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TUTTI INSIEME

Senza offrire molte motivazioni, Uther spinse Arthur, Leon e Lancelot a partire per l'impresa, esortando Merlyn ad unirsi a loro.
La ragazza annuì, accettando di buon grado il pugnale che Morgana le passò di nascosto, e che provvide a nascondere nella propria borsa per il viaggio.
Non era il posto migliore, ma nemmeno il peggiore. E se qualcuno avesse attaccato, Merlyn avrebbe avuto il tempo di prendere la propria difesa fisica.
Il gruppo partì, e Merlyn vide Gaius guardarla tristemente dalla propria finestra. La ragazza agitò la mano per salutarlo, confusa quando quello non le rispose come fatto solitamente.

Dopo aver superato i confini del regno di Camelot, Arthur indicò una taverna lì.
"Ci riposeremo lì, per il momento. Merlyn, preoccupati di ottenere le stanze per noi e poi la cena. Si accorgerebbero subito che apparteniamo al regno di Camelot, e non possiamo essere riconosciuti." Merlyn annuì, accettando e comprendendo le motivazioni insite nell'ordine: Cerned ed Uther avevano firmato un patto di recente e uomini armati provenienti da ciascuno dei due regni avrebbe comportato la violazione del patto e una nuova guerra.
"Certo, Arthur. Ma sapete perché vostro padre ha richiesto questo viaggio?" "Stiamo cercando un uomo che mio padre e Gaius conoscevano personalmente. Apparteneva a una popolazione magica, a quanto ho capito. Dopo aver fatto la pace con i druidi, mio padre vuole ricontattare quest'uomo e vedere se può riconciliarsi con lui."
Merlyn annuì, confusa. "Come si chiama? Gaius non me ne ha parlato."
"Balinor. Adesso, vai a prendere la stanza."

Quella sera, mentre Leon, Lancelot ed Arthur si godevano la loro cena nella stanza offerta, Merlyn decise di scendere al piano di sotto per conversare con qualcuno del regno dal quale proveniva.
Ottenuto il permesso di Arthur, anche se forse senza essere realmente ascoltata dal principe, Merlyn scese le scale velocemente, sedendosi poi vicino al bancone e chiedendo, con un sorriso accecante, "un boccale di birra, grazie!"
La donna al bancone le sorrise indulgente, senza chiedere età o altro, passandogli poi il boccale richiesto e dicendo. "Offro io per te, ragazzina. Solo un giro, però." "Grazie!" Il sorriso di Merlyn contagiò anche l'altra donna dietro il bancone, impegnata però nella pulizia dello spazio.
"Sei dolce. Cosa ci fai qui, in questa topaia?" "Sono in viaggio. Sono la serva degli uomini di prima, e loro devono raggiungere non so bene che posto. Li sto accompagnando, perché non ho molta scelta." "Da dove vieni?" "Ealdor. Hanno aiutato mia madre e io mi sono offerta di ripagare così il debito che abbiamo contratto. Non abbiamo molto altro, in realtà." 
Le due signore annuirono comprensive, allontanandosi per servire altri clienti.
Merlyn guardò verso lo spazio interno, sorprendendosi della quantità di persone e della loquacità di tutte loro. Aveva dimenticato come erano festosi i popolani e i contadini, anche quando non avevano molto di cui essere felici.
"Cosa posso fare per una fanciulla così bella e sola?" "Levarti dai piedi e lasciarla in pace." Rispose Merlyn, guardando male l'uomo che si era avvicinato a lei. Da vicino, Merlyn si accorse che poteva avere l'età di Uther, molto più grande di lei. Ma nonostante questo, aveva cercato di provarci con lei. Che disgustoso essere.
La smorfia di Merlyn comunicava all'uomo tutto il suo disgusto, ma quello non colse l'invito non molto sottile della ragazza ad allontanarsi.
Anzi, si sedette vicino a lei, cercando di toccarle la spalla con le sue dita sporche.
"Non toccarmi, verme." La mano di Merlyn storse le dita dell'uomo, ringhiando le parole con il fuoco nello sguardo.
"Tu, piccola. Pagherai per questo."
