lesse
Punto numero quattro: mai, sottolineo mai, tornare all'allenamento di Lauren senza avere un cambio di mutandine.
La corvina si voltò verso il finestrino per nascondere la sua espressione divertita, ma doveva ammettere che sapere di avere un tale ascendente puramente fisico su Camila le faceva sperare che il giorno seguente arrivasse quanto prima.
Fino ad allora erano stati solamente scambi di sguardi colmi di malizia e del tutto diversi dai loro soliti, ma comunque restavano solo occhiate... Qualche battutina spinta che non andava oltre perché a Camila si imporporavano le guance subito e Lauren non voleva metterla in imbarazzo. Si erano a malapena toccate: qualche carezza, un bacio sulla guancia per salutarsi, un ginocchio che sporgeva troppo in là e toccava quello dell'altra.
Il gusto di eccitarsi a vicenda solamente giocando a softball o sussurrando le risposte in classe ad una distanza troppo vicina al collo.
Per ora era stato così, ma fra poche ore le cose sarebbero cambiate e Lauren fremeva, chiedendo al tempo di scorrere più veloce.
Era stata solo teoria e lei non vedeva l'ora di mettere in pratica.
*****
Era giovedì. Finalmente era arrivato il giorno in cui Lauren avrebbe potuto sperimentare tutto ciò che per ora si era solo sentita raccontare o che aveva visto su internet. Perché, diciamoci la verità, alla sua età aveva già sbirciato su siti web sconci.
Si era depilata, completamente. Se avesse fatto anche solo un altro strappo si sarebbe tirata via la pelle. Aveva fatto la doccia, insaponandosi a lungo. Si era fatta ben tre lavaggi ai capelli e ora emanavano un odore misto fra albicocca, tiglio e cocco.
Aveva indossato qualcosa di seducente, ma non troppo. Doveva essere sopratutto agibile. Facile da togliere. Aveva optato per una maglietta rossa corta che lasciava scoperti i suoi addominali e dei pantaloncini che le fasciavano il sedere mettendolo in risalto.
Non si era truccata molto... Temeva che il mascara solleticasse troppo la parte intima, se mai avesse dovuto infilarsi in mezzo alle gambe di Camila.
Lauren era pronta a tutto. Non la spaventava l'idea di provare cose nuove, di spingersi oltre i propri limiti, ma mentre bussava flebilmente alla porta del garage, il cuore le batteva così forte nel petto che credette le potesse uscire dalla casa toracica.
Camila le andò ad aprire. Aveva indossato una tuta corta che le scendeva lungo i fianchi in maniera abbondante, ma lasciava intravedere il sedere ondeggiare ad ogni passo. Entrambe di squadrarono per secondi interminabili, ispezionando l'una l'abbigliamento dell'altra, desiderando di potersi togliere i vestiti il prima possibile.
Lauren notò che Camila aveva allungato le ciglia con del mascara nero.
Niente immersione per te. Pensò.
Lauren non voleva scoppiare a ridere perché Camila le faceva il solletico sul pube. Che poi... era possibile?
Camila salì di soppiatto le scale, Lauren la imitò in questo e dopo aver superato silenziosamente il corridoio, chiusero la porta di camera alle spalle. A Lauren non sfuggì che la corvina aveva girato la chiave nella toppa. Era la primissima volta in assoluto che si chiudevano in camera.
«Ciao.» Disse Lauren, lanciando occhiate furtive su se stessa come se ora non fosse più così sicura della scelta dei vestiti che aveva designato.
«Ciao.» Rispose Camila timidamente, nascondendo le mani nelle tasche laterali della tuta. Le sue guance già prendevano fuoco; Lauren non poteva immaginare come sarebbe arrossita quando l'avrebbe toccata...
Si tolse la giacca e la lasciò cadere sullo schienale della sedia, poi si voltò verso Camila e indecisa su cosa fare, decise di intavolare una conversazione.
«Com'è andato il tuo compito di fisica?» Chiese, mentre intanto si toglieva le scarpe aiutandosi con la punta dei piedi.
«Oh, bene! Bene, bene. Grazie.» Balbettò Camila, afferrò i due lacci che pendevano dal cappuccio e giocò con essi, prendendoli come espediente per tenere lo sguardo basso.
Calò il silenzio.
Lauren sapeva che Camila, a causa della sua innata timidezza, non avrebbe mai fatto un passo avanti. Doveva essere lei a prendere in mano la situazione, ma improvvisamente si sentiva così incerta che non ebbe il coraggio di farlo altro che seguire le linee, con il dito, sul copriletto di Camila.
«Co-come... cosa dovremmo fare?» La sua voce uscì flebile, appena un sussurro spezzato, ma colse comunque alla sprovvista Lauren.
Non si aspettava che Camila facesse il primo passo. Allora lo voleva, lo voleva tanto quanto lei.
«Ehm... Io non lo so.» Ammise la corvina, scrollando le spalle per far cadere le responsabilità che si erano adagiate su di esse.
