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Capitolo 30 Il cliché del Trauma.

Tre giorni, tre giorni di silenzio, tre giorni di senso di colpa.
Dominic da quando è uscito dalla sala prove é rimasto intrappolato nei dubbi e nei sensi di colpa.
A chiedersi se ha fatto bene a essere così duro con lei, se non avesse fatto meglio a essere più comprensivo, magari darle una carezza invece di un calcio nel sedere.

L'ha ascoltata con cura, osservandola mettersi le scarpe e  ha trattenuto il respiro quando la vista salire sulle punte.
Vedere quell'espressione così angosciata e dolorosa sul suo viso, ha quasi sentito il cuore di lei spezzarsi quando ha rimesso le scarpette nella scatola.
Forse per questo era così arrabbiato.

È più facile dare la colpa a qualcun'altro, avere un nemico da combattere, un cazzo di trauma da superare come il classico dei cliché.
Avere un qualcosa da aggiustare e lui l'avrebbe aiutata.

Invece lei aveva smesso per paura che qualcun'altro la fermasse.
In sé aveva senso, non voler dare il controllo della propria vita nelle mani di qualcun'altro, lui questo lo capiva.
Quello che lo ha fatto infuriare è la convinzione di Milly, la sua presunzione nel credere di avere così il controllo quando invece aveva mollato dandola vinta a quegli stronzi.

Questo pensiero lo faceva impazzire, la Milly che conosce avrebbe sbattuto in faccia a tutti loro il suo talento, facendogli mangiare la sua polvere.
La Milly del passato ha ceduto il passo e ha lasciato che quelle male lingue condizionassero le sue scelte.

Era furioso, deluso e così inacidito.
Ad oggi un po' si pente di quanta cattiveria abbia messo nelle sue parole.
Lei era stata delicata nell'affrontare i suoi problemi, gli ha tenuto la mano su quella maledetta ruota panoramica e gli è stata accanto durante la sua crisi di panico.
Era stata comprensiva e consolatrice, lui invece è stato un vero stronzo.

Se n'è pentito già il mattino dopo, era pronto a chiederle scusa il giorno dopo a scuola, peccato che lei non si è presentata.
E neppure il giorno dopo.
E così tre giorni di assenza dallo scontro furioso.

Ha delle cose da risolvere, gli ha detto Tristano.
Non sta tanto bene, ha invece detto Harley.
La verità è che lei è scomparsa non volendo dire a nessuno dove sia finita.

A Dominic non è restato che sospirare e farsi i fatti propri, nessuno di loro sembrava preoccupato, neppure Oliver che ha incrociato un paio di volte nei corridoi.
Perciò lei sta semplicemente evitando lui e questo lo ha messo all'angolo.

Si dice che alla fine è un po' ipocrita anche lui, è facile dire che non è riuscito a parlarle per colpa sua, quando lui non è che ha fatto i salti mortali per riuscire a incontrarla.
Un po' in realtà si è nascosto anche lui.

Parcheggia la moto al solito posto, caricandosi il borsone in spalla pronto all'allenamento con Thomas.
Anche dalla palestra manca da tre giorni, perché come già ben chiarito, lui è un grande ipocrita e ha evitato la palestra con la scusa del lavoro e dello studio.

Apre la porta lentamente, l'ultima volta che è stato qui è successo il guaio, ha lasciato in fretta e furia la palestra lasciando dietro di sé una scia di rabbia, confusione e delusione.
Ad oggi non sa cosa lo aspetta.
Quasi inconsciamente si aspetta che quella discussione sia rimasta impressa nei muri, magari un leggero strato di muffa sul soffitto o una piccola crepa sul muro.
Di sentire nell'aria quella tensione che può sembrare un profumo, acerbo e amaro.

E si ferma sui suoi passi, trattiene il respiro, perché tutto è rimasto fermo a com'era quella sera, al momento in cui è arrivato, a prima che la rabbia lo assalisse.
Ci sono persino le stesse persone che fanno gli stessi esercizi, la stessa playlist a suonare nella sala principale perché Oliver è fissato con i Queen.
Nulla è cambiato e una paura lo assale.

