¹Pirati Dei Caraibi
Da un'idea di @Cler-chan
Non odiatemi, la mia vita ha fatto schifo fino a quando non mi sono istruita da sola con HP, e non ho mai visto Star Wars, lo Hobbit, Il Signore degli Anelli, o Pirati dei Caraibi, quindi... mi sono inventata una storia sui pirati, già.
Kyoutaku
Tre giorni. Era su quella nave da tre giorni. Lo avevano catturato alle prime luci dell'alba, ma Riccardo era riuscito a contare le lune che erano passate. Non era stupido, e non aveva perso tempo a disperarsi, sapendo che se suo padre li avesse trovati o sarebbe morto o avrebbe sganciato il riscatto e morendo comunque. Certo, senza suo padre non avrebbe dovuto sposare quella viziata di Emily, ma in fondo non era colpa sua, no? In fondo suo padre non sapeva della Traccia e non poteva permettersi di perdere anche lui. Era l'unica famiglia che gli restava. Avrebbe trovato il modo di scappare, lo giurò sulla stessa nave che lo stava caricando oltreoceano. Non aveva avuto contatti diretti con i pirati, aveva visto solo una donna dal seno prosperoso che gli copriva la testa con un sacco e sussurrava qualcosa ai suoi alleati cercando di non svegliarlo. Non udiva voci, dalla cella nel quale era rinchiuso, ma percepiva perfettamente ogni movimento delle onde e dei venti. A volte l'acqua filtrava dal minuscolo forellino sopra alla sua testa e gli gocciolava sul viso, ma Riccardo non riusciva a muoversi a causa delle catene. Dovette aspettare, appunto, tre giorni, prima che qualcuno si rendesse effettivamente conto che avrebbe dovuto mangiare qualcosa per sopravvivere, e la porta della cella si aprì. Ci mise un po', Riccardo, a capire se fosse un maschio od una femmina, forse a causa dei vistosi codini rosa. Dopo aver appurato che fosse un ragazzo e che non aveva armi con sè, Riccardo rilassò i muscoli della faccia e il rosa sorrise, posando davanti al prigioniero un vassoio con pane, acqua e pesce. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma la voce raschiava per la gola emettendo suoni incomprensibili e si arrese molto in fretta.
«Buonasera, principino, io sono Gabriel, ma puoi chiamarmi Gabi!»
Gabi non attese un'ulteriore presentazione e si sedette davanti a lui, sporcando i pantaloni di terriccio umido. Riccardo voltò lo sguardo per non vedere l'espressione allegra del pirata, ma quello non ne ebbe a male. Gabi afferrò il tozzo di pane e lo divise a metà prima di avvicinarlo al viso di Riccardo, che tentò di afferrarlo con le braccia incatenate. Ma il pane era troppo lontano e Gabi, ridacchiando, lo imboccò senza vergogna. Quando Riccardo si fu saziato ed ebbe bevuto, Gabi fece per alzarsi ad uscire, ma chissà come Riccardo riuscì a spiccicare parola:
«Gra... zie.»
Gabi gli sorrise e si portò due dita alla fronte, per poi allontanarle con un gesto. Poi chiuse la porta. Mentre Riccardo ringraziava il suo stomaco sazio, Gabi si appoggiava alla porta con lentezza e non smetteva di pensare a quegli occhi così belli che non avevano smesso di guardarlo da inizio a fine in quella cella. Qualcuno scese i gradini facendolo sobbalzare e Gabi si rimise in piedi in posizione eretta, proprio mentre il Capitano Victor svoltava l'angolo di fianco alle scale e lo raggiungeva. Gabi deglutì, ma si finse, come suo solito, allegro ed entusiasta:
«Salve Capitano! Il principino ha appena mangiato!»
Victor lo sguardò con occhi indifferenti, ma Gabi si sentì comunque in soggezione e allargò il sorriso per sviare la tensione. Victor annuì e si massaggiò la fronte con una mano, mentre pian piano anche Gabi perdeva il sorriso.