Camila annuì e per una manciata di minuti nessuna delle due fece niente, poi fu sempre la cubana a prendere l'iniziativa. La tuta aveva una cerniera sul davanti, sganciandola era possibile rimuovere l'indumento.
Camila abbassò la zip, il rumore dei denti che si separavano attirò lo sguardo di Lauren, la quale rimase a bocca aperta vedendo il corpo dell'amica scoprirsi a poco a poco.
La mano di Camila, però, tremavano visibilmente e Lauren immaginò che fosse anche colpa sua, perché non le stava dando alcun manforte, ma lasciava che guidasse la situazione a suo piacimento. Doveva rimediare.
«Vieni qui.» Le disse, suonando più autoritaria di quanto avrebbe voluto.
Camila fece un passo, poi un altro e più si avvicinava alla corvina più la zip scendeva in basso. Quando le fu davanti, Lauren rimase a sedere, poggiò una mano sul suo fianco e Camila sussultò per il contatto estemporaneo.
Lauren le dedicò uno sguardo rassicurante e sorrise, vedendo le spalle della ragazza rilassarsi. Con l'altra mano completò quello che Camila aveva iniziato, abbassandole del tutto la cerniera.
Il reggiseno di pizzo celeste sbucò da sotto il tessuto grigio. La sua pancia piatta era puntellata di piccoli peli biondi; i suoi fianchi erano più sostanziosi di come gli aveva immaginati Lauren. Mentre la guardava dal basso verso l'alto, leccandosi le labbra per non posarle su di lei, pensò che fosse perfetta.
Camila affondò timorosamente le mani nei suoi capelli, ora accarezzandoli, ora tirandoli. Lauren si lasciò sfuggire un gemito e Camila desiderò poterlo sentire di nuovo, perché le parve il suono migliore che avesse mai udito.
Con un gesto repentino, le sfilò la maglietta e la lanciò in un angolo della stanza. Il seno di Lauren era contenuto in una coppa nera con degli arabeschi disegnati sopra. Era prosperoso e sembrava stare a malapena dentro il tessuto, quasi esigesse di essere toccato.
«Lau, non so cosa fare.» Confessò la corvina, passando un dito lungo il suo collo, lì dove avrebbe voluto lasciarle un segno violaceo ben visibile a tutti.
«Non ci sono delle istruzioni, Camz.» Le mani di Lauren scivolarono lungo le natiche dell'amica, la quale trasalì quando la corvina le strinse nella sua presa, avvicinando il suo corpo a lei.
La bocca di Lauren si poggiò proprio sopra l'ombelico di Camila; poteva sentire il respiro caldo solleticarle la pelle e desiderava percepire la stessa sensazione su tutto il corpo.
«Lasciati andare.» Le suggerì Lauren, attirandola a se.
Camila si ritrovò a cavalcioni sull'amica. I loro corpi aderivano l'un l'altro, i capelli di una pizzicavano l'altra, le labbra di entrambe le corvine si cercavano disperatamente.
Stavolta fu Lauren la prima ad avvicinarsi, Camila dimezzò la distanza e l'amica l'annullò del tutto, baciandola subitamente con passione. Era stanca di aspettare, il suo corpo non reggeva più e se non l'avesse presa subito sarebbe potuta scoppiare.
Lauren portò una mano sulla guancia di Camila, poi la fece scivolare dietro il suo orecchio e mentre approfittava del momento in cui la corvina gemeva per un morso che Lauren le aveva appena dato, immise la lingua dentro la sua bocca mischiando i sapori gli uni con gli altri.
Il respiro di Camila di fece più pesante ed, evidentemente colta da un'improvvisa audacia, iniziò a strusciare il corpo contro quello di Lauren. La faceva impazzire, quella movenza cadenzata che ogni minuto diventava sempre più veloce e calorosa.
Quello era troppo.
L'afferrò saldamente per la schiena e la ribaltò sul letto, sotto di lei. Camila appoggiò la testa contro il cuscino con la bocca spalancata in cerca d'aria. Non si aspettava quel gesto, ma Lauren capì che le era piaciuto dal sorriso che crebbe sulle sue labbra.
Iniziò a lasciarle dei baci sul collo, assicurandosi di dedicare attenzioni ad ogni centimetro di pelle. Le sue mani, intanto, lavoravano per sfilarle del tutto la tuta e il reggiseno, mentre Camila si occupava dei suoi pantaloncini.
I movimenti di entrambe erano divenuti più decisi adesso e i timori che avevano accumulato tutte e due, svanivano ad ogni bacio, morso...
Quando i vestiti di entrambe caddero sul pavimento e i loro corpi si trovarono a contatto naturale l'un con l'altro, Lauren accostò le labbra a quelle di Camila, la sua mano scese lentamente verso un seno e passò il dito attorno ad esso. La corvina annuì, come per darle il permesso di continuare.
