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CAPITOLO 6

Era arrivato il momento di prepararsi per l'appuntamento con Magnus.
Alexander Lightwood era davanti il suo armadio. Fissava dubbioso l'interno, come se si chiedesse cosa fossero quei cosi all'interno.
Bene. Non è difficile.
Alexander si guardò intorno.
Quando capì che la vocina era lui, non potè fare altro che appurare che la vicinanza con quel pazzo di Magnus lo aveva fatto impazzire.

Non eri sano già prima

Perfetto. Ora, Alexander, doveva sia prepararsi per un appuntamento, sia confrontarsi con una vocina nella sua testa, che lo offendeva. Di bene in meglio...

Preparati

Alexander, decise di ignorarsi, e cominciò a prendere una camicia, nera (povero ragazzo, aveva solo quel colore nell'armadio), accompagnata da dei pantaloni (neri anche quelli. Tanto per cambiare.)
Si osservò allo specchio e decise che come outfit era perfetto.
Elegante, ma non troppo pretenzioso.
Guardò l'orologio e si accorse che avrebbe dovuto essere già in strada.
Uscì dalla porta di casa, urlando ai due fratelli. "ESCO CON MAGNUS! A DOPO!" "DIVERTITI, FRATELLONE!"

Nel frattempo, Magnus Bane si stava preparando per accogliere il suo ospite.
Dopo la conversazione con Isabelle Lightwood, bella quanto pericolosa, si era davvero impegnato per rendere quell'appuntamento, il migliore per Alexander.
"Molto bene. Adesso come mi vesto?"
Perché, naturalmente, aveva pensato a tutto, meno che all'abbigliamento. Non voleva esagerare con i glitter, avendo notato la natura schiva e timida di Alexander.
Il ragazzo guardò il proprio gatto.
"Dimmi, Chairman... Come mi vesto?"
Optò, visto che il gatto non gli rispose, per una camicia blu, sbottonata fino al petto.
Poi, cercò i pantaloni giusti.
Il rosso sarebbe stato un pugno nell'occhio, fantasticamente blu, del Lightwood... Optò per dei pantaloni bordeaux. Poi, si dedicò al trucco.
Aveva appena finito di sistemarsi i capelli, che il campanello suonò.
"Deve essere lui. Come sto, Chairman?"
Il gatto non gli rispose nemmeno stavolta.
Magnus non si fece scoraggiare, e  corse ad aprire al ragazzo.
"Alexander!" "Magnus. Non ti ho disturbato, vero?"
Magnus scosse il capo. "Ti aspettavo. Sei estremamente puntuale, caro. Complimenti."
Alexander sbuffò. "È impossibile che tu chiami con il mio nome, vero?" Magnus annuì, serio. "Temo di si, tesoro."
Poi gli indicò l'interno della casa.
"Prego. Entra pure."
Alexander entrò nella casa.
"Hai cambiato le tende." Notò.
Magnus sorrise. "Sei un ottimo osservatore, Alexander. In effetti sì, sono arrivate stamattina.
Prego, andiamo in sala da pranzo, così possiamo cenare."
Alexander annuì, seguendolo verso la stanza.
"Accomodati. Spero che tu abbia fame, Alexander. Ho preparato qualche antipasto."
"Hai preparato?" Alexander appariva abbastanza preoccupato. "Non temere. È totalmente sano."
Alexander annuì. "Ti credo. Non sapevo sapessi cucinare."
Magnus sorrise. "Lieto di sorprendenti."

La cena era cominciata senza incidenti, e Magnus cominciava ad essere più fiducioso.
Alexander, a un certo punto, gli chiese. "Magnus... posso sapere perché stai facendo le cose così in grande?" Magnus, che stava bevendo un sorso di vino, cominciò a tossire. "Non ho fatto le cose in grande."
Alexander alzò le sopracciglia. Poi spostò lo sguardo sulle portate davanti a lui, sulle candele poste sul ed intorno al tavolo, sui petali di rosa sparsi per la stanza, sul profumo di incenso che si sentiva nell'aria. Infine, guardò la cucina, piena di cibo.
"Non hai fatto le cose in grande?"
Magnus tossicchiò. "Non sapevo cosa ti piacesse... quindi... volevo farti avere un bel primo appuntamento."
Alexander aggrottò le sopracciglia. "Queste sembrano parole di mia sorella. Hai parlato con Izzy?"
Poi, un lampo di comprensione passò nel suo sguardo. "Ti ha minacciato, non è vero?"
Magnus annuì. "Non gliene faccio una colpa.. ma..."
Alexander scoppiò a ridere.
"Non sei solidale!"
"Scusa, ma... mia sorella ti adora, Magnus. E Poi, sinceramente, hai esagerato tu!"
"Mi ha detto che pratica Mua Thai da anni! E che dovevi divertirti."
Alexander stava ancora ridendo.
Magnus sbuffò. "Abbiamo finito tutto il cibo, comunque. Non hai disdegnato."
Alexander ridacchiò. "Quindi... ora cosa vuoi fare?"
Magnus indicò il pianoforte. "Ti va di suonare ancora?"
Alexander annuì. "Amo suonare. Dimmi un titolo."
Magnus ci pensò. "I got you."
Alexander sorrise. Sedendosi al pianoforte, chiese all'altro. "Canti tu?"
Magnus annuì.
I due ragazzi suonarono la canzone scelta da Magnus, che amava sentire le melodie che il moro riusciva a produrre.

Alla fine della serata, Alexander disse a Magnus. "Dirò ad Izzy di non preoccuparsi. È stato uno.... il più bel appuntamento che io abbia mai avuto."
Gli diede un bacio sulla guancia. "Ci vediamo a scuola, Magnus."

Se Magnus rimase imbabolato a toccarsi la guancia, beh... Non è certo.

Angolo autrice
Sono viva!
Scusate, la scuola mi sta uccidendo!
By Rowhiteblack

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