Questo senso di colpa, questa amarezza e questa rabbia, questi sentimenti che sente dentro di sé, forse li sente solo lui.
È come se avesse preso a pugni uno specchio, le nocche che sanguinano e schegge ancora nella carne, eppure tre giorni dopo lo specchio è lì davanti a lui, intatto e perfetto, persino lucidato con cura.
Neppure il segno delle sue  impronte a macchiarlo.

E forse anche lei è così, immacolata e intatta, lui non la minimamente sfiorata mentre pensava di averle lasciato delle creature.
Il pensiero lo assale come un terremoto, forse lei ha davvero altre cose più importanti da fare, è mancata tre giorni per degli impegni che non dipendono assolutamente da lui, la sua assenza non dipende da lui, le parole che gli ha detto non hanno significato, non l'hanno neppure scalfita.
Lui non è niente.

Tutta l'importanza che si è dato a sé stesso, al potere che ha su di lei era solo una illusione.
Al pensiero di essere un onda che ha caricato su di lei travolgendola, quando invece è solo la schiuma che con noia di deposita sulla riva.
Lui non è niente.

È tornato al margine della strada, invisibile agli occhi degli altri, insignificante nella vita degli altri.
Come lo era fino a qualche mese fa, il problema è che ora è talmente angosciante la sua nullità.

E...

"Eccoti qui, che fine avevi fatto ragazzo?"

Oliver interrompe il suo dramma interiore, mettendogli un braccio sulle spalle.
La stazza di Oliver è simile a quella di un orso bruno, tanto che ringrazia i suoi muscoli e la forza fisica, altrimenti con il peso del suo braccio lo avrebbe fatto cadere a terra.
Ma, dall'altra parte, è il classico trauma fisico che lo risveglia dai suoi pensieri riportandolo alla realtà, a respirare.
E Oliver è troppo preso a sorridere per rendersi conto di averlo appena rianimato.

Si scusa con scuse banali e sciocche, troppo lavoro e troppo studio, per fortuna Oliver finge di credergli mentre piano lo spinge a camminare.

"Comunque sia, volevo solo dirti che da oggi sei ospite nella mia palestra e che il tuo abbonamento è pagato finché vorrai venire ad allenarti, è davvero il minimo che posso fare.
Direi che sei ormai di famiglia e che ti devo un grosso favore."

Il sorriso sulle labbra di Oliver è quasi terrificante per quanto le guance siano tirate verso l'alto e ha persino un leggero rossore sulle guance che poco di addice a un uomo che ha paragonato a un orso pochi minuti fa.
Dominic rimane a bocca aperta, si muove in modo meccanico seguendo i passi del maggiore, non capendo la maggior parte delle cose che sta dicendo.
"Sei di famiglia, abbonamento pagato, ti devo un favore."
Non sa davvero di cosa stia parlando.

E continua a fissarlo, notando il sorriso diventare sempre meno tirato, in una espressione più morbida.
In un sorriso pieno di sollievo e gratitudine, invece che di folle allegria.
Oliver fa un lungo respiro e si fermano davanti a una porta aperta e Dominic, osservando l'interno della stanza, trattiene il respiro e gli occhi si spalancano per lo shock.

"Io non so cosa tu abbia fatto o cosa le hai detto, ma posso solo dirti grazie.
Grazie davvero di avermi ridato mia figlia.
E da tanto che non la vedevo..."

Ballare.
Camilla sta ballando.
Camilla sta ballando sulle punte.

Oliver sta continuando a parlare di quanto gli sia grato, di quanto sia felice di vedere sua figlia tornare a ballare danza classica, facendogli un po' di domande su come l'abbia convinta visto che lui non è riuscito neppure a prendere il discorso in questi anni.
Ma Dominic non lo sta più ascoltando.

Camilla, con un leggins aderente, un bodi nero, i capelli chiusi completamente in uno chignon e ai piedi le stesse scarpette che gli ha mostrato tre giorni fa, sta ballando sulle punte.

