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Jungkook arrivò al dormitorio con la sua nuova ragazza alle nove e trentasette minuti.
Jimin non avrebbe mai dimenticato quei numeri. E nemmeno la sensazione di costrizione al petto che provò quando vide Jungkook, mano nella mano con una bella ragazza, varcare la soglia di casa.
In quel momento avrebbe voluto scuoterlo fino a sentirgli di dire che Taehyung aveva mentito, che quella non era la sua ragazza, che amava solo lui. Ma Jimin se ne stette fermo e in piedi in fondo alla stanza e Jungkook presentò a tutti la sua fidanzata.
Udire quelle parole uscire dalla sua bocca fu come ricevere un pugno allo stomaco, sentiva le lacrime premere dietro gli occhi, ma prima che queste potessero traboccare furono ricacciate indietro da un'ondata di rabbia che sembrò bruciare qualsiasi cosa fino al lasciare dietro di sé solo cenere e furore.
Di sole due cose era cosciente in quel momento, della delicata figura femminile in piedi accanto al ragazzo che amava e della mano di Jin sul suo braccio. Sapeva, senza alcuna ombra di dubbio, che senza quell'imponente figura accanto a lui avrebbe finito per fare qualcosa di stupido.
Doveva trattenersi.
Doveva aspettare.
Avrebbe parlato con Jungkook quella notte, quando sarebbero stati da soli. Fino ad allora sarebbe rimasto proprio lì, in fondo a quella stanza, ad alimentare il fuoco della sua rabbia.
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