¹Aladdin
(Si, la Disney è un fandom, okay!?)
Enkaze
Nathan non lo sopportava più: era da quando aveva tre anni che suo padre gli ripeteva come avrebbe dovuto scegliere la propria moglie. Doveva essere ricca, con una dote abbondante e che avesse un particolare talento: quale fosse questo, non lo aveva mai specificato.
Ma Nathan sapeva che non avrebbe mai scelto la principessa che suo padre desiderava: per il semplice fatto che Nathan era gay.
Ricordava che quando lo aveva confessato alla sorella minore (vale a dire l'unica persona con la quale poteva parlare, servitori esclusi, all'interno del palazzo), questa si era messa a piangere. Felice per lui, certo, ma allo stesso tempo addolorata.
-Papà è il sultano, Nat! Come farai con lui?-
Era stata la sua reazione.
E da allora, Nathan aveva cancellato la possibilità di parlarne con il padre.
Era il 31 giorno dell'anno, un giorno molto importante per tutto il paese: il figlio del sultano festeggiava la vigilia della sua maggiore età. Ed era anche il giorno in cui avrebbe conosciuto la sua futura sposa. O almeno, così credeva suo padre.
-
-Sei sicuro non ci sia altra soluzione?-
Jade lo domandò con tono fermo, ma dalla sua espressione Nathan capì che presto si sarebbe arresa alle lacrime. Sistemandosi il velo sul capo e lanciò un'occhiata al balcone, alla ricerca di chissà cosa. Poi, prendendo un sospiro, si girò verso la sorella e sorrise:
-Torneremo quando ci saremo sposati, e trascineremo anche te con noi.-
Jade scosse la testa e tirò su con il naso. Si asciugò il viso con un braccio e le decine di bracciali con cui l'avevano addobbata tintinnarono rumorosamente.
-Sai che non posso, Nat.-
Una folata di vento li avvertì entrambi di qualcuno che si soffermava al bancone, e il viso di Nathan sembrò illuminarsi quando vide il volto sorridente del ragazzo appena arrivato. Il giovane scese da quello che doveva essere un tappeto (se non fosse che si trovata ad un metro di altezza sopra al pavimento) e Nathan gli corse incontro senza ritegno, baciandolo con trasporto e staccandosi subito dopo, fuori di sé dalla gioia. Jade, finalmente, sorrise, e salutò il giovane agitando la mano:
-Buonasera, Mark.-
-Buonasera a lei, principessa.-
Jade si avvicinò loro e dopo aver abbracciato il fratello prese la mano di Mark tra le sue e fissò i suoi occhi verdi in quelli marroni del giovane:
-Ti prego, fa' in modo che non gli accada nulla. E siate felici.-
Mark posò l'altra mano su quelle della ragazza e sorrise, voltandosi verso Nathan:
-Lo farò, Jadelyn, stia tranquilla.-
Dopodiché, Jade si dileguò di corsa, senza più trattenere le lacrime, e Nathan seguì Mark sul tappeto, non intenzionato a voltarsi indietro.
La rabbia del sultano si ripercosse su tutto il palazzo quando, quella sera, il figlio primogenito fuggì in segreto.
-
-Sei preoccupato?-
Viaggiavano solo da poche ore, l'uno al abbracciato all'altro, le mani intrecciate e gli sguardi puntati nei volti opposti. Eppure nonostante lo splendido sorriso del ragazzo dai capelli blu, Mark aveva notato che qualcosa non andava.
Nathan abbassò un po' la testa e la appoggiò sulla sua spalla:
-Un po'. Jade non è mai stata troppo a suo agio, con mio padre. Temo che possa cercare di manipolarla, capisci?-
Mark lo strinse di più a sé, con il viso affondato nei capelli del suo ragazzo e lo sguardo perso nella miriade di stelle che riempiva il cielo:
-Stai scherzando? Tua sorella è forte, e lo sai. Non si farà mettere i piedi in testa dal Sultano, non importa quanto abbia paura di lui.-
-Noi non siamo come te, Mark.-
Sussurrò Nathan, ma Mark lo udì lo stesso. Inarcò le sopracciglia e si spostò in modo da guardarlo negli occhi:
-Che intendi?-
Nathan sorrise e si avvicinò di nuovo a lui:
-Tu sei forte, determinato e testardo, ma io... Io non lo sono, e lei non è da meno. Mio padre è sempre stato troppo severo per permettercelo.-
Mark gli accarezzò il viso, rassicurandolo per l'ennesima volta:
-Jade saprà cavarsela, Nathan. Saprà sempre cavarsela.-
Nathan sorrise e avvicinò la fronte a quella di Mark:
-Ti amo, lo sai?-
-Ti amo anch'io.-
E come per suggellare quell'affermazione, si chinò per baciarlo.
Stellina se speravate in un Jude della Lampada e in un Abuxel.
Fidatevi, lo avrei fatto.
Ma vabbe.
Comunque, buon Praid Monz!
#loveislove
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