Capitolo sette
Harry, finalmente sveglio, si costrinse a mettersi in piedi e si diresse verso la cucina. Si sentiva uno schifo.
"Scusa, Herm, mi sono addormentato." chiese perdono il corvino entrando nella stanza, e facendo girare il biondo intento ad asciugare i piatti "eri davvero uno spettacolo, mentre dormivi." dichiarò Draco ghignando e lasciando la pezza sul ripiano del lavandino
"Cosa fai qui?" domandò Harry sorpreso, non aspettandosi quella piacevole visita da parte del suo superiore. Il biondo gli si avvicinò e prese il volto leggermente arrossato del corvino e lo baciò castamente. Le labbra si toccavano, lentamente e dolcemente, senza alcun tipo di secondo fine. Quando si separarono, Draco strinse a sé il subordinato volendolo proteggere dal mondo, da tutto ciò che gli stava accadendo "sono qui per te." disse infine facendo comparire un piccolo sorriso ad Harry
"Dov'è andata Hermione?"
"Ha ricevuto una chiamata di lavoro, quindi è dovuta andarsene di corsa. Saranno passati forse... venti minuti?" chiese incerto per poi scuotere la testa "vuoi mangiare qualcosa?"
"No, grazie, non ho fame." rispose Harry prendendo posto a tavola. Lo sguardo perso nel vuoto fece preoccupare il compagno che prese ad accarezzargli la schiena
"So che ci stai male." iniziò il biondo venendo, però, interrotto "Sono stato peggio."
"Peggio di essere trattato da stupratore?" domandò Draco meritandosi un'occhiataccia da parte dell'uomo al suo fianco "scusa."
"Si, Draco, sono stato peggio di così." sospirò Harry alzandosi e tornando sul divano seguito da Malfoy. Il corvino si sdraiò e chiuse gli occhi, alla ricerca di qualche piano per confermare la sua innocenza. Il biondo non sarebbe stato sempre con lui, sarebbe dovuto tornare a lavoro prima o poi, o peggio dalla sua ragazza.
Harry fece una smorfia disgustato da quell'idea, e si domandò se Draco fosse restato con lui se solo glielo avesse chiesto. Si rispose che no, non lo avrebbe mai fatto. D'altronde, lui era l'amante. Quello che si meritava sesso sfrenato, qualche sveltina in bagno... ma quella che riceveva amore era la sua donna. I baci più dolci, o le tenere carezze non gli appartenevano... non gli sarebbero mai appartenute.
La serpe prese ad accarezzare i morbidi capelli del suo sottoposto, sperando che almeno un po' sarebbe riuscito a farlo calmare. Draco sapeva perfettamente che Harry non si fidava di lui, non sembrava il tipo di persona capace di farlo in così poco tempo. Oh, avrebbe davvero voluto aiutarlo, ma come non sapeva.
"Non dovresti andare dalla tua ragazza, ora?" chiese ad un tratto l'uomo dagli occhi verdi
"Non ho la ragazza." confessò Malfoy sorridente "no?" chiese conferma Harry e il biondo ghignò "gay al cento percento. Perché, è una nuova tattica per chiedermi un appuntamento?"
"Cosa - no!" arrossì Potter "io ti ho visto, mentre baciavi quella donna. Eri appena uscito dal suo appartamento e, credevo voi stesse insieme."
"Ah, ti riferisci a ieri sera." commentò il biondo e subito un'idea gli passò davanti come un fulmine. La serpe si alzò prendendo il compagno per mano e si diressero fuori dall'appartamento della riccia, senza possibilità di replica da parte dell'altro.
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La porche nera di Blaise venne parcheggiata sul viale davanti la vecchia casa.
L'affascinante guidatore uscì dalla vettura e prese un respiro profondo, estasiato da quell'odore di campagna che tanto aveva desiderato sentire, e finalmente c'era riuscito. Ron chiuse la portiera e si diresse velocemente verso la porta di casa, seguito dal suo superiore. Il rosso suonò un paio di volte e, subito dopo, una donna dai capelli rossi venne ad aprire.
"Ron!" urlò la donna stringendo forte il suo 'bambino' e lasciandogli qualche bacio sul viso
"Mamma, non ora." la supplicò il rosso e con la testa, le fece cenno di guardare l'uomo al suo fianco. Molly Weasley osservò con estrema curiosità il mulatto che per qualche ragione aveva smesso di respirare "e questo bel giovane?" domandò la donna facendo scorrere lo sguardo dal figlio al segreto amante.
