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Capitolo 7

Camila's pov

Indossai una maglietta nera aderente e dei jeans, poi infilai velocemente le scarpe e afferrai in fretta lo zaino. Quella mattina non mi era suonata la sveglia. La solita fortuna del cazzo! Ero fottutamente in ritardo, erano già le otto e sarei dovuta essere in classe da dieci minuti, invece avrei perso la prima ora e sarei entrata alla seconda.
Passai per i cortili delle case per tagliare  la strada, speravo che nessuno mi vedesse e fortunatamente almeno quella andò bene. Arrivai nel piazzale scolastico alle 8:45; corsi per i corridoi per entrare in classe, i capelli mi andavano continuamente negli occhi impedendomi di vedere lucidamente e non sentivo più i piedi, era come se corressero automaticamente. 
Sentii una botta dolorosa alla testa e poi mi ritrovai a terra. Istintivamente mi massaggiai la testa, ma l'adrenalina era talmente alta che non sentivo nessun tipo di dolore. Mi rialzai con un balzo e mi scusai cordialmente con la persona di fronte a me. 
«Stai già cercando di uccidermi?» rise divertita. La sua mano era schiacciata contro il naso, probabilmente era il punto in cui l'avevo colpita. «Emily, ma non sei in classe?» chiesi sorpresa mentre riprendevo da terra lo zaino e i pochi libri che erano usciti. «Purtroppo ho perso l'autobus. Entro alla seconda ora.» scrollò le spalle con nonchalance  e sorrise alzando gli angoli in quella linea ricurva un po' sbieca.  «E' una strana coincidenza trovarti qui, stavo pensando a te. Sai, al gelato che avevamo in programma.» le sue guance erano diventate improvvisamente rosse. Era carina con quel rossore sul volto. Mi sentivo quasi lusingata, sorrisi spontaneamente e la rassicurai che non mi ero dimenticata. Falso. Mi ero completamente scordata! Penso che fossi giustificata dopo ciò che era successo in quella settimana. «Ti andrebbe bene oggi?» spostò il peso del piccolo corpo da una parte all'altra e nascondeva il suo imbarazzo sotto un sorriso fievole. «Ah,ehm oggi proprio non posso.» Dannata Lauren! Ci tenevo a uscire con Emily, sembrava una tipa apposto, simpatica, carina e soprattutto non aveva 15 anni in più di me! Per un momento pensai di accettare la sua proposta soprattutto quando, dopo  aver rifiutato l'invito, il suo sorriso che tanto mi piaceva scomparve. «Non fa niente, un altro giorno Camila.» disse sconsolata tenendo lo sguardo fisso sulle sue all-star.  «Domani?» domandai sorridendo. Volevo farla tornare di buon umore e ci riuscii. Il suo sorriso si riaccese e accettò immediatamente, poi se ne andò saltellando. Era buffa, ma quando la guardai allontanarsi pensai a quanto fosse diverso il suono dei suoi passi da quello di Lauren. Mi impedii di pensare qualcosa del genere e camminai verso la classe con tanti dubbi in testa.
Stavo svoltando l'angolo quando una mano afferrò con forza il mio polso, mi strattonò all'indietro e mi trovai con le spalle contro il muro. Non mi servii chiedermi chi fosse, lo sapevo dal suo profumo, dalla forza della sua stretta e la conferma furono gli occhi verdi penetranti. «Camila a te piace proprio tanto farmi arrabbiare.» sussurrò vicino alle mie labbra, le sue mani mi avevano ingabbiato contro il muro e il suo corpo spingeva con forza contro il mio.   Il mio respiro era accelerato, non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo, ero come ipnotizzata da quello sguardo autorevole. «Non..non so di cosa parli.» mi si era seccata la gola, le sue mani erano ferme sopra ai miei fianchi, ma avendo il suo corpo incollato al mio sentivo il bisogno di essere toccata da quelle dita dappertutto.  «Tu sai benissimo a cosa mi riferisco.» digrignò i denti arrabbiata, mostrando la bianchezza della sua dentatura. Manteneva un volume abbastanza moderato, perché ci trovavamo in corridoio e i ragazzi erano dentro le classi, a pochi metri da noi, ma vedevo quanto fosse difficile per lei non urlare. «Lauren davvero non so..non so di cosa..» lasciai andare un piccolo grido, un gemito sorpreso. Spinse due dita contro il tessuto dei miei jeans e le sfregò contro la mia intimità. Mi morsi con forza il labbro per non urlare e notai quanto questo la facesse impazzire di piacere e aumentò il ritmo del movimento nelle parti basse. «Lauren può..può vederci chiunque..» le feci notare respirando a malapena. mentre la sua mano abbassava prontamente la zip del jeans senza ritegno. Doveva essere lei a fermarsi, perché tutto il mio corpo era smosso da un'eccitazione troppo violenta per potersi auto controllare. «Vedi Camila devi imparare che io vedo tutto e non mi piace trovarti a filtrare con qualcuno che non sia io.» era passata ad aprire il bottone e adesso che l'apertura dei pantaloni era facilitata, la sua mano scese veloce sotto ai jeans. Quando il suo tocco sfiorò leggermente la mia pelle restai a bocca aperta per la mancanza di fiato e gettai la testa all'indietro. «Guardami!» mi afferrò per il mento e riportò i nostri sguardi l'uno dentro l'altro. «Me lo rendi difficile.» inclinai la testa su un lato, poi feci un cenno con il capo direzionato verso la sua mano e la guardai male. «Sai che posso fare anche di peggio, vero?» con l'indice spostò il tessuto delle mie mutande da un lato e accarezzò il mio sesso con tre dita, prima lievemente come un tocco innocente, poi affondò con forza le dita dentro alle mie grandi labbra e continuò a spingere fino all'apertura. Passò il medio intorno ad essa, senza mai però entrare dentro.  «Oddio Lauren, smettila ti prego.» era una vera tortura per me, ogni fibra del mio corpo necessitava di più, ma sapeva di non poterlo ottenere e questo mi faceva impazzire. «Camila non mi è piaciuto affatto il tuo comportamento, devi capirlo.» le sue dita si muovevano in senso orario sopra di me, avevo gli occhi lucidi per la forte passione che accresceva in me. «Non voglio condividerti con nessuno. Non mi piace che le mie cose vengano usate da altri, intesi?»  prese con i denti le mie labbra e le morse con forza, fino a farmi gemere dal dolore, ma anche dal piacere provocato dalle sue dita sopra la mia intimità. «Intesi.» respirai infine. Lauren rimase soddisfatta dalla mia risposta e sfilò giusto in tempo la mano dai jeans, proprio quando la campanella suonò. Si allontanò di un passo, mi allacciai velocemente i pantaloni e mi ricomposi al meglio, ma ancora sentivo quel caldo riscaldare il mio desiderio.  «Bene, ci vediamo dopo e spero che questo ti sia stato di lezione.»
Gli alunni iniziarono a disperdersi per i corridoio, non facevano caso a noi, così Lauren prima di svoltare l'angolo si avvicinò al mio orecchio e maliziosamente sussurrò: «Non vedo l'ora di fotterti oggi.» e se ne andò con passo svelto, lasciandomi a riempire a poco a poco i polmoni  svuotati dalle mani di quella donna.
Merda. Quella stronza riusciva sempre ad averla vinta. Esercitava una tale supremazia su di me che ne rimanevo spaventata.

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