Dominic la già vista ballare, a volte con rabbia altre volte per la felicità, un paio di volte per scaricare la tensione, ma mai la vista così.

Si muove elegante, con disciplina e ordine, eppure crea tempesta intorno a lei.
La musica classica che suona nella stanza a un ritmo forte e crudele, le note di un violino che seguono ogni passo.
La stanza è il suo palcoscenico, i suoi movimenti sono un opera teatrale con l'inizio di passi timidi e delicati che piano piano crescono in un passo più deciso.
È quasi impossibile, una contraddizione, le punte che si muovono sul pavimento e il sentire la terra tremare, come se danzando lei potesse smuovere una montagna e la valanga scende giù.

Questa donna è nata con le scarpette già ai piedi, si muove nella stanza tra giravolte e salti come se fosse naturale per lei, come se al posto del sangue nelle vene scorresse la danza.
La luce è leggermente soffusa, la sua concentrazione è nello sguardo perso in un altro mondo e il suo riflesso nello specchio la segue a imitare la sua perfezione.

La musica rallenta e corre in un turbinio che lei segue come un onda che governa il mare.
Lei è la musica, le scarpette sono i piedi che prima di oggi la rendevano mancante di qualcosa.
È la guerra dei suoi passi precisi, la pace delle sue braccia che si muovono ad accogliere l'aria, il suo sguardo che combatte e la sua eleganza che si posa serena.

Una giravolta, che si trasforma in un turbine, un uragano che ingoia i respiri di lui con crudeltà e quando si ferma, girata verso di lui, con lo sguardo fisso su di lui, gli ridà il respiro ma solo il sussurro per tornare a vivere.
Rimane ferma davanti a lui, il tempo si ferma e la musica rallenta verso la fine di una caduta.

Oliver è scomparso già da un po' e Dominic neppure se n'è accorto, occhi fissi su di lei.
Vede l'affanno che le smuove il petto, il sudore sfiorarle la guancia, ed è bellissima anche così.
Distruzione e disordine nonostante la sua posa ordinata e perfetta.

Occhi negli occhi, si aggrappa al suo sguardo mentre si innalza sulle punte, rimane in equilibrio su un piede e torna a terra leggiadra come una foglia smossa dal vento.
Occhi negli occhi, un paio di giravolte senza lasciare il suo sguardo, si ferma in una posa perfetta che sfiora dolce il pavimento e torna in piedi sulle punte con le braccia in alto a sfiorare il sole.
Il respiro trattenuto, il tempo si ferma, la musica li culla e Camilla corre verso di lui.

Il terremoto a toccato la terra, la valanga scivola giù dalla montagna e puoi solo accogliere la sua distruzione.
È un attimo per Dominic, capire le sue intenzioni e risvegliarsi dal mondo in cui lei lo aveva ingabbiato.
Lei salta e lui la afferra inalzandola sopra di lui e il cuore scoppia.

Questa è la presa che la spinta a fermare la sua carriera e lei la sta facendo dopo anni per la prima volta con lui.

La guarda, ha gli occhi chiusi e il respiro quasi difficile, gli sta mostrando quanto sia potente per lei questa presa, quanto sia doloroso il respiro che torna nei polmoni dopo anni di astinenza.
Quanto sia importante lui per lei, dandogli in mano il potere di innalzarla o farla cadere.
Lui non è niente, non è ai margini della strada, non è invisibile e ha appena fermato la valanga.

La fa scivola a terra lentamente, ormai la musica si è fermata, ma non i loro respiri mentre tornano uno davanti all'altra e Dominic respira con affanno senza lasciarle i fianchi, non ha la forza di permetterle di allontanarsi.
Lei ha ancora gli occhi chiusi, sta riprendendo respiro, cercando di calmare il cuore in tormento, così vicini da condividere lo stesso battito rumoroso e il sospiro che sa di rinascita.
Lui la sta tenendo a galla mentre lei torna in superfice lasciando un abisso di mancanza, di assenza della danza nella sua vita.