Il suo capezzolo venne stretto fra le dita dell'amica e subito divenne più duro. Camila teneva gli occhi chiusi e addentava le labbra, godendosi quel primordiale contatto che mai prima d'ora qualcuno le aveva riservato.
Quando Lauren prese in bocca il bottoncino, fendendolo più volte con la lingua, Camila si aggrappò alla testata del letto e involontariamente spinse i fianchi verso l'amica, che lasciò un morso sul suo seno quando avvertì l'intimità di Camila premere contro i suoi fianchi.
Di solito, Lauren, avrebbe avuto paura e a quel si sarebbe già tirata indietro, ma adesso sentiva solo l'eccitazione squassarla, il desiderio bagnarla. Non voleva fermarsi, la prima di continuare risalì verso il volto dell'amica e ad un soffio dalle sue labbra le mormorò
«Possiamo fermarci quando vuoi.»
Camila schiuse per un attimo le palpebre, afferrò Lauren per i capelli e con voce affannata le disse
«Cazzo Lauren, muoviti.»
Gli occhi verdi della corvina si accesero di lussuria al suono di quelle tre parole. Un brivido le percorse la schiena e ora, anche se avesse voluto, non sarebbe stata più in grado di arretrare.
Portò una mano sotto le mutandine di Camila, sentendo immediatamente il tessuto bagnato entrare a contatto con le sue dita. Le fece scivolare sulle grandi labbra, e le gambe della cubana si divaricarono subitamente, consentendole di muoversi con più agilità.
Okay Lauren pensò mentre proseguiva a toccarla Non far scivolare il dito nel buco sbagliato!
Quando trovò la sua entrata, fu sicura di aver fatto centro perché Camila inarcò la schiena, chiedendole di più. Lauren deglutì, prima di far sgusciare un dito al suo interno.
Le pareti di Camila l'accolsero subito, stringendosi attorno a lei. Lauren si era già masturbata in passato, perciò più o meno conosceva la sensazione, ma essere dentro qualcun altro era tutt'altra cosa. Era calda e bagnata per merito suo. Ed era anche molto stretta, cosa che incendiò Lauren.
Mosse lentamente le dita, ma Camila si contorceva sotto di lei e mugolava, farfugliando qualcosa di incomprensibile. Lauren credette che le stesse chiedendo di fermarsi, così lasciò il dito all'interno ma non fece niente. Solo quando Camila le afferrò il polso e lo mosse con più forza capì che in realtà le stava chiedendo di aumentare la velocità.
Lauren si leccò le labbra: vederla sottomessa al piacere che lei stessa le stava procurando la eccitava a dismisura. Le sue mutandine erano così bagnate, ma non credeva che Camila potesse essere in grado di soddisfarla adesso, ecco perché lanciò uno strepito quando avvertì la mano dell'amica stringerle il sesso attraverso i pantaloncini.
Camila glieli abbassò frettolosamente, poi spostò l'elastico delle mutandine nere sull'inguine dell'amica e prese a stuzzicare il suo clitoride. Lauren lasciò cadere la testa all'indietro, serrò le labbra per non gemere rumorosamente e si compiacque di riuscire a sostenere i brividi che le percorrevano il corpo e mantenere un ritmo stabile all'interno di Camila.
Quest'ultima, avvertendo i sui muscoli iniziare ad irrigidirsi, spostò l'attenzione sull'entrata di Lauren e fece scivolare dentro direttamente due dita. La corvina alzò il bacino e per la sorpresa si ritrovò a boccheggiare, ma ben presto assecondò i gesti dell'amica, spingendo i fianchi verso le sue dita che, ora, si muovevano circolarmente dentro di lei.
«Laur..» Ansimò Camila. Il suo nome, pronunciato con affanno e piacere, la fece eccitare ancora di più.
«Dillo ancora.» La pregò, mentre intanto stringeva la mano attorno alle lenzuola, sentendo il suo corpo iniziare a riempirsi fino allo stremo.
«Laur..Lauren.» Obbedì Camila, aggrappandosi, adesso, con le unghie alle spalle dell'amica.
Entrambe si lasciarono sopraffare dall'amplesso. I loro muscoli si tesero, i movimenti rallentarono, i respiri si mozzarono.
Nessuna delle due aveva mai provato una sensazione così travolgente prima d'allora.
Lauren, appena il suo corpo si rilassò, si lasciò cadere sul petto sudato di Camila e restò inerme contro di lei a riprendere fiato, ad ascoltare i battiti del suo cuore schizzare all'impazzata e il suo torace contrarsi irregolarmente.
Le sue braccia strette attorno alla vita della cubana erano scosse leggermente e alla corvina questo non sfuggì.
«Stai tremando.» Sussurrò Lauren, poggiando una mano sulla pancia dell'amica.
Camila anelò per qualche secondo, poi chiuse gli occhi e per la stanchezza che incombeva su di lei si appisolò.
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