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capitolo 7 il cliché della bella che si dice brutta

Il giorno dopo Camilla, durante la pausa della seconda ora, punto l'amico Tristano come un toro fa con un lenzuolo rosso.
A parte la serata stressante e deludente, il mancato dessert, in più Willy la tormentata tutta la notte con messaggi sdolcinati e si è presentata questa mattina alla sua porta per "andare a scuola insieme".

La cosa che la fa innervosire di più è averlo beccato alla porta di casa a parlare con suo padre, dicendogli "sono il fidanzato di sua figlia."
Per ringraziarlo Camilla la trascinato non fuori casa, direttamente fuori dal cancello, dicendogli di sparire dalla sua vista altrimenti lo avrebbe fatto a pezzetti e glassato con le salse più dolci e grasse che possano esistere.

"Voi donne quando avete il ciclo siete troppo nervose."

La faccia di Camilla a sentire questa cazzata è stata epica e l'istinto di fargli fare la fine di Simon era così forte che non sa quale santo l'abbia tenuta buona.
Alla fine gli ha ripetuto di sparire e gli ha chiuso il cancello in faccia.

Conclusione:
Ha dovuto sopportare le battutine del padre, ha fatto tardi e ha perso il suo parcheggio preferito e non ha preso il suo amato caffè al bar davanti alla scuola.
Nervosismo totale.

"Ti prego, ti darò tutto quello che vuoi."

La prega Tris usando la piccola Harley come scudo.
La gente che cammina nel corridoio li guardano male, ma Camilla non ha mai sofferto di timidezza.
E continua a girare intorno ai due cercando di afferrare l'amico.

"Fai l'uomo e permettimi di ucciderti, ti prometto che se non mi fai perdere ulteriore tempo, sarò veloce e indolore."

Tristano spinge leggermente Harley verso l'amica per poi fuggire via come un coniglio gridando "voglio vivere."
Camilla è tentata di seguirlo e ridurlo a un arrosto con patate, ma il suono dell'inizio della terza ora la ferma.
Ha già fatto tardi alla prima ora, beccandosi uno cartellino gialla, non può permettersi un altra sgridata.

"Andiamo in classe, quello stronzo è solo un agnello nella settimana di pasqua."

Prende sotto braccia la piccola Harley, troppo presa dal telefono per rendersi conto che il suo amico sta per morire male.
Persa nel suo mondo delle meraviglie, sorride all'ultimo messaggio di Maicol.

《 Domani finalmente tornerò a scuola, maledetta sospensione che mi tiene lontano da te piccola.》

È davvero una sfortuna che lui l'abbia contattata su Facebook, proprio durante la sospensione e quindi non potendolo vedere a scuola.
Ma è anche vero che se non fosse stato sospeso non l'avrebbe contattata per chiederle gli appunti e di aiutarlo con i compiti.

《Tranquillo, avremo tanto tempo per stare insieme.》
Nega con il capo pronta a cancellare, non sentendosi così sfrontata da insinuare che lui voglia stare tanto tempo con lei, ma in un momento di distrazione a causa di Camilla che le chiede di passarle il libro, per sbaglio preme invio.

Fissa sconvolta il messaggio inviato e troppo lentamente le due freccine diventare blu.
"Sta scrivendo", il cuore sale in gola e la voglia di piangere per la vergogna le rende gli occhi lucidi.
"Sta scrivendo", maledetto l'indice che è finito su invio, rovinando tutto quello che avevano dolcemente creato.

《Non vedo l'ora piccola, non mi stacchero da te un secondo.》

Il respiro torna di colpo, sulle labbra un sorriso che fa male quasi alle guance.
Che strano che un messaggio semplice come "mi puoi passare i tuoi appunti" dopo appena una settimana sia diventato questo.

"Tutto bene Harley, sei tutta rossa."

Annuisce, nascondendo il telefono in tasca e la felicità che sente dentro.
Non può spiegarle cosa le sta accadendo, come Maicol la faccia sentire, come è naturale ora sorridere, ora che conosce l'amore.

