1.5
I primi raggi del sole stavano sbucando nella camera del biondo. Una nuova settimana stava iniziando, persone che andavano a lavorare, ragazzi e bambini che andavano a scuola e poi c'erano loro due. Benjamin e Federico, distesi ancora sul letto abbracciati l'uno con l'altro. Benjamin aveva questo rimorso già da ben due giorni.
Sua mamma lo aveva chiamato dicendogli che suo fratello non stava troppo bene e che sarebbero dovuti partire per l'Australia fino a quando non si sarebbe ripreso Alex.
Benjamin non ne aveva il coraggio di lasciarlo andare senza dirgli niente, ma doveva. Sarebbe partito tra tre giorni, senza salutarlo e lasciandoli solo una lettera di scuse e d'addio che, onestamente, non sapeva che cosa scriverci.
Erano solo le otto della mattina e Federico non si sarebbe svegliato prima delle undici, se non anche più tardi. Il moro, a differenza del biondo, cercò di alzarsi senza svegliare il suo piccolo e andò in cucina trovandosi davanti Morena.
'Buongiorno Morena' la saluto Benjamin avvicinandosi alla donna.
Morena si girò di scatto e sorrise al moro ricambiando il saluto.
'Buongiorno a te, Benjamin. Già sveglio di prima mattina?' gli domandò lei.
'Non riuscivo più a dormire' ammise il moro.
'Senti Benjamin, io devo andare a lavorare. Ci pensi tu a svegliare Federico?' gli chiese.
Il moro annuì e lasciò che la donna gli dasse un bacio sulla guancia per poi uscire di casa.
Benjamin era molto nervoso a causa della situazione di suo fratello.
Decise di chiamare il suo migliore amico, Federic Zambelli, che di sicuro lo avrebbe aiutato.
Lo chiamò e dopo vari squilli gli rispose irritato.
'Benjamin, che cazzo vuoi?! Sono le otto della mattina, sono tornato alle sei' urlò lui.
'Zambo è una cosa importante, si tratta del mio viaggio' ammise il moro.
Il ragazzo dall'altra parte sospirò e Benjamin aspettò la sua risposta.
Zambo era l'unico che sapeva della sua partenza e se pure lui ci era rimasto male, Benjamin non osava pensare come sarebbe stato Federico.
Benjamin e Federic si conoscevano dai tempi del liceo e nonostante i vari anni il loro rapporto migliorava ogni giorno sempre di più. Era un po' come suo fratello e ci sarebbe stato per lui, sempre.
'Dammi quindici minuti e ci becchiamo al bar sotto casa mia. Mi devi un drink zio'
Il moro rise al suo commento e si andò a cambiare.
Entrò in camera e si mise a fissare il piccolo Federico ancora addormentato. Benjamin rimaneva della sua idea, Federico era la creatura più bella che lui avesse mai visto.
Era girato su un fianco con la guancia destra appoggiata sul cuscino. I suoi capelli biondi era scompigliati e il suo ciuffo gli copriva la parte sinistra appena sotto l'occhio, le sue labbra erano ancora gonfie e rosse per i vari baci che si erano dati i due ieri sera. Il suo collo era ricoperto di nuove macchie rosse che lo facevano diventare ancora più bello. La sua pelle era ancora un po' abbronzata ed era ricoperta dai tatuaggi di grande e piccola dimensione, soprattutto nella parte sinistra.
Si avvicinò e gli accarezzò la guancia per poi andarsi a cambiare.
Gli avrebbe lasciato un post-it, era da codardi fare così, ma non ci riusciva a pensare che fra pochi giorni non sarebbe stato più in Italia.
Uscì dal bagno vestito e profumato e fissò per l'ultima Federico accertandosi che non fosse sveglio, andò in cucina e cercò un foglietto per poi scriverti sopra un misero 'ci vediamo più tardi Fè' ed uscì di casa con il suo zaino.
Federico lo avrebbe ucciso.
****
Il centro di Modena, nonostante fosse mattina, era caotico e Benjamin ci mise un po' per trovare il suo amico che lo aspettava fuori dal bar.
Zambelli era appoggiato ad un palo con la faccia ancora assonnata e se Benjamin non fosse stato il suo migliore amico lo avrebbe preso a sberle.
'Ciao zio' gli urlò il moro abbracciandolo.