«Capitano, vi sentite bene?»
«La Traccia.»
«...come?»
Gabi lo domandò comunque, ma già sapeva dove voleva arrivare. Victor sospirò stancamente, massaggiandosi la fronte come se avesse mal di testa.
«Mi avevi chiesto perché avessi voluto catturarlo, no? Per la Traccia. Sul mio polso c'è scritto il suo nome.»
La Traccia, la tua unica certezza in questo mondo infame ed egoista. Sul polso dei pochi prescelti compariva, al compimento dei 16 anni, il nome della persona a cui era destinato. Victor conservava quel segreto così come aveva sempre fatto Riccardo: nessuno aveva mai visto una cosa del genere.
Gabi deglutì ma cercò di non scomporsi ed annuì.
«Allora vada, Capitano.»
La sua voce non tremolò e Victor annuì, sorpassandolo. Quando Victor entrò nella cella, Gabi nascose il viso tra le mani e pianse.
«Buongiorno principino.»
Quando l'uomo entrò, Riccardo intuì già dalla voce che doveva essere molto giovane. Con immensa fatica alzò lo sguardo e incontrò la figura di quello che doveva essere un altro pirata. Era vestito di viola, con un lungo mantello rosso a ricoprire il busto e una vistosa cintura nera. Riccardo, con sguardo beffardo, sputò ai suoi piedi. Poi, con tutto il poco che aveva, ghignò:
«Non... Paghe...rà»
Victor finse di non udirlo e si avvicinò, abbassandosi alla sua altezza, poi gli prede il mento con forza, nonostante Riccardo si dimenasse, e fece si che lo guardasse negli occhi. Con l'altra mano gli sfiorò i capelli, che nonostante i giorni in quella fogna erano ancora lucidi e morbidi. Lo guardò negli occhi, determinati e sprezzanti, che lo fecero sciogliere comunque. Tolse le mani dai suoi capelli e gli afferrò con forza il polso sinistro. Intuendo, Riccardo si dimenò ulteriormente, invano, e Victor intuì che aveva visto giusto. Il cuore cominciò a battergli forte, mentre con la sua mano sinistra gli scoprì il polso lievemente lacerato dalle catene:
Victor Blaze
Victor, seppur preparato, schiuse la bocca stupito, allentando la prese sul mento e permettendo a Riccardo di voltarsi a sua volta. Victor era paralizzato, ma quando Riccardo indietreggiò per quanto possibile levando con la forza il suo polso dalla visuale del pirata e nascondendo il viso che si ricopriva di lacrime. Victor guardò il suo polso, dove il nome Riccardo Di Rigo si mostrava in una grafia ordinata e precisa. Victor tirò su la manica, nascondendo la scritta, e si rialzò con uno scatto. Lanciò uno sguardo a Riccardo, che rannicchiato su se stesso tratteneva enri singhiozzi, e non poté far altro che pensare a quanto fosse bello quel ragazzo. Si avvicinò alla porta della cella, ma la voce di Riccardo risuonò nel piccolo luogo sudicio:
«Non... Funzionerà, io... Io ti odio.»
Victor, con una stretta al cuore, annuì, ed uscì dalla cella.
Avrebbe smentito quelle parole, sarebbe riuscito a farsi amare da lui.
Non uccidetemi, finisce bene, tranquilla. Credo che proverò a fare il continuo, quando non avrò più idee.
\\Ship preferita?
\\Personaggio preferito?
Vorrei scrivere ship e personaggi preferiti ma non ne conosco eheh. Sks
Comunque, cambiando argomento, ma solo l'unica ad essersi innamorata sia di Yato che di Yukine in Noragami? No perché mi dicono dalla regia (le mie amiche) Yato lo amano tutte, ma Yukine è molto sottovalutato... Eppure è così ajsjdkksksisis. Cioè, Yato è AKDJID DKSKSJDVDKDIDVDJSKVDJD, ma Yukine è comunque jshdjsksidh.
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