Camilla è perfetta, non c'entra nulla con lei, con i suoi dubbi e i mille difetti fisici.
Maicol dice che è la classica bella che si crede brutta, ingnara degli occhi che attira, del suo sguardo che ls guardata spesso da lontano.

La lezione che inizia la strappa dai suoi pensieri romantici, senza che inconsciamente perda quell'aria sognante, tanto che Camilla è quasi sicura di aver visto dei cuoricini uscirle dalle orecchie stile anime.
Ma rimane in silenzio, non la disturba con futili domande, anche perché in una giornata pessima come questa una cosa bella non va mai rovinata.

La mattinata continua con le conseguenze della serata prima che si fanno sentire.
Willy sta dicendo a tutti di aver fatto colazione insieme al grande Oliver Johnson, con il risultato che ora molti ragazzi della scuola tartassano più del solito Camilla con richieste di appuntamenti.

Non sa se sono più ridicoli quelli che lodano il padre o quelli che sbavano guardandola nella scollatura dimenticandosi che gli occhi sono più in alto.

Ma c'è del positivo in tutto ciò, si è creata molta confusione intorno a Camilla, confusione che ha attirato Tristano, che in pochi secondi si è beccato un paio di pugni nello stomaco, forse meritati e in realtà si ritiene fortunato che l'amica si sia limitata con i colpi.
Quando se le trovata davanti aveva subito detto addio ai suoi amati attributi e la progenie che sarebbe stata negata.
Lo ammette, l'amica è stata clemente.

Una volta in mensa, dopo aver regolato i conti, Camilla è tentata di colpirlo ancora quando le dice che la venduta per dei miseri biglietti della prossima partita di basket.
Pessimo pappone.

"Mq alla fine è andata così male?"

Chiede Harley giocando con le patate al forno ancora integre nel piatto, finalmente presente e lontano dal telefono.
Camilla a riguardo vorrebbe fare una scenata, con ta to di applauso per il ritorno della amica dal mondo delle nuvole, ma tace preferendo raccontare la magnifica serata passata.
Fino ad arrivare all'invito a casa sua.

"Fammi indovinare.
Hai usato la scusa della candida o della ceretta da fare?"

Tristano la conosce troppo bene, anche perché è lui il confessore delle sue avventure sessuali, anche perché Harley al sol sentire l'argomento ogni volta diventa più rossa di un peperoncino e inizia a balbettare.
Come ora che si nasconde nel suo felpone blu.

"Stranamente ero a corto di idee, perciò sono andata sul classico.
Ciclo mio caro ragazzo, la scusa più vecchia del mondo."

Scoppiano a ridere mentre vengono raggiunti da Jek, Steph e un paio di ragazzi della squadra di Football.
Camilla osserva orgogliosa suo fratello e suo cugino che sono riusciti a entrare nella squadra nonostante siano del primo anno.
E fan culo alle voci che dicono che sono entrati solo perché il coach è suo padre o zio, lo sanno loro che hanno dovuto passare con Oliver per entrare in squadra, proprio perché li conosce pretende solo il meglio da loro.

E continuano a chiacchiera e a ridere, mentre Dominic Cooper poco lontano la osserva divertito.
Ammira la sua ribellione verso i cliché che le starebbero bene addosso, la dua tenacia e ammette che si è spesso fermato nei corridoi a vedere le sue sceneggiate teatrali.
Con le dita gioca con un laccetto blu corallo che gli fa da braccialetto, aspettando di trovarla da sola per parlarle, cosa più difficile di quanto pensasse.

La guarda da giorni, trovandola sempre circondata da gente gradita o la maggior parte della volte non apprezzata.
La vista flirtare con un paio di ragazzi, mentre altri li ha scarati senza delicatezza o pena.

Una cosa è certa di Camilla Johnson, qualsiasi cosa puoi pensare che farà lei non lo farà, uscendo da qualsiasi schema sociale o logico, come ora.
Tranquilla ridacchia e fa battute maliziose con i ragazzi, fregandosene di poter sembrare una facile, ma non dando mai una certa confidenza se non è lei che lo vuole.
È interessante, lo ammette Dominic, anche se la prima volta che la vista in quel locale le è sembrata tutt'altra persona.