Poi, il mondo ancora una volta si ferma, lei si lancia verso di lui abbracciandolo con il viso nascosto tra la spalla il collo e le mani intrecciate sulla nuca a solleticare i capelli corti.
La sente tremare, quella forza che aveva mentre ballava è ormai scemata in un dolce sussulto che a tratti assomiglia a un singhiozzare.
È fragile tra le sue mani, uno specchio scheggiato che giacenza a pezzi a terra.
Nuda e cruda davanti a lui, per lui.

"Grazie."

Sussurra con un filo di voce la sua Milly e Dominic non sa ancora parlare, ha dimenticato come si fa, ma la stringe a se prendendosi i non meritati ringraziamenti.
Lui non ha fatto nulla, ha sbagliato ad agredirla in quel modo, vorrebbe solo chiederle scusa di essere stato un pessimo amico.
Ma invece la stringe più forte a sé, scivolando le mani dai fianchi al centro della schiena, premendola a se.

"Grazie a te."

Di avergli riscaldato il cuore, di avergli fatto sentire che esiste, che non è solo un ombra ai margini della sua vita.
La stringe, la ringrazia di avergli permesso di salvarla, di avergli dato fiducia in quel salto.

Si stringono per qualche minuto, per poi finire seduti a terra con la musica ancora in sottofondo,  una vaschetta di gelato tra di loro e un cucchiaio.

"Davvero mi stai dicendo che hai passato gli ultimi tre giorni a ballare?"

Le chiede ridacchiando e porgendole un cucchiaio pieno di gelato che lei mangia ingorda, osservandolo riempirlo di nuovo e mangiarlo lui, condividendo il cucchiaio proprio come quel giorno sulle scale della casa di Harley.

"Si, avevo molto tempo da recuperare."

Annuisce prendendo dalle mani di lui un altro boccone di gelato, così fresco in confronto al fuoco che sente ancora dentro.
Non sa come spiegare quello che prova, quello che ha provato quella sera di tre giorni dopo.

Le parole di Dominic l'hanno ferita così in profondità, che l'hanno quasi mandata fuori di testa.
Lui si è chiuso la porta dietro alle spalle, senza mai girarsi verso di lei e Camilla si è lasciata ingoiare dalla furia.

Senza pensarci ha messo una playlist furiosa, ha indossato le scarpette e si è alzate sulla punta.
Nella mente la guerra, gridava di volergli dimostrare che aveva torto, che lei non era una ipocrita tanto meno una codarda.
Foleva ferirlo, fargliela pagare, Lei si era messa a nuda davanti a lui e lui l'aveva derisa, offesa, umiliata e...
Senza accorgersene era sulle punte e stava ballando.

Per un attimo era ferma, a fissarsi allo specchio, dritta sulle punte con le gambe intrecciate.
Era ferma, il respiro in crisi isterica nel petto e il cuore a pomparle nelle orecchie.
Un lungo respiro, la rabbia era svanita, ma non è scesa dalle punte.
A continuato a ballare, consumando una intera playlist, riducendo il pomeriggio in notte, finché le gambe hanno iniziato a tremare.

"Ho ballato così tanto quella sera che papà ha dovuto portarmi a casa in braccio."

Non ballare per un anno, ha sacrificato molto il suo corpo e la sua resistenza, tanto che una serata di danza la distrutta completamente, ma solo fisicamente perché dentro di lei non stava così bene da anni.

"Mio padre forse è rimasto più scioccato di te quando mi ha visto ballare quella sera.
Ha chiamato tutta la famiglia e ha organizzato una festa con pizza e birre, come se fosse stato un miracolo."

E forse lo è stato davvero, per Oliver era vero.
Vedere sua figlia tornare sulle punte, ballare con l'anima come non faceva davvero da anni, è stato un miracolo da festeggiare.
Non le ha chiesto perché o come, ha dato il merito a Dominic e si è goduto la rinascita di sua figlia senza troppe domande.

