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Capitolo tre

Harry quella mattina si svegliò leggermente indolenzito. Appena cercò di sedersi, un dolore si stanziò tra le sue natiche facendolo sdraiare di lato, emettendo un piccolo lamento. 

"Ti sei svegliato." disse Draco entrando nel salotto con una tazza di caffè in mano e porgendola al suo collega sedendosi affianco a lui. La prese cercando di non urlare a causa di quel dolore lancinante, e tornò a sedersi. Ora che era giorno, la luce del sole entrava prepotentemente dalle grandi vetrate illuminando la stanza per farla vedere meglio: sotto ai piedi si estendeva un grande tappeto rosso - con sotto il pavimento in legno -; il divano bianco e morbido che dava le spalle alla porta; davanti ad esso un piccolo tavolino color magenta con sopra qualche rivista e il barattolo di lubrificante usato la sera precedente; attaccato al muro il caminetto spento in legno - con sopra qualche fotografia dei Malfoy - che dava un aspetto più elegante alla stanza mentre, ai suoi lati, vi erano le due grandi vetrate che davano sul giardino.

Ai lati del salotto, si trovavano due grandi librerie - all'apparenza molto antiche - riempite da vecchi libri pieni di polvere; e sulla destra era posta una porta in legno scuro che probabilmente portava alla cucina - dalla quale era appena uscito il biondo -.

"È amaro." brontolò Harry dopo aver assaggiato la bevanda e aver fatto sorridere il biondo "avevo finito lo zucchero."

"Nessun problema." sorrise il corvino portando la sua attenzione verso la tazza "signor Malfoy." iniziò il corvino sapendo che era la cosa giusta da fare

"Mi dica, signor Potter."

"Riguardo a quello che è successo in hotel tempo prima... le chiedo scusa." disse Harry senza osare guardarlo negli occhi "ero ubriaco e non sapevo cosa stavo facendo. Non ricordo la nostra serata e - mi dispiace." sospirò frustrato

"Lo so." rispose il biondo tranquillamente "già sapevo che lei non ricordava nulla, lo avevo scoperto dal suo strano comportamento. Anche se, è stato fin troppo arrogante la mattina seguente e abbastanza fastidioso da sopportare, ma alla fine ho trovato un altro metodo per passarci oltre."

"Quindi non è arrabbiato?" chiese sorpreso facendo ridere Draco "no", rispose "certo che no. O per lo meno, non più. È stato un ottimo modo per farsi perdonare, signor Potter." e quando sorrise furbamente, ad Harry fu tutto più chiaro. Tutto quanto.

"Non - non credo di aver capito bene." balbettò inizialmente "oh, sono convinto che lei abbia capito benissimo."

"Cioè, lei mi sta dicendo che è venuto a letto con me solo perché io l'ho trattata in quel modo?"

"Visto? Era semplice da capire." e sorrise. E in quel momento Harry si sentì così male per esserci cascato. Non si era mai permesso di fidarsi di qualcuno, a causa dei suoi genitori - ma quella era un'altra storia che il corvino preferiva non ricordare -. Era convinto che potesse farlo almeno del suo capo.

E poi ci pensò.

Era un capo, un uomo con più potere di lui, colui che determinava la sua vita lavorativa. Non era un amante oltre a questo, né un uomo facilmente avvicinabile. La sua bellezza, il modo in cui possedeva una persona sotto le coperte erano una cosa divina. Lui era divino. E il corvino si ritrovò a ricordare gli attimi più eccitanti della loro serata e pensò a come gli aveva ceduto il controllo del suo corpo. Era stato così stupido.

Draco lo guardava eccitato, non vedeva l'ora di vederlo arrabbiato, frustrato, come lo era stato lui. Voleva fargli provare tutto ciò che Harry gli aveva fatto sentire: la folle notte, i baci appassionati, il bel risveglio e la tremenda verità che era stato solo un gioco... per uno dei due.

Quel pensiero piombò nella mente del biondo come un fulmine a ciel sereno. Cos'è stato per lui? Si domandò pensieroso, per poi rispondersi che lui era lì solo per del sesso. Esclusivamente per il sesso.
"Capisco." sussurrò il corvino afferrando i boxer e infilandoseli, ignorando quel dolore che tanto odiava al basso ventre "cosa fai?" gli chiese Draco confuso, le cose non stavano andando come lui sperava

"Vado a lavoro." e continuò a vestirsi

"Così? Senza - non abbiamo fatto nemmeno colazione." il suo tono di voce era quasi disperato o - implorante? Non voleva... cosa non voleva? Non riusciva a capire il suo comportamento e quando Harry finì di vestirsi, guardò con fredda indifferenza Draco "oh." commentò quasi con noncuranza "mangerò in ufficio. A più tardi, signor Malfoy." e detto ciò corse fuori da quella casa, prima di saltare addosso al suo capo e commettere un omicidio.

