METAMORFOSI
La disillusione è compagna della stessa illusione.
Giocano insieme, con ingenua beltà.
Ridono, scherzano, si inseguono...
Si disperano.
Si ridono maliziosamente tra loro.
Poi, con un coltello, proprio sul più bello, l'una uccide l'altra.
"Hai visto?? Ho vinto io, ho vinto io!"
La sua cantilena.
Chi ha vinto? Davvero la vittoria è tale o è l'ennesima illusione della sconfitta?
Tu hai perso. Io ho perso. Noi... Esistiamo? Perché?
Spesso scappiamo da noi stessi, da ciò che abbiamo capito di essere davvero, ma rifiutiamo di ammetterlo.
Perché?
Fa paura? Dà sgomento? È disillusione o illusione? Fantasma di noi stessi? Fantasma di chi ci ha cresciuto?
Io lo so, tu lo sai, noi sappiamo.
Tu lo percepisci, ma rifiuti di credere.
Perché sì, perché no, perché tutto quanto è ciò che è e ciò che non è: non puoi conoscerlo se non apprendi entrambi.
Quando guardi negli occhi la morte, ecco che il disincanto del reale svanisce. Ecco che tutto perpetua a finire.
Tu respiri.
Ogni battito pompa macigni.
Ogni lacrima brucia.
Ogni goccia di sangue pugnala.
Tutta la tua vita chiede il conto e non è mai clemente.
Ma gli interessi non sono per te... No...
Tu paghi la tua cattiveria, la tua generosità, la tua lussuria, la tua falsità.
I tuoi figli la tua realtà.
I tuoi nipoti la nevrotica scissione.
I tuoi cari la tua falsità.
Noi siamo ciò che siamo e non siamo.
È la nostra eredità e lascito.
Condannati a ripercorrere le stesse orme.
DANNATI!
Condannati ad aguzze lame di perfidia.
BASTARDI!
Condanna e pena... Pena e condanna le tue parole.
Perché?
Una volta che inizia un cerchio, l'unico modo che hai per fermarlo è distruggerlo.
Ma è illusione o disillusione?
Sogni o desti?
Vivi o muori? Ti ferisci? Tu ferisci. Io piango, ma perché? Tu svuoti. Io butto. Tu.. Tu...
Non è colpa tua.. È eredità e lascito.
Lascito.
Eredità.
Pena.
Condanna.
La tua storia... La mia storia... La sua storia...
La nostra.
Sola.
Vera.
Pena.
Condanna.
Utopia.
Illusione.
Disillusione.
Tu.
Io.
Noi.
Voi.
Tu. Vita. Morte. Angelo. Demone.
Non .
La tua vita è catena per te, per gli altri, la tua prole.
Tu sei nata pura. Tu sei nato puro.
La vita ha corrotto o ha scalfito?
La guerra è arma di distruzione o strumento di verità?
Ami veramente? Hai mai amato davvero?
zitta, Zitta, ZITTA!
STAI ZITTA!
a chi?
A te? A me? Alla dea di cenere?
Tu lo sai, io lo so, noi sappiamo.
Il tuo fardello è il nostro fardello.
Fardello ereditato da te, lascito per noi.
Nessuno lo merita.. Nessuno.
Rompi la catena.
Come?
Lo sai.
Non voglio.
Devi.
Fardello.
Voglio un momento.
La disillusione è compagna della stessa illusione.
Chi ha giocato fino ad adesso?
Chi ha vinto? Chi mi parla ora?
Un capitolo un po' diverso e forse apparirà senza senso ad una prima lettura, ma è il più autentico che abbia scritto fin'ora.
Il tema principale rimane il medesimo dei capitoli precedenti. La chiave di lettura è incentrata sul dialogo con l'imprinting esperienziale (lascito ed eredità dei padri e delle madri, a loro volta condannati ed ereditieri).
Ognuno di noi tenta di celare il lascito, ma la catena continuerà.
Ognuna sa e non sa se questo lascito sia intrinseco a noi o solo trasmesso. Che sia bene o male, può essere entrambi o nessuno. La morte lo rivela.
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