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Capitolo 13. Buon Natale

Capitolo 13

Pov Edmund

-Ed! Ed! Edmund!- una voce femminile mi stava chiamando, ma io me ne infischiai. Avevo sonno maledizione!
-Edmund alzati!- sentii freddo all'improvviso e così aprii gli occhi pronto per urlare a chiunque mi aveva scoperto ed esposto al freddo glaciale. Poi però mi accorsi che Amanda mi stava sorridendo raggiante e che teneva in mano un libro. -Finalmente! Hai il sonno più profondo di quello di Giovanni!- rise, ma i miei pensieri andarono subito a questo Giovanni.
Chi era?
Cosa faceva?
Aveva a che fare con Amy?

Certo scemo, altrimenti non lo nominerebbe!
Grazie Coscienza, sei davvero di aiuto!

-Chi diavolo è Giovanni?- esclamai.
-Mio fratello!- mi disse sorridendo e arrossendo un po'. Non so perché, ma mi piace quando arrossisce.
-Perché cavolo mi svegli a quest'ora del mattino?- lei ignorò la mia domanda e si avvicinò a me salendo sul letto dalla parte libera e si mise in ginocchio davanti a me.
-Buon Natale!- mi dice abbracciandomi -Lo so che non è proprio un "buon " Natale e so anche che preferiresti essere altrove o comunque con un'altra persona, però è una bella giornata fuori, anche se fa molto freddo e Lucille chiede se hai le forze per andare di là a mangiare.- si staccò da me e mi guardò speranzosa.
Pensai bene a tutto quello che aveva detto e così le risposi.
-Primo: mi ero dimenticato che era Natale e voglio augurarti anche io un buon Natale, anche se probabilmente preferiresti essere altrove o comunque con un'altra persona.
Secondo: credo di poter fare qualche metro per recarmi in sala da pranzo.
Terzo: sono invece molto contento di stare con te anziché con quei depravati della mia famiglia.-
Lei sorrise e in quel momento avrei tanto voluto baciarla. Non appena poi mi baciò sulla guancia incominciai a fare pensieri poco casti su di lei.
Arrossì e le sorrisi, così scese dal letto e mi aiutò ad alzarmi. Nel farlo mi resi conto che era mezzogiorno passato guardando l'orologio sopra la porta della nostra camera.
Fa proprio strano dire "nostra" quando non stiamo insieme o quando comunque non abbiamo avuto alcun tipo di rapporto.
Nonostante avessi fatto qualche pensierino su Amanda non credevo che lei avrebbe potuto mai pensare a me come al suo ipotetico ragazzo, d'altronde non ha mostrato un minimo interesse nei miei confronti!

Forse perché è semplicemente diversa da tutte le galline che ti sei portato a letto.
Ehi Coscienza! Stai zitta!
Uffa, ma io dico!

Arrivammo in sala da pranzo e notai che era molto piccola e unita alla cucina, unita a sua volta al salotto: una stanza unica. C'era una porta chiusa vicino all'ingresso, forse la camera dei due coniugi e poi un armadio a muro dietro al divano e una libreria ai lati del caminetto davanti al divano.
Una musica natalizia suonava al grammofono e la vecchia signora mise in tavola qualcosa dal profumo delizioso: tacchino. Strano, non ho mai mangiato tacchino a Natale.
-Avevano solo questo oggi e il tempo è stato poco clemente in questi giorni, così dobbiamo accontentarci di questo tacchino.- mi spiegò Amanda seduta davanti a me, Clotaire era alla mia sinistra e presumevo che Lucille si sarebbe seduta alla mia destra, a capotavola come il marito.
-Dobbiamo ringraziare il Signore- mi sussurrò Amanda e imitai i suoi gesti mettendo le mie mani in quelle dei due vecchietti che ci avevano accolti. Clotaire disse qualcosa in francese che ovviamente non capii, ma Amy era sempre pronta a tradurre tutto per me.
-Grazie Signore per questo cibo che ci hai dato e per i nostri nuovi amici- mi sorrise per poi ringraziare Clotaire e incominciare a mangiare. Era tutto spettacolare e cercai di ringraziare Lucille dicendo "Merci".
-Est-ce que vous parlez français? (Parli francese?)- mi chiese la donna, ma non capii niente e Amy venne in moi aiuto dicendole evidentemente che non capivo molto bene il francese.
-Non ti ricordi niente?- mi chiese stupita.
-No, sono sempre stato piuttosto scarso.-
-E come facevi a prendere quei voti alti?- era molto sorpresa, era proprio ingenua.
-Ma sei nata ieri? Copiavo no? E poi Ginevra Ricci mi ha davvero aiutato molto, in tutti i sensi!- allusi e lei spalancò la bocca arrossendo.
Era davvero bella quando le sue guance si coloravano di rosso.
-Eri un prostituto!- a questa risi, ma mi resi conto che non aveva tutti i torti.
-Ci divertivamo entrambi!- le dissi, ma lei si accigliò e incominciò a tagliare la carne più velocemente.
Clotaire le chiese qualcosa e lei lo guardò amorevolmente rispondendo alla domanda.
Provai un enorme gelosia quasi, avrei voluto che guardasse me come guardava lui!