***

"Secondo me dovevi spaccargli la faccia." borbottò Ron bevendo il suo caffè. Quando quella mattina Harry entrò in ufficio, si ritrovò assalito dalle preoccupate domande che gli rivolse il suo migliore amico - vedendolo insolitamente depresso -. Ron non sapeva della natura omosessuale di Harry, preferiva rimandare il discorso il più che poteva. Non era certo di come l'avrebbe presa il rosso e sinceramente, non voleva scoprirlo.

Disse semplicemente che un uomo aveva cercato di assalirlo la sera precedente, ma che per fortuna era riuscito a far scappare l'assalitore "potevi chiamarmi." sospirò il rosso guardando con rimprovero l'amico

"Non mi piace disturbarti per queste cavolate, lo sai."

"Quando c'è in gioco la tua vita, puoi sempre disturbarmi!"

"Esagerato." commentò Harry e sorrise al suo caro amico, che anche nelle situazioni più brutte riusciva a tirarlo su di morale. "Buongiorno." disse Zabini interrompendo le chiacchiere mattutine dei colleghi e avvicinandosi al rosso

"Buongiorno signor Zabini." lo salutò Ron e Harry annuì solamente non appena notò entrare - subito dopo il mulatto - Draco. I loro occhi si incontrarono per un breve istante, e Harry si costrinse a non guardarlo per più di quei pochi secondi. Tornò a leggere i fascicoli sulla sua scrivania quando una mano si posò sui fogli, interrompendo la sua lettura

"Non oggi, signor Potter." disse Zabini seriamente "abbiamo scoperto dove si trova il fidanzato della vittima, dobbiamo sbrigarci ad andare."

"Va bene." rispose il corvino alzandosi mentre Ron iniziava a dare le disposizioni alla squadra su come si sarebbero dovuti comportare in caso di pericolo - sempre le solite banalità -.

Gli ispettori seguiti da Harry e Ron - più due nuovi neoassunti -, uscirono dall'ufficio andando ognuno nella propria volante, ma quando Harry fece per entrare nella macchina di Ron, la stessa mano che lo aveva bloccato qualche minuto prima in ufficio, gli si posò sulla spalla.
"Penso", iniziò Zabini "penso che sarebbe meglio se io andassi con il signor Finnigan e il signor Weasley. Se non le dispiace."

"E - io?" chiese sconcertato Harry

"Beh, può prendere il mio posto nella vettura con Draco e il signor Thomas." ma prima che il corvino potesse ribattere, Ron andò in suo aiuto "mi scusi, ma preferirei avere Harry con me. Dovremmo parlare di una questione con il signor Finnigan e - lei capisce, vero?"

"Oh." commentò solamente il mulatto per poi annuire e tornarsene alla sua vettura. Harry entrò con il cuore più leggero dentro l'auto e sorrise al migliore amico "grazie."

"Figurati, quel Malfoy sembra una serpe e non mi fido a lasciarlo solo con te. Non sembra avere buone intenzioni."

"Che cosa vorresti dire?" chiese curioso il corvino, ma l'amico non rispose e si limitò a mettere in moto non appena sentì Seamus entrare.

Il viaggio in auto fu abbastanza silenzioso in entrambe le vetture. Harry e Draco non avevano voglia di parlare, mentre Zabini e Weasley erano della stessa opinione. Dopo una mezz'ora, arrivarono di fronte all'hotel a cinque stelle a centro città. Parcheggiarono davanti l'edificio, ed entrarono nell'immensa hall, piena di persone con un espressione che sembrava dire - a parere del giovane Weasley - 'siamo pieni di soldi quindi siamo migliori di voi'.

"Buongiorno signore." salutò Draco avvicinandosi al bancone della reception

"Oh, agenti." disse l'uomo anziano sorpreso "come posso aiutarvi?"

"Stiamo cercando una persona." rispose Zabini cacciando una fotografia del "fuggitivo" e mostrandola all'uomo "riteniamo che alloggi presso il vostro hotel." continuò poi mentre il portinaio squadrava attentamente la foto

"Si." rispose dopo un paio di minuti "alloggiava qui."