La vede allontanarsi dal tavolo dirigendosi verso il frigo bar sicuramente per un dolce o una bibita, non può perdere l'occasione.

Si avvicina velocemente, raccogliendo da terra un piccolo borsellino che le è caduto dalla tasca posteriore dei Jeans.
Le posa una mano sulla spalla per richiamare la sua attenzione.

"No, non sono caduta dal cielo come un angelo, no mio padre non è un pittore per aver creato questa arte e no non ho voglia di uscire con te."

Parla tutto d'un fiato un discorso che ripete ormai da ore, girandosi solo all'ultimo verso di lui e riconoscerlo.
Lui alza le mani in segno di resa, mostrandole il borsellino che le è caduto dicendole che voleva solo restituirle questo.

"Scusami, pensavo che fossi quel cretino che ci ha provato con me qualche minuto fa."

Cerca di riprendere il borsellino degli assorbenti, perché si ieri sera era una scusa ma il suo corpo deve essersi offeso dato che le è arrivato il ciclo con quattro giorni di anticipo.
Comunque quando lo sta per sfiorare, lui sposta la mano negandoglielo.

"Non dovresti tirartela così tanto, non la hai solo tu e non la hai nemmeno d'oro mia cara Milly."

Lei gonfia le guance, sia perché ha usato di nuovo quel nomignolo e perché continua ad allontanare la mano costringendola a saltare come un coniglio.
Non che ci siano così tanti centimetri di differenza, semplicemente lui si diverte a fare lo stronzo prima di ridarglielo soddisfatto.

"Io non me la tiro, mio caro Nik.
Scusami se è da stamattina che vengo tartassata e se molti tuoi amici 'pisello minuti' mi guardano come se fossi una vagina gigante."

Indica stufa della situazione un gruppo di ragazzi seduti a un tavolino poco lontani.
Quest'ultimi la stanno guardando insistentemente, persino Cooper si rende conto che il suo discorso non fa una piega, ma è molto più interessato al nomignolo che gli ha affibbiato, anche lei facendo centro come ha fatto lui quando ha scelto di chiamarla Milly.

"Errore di valutazione, quelli mi guardano come se avessi una bistecca tra le cosce, dici che sono cannibali?"

Si finge seriamente preoccupata facendolo ridere, questa ragazza ha delle metafore tutte sue.
Starebbe ore a scherzare con lei, a spiegarle che quelli davvero vorrebbero assaggiarla e mangiarla ma in un altro senso, ma è qui per una ragione specifica.

"Comunque, ti ricordo che mi devi un favore.
E sono qui per riscattarlo."

Ecco, lo sapeva che il bel tenebroso aveva tutt'altro in mente che fare il bravo samaritano.
In realtà è da giorni che si aspetta che venga a riscuotere il suo "debito", si chiede perché ci abbia messo tanto.

"Anche se non ti ho chiesto io di tingere i professori di blu e che quindi non ti devo nulla, facciamo finta che sia come dici tu.
Cosa vuoi?"

Con le mani sui fianchi, aspetta una risposta senza mai distogliere gli sguardi.
È davvero strano il contrasto tra i suoi occhi fumi e quelli smeraldo di lui, ma infondo il mondo è bello perché vario.
Con le mani nelle tasche invece lui la guarda ridacchiwndo per la posa troppo seria che cozza su di lei.
Sinceramente lei vorrebbe sembrare un pitbull e invece ricorda molto un barboncino.

"Voglio parlare con tuo padre e magari tu potrai metterci una buona parola."

Non è il primo che si avvicina a lei per questo scopo, in troppi vogliono arrivare ai suoi genitori usando tutti i mezzi possibili.
Potrebbe dirgli tranquillamente di no ed andare avanti con la sua vita, come ha fatto con molti altri prima di lui.
Ma c'è un dettaglio di questo ragazzo che la fa riflettere, lui l'ha rifiutata, presa in giro e che lo ammetta oppure no, l'ha salvata da una posizione che poteva diventare scomoda.

"Perché dovrei farlo?
Non sei il primo che mi chiede un favore simile."