Nonostante le preghiere delle due locandiere, che volevano che la ragazza fosse lasciata sola, l'uomo fischiò, e altri quattro uomini entrarono di corsa nel locale.
Dopo questo, un ragazzo poco più grande di Merlyn arrivò con un sorriso affascinante sul volto. Guardò gli uomini che erano entrati, quelli che aspettavano l'ordine fuori, e infine il loro capo che aveva infastidito Merlyn prima. Poi posò lo sguardo sulla ragazza, sorridendo per la sfida nel suo sguardo.
"Sembra che lei si sia cacciata in un bel guaio, signorina."
Il fianco destro di Merlyn si scaldò, e la sfida nel suo sguardo divenne presto divertimento. L'uomo perse presto lo stupore per il cambiamento dell'umore della giovane, che disse. "Sembrerebbe che siate arrivato in tempo, sir."
L'uomo sorrise, divertito e colpito.
Guardò il resto degli uomini e poi porse il suo boccale al primo. Quello lo prese confuso, lasciando il tempo all'anima gemella di Merlyn di dargli un pugno in volto.
Cominciò la rissa, e una delle due signore del locale corse al piano di sopra per chiamare i tre cavalieri che erano entrati con Merlyn, per avvertirli del pericolo.
Quando Leon, Lancelot ed Arthur scesero, rimasero stupiti nel vedere uno degli uomini cercare di soffocare Merlyn contro un pilastro.
Prima che potessero agire, però, un ragazzo della loro età lanciò una forchetta a Merlyn che, presa al volo, infilò nel palmo dell'uomo, lanciandogli un calcio mentre veniva lasciata andare.
Dopo qualche minuto, Leon, Lancelot, Arthur, Merlyn e il ragazzo che aveva aiutato Merlyn erano rimasti uno di fronte all'altro.
"Ti abbiamo lasciata sola cinque minuti." "A mia discolpa, ha fatto commenti inopportuni e gli ho solamente impedito di toccarmi." "Ha ragione, principessa." Fece il ragazzo, rivolto ad Arthur. "Si è anche difesa molto bene, i miei complimenti." "Grazie." Merlyn sorrise felicemente al ragazzo, facendo ingelosire i tre cavalieri con lei.
"Questo chi è?" Chiese Lancelot, sorprendendo Leon ed Arthur. "Oh, questo è...." Merlyn guardò il ragazzo, inclinando la testa. "Sei?" "Gwaine, piacere di conoscerti. Non dirmelo, tu sembri chiaramente una principessa." "Cosa?" Merlyn lo guardò  divertita. "Sì, avrai un nome come Esmeralda, o Ysmere. Ah, no, Esmeralda, certo." "Non mi chiamo Esmeralda." "Ah, allora come vi chiamate?" "Merlyn."
Gwaine annuì, dicendo. "Non era difficile, dai. Come il falco, no?" Merlyn annuì, dicendo. "Sì, dove sono nata ce ne sono molti. E alla mia nascita ce ne erano alcuni sul davanzale. Hanno colto alla sprovvista mia madre, che ha detto Merlyn. In realtà aveva capito da dove viene questo rumore e stava parlando degli uccelli alla finestra. Mi sono ritrovata questo nome per incidente." "Nome meraviglioso che ti dona molto, lady Merlyn." "Non una Lady, ma apprezzo lo sforzo."
Poi guardò Lancelot e disse. "Si chiama Gwaine."
Gwaine sbuffò divertito, prendendo poi un boccale di birra e bevendone un sorso. Lo passò a Merlyn. "Visto che ti hanno rovinato la degustazione." "Grazie!" Cinguettò la ragazza, bevendone un sorso subito dopo.
"Merlyn, non hai l'età per bere. E tu, Gwaine, cosa vuoi da lei?" Chiese Arthur.
Merlyn schioccò le labbra, dicendo. "Gwaine è la mia anima gemella." 
Arthur, Leon e Lancelot la fissarono. "Come scusa?" "Sorprendente, vero?"
Gwaine inclinò la testa. "Presumo che voi tre siate altre sue anime gemelle, giusto?"