"Alloggiava?" chiese Blaise alzando un sopracciglio

"Il signore ha pagato il conto della camera non meno di mezz'ora fa ed è andato via."

"E non le ha detto dove si stava recando?"

"No, non chiediamo queste informazioni ai nostri clienti, ma sembrava avere molta fretta - Ah." disse poi "ora che ci penso, aveva un biglietto aereo in mano. Credo fosse per un volo diretto ad... Abu Dhabi?"

"La ringrazio." salutò velocemente Draco ritornando dagli uomini ancora fermi davanti all'entrata "cos hanno detto?" chiese Ron

"È andato in aeroporto mezz'ora fa. Anche se ci andassimo, non faremo mai in tempo. Lo abbiamo perso." sospirò Zabini passandosi una mano tra i capelli nervosamente "meglio tornare alla base e - "

"Non se ne parla!" tuonò Ron arrabbiato "signor Weasley, abbassi il tono della voce." lo rimproverò Draco, ma il rosso non voleva ascoltarlo "forse per voi è un caso come un altro, ma per noi è l'ultima possibilità che ci concederanno! Se non catturiamo il killer... possiamo dire addio al nostro lavoro."

"E cos ha intenzione di fare, allora?" chiese Draco incrociando le braccia al petto "ormai sarà bello che scappato."

"I miei hanno una casa delle vacanze ad Abu Dhabi." disse Seamus guardando i colleghi - che non riuscivano a spiegarsi il perché di quella frase -.

"Seamus, sei un genio!" urlò Ron abbracciando il moro e facendo corrugare le sopracciglia al mulatto "le spiacerebbe spiegare anche a noi, signor Weasley?" chiese Zabini sperando si staccasse dal collega - ciò che fece -

"Andiamo ad Abu Dhabi." disse sorridendo e facendo scoppiare a ridere Harry "dimmi che non sei serio, Ron."

"Lo sono! Sentite - questo è il nostro caso. È una cosa che dobbiamo risolvere noi. E poi, vogliamo davvero lasciare libero un potenziale assassino? Io non rischierei."

"Si ma - andare fino lì... e se sprecheremo solo tempo prezioso?" chiese il corvino dubbioso

"Ma almeno avremo tentato!". I sei colleghi si guardarono tra loro, non sapevano cosa fare

"Va bene allora." sospirò Harry scrollando le spalle "andiamo ad Abu Dhabi e catturiamolo."

"Vorrei ricordarvi che spetta a noi decidere." disse Draco rovinando l'atmosfera festiva degli altri colleghi, perfino del migliore amico

"Merlino, Draco, rilassati." disse il mulatto passando un braccio intorno alle sue spalle "non sarà difficile ottenere il permesso dal grande capo."

"Allora è deciso. Andremo ad Abu Dhabi." dichiarò Ron sorridendo.

***

Dopo quattordici ore di aereo, la squadra omicidi di New York atterrò all'aeroporto internazionale di Abu Dhabi. Due giorni erano passati dal coito tra i due colleghi, ed Harry si sentiva fortunatamente meglio.

Si convinse che alla fine quello che era stato era solo sesso, perfino per lui, e arrabbiarsi non serviva a nulla. Ma una cosa era certa: non lo avrebbe mai più rifatto.

"Bene, signor Finnigan, ci scorti alla dimora estiva della sua famiglia." disse Zabini con tono divertito e Seamus scosse leggermente la testa "non ce ne sarà bisogno." disse indicando una grande Jeep bianca, con qualche striscia nera sul tettuccio e sui bordi delle portiere

"Ma - è una Jeep Renegade, quella?" chiese Ron eccitato passandoci la mano sopra - amava ogni tipo di macchina -

"Se sapevo che lo eccitavano le macchine, gliene avrei comprata una io stesso per portarmelo a letto." sussurrò il mulatto al biondo, facendolo sghignazzare

"Su, entrate. Non dista molto casa mia."

"Non vorrei interrompere il vostro divertimento." sospirò Draco "ma siamo qui per cercare il fidanzato della vittima."

"Il signor Malfoy ha ragione." disse Harry stupendo tutti, perfino se stesso "prima lo troviamo, prima possiamo riposarci." continuò poi aggiustandosi gli occhiali

"In effetti." concordò il rosso "ma non abbiamo nemmeno una pista."