"Piacere di conoscerla, signora Weasley, sono Blaise Zabini. Il capo di Ron."
"Oh, cielo, ha combinato qualcosa questo scapestrato?" chiese la madre preoccupata per la sorte del suo bambino e Zabini si permise una leggera risata
"Non si preoccupi, Ron è un eccellente lavoratore. Non potrei desiderare di meglio." e Ron arrossì facendo insospettire la donna
"Mamma", si schiarì la voce il mini Weasley "siamo qui in veste ufficiale, dobbiamo parlare con Ginny."
"Oh." commentò la signora Weasley intuendo l'argomento e facendo passare i due uomini. Ron guardò il suo superiore e fece un sorriso tirato indicando con la testa le scale che portavano al piano di sopra "vorrei parlarci io, per te va bene?"
"Va' tranquillo, rosso." sorrise Blaise e il mini Weasley si guardò intorno prima di rubare un veloce bacio al suo capo, e correre verso la stanza della sua sorellina. Ancora un po' sorpreso da quel gesto inaspettato, Zabini prese ad ammirare l'orologio con i visi dei fratelli Weasley sulle lancette, e gli scappò un tenero sorriso.
Il suo sguardo andò sulle mensole, dove erano accuratamente riposte le foto della famiglia Weasley al completo. Trovata la foto da lui cercata, il mulatto l'afferrò e passò la mano sulla superficie della cornice ormai consumata a causa del tempo. La foto ritraeva Ron durante le superiori - ipotizzò Blaise - con la divisa da football americano. Tra le mani stringeva con gelosia la coppa appena vinta, ed era così fiero quel giorno che riusciva quasi a trasmettere i propri sentimenti attraverso quella semplice fotografia, e Zabini a sua volta era così fiero di lui per essersi impegnato per quella vittoria.
Ripose con cura l'oggetto e guardò la foto dei suoi fratelli gemelli. Blaise non conosceva i loro nomi, ma era certo che non avrebbe fatto differenza impararli o meno, erano identici e si sarebbe sbagliato in qualsiasi caso. Si chiese anche come faceva la madre a riconoscerli, e se li immaginò nella culla, con una di quelle targhette attaccate ai vestiti con il loro nome che spesso portavano i gemellini all'asilo per facilitare il compito alle maestre. Rise nuovamente.
Poi guardò la foto di quello che doveva essere il più grande, pensò ancora il capo, dove era seduto a terra con un bambino appena nato - chiaramente non Ron - e il maggiore poteva avere quanto? Sei anni? Non ne era certo, ma era adorabile.
"E tu chi sei?" chiese un ragazzo chiaramente più grande di qualche anno, appoggiato con la spalla alla porta
"Oh." commentò Blaise appoggiando la foto sulla mensola "Blaise Zabini, sono qui con Ron."
"Se lo chiami per nome, vuol dire che sei suo amico." constatò il rosso e il mulatto annuì "non posso darle torto. In effetti, si. Sono un suo amico."
"Molto piacere, Fred Weasley, il fratello maggiore di Ron." sorrise porgendogli la mano, ma non fece in tempo ad afferrarla che la madre tirò per l'orecchio il figlio
"Fred, non osare, è il capo di tuo fratello. E se solo ti azzardi a fargli perdere l'unico lavoro che avrà in tutta la sua vita, non ti darò pace fino a quando- "
"Va bene, va bene. Ho capito." la interruppe il ragazzo ridendo e attirando l'attenzione di suo fratello gemello nella stanza accanto "che succede qui?" domandò appoggiandosi a Fred e lasciandogli un bacio sulla guancia
"Lui è il capo di Ron, George." sussurrò la madre prima di sbuffare "mi chiedo perché riesci ad essere affettuoso solo con tuo fratello. Qualche bacio a tua madre non farebbe male." e Blaise rise di nascosto, sperando di non essere considerato maleducato.
Dal piano di sopra si sentì il rumore di un oggetto cadere al suolo e frantumarsi con un sonoro 'crack', allarmando i personaggi al piano terra.
Zabini si preoccupò all'istante, e dopo aver dato una veloce occhiata ai tre davanti a lui si precipitò al piano superiore. Il mulatto venne condotto dalle urla dei due litiganti nella camera della rossa, e spalancò la porta.
Nello stesso istante, Ron aveva preso dalle braccia sua sorella e non sembrò dell'idea di lasciarla andare "sei una gatta morta!" urlò lui e il suo superiore fu quasi tentato di lasciarlo continuare "come hai potuto mentire? Sai cosa sta passando Harry in questo momento? Per colpa tua, ora viene considerato uno stupratore!"
"Lasciami, Ron, mi fai male." si lamentò la rossa cercando di divincolarsi dalla presa del fratello
"Ora verrai con me in centrale, e ritirerai la denuncia."
"Scordatelo, non lo farò!"
"Come puoi guardarti allo specchio dopo aver rovinato la vita ad un uomo per bene?"
"Ti sbagli." disse Ginny liberandosi "non è una brava persona. Lui... è innamorato di Pansy Parkinson, la donna che vive nel mio condominio. Ieri la guardava con gli occhi pieni di desiderio... desiderio che non ha mai manifestato con me!"
"Merlino, Ginny, svegliati! Lui non ti amerà mai, e punirlo facendo una finta denuncia non porterà ad alcun risultato!"
"Se nessuna donna lo vorrà vicino allora... allora mi guarderà con occhi diversi! Ne sono certa." dichiarò la rossa sicura, fin troppo
"Ti avverto", iniziò Ron compiendo qualche passo verso la sorella e facendola visibilmente spaventare "ritira la denuncia oppure tu, per me, sei come morta." e con queste parole il rosso uscì dalla camera, oltrepassando con altrettanta facilità il 'muro dei Weasley' che si era formato intorno alla porta attirati anch'essi dalle urla.
"Mamma, io- " Ginny non fece in tempo a giustificarsi con la madre, che un sonoro ceffone si andò a depositare sulle sua guancia. Molly aveva le lacrime agli occhi e si sentiva ferita. Ferita per aver maledetto Potter, ferita per non aver creduto a quel piccolo bambino che era diventato come un figlio per lei.
Il senso di colpa era molto, ma la rabbia nei confronti della sua unica figlia femmina lo era ancora di più.
Senza guardare in faccia nessuno, la donna portò via i due gemelli, facendo restare soli Blaise e la ragazza. Ginny sedeva sul letto, lo sguardo fisso sulle scarpe e il volto coperto dai capelli. Il mulatto appoggiò una mano sulla sua spalla, e la giovane alzò il viso verso di lui
"Piuttosto che correre dietro ad un uomo che non ti vuole", disse sfoderando un bellissimo sorriso "guardati intorno. Molti ragazzi sarebbero felici delle tue attenzioni." ed uscì innescando senza volerlo, una bomba nel cuore della giovane.
Zabini scese al piano terra e guardò come il rosso tentava di placare l'animo irrequieto della madre "digli solo che mi dispiace. Lo farai, vero?" lo pregò ancora e il mini Weasley non poté far altro che annuire per riuscire a tranquillizzarla.
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"Draco!" urlò la donna gettando le braccia intorno al collo del biondo e lo baciò facendo stringere lo stomaco di Harry.
Se voleva farmi sentire peggio, ci è riuscito, pensò il corvino.
Quando i due si separarono, la donna guardò Harry incuriosita "e lui?" domandò poi
"Lui è Harry Potter, lavora con me ad un caso."
"Oh." commentò squadrando l'uomo e allargando il suo sorriso "molto piacere, Pansy Parkinson." e gli porse la mano. Riluttante l'uomo dagli occhi verdi l'afferrò e, senza capire come, si ritrovò le labbra della donna sulle proprie.
"Niente male." disse Pansy una volta staccatasi e ammiccando al corvino "ma prego, entrate."
"Cos'è appena successo?" sussurrò Harry e il biondo ghignò soddisfatto "Pansy è russa. Molte persone lì hanno mantenuto l'usanza di salutare con un bacio."
"Quindi... aspetta, è per questo che..."
"Esatto, è per questo che ieri ci siamo baciati." ed il corvino arrossì imbarazzato.
Ho fatto la figura dello stupido, grande.
I due uomini si accomodarono sul bianco sofà della donna. Il suo appartamento era molto bello - a detta di Harry -. C'erano molte foto di Pansy sia sui muri che sulle mensole. I muri erano di un celeste chiaro, mentre il parquet in legno andava su una tonalità più rossastra che altro. Harry sorrise quando notò che la gatta dalla pelliccia color polevere della mora, si era andata a rannicchiare sulle sue gambe
"Si chiama Mrs. Purr." disse Pansy appoggiando il vassoio con la cioccolata calda sul tavolino lì davanti "sembra che tu le piaccia, Harry."
"A quanto pare si." rise il corvino accarezzandole il pelo"nome assai stravagante, per una gatta, però."
"Oh, no, quel nome gliel'ha dato il suo precedente padrone."
"Lui è...?"
"Morto?" continuò la mora ed Harry annuì "si, lo scorso anno. Era un vicino abbastanza scorbutico ma, non era una cattiva persona. Amava l'ordine e le regole, ed ogni tanto brontolava, ma ci sono sempre andata d'accordo in realtà. Credo sia per questo che abbia lasciato la sua gatta a me, nel testamento."
"Mi dispiace molto."
"Non preoccuparti." e sorrise "come mai questa visita, ad ogni modo?" domandò e il corvino non poté fare a meno di guardare il biondo al suo fianco, intento a bere la sua bevanda. Dopo qualche minuto appoggiò la tazza sul piattino e guardò seriamente la donna.
"Sai che Ginny Weasley è stata stuprata?" chiese Draco passandosi una mano tra i capelli
"Chi?"
"La donna dell'appartamento 609."
"Ah." commentò solamente girando il cucchiaino nella cioccolata "ebbene?" insistette Malfoy e la mora scosse la testa "non ne sapevo nulla."
"Nulla? Uhm." la serpe strinse gli occhi in due fessure e la guardò negli occhi "non è molto distante il suo appartamento."
"Ma è lontano." si giustificò Pansy ed Harry capì che qualcosa in realtà sapeva
"Lei sostiene di aver urlato."
"Ah, davvero?" chiese con finta noncuranza, appoggiando la tazzina intoccata "davvero."
"Sarà che sono andata a letto presto."
"Pansy." disse duro Draco e la mora ritornò seria "non sono cose in cui mi posso impicciare. Non mi piace."
"D'accordo allora." scrollò le spalle il biondo e prese Harry dal viso, come per mostrare alla donna che anche lui era presente "ecco il suo stupratore." e lei si bloccò. Alzò lo sguardo, per incontrare gli occhi verdi del corvino e quasi le venne un colpo.
Malfoy afferrò le manette attaccate alla cintura e ammanettò l'uomo al suo fianco, sconvolgendo entrambi i presenti "scusa, Harry." disse poi accarezzando con il pollice la guancia del suo subordinato "credevo tu fossi innocente, ma se nessuno può confermare che tu davvero non hai fatto niente... posso solo portarti in carcere." ed Harry si sentì morire.
Le lacrime inondarono i suoi occhi, appannandogli la vista. Possibile che nemmeno Draco gli credeva? Tutto andava contro di lui, e non gli sembrava affatto giusto. Il corvino tentò di non lasciarsi andare davanti ai due, e chinò il capo rassegnato alla sua condanna.
"Fermo." sussurrò la mora, appoggiando la mano sulla spalla di Harry "non l'ha fatto."
"Non l'ha fatto?" e Pansy scosse la testa "l'ho visto. Ho visto io stessa la scena."
"Racconta." disse serio il biondo, azionando e appoggiando sul tavolino il registratore
"Ho sentito qualcuno litigare nel corridoio, così sono andata a sbirciare dallo spioncino. Lei... quella donna, stava abbracciando da dietro Harry. Era mezza nuda e continuava a dire che lo amava. Lui le ha dato un bacio sulla fronte, ha detto che era come una sorella e non poteva in nessun modo andare a letto con lei. Non sembrava stesse mentendo e tra i due era la ragazza che voleva avere un rapporto sessuale."
"Magnifico." dichiarò Draco fermando la registrazione e riavvolgendo il nastro - non prima di aver liberato Harry - "grazie, Pansy, sapevo ci saresti stata utile." e si alzò sorridente
"Sfruttatore." borbottò la mora prima di dare un bacio a stampo a lui e al corvino "spero che la cosa si risolva presto."
"Lo spero anche io." disse Harry sinceramente, per poi uscire con il suo superiore. Arrivarono nell'ascensore e vi entrarono schiacciando il pulsante. Malfoy accarezzò la guancia del suo subordinato e sorrise "scusa." disse solo e il corvino sorrise "mi hai spaventato."
"Lo so." borbottò Draco e il più giovane ridacchiò "perdonato." e rubò un veloce bacio dalle labbra dell'uomo al suo fianco.
Fu un gesto piccolo, forse anche privo di importanza o significato, ma da quel gesto così spontaneo, Harry si bloccò pensando:
Merda, mi sono innamorato.
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