Il cavaliere aveva preso un mantello da un tavolo, appoggiandolo sulle spalle di Merlyn che lo guardò confusa. "Non ho freddo." "No, ma si vedono due dei tuoi marchi. Nessuno di loro era il mio."
Merlyn abbassò lo sguardo, vedendo che aveva ragione. Ringraziando, avvicinò i lembi del mantello per non mostrare niente di lei agli altri avventori.
Le due signore erano arrivate con un sorriso piacevole, vedendo che Merlyn stava sistemando alcuni tavoli rovesciati.
"Stai bene, ragazza?"
Merlyn sorrise, abbassando la testa. "Chiedo scusa per aver fatto tutto questo casino, mi dispiace davvero..."
I cavalieri che erano con lei alzarono gli occhi al cielo, ma la signora rise, dicendo. "Nessun problema che non possa risolvere."
I suoi occhi brillarono d'oro, e la taverna apparve come nuova. "Ecco fatto. Niente è successo. Hai mangiato?" Merlyn scosse la testa. "Allora ti offriamo la cena. Hai fatto bene a difenderti da quell'uomo, quello che pretendeva da te era sconveniente e disgustoso."
La donna andò dietro al bancone, tornando dopo con del cibo che mise davanti a Merlyn. "Mangia tutto, se vedo che hai lasciato qualcosa, ragazza... Come ti chiami?" "Merlyn." "Bene."
Le due donne sparirono nel retro bottega, lasciando il gruppo solo.
Gwaine guardò Arthur, dicendo. "Bene, verrò con voi. Ho solo un'anima gemella e non vorrei allontanarmi da lei troppo." 
Merlyn gli sorrise, dicendo poi. "Devi sapere che io ho otto marchi, però." "Otto marchi? Bene, direi che questo è sorprendente." "Tutto qui?" Chiese Arthur. "Sono tutti gelosi come la principessa qui?" Chiese Gwaine, facendo ridere Merlyn. Arthur la guardò male, ma la ragazza alzò le spalle. "Non è geloso, è solo protettivo." Spiegò Leon, meritandosi un apprezzamento da Arthur.
Gwaine sbuffò, dicendo. "Sinceramente, credo che a Merlyn non serva protezione. Davvero, sei in gamba." Merlyn rise, dicendo. "Posso chiederti perché mi hai aiutato?" "Ah, sembrava una causa persa." "E quindi?" "Ho un debole per le cause perse."
Merlyn rise per la motivazione, accettandola.
Quando finì, un ragazzo della loro età, molto alto e robusto, arrivò da loro.
La signora lo vide e sorrise. "Percival! Questa è Merlyn, la ragazza di cui ti ho parlato prima."
Il ragazzo enorme, biondo con gli occhi chiari e un sorriso dolce, guardò Merlyn, dicendo.
"Ho sentito grandi cose su di te." 
Il polpaccio sinistro della ragazza si riscaldò, e Merlyn sospirò, lanciando uno sguardo divertito agli altri al tavolo. "Mi sento in dovere di avvertirti che sono perlopiù bugie."
Percival la guardò, prima di sorridere e fare cenno alla donna. "Rimango con lei, Gerì." "Ma certo, Percival."
L'uomo si sedette, guardandola divertito. "Non me lo aspettavo. Merlyn, ha detto?" "Sì, Merlyn. Piacere di conoscerti, Percival."
L'uomo le baciò il dorso della mano, chiaramente scherzando.
"Scusa?" Gwaine, Lancelot, Arthur e Leon lo guardarono male, e Merlyn scoppiò a ridere. "Oh, cielo, che casino."
"Merlyn..." la voce di Arthur fece ridere ancora di più Merlyn, che indicò Percival e disse. "Percival è..." 
Lancelot sospirò, dicendo. "Fammi indovinare, uno dei marchi?" Merlyn annuì con un sorriso.
Percival inclinò la testa. "Uno dei? Ne hai più di uno?" "Ne ho otto."
Percival annuì, leggermente stupito. "Per caso nella tua famiglia qualcuno ha la magia? Solo i druidi ne hanno così tanti, anche se nessuno di loro arriva a otto. Mio zio, ad esempio, arrivava a cinque." "No, mia madre non ha la magia e nemmeno la sua famiglia." "Tuo padre?" 
Merlyn alzò le spalle. "Non l'ho mai conosciuto. E nel caso li avesse, mia madre non ha mai detto niente." "Mi dispiace. Posso sapere cosa è successo?" "Non lo so. So che è vivo, il marchio di mia madre è ancora nero. Ma perché se ne sia andato, o dove sia adesso... Non lo so."
Percival mise una mano sulla spalla di Merlyn. "Mi dispiace, deve essere terribile."
Guardò il gruppo, chiedendo. "Da dove venite? Potrei unirmi a voi?"
Arthur sospirò, annuendo.
Merlyn lo guardò sorpresa. "Non hai... nessuno qui?" "Non ho più nessuno. La mia altra anima gemella, Jana... L'hanno uccisa gli uomini di Cenred, così le nostre due figlie." "Mi dispiace davvero tanto." Merlyn mise la mano sulle enormi mani del ragazzo. "Grazie, Merlyn. A Jana saresti piaciuta."

Il gruppo, il mattino dopo, se ne andò.
Gwaine, dal momento che era arrivato senza cavallo o altro, condivise il cavallo con Merlyn, che continuava a ridacchiare per le storie che raccontava l'uomo, sinceramente divertita dalle sue disavventure.
"Non credevo fosse così divertente, mi sa che la prossima volta verrò con te!" "No,Merlyn." Arthur fulminò dalla spalla la propria anima gemella, che si limitò a scrollare le spalle e rispondere. "Certo, Arthur."
Lei e Gwaine continuarono a parlottare per tutto il tempo, anche fino a quando non si fermarono per riposare, nuovamente vicino a una taverna.
"Tu non devi stare da sola, Merlyn, visto cosa hai combinato l'ultima volta. Magari Leon..." Arthur venne interrotto da Percival e Gwaine, che dissero insieme. "Possiamo restare noi con lei."
Merlyn sorrise, prendendo il braccio di Gwaine ed annuendo verso Arthur. "Con Percival vicino, non credo che qualcuno vorrà tentare la sorte."
Leon annuì, lasciando che i due nuovi arrivati passassero del tempo con la ragazza. Poi si rivolse ad Arthur. "Dovete scegliere come comportarvi nei loro confronti, sire. Informarli della vostra identità potrebbe essere opportuno, dal momento che credo che ci seguiranno fino a Camelot."
Lancelot annuì verso Arthur. "Credo che sarebbe meglio. Così potranno abituarsi subito all'idea di non dover condividere che sono anime gemelle di Merlyn, o la metterebbero in pericolo involontariamente a Camelot."
Arthur annuì, dicendo. "Oggi lo diremo. Andiamo, adesso. Ho visto che ci sono degli artigiani in città, e a quanto mio padre mi ha detto, Balinor ha passato del tempo in questa città. Potrebbe essere riconosciuto da qualcuno di queste persone."

Mentre camminavano per la piazza, Leon si fermò, vedendo un ragazzo lavorare le spade. "Elyan?"
Il ragazzo alzò lo sguardo. "Sir Leon? Principe Arthur!" Si inchinò verso il principe, apparendo sorpreso.
Leon si avvicinò, seguito dai due altri cavalieri. "Non sapevo fossi qui." "Ho viaggiato molto." "Sei ancora alla ricerca, quindi?" 
Leon indicò l'interno del braccio di Elyan, coperto da un panno. Il ragazzo annuì, facendo vedere la frase a Leon, e quindi al principe e all'altro uomo. 
Sono caduta di nuovo!
"Non hai avuto fortuna?" Elyan scosse la testa, sospirando. "Pensavo di tornare a Camelot per stare con Gwen, ma..."
Ad interrompere il ragazzo, che aveva nel frattempo ricoperto la scritta, era stato l'arrivo di Gwaine, Merlyn e Percival.
O meglio, l'arrivo di Percival e Gwaine, e la caduta clamorosa di Merlyn, vicino ad Arthur.
Si girarono tutti a guardarla, mentre lei esclamava "Sono caduta di nuovo!"
Elyan spalancò gli occhi, chiedendo. "Ti sei fatta male?"
Merlyn si voltò verso di lui, inclinando la testa. "Assomigli molto a Gwen." "Gwen è mia sorella."
Merlyn si rialzò, scrollando la polvere dal mantello. "Piacere. Mi chiamo Merlyn." "Sei... mia sorella mi ha scritto su di te... Ha detto qualcosa sul fatto che ti sei presentata come idiota?" "Oh, no. Ho detto che quasi tutti mi chiamavano così, ma solo perché lei aveva detto qualcosa come Mi chiamo Ginevra, anche se quasi tutti mi chiamano Gwen." "Sì, le avevo detto che avrebbe avuto prima o poi una risposta del genere."
Arthur alzò una mano. "Siete anime gemelle?" "A quanto pare, sire." "Sire?" Chiese Percival, sorpreso. "Sono il principe Arthur di Camelot." "Camelot? Non bruciate sul rogo le persone con più di due marchi?" Chiese Gwaine, preoccupato. Merlyn gli diede una gomitata. Arthur, sembrando offeso, rispose. "Non farei mai del male alla mia anima gemella!" "Aspetta, la vostra anima gemella?" Arthur indicò Merlyn ad Elyan, che chiese. "Quanti marchi hai?" "Ne ha otto. Noi siamo sei delle sue anime gemelle. Le altre due sono Morgana e Gwen." "Morgana come in Lady Morgana?" Chiese Percival, a cui Lancelot annuì. "Otto anime gemelle e una di queste è il figlio dell'uomo che ha dichiarato illegale averne più di due?" "Già." "Cosa diavolo sei andata a fare a Camelot?" "A quanto pare, ad incontrare le mie anime gemelle. Ufficialmente, perché dove vivevo era pericoloso secondo mia madre." "E a Camelot no?" "Mi aveva detto di non mettermi nei guai e non attirare l'attenzione su di me." "E lo hai fatto?" 
Merlyn indicò Arthur. "Mi ha arrestato il primo giorno." "Te lo eri meritato." "Mi aveva anche riconosciuto, ma ha proseguito nel fare il bullo." "E non avresti dovuto mancare così di rispetto al figlio del re." "Non avevo idea che foste il figlio del re. Altrimenti..." Merlyn si fermò, inclinando la testa. "No, avrei fatto la stessa cosa, qualcuno doveva avvertirvi che sembravate un asino." "Un asino?" Chiese Gwaine, divertito. "Uno reale." Si corresse Merlyn.
Arthur sospirò. "Sarai la mia morte, vero?" "Sì, sire. Sarebbe un onore, davvero." Gli altri risero.
Arthur guardò i tre nuovi arrivati. "Noi dobbiamo trovare un uomo per conto di mio padre. Quando torneremo al castello, sarete i benvenuti a Camelot. Solo per vostra informazione, mio padre sa che Merlyn è l'anima gemella solamente mia e di Morgana, per sua protezione. Non è al corrente né di Leon, né di Lancelot, né di Gwen. E spero che sarete d'accordo nel continuare in questo modo." "Certo, almeno fino a che Uther sarà re." Ammise Gwaine. "O finché sarà illegale." Fece notare Percival, alzando poi le spalle. "I re continuano a cambiare la loro politica. Non sarebbe inaspettato se anche Uther cambiasse idea, no?" "Visto il suo odio per la magia, non mi sembra molto plausibile."
Percival annuì alle parole di Leon.
 "Riposiamo, per domani arriveremo alla grotta in cui vive Balinor." "Grotta?" Chiese Merlyn, triste. "Grotta. Non è molto per la compagnia, a quanto ho sentito raccontare. Ha passato molto tempo a scappare da Camelot e da ogni altra persona." "Deve essere terribile." Merlyn sembrava davvero triste per la vita che Balinor aveva deciso di condurre. Sperava di poterlo aiutare.

Angolo autrice
Alla prossima per l'incontro con Balinor! Se qualcuno di voi ha visto "L'ultimo signore dei draghi", saprà che non lo convincono facilmente ad aiutare Camelot e Uther. Qui vedremo qualcosa della loro storia.
By rowhiteblack!

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