"Nessuno mi ha fatto domande o si è interrogato sul perché, mi hanno semplicemente festeggiata come se fossi tornata da un lungo viaggio.
I miei mi hanno persino permesso di mancare da scuola questi tre giorni ed è qui che sono stata.
Come se dovessi recuperare anni di mancanza."

Dominic porge l'ultimo cucchio di gelato rimasto, porgendolo verso di lei.
L'ultimo boccone, ma lei ne prende solo metà facendogli segno di finirlo lui.
L'onore di godersi l'ultimo morso, in fondo se lo merita anzi glielo deve.
E così la vaschetta è finita, rimane un piacevole silenzio accompagnato dalla musica in sottofondo.

Chissà quante cose vorrebbero dirsi.
Lì, seduti a terra, con le spalle che si sfiorano, quanti ringraziamenti ancora sono dovuti e quante scuse per essersi comportati da sciocchi.
Si guardano e sorridono, forse non hanno bisogno di parlarsi ma solo di quel presentimento di doversi un favore.
Tenere teso quel filo che li lega.

A spezzare l'atmosfera è l'arrivo di Jek che stringe sotto braccio la piccola Angelica.

"Ei Cami, io sto uscendo con Angy, ha detto papà di tornare a casa con lui.
Naturalmente quando avete finito di fare quello che stavate facendo con il gelato."

E alza le sopracciglia con fare malizioso e ammiccante.
Se riesce a salvarsi dalla vaschetta vuota che gli lancia la sorella e solo grazie ai suoi riflessi.
Riesce a chiudere la porta in tempo prima di essere colpito in faccia e scoppia in una risata felice.
Si, felice, ed è strano ridere per la felicità e non per euforia o divertimento, ma per semplice felicità.

"Dici che stanno insieme?"

Gli chiede la sua ragazza, mentre gioca con i lacci della felpa, che per la cronaca è di lui.
Jek non sa davvero cosa rispondere, mentre passo dopo passo escono dalla palestra è raggiungono la macchina.

In realtà non ha mai messo bocca nelle relazioni della sorella e lei ha fatto lo stesso con lui, si potrebbe dire che hanno un tacito patto tra di loro, ma ammette di essere incuriosito dalla situazione per la prima volta.

"Non ti saprei dire.
Lei è single e lui è single, non ci sarebbe niente di sbagliato in realtà, ma non penso che stanno insieme e forse non è importante.
Tra quei due c'è un rapporto molto più profondo di una relazione, forse è solo amicizia ma è quello di cui avevano bisogno."

Ha volte si cerca qualcosa, ma non sempre è ciò di cui si ha bisogno.
Come quando si cerca l'amore, ma quello di cui si ha bisogno è qualcuno che faccia la strada con sé.

Che Dominic e Camilla sono legati, non è certamente un mistero, sia a casa che tra i suoi amici non si parla di altro, li so vede sempre insieme anche se la maggior parte delle volte a prendersi in giro.
Conoscendo la sorella, se stessero insieme, non sarebbero mancati commenti maliziosi e un paio di effusioni in pubblico, non è mai stata timida.
Ma i due li si vede solo camminare vicini, guardarsi e sorridersi se malizia, almeno che Camilla non abbia fatto una delle sue solite battute.

"So solo che si stanno aiutando a vicenda, che poi questo si trasformi in amore non ha importanza, perché non hanno bisogno di una relazione ma di un favore da ricambiare."

E si, sa la storia dei favori perché è stato lui a coprire Camilla quando è scappata a notte inoltrata da casa per aiutarlo e lei il giorno dopo ha semplicemente detto che gli doveva un favore, raccontandogli degli altri che si sono ricambiati.

"L'importante che siano felici e mi sembra che lo siano."

Gli risponde Angy una volta in macchina, posando la mano sulla sua stretta al cambio.
Jek può solo annuire, sua sorella è tornata a danzare e lui sa che ciò la rende felice ed è strano come a contagio renda felice l'intera famiglia.

E alla fine della storia, che importanza ha se stanno insieme oppure no?
Perché i due dovrebbero perdersi nell'amore, quando hanno trovato la strada di casa con una semplice amicizia?

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