In realtà ha già deciso di dirgli si, ma vuole metterlo alla prova, capire le sue intenzioni e vedere se si sbaglia su di lui.
Si avvicina a lei con quella solita espressione presuntuosa, superandola e prendendo dal frigo la bibita che aveva adocchiato lei poco prima per poi dargliela e tornare davanti a lei.

"Perché io non sono come gli altri.
Non ho intenzione di usarti, ne tanto meno portarti a cena o corteggiarti.
Non voglio prenderti in giro, semplicemente avere uno scambio di favori e tu lo sai."

Camilla ripensa a quello che ha scoperto su di lui, anche se è ben poco ed ora inconsciamente gli sembra così strano nella sua bella divisa scolastica.
Comunque alla fine ci aveva visto giusto, sono gli esatti pensieri che ha fatto lei prima di fare la domanda.

"Perfetto, allora andiamo."

Dando un sorso alla sua fanta gli fa segno di seguirla fuori dalla mensa.
All'inizio Dominic rimane sorpreso di averla convinta con così poco, credeva di dover fare di più per convincerla e invece la guarda ora girarsi verso di lui e fargli segno di sbrigarsi.

"Muovi il culo Nik, non voglio perdere tutta l'ora di pausa per te."

Dominc sorride, guardandosi intorno e notando tutti gli sguardi che i soliti modi di lei hanno attirato.
Ma alla fine la segue senza dar troppo peso, anche perché sinceramente non ha rapporti con nessuno di loro e perciò non deve dar conto a nessuno.

Rimanendo un passo dietro di lei, la osserva camminare sicura di sé con i capelli in una coda alta che dondola sulla schiena.
Oggi indossa i pantaloni al posto della gonna, con la classica camicia bianca e la giacca coordinata al pantalone.

"Oggi niente gonna corta Milly?
Avevi voglia di ribellarti agli standard della divisa scolastica?"

La stuzzica sapendo bene quel che dice.
L'anno scolastico è iniziato da un mese, eppure Camilla è già ben conosciuta per le sue allergie per le regole della società.
Un paio di settimane fa la Johnson era in palestra per la lezione di educazione fisica e quando una ragazza è stata presa in giro per le sue curve un po generose, Camilla ha iniziato a fare una sfilata mostrando le sue curve abbondanti, la cellulite e delle lievi smagliature sulle cosce.
Insomma qualsiasi cosa la società ritenga normale, se lei non è d'accordo è pronta a dire la sua, con i suoi modi poco convenzionali.

"Quindi se una donna non mette una gonna è solo per ribellione?
Pensi per caso che le donne domano con delle gonne per pigiama o che devono essere sempre femminili?
No, possiamo fare quello che vogliamo, che sia usare la gonna, il pantalone o un tanga con tanto di codino da coniglietta."

Lui scoppia a ridere, si aspettava una risposta del genere da lei, semplicemente si diverte a stuzzicare e a farla arrabbiare.
Anche perché sono davvero poche le persone con cui poter scherzare senza che l'altra persona se la prenda sul personale.
Infatti lei quando stava dicendo l'ultima frase si è girata verso di lui facendole l'occhiolino.

Prima di uscire dall'istituto verso il campo di football, si ferma avvicinandosi sessuale a lui.

"Ora però non consumare la mano destra ad immaginarmi con l'ultima opzione, sarebbero un peccato i xalli sulle tue belle dita."

Gli fa l'occhiolino accarezzandogli il petto, salendo sul collo, sulle labbra per poi colpirgli giocosamente la punta del naso.
Lui sta al gioco, mettendole le mani sui fianchi e spingendola contro la porta con un sorriso malizioso e un sguardo divertito.

"Dolce Milly, non amo i giochi di ruolo.
A me piace arrivare al sodo senza perdere tempo con accessori stupidi."

La illude che sta per baciarla, la vede mordersi il labbro maliziosa, ma prima che le loro labbra si sfiorino, la supera lasciandola li come una cretina in preda agli ormoni adolescenziali.

Dominic scoppia a ridere nel sentirla sbuffare rumorosamente e battere i piedi sul pavimento.

"E la seconda volta che mi dai un due di picche, inizio davvero a pensare di non interrssarti."