'Prima cosa: non urlare. Seconda cosa: ti conviene levarti se non vuoi finire sotto una macchina. Terza cosa: entriamo che ho fame' gli rispose Zambelli ridendo.
Quel bar, per fortuna del moro, non era troppo pieno di persone e fecero presto a sedersi ed a ordinare la loro colazione.
Il bar aveva le pareti di un rosso misto al bordeaux con qualche quadro messo nei vari lati del posto, il pavimento era di marmo bianco, i tavoli erano messi in ordine sparso ed erano fatti di legno, le sedie erano ricoperte da vari ricami del medesimo colore delle pareti e nonostante Benjamin venisse in questo posto fin quando era bambino non ci aveva dato molto peso alla struttura del bar.
'Allora zio, che hai combinato ora?' gli domando il suo amico
'Che notizia vuoi sapere prima? Quella dove ho fatto una sega ad un ragazzo e dormito a casa sua o quella dove ho baciato quel ragazzo?' il moro gliel'ha buttò giu così senza vergogna.
Il castano sgranò gli occhi e lo guardò come se lo stesse prendendo in giro.
'Ben, se mi hai fatto venire qui per sentire una delle tue cazzate ti giuro che le mani addosso non te le toglie nessuno' gli disse Federic.
'Oh Zambo, sono serio. Si chiama Federico, Federico Rossi' gli rispose Benjamin.
'Rossi hai detto? Non è quel tipo strano che tutti gli danno del frocio?' gli domandò Zambelli.
'Lui non è strano e non vedo dove sia il problema se a lui piacciono i maschi' ammise il moro con tono schietto.
'Sta tranquillo zio, non ti ho detto niente. Ma non capisco cosa c'entri lui con il tuo viaggio' gli chiese il castano.
'Ecco, io credo di essere innamorato di lui e so che sembra una cazzata, anche perché fino a pochi mesi fa me ne facevo una ogni giorno, ma con lui è diverso. Mi fa stare bene, mi fa sentire amato e non voglio dirgli sta cosa del mio viaggio, non so come la prenderebbe e non vorrei che soffrisse. Ha già sofferto troppo e non se lo merita' sospirò il moro.
'Aspetta, quindi tu sei gay? Dio Ben, ma come diavolo è possibile?!' gli domandò stranito il suo migliore amico.
'Zambo, te lo giuro sulla mia stessa vita. Se davvero mi consideri come se fossi tuo fratello dovresti accettarmi così come sono. Sono sempre io, Benjamin'
'No, non ho niente contro è solo che fa strano. Però se tu sei felice lo sarò anch'io. In ogni caso dovresti dirglielo, se Federico ci dovese stare male, come hai detto tu, sarebbe meglio iniziare ad accennargli qualcosa. Non so quanto tu tenga a lui, però da quello che ho capito, anche troppo, ma se non vuoi perderlo dovresti seguire il mio consiglio' gli disse sincero Federic.
'Vedrò cosa fare' gli disse Benjamin.
Una ragazza si avvicinò al loro tavolo con le loro ordinazioni e i due dovettero smettere la loro conversazione.
'Caffè macchiato, un succo di pera e due brioche. Ecco a voi. Oh, ciao Federic'
Il castano alzò lo sguardo e sorrise alla ragazza.
'Ei Carlotta. Come stai?' le domandò Federic.
'Si tira avanti, e tu?' gli rispose lei.
'Sono solo un po' assonnato ma sto bene. Ti presento un mio amico, Benjamin'
La ragazza girò lo sguardo e si mise a fissare il moro. Benjamin la salutò con un cenno per poi tenderle la mano.
'Piacere Benjamin' le disse.
'So chi sei, Federico mi parla spesso di te' e se ne andò via.
Chi era quella ragazza che conosceva sia lui che Federico? Il moro la fissò fino a quando non sparì dietro la porta per poi iniziare a mangiare. Sarebbe andato dopo a scoprire qualcosa in più su di lei.
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Na: eccomi qua dopo quasi 5 giorni. Vi chiedo davvero scusa ma con la scuola sono davvero impegnata. Comunque questo capitolo è molto lungo e spero vi piaccia. Inoltre vorrei farvi sapere che Benjamin non sa ancora che Carlotta è la migliore amica di Federico, quindi non vi preoccupate.
Vi invito a passare a leggere la mia OS che la trovate sempre nel mio profilo e ci vediamo presto. Un bacio.
Jas
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