Brutto segno?
Direi di si!

Pov Amanda

Aiutai Lucille a sparecchiare, mentre Edmund si sedeva sul divano e Clotaire aggiungeva altra legna al fuoco del camino.
-Est-ce que tu aimes Edmund? (Ami Edmund ?)- mi chiese sfacciatamente Lucille sorridendo.
-No!- esclamai quasi, spaventata.
-Il regarde mon mari comme s'il voudrais te faire quitter loin de lui ! (Guarda mio marito come se volesse portarti via da lui)- Lucille rise e io mi affrettai a smentire quei suoi pensieri dicendole che nemmeno ci conoscevamo quasi.
La dolce signora mi guardò di traverso poco convinta e anche io per un secondo persi la convinzione che avevo acquisito in quel momento.
-On va mettre de la musique et on va danser! Ça va ? (Mettiamo della musica e balliamo ! Va bene?)- mi chiese Clotaire e io annuii dicendo ad Edmund cosa stavamo per fare. Clotaire iniziò a ballare un tempo veloce con la moglie, poi però lei si sedette e il disco, di Lara Fabian che tra parentesi adoro, incominciò una delle mie canzoni preferite: "Je t'aime".
Clotaire mi invitò a ballare e insieme a sua moglie mi ritrovai a sussurrare le parole della canzone, un dolce valzer che mi prendeva tutte le volte che lo ascoltavo.
Mi trovavo bene tra le braccia di quell'uomo forte, ma niente è stato in confronto alle forti braccia di Edmund, gli chiesi di ballare anche prima, ma lui non aveva voluto, immagino perché si sarebbe vergognato o forse non voleva ballare con me?
-Scusate?- disse picchiettando sulla spalla di Clotaire. -Potrei avere l'onore di questo ballo?- disse leggermente imbarazzato.
-Tutta tua, mon ami!- gli disse Clotaire posando la mia mano nella sua delicatamente.
-Grazie al cielo!- sussurrò Edmund mentre mi faceva volteggiare, incominciai a ridere perché la sua gamba non era ancora del tutto guarita, quindi in alcuni movimenti era un po' impacciato.
-Che ridi? Io ho sudato le sette camicie!- esclamò.
-Per cosa?- mi avvicinò a se e la sua stretta sulla mia vita si fece più possessiva.
-Quell'uomo non mi piace!-
-È solo un adorabile vecchietto!- risposi aggiustandomi la coda di cavallo velocemente.
-Mi da fastidio quando ti sta così vicino!- continuammo a ballare/parlare.
-Geloso?- dissi maliziosamente e sapevo che non lo avrebbe sopportato!
-Assolutamente! Anzi sai che ti dico? Puoi fare tutto quello che vuoi con lui!- continuò a ballare senza guardarmi negli occhi e allora incominciai a ridere. Dopo un po' si unì anche lui a me e mi chiese scusa sussurrandomi all'orecchio che era stato uno stupido.
La musica cessò e noi restammo a guardarci negli occhi come due stupidi: i suoi erano verdi e meravigliosamente belli, sembrava di essere immersi in un prato morbido e fresco.
Solo il battere delle mani di Lucille ci riportò alla realtà.
-Bravo! Bravo!- ci dissero lei e Clotaire, ma io stavo da tutt'altra parte, ero accaldata e avevo tanta voglia di dare la colpa al fuoco del camino!

Angolo Autrice
Allora? Secondo voi quanto ci metteranno prima di cedere ai sentimenti?
A quanto pare Lucille ha già capito tutto e Amy incomincia a notare la leggera gelosia di Edmund...
Nel prossimo capitolo vedremo cosa è successo nella civiltà durante l'assenza dei nostri due protagonisti.
Un bacio,
Serena.

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