"Non esattamente." disse Dean - che era rimasto in disparte per tutto il tempo - "ieri sera ho chiamato mio cugino Chuck, che lavora come facchino per un hotel a quattro stelle, e ne ho approfittato per fargli qualche domandina."

"Domandina del tipo?" chiese Zabini

"Beh - posso dirvi solo che il nostro fuggiasco si nasconde lì." disse scrollando le spalle

"Ne sei sicuro?" chiese Draco sorpreso dalla genialità del neo-assunto "sicurissimo." rispose tranquillo lui "su, non è nemmeno molto distante da qui."

"Bene allora." disse Seamus entrando nella vettura, mentre accanto a lui sedeva Thomas. Nei sedili posteriori, Draco ed Harry si trovavano vicino ai rispettivi finestrini e a separarli Ron e Blaise che si sentivano piuttosto stretti - anche se a quest ultimo non dispiaceva affatto -.

Dopo quindici minuti in auto, la squadra arrivò al Traders Hotel Qaryat Al Beri, dove lavorava il cugino di Dean. Parcheggiarono davanti al palazzo ordinando a Seamus e a Ron di restare in auto - nel caso arrivasse qualche parcheggiatore o qualche dipendente petulante -. Entrarono nell'immensa hall e subito un ragazzo abbronzato e dai capelli castano scuro si avvicinò a Dean abbracciandolo forte e lasciandogli qualche pacca sulle spalle "Chuck." lo salutò il cugino e si girò verso gli altri colleghi "loro sono i miei capi, il signor Malfoy e il signor Zabini - e il mio collega e superiore di grado, il signor Potter."

"Molto piacere. Sono Chuck, pulisco le camere dell'hotel. Mi fa piacere aiutare con le indagini." si presentò sorridente porgendo la mano a Zabini che l'afferrò saldamente "piacere." disse poi quest ultimo

"Il signor Finnigan le ha già raccontato il necessario?" chiese Draco tirando fuori la foto del fuggitivo e passandola all'uomo

"Si, so già tutto." spiegò l'impiegato dando una veloce occhiata all'immagine "come pensavo, è lui."

"Dove si trova in questo momento?" chiese Blaise controllando una piccola agenda

"Uhm? Non è quello che sta uscendo dall'ascensore?" chiese Harry cercando di vedere da lontano ma venne zittito con un gesto della mano da Draco "non interrompa signor Potter." disse poi riprendendo ad interrogare Chuck.

Il corvino corrugò la fronte e si avviò spedito verso la persona sospetta - che si era appena diretta alla reception -.

"Mi scusi", iniziò Harry posizionandosi dietro l'uomo, il quale si girò e alzò un sopracciglio "stiamo facendo delle indagini. Mi può cortesemente mostrare un documento di riconoscimento?"

"Si, certo." rispose tirando fuori il portafoglio e porgendo la carta d'identità "è successo qualcosa di grave?"

"Stiamo cercando una persona." disse il corvino leggendo le informazioni e si fece pensieroso "mi scusi per il disturbo." continuò poi ridandogli l'oggetto di sua proprietà

"Oh, non si preoccupi agente." e sorrise

"In realtà", disse Harry infilando le mani nelle tasche "era una bugia."

"Una bugia?" chiese stranito lo sconosciuto

"Si." confermò "una bugia."

"E - perché ha mentito?"

"Perché mi serviva una scusa per avvicinarla."

"Mi spieghi meglio."

"Vorrebbe uscire con me?" chiese Harry guardandolo con sicurezza e spiazzando il biondo dietro di lui - che era andato a cercarlo per poter iniziare le indagini -

"Con lei?" chiese sorpreso il moro

"Beh - si. Sempre se le va." sorrise Harry imbarazzato e per qualche minuto lo sconosciuto non parlò.

"Signor Potter." lo chiamò serio il suo capo facendolo sobbalzare "capo." disse in un sussurro il corvino volgendosi verso di lui

"Siamo qui per delle indagini, non per flirtare. A lavoro, ora."

"Mi scusi." sospirò Harry "mi spiace che l'abbia disturbata." si scusò il biondo e fece per andarsene quando il moro fermò per una spalla il corvino e sorrise

"È fortunato, gli uomini in divisa mi piacciono molto." disse porgendogli un foglietto "questo è il mio numero. Mi chiami." e ammiccando se ne andò.

Harry lesse il biglietto da visita e sorrise soddisfatto.

Oliver Baston, pensò fissando le spalle dell'uomo che si dirigevano al piano superiore.

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