Scherza lei, raggiungendo il suo passo e colpendolo sulla spalla giocosamente.
Ecco cosa intendeva lui prima, davvero Camilla è particolare ed è piacevole giocare con lei.

A parte che è bella e sa di esserlo, al contrario di tante ragazze che fingono di sentirsi brutte solo per fare scena, con lei è un gioco alla pari.

Raggiunto il campo dopo un lungo corridoio, la squadra non è ancora scesa in campo per l'allenamento.
Tristano e gli altri sono andati via dalla mensa quando lei è andata al frigo bar, perciò saranno negli spogliatoi a prepararsi, anche per questo è venuta qui convinta di trovare il padre.

"Mio padre arriverà a momenti, andiamo a sederci li."

Gli indica la panchina al margine del parco, facendogli ancora una volta da guida.
I ragazzi escono sul campo poco dopo in una corsa di riscaldamento seguiti dal coach che fischia il ritmo del passo.

Camilla vorrebbe rimanere concentrata sul piano di sbrigarsi in fretta, quando un giocatore attira il suo sguardo.

"Non male il numero 17."

Sussurra senza mai distogliere lo sguardo, capelli neri, spalle larghe, gambe muscolose, insomma un bel fisico.
Il colpo di grazia glielo da quando le passa vicino e le fa l'occhiolino con tanto di sorrisino.

"Solo perché non sono attratto da te, non trattarmi da amichetto gay."

No che abbia qualche problema con i gay, ma non ci si vede proprio a chiacchierare tra ragazze di moda e bei ragazzi.
Camilla distoglie lo sguardo per guardarlo o meglio per alzare gli occhi al cielo e spintonarlo via.

"Direi che è una questione oggettiva.
Se uno è bello, è bello, non c'entra niente l'orientamento sessuale.
Dovresti essere meno suscettibile sulla tua virilità."

Gli fa l'occhiolino ed è lui ora ad alzare gli occhi al cielo e a sbuffare.
Per fortuna il padre li raggiunge interompendo questa discussione prima del nascere.

"Camilla, tutto bene?
Che ci fai qui?"

Oliver si avvicina alla figlia preoccupato, anche perché è insolito che lo venga a trovare durante gli allenamenti.
Ma quando si accorge che anche i ragazzi si sono fermati dietro di lui, prima di ascoltare la risposta della figlia, li sgrida mandandolo a fare due ulteriori giri intorno al campo.
Con molte lamentele da parte della squadra e un sorriso divertito di Camilla.

"Tutto bene coach, questo ragazzo deve parlarti e mi ha chiesto di dargli l'occasione giusta."

Fa un passo indietro, spingendo in avanti ti Dominic.
Certo sperava in un approccio diverso, ma si doveva aspettare questo colpo basso da Camilla, infondo lui doveva essere più chiaro sulla richiesta fatta.

"Garantisco io per lui, detto ciò saluto un amico e poi scappo, ho lezione tra poco.
A stasera coach."

Oliver rimane un po i fastidio dal fatto che la figlia non lo chiami papà, ma da quando ha preso il ruolo di allenatore Camilla è stata chiara che non lo avrebbe chiamato papà a scuola, perciò sa che sarà sempre così.

Detto ciò, Camilla lo saluta frettolosamente per andare dal numero 17, lasciando Dominic da solo sotto lo sguardo attento di Oliver.

"È curioso, mia figlia non fa mai una cosa del genere, chissà cosa ci vede in te."

Se lo chiede davvero, è strano che Camilla glielo abbia presentato arrivando persino a garantire per lui.
Lo osserva, cercando di capire cosa abbia di così particolare, ma gli sembra solo un ragazzino come tanti altri.

"Siamo semplicemente due amici che si scambiano favori, nulla di piu."

Risponde sinceramente Dominic, non mostrando timore sotto lo sguardo attento di Oliver.
Non è il fidanzato della figlia, nemmeno uno che vuole esserlo, perciò non temere un interrogatorio.

Oliver perciò gli chiede cosa vuole e la sua risposta un po lo confonde.

"Voglio chiederle di allenarmi sul ring."

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