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L'ULTIMO SIGNORE DEI DRAGHI O FORSE NO

Alla corte di Camelot si tenne un ballo. Balinor, discendente di Lord Ambrosius, ultimo signore dei draghi, accompagnava il principe Uther.

"Allora, Balinor, rimarrai tutto il tempo vicino a me, o trascorrerai dei momenti danzando con le nobildonne presenti qui?"

Il moro fece una smorfia, spostando lo sguardo sulle nobildonne ridacchianti. "Credo che userò l'ospitalità tua e della dolce Ygraine, Uther. Lo sai che non sopporterei di passare del tempo con queste persone."

"Lo so, ne sono purtroppo consapevole. Andiamo, allora. Vedo Ygraine insieme a Gaius e a una donna nuova."


Il duo si diresse verso il gruppo, ed Ygraine regalò un bellissimo sorriso al proprio marito. "Uther. Balinor. Posso presentarvi Hunith, la sorella di Gaius?"


Hunith fece un inchino. "Principe Uther, Ygraine non ha parlato che in maniera brillante di voi."

"Lo spero."

Balinor sorrise alla ragazza. "Piacere di conoscervi, Hunith. Avete un nome bellissimo."

La donna sussultò, apparendo sorpresa. Poi, con un piccolo sorriso, rispose. "Nemmeno il vostro nome è molto male, Sir Balinor."


Balinor sentì il polso riscaldarsi. "Posso chiedervi l'onore di questa danza, Hunith?"

"Sarebbe un onore."

I due si allontanarono insieme, e Uther chiese. "Cosa è appena successo?"

"Credo che siano anime gemelle, Uther."

"Almeno Balinor avrà presto una moglie. Magari i nostri figli saranno vicini, così come lo siamo stati io e Balinor crescendo."

Ygraine rise, baciando sulla guancia il marito. "Frena, marito mio. Abbiamo ancora tempo, prima di dover dare alla luce il tuo erede. Non affrettiamo i tempi per nessuno. La vita è troppo breve per non godersi i momenti uno alla volta."


"La grotta deve essere questa." Disse Arthur, entrando, seguito dagli altri sette.

Merlyn sembrava triste, e leggermente colpevole. "Avremmo dovuto bussare."

"Vedi una porta, Merlyn?"

"Non è comunque educato entrare così. Questa è casa sua e noi stiamo entrando come se non fosse niente."

"Merlyn."

"Chiedo scusa se la cosa vi infastidisce, sire, ma ho ragione e lo sapete molto bene."

Lancelot sbuffò divertito, mentre Leon richiamava i due. "Per favore, Merlyn, non portare avanti una discussione inutile."

"Inutile come in tanto il principe ti ignora. Visto che ho ragione io."

"Merlyn."

Una voce interruppe il dibattito. "Siete entrati in casa mia. A cosa devo la visita?"
Un uomo dai capelli neri e gli occhi blu, con una profonda cicatrice sul lato del viso, guardava il gruppo appena entrato.

Merlyn sbuffò, indicando Arthur e facendogli cenno di parlare.
"Mi chiamo Arthur Pendragon, mio padre..."

"Se sei il figlio di Uther, devo chiederti di andartene."

"Non sai nemmeno cosa sono venuto a chiedere."

"Non mi interessa. Non devo niente ad Uther, e non voglio vedere nemmeno il figlio che ha avuto con l'accordo con Nimueh."

"Accordo con Nimueh?" Leon appariva nauseato.

Balinor annuì. "La magia richiede un equilibrio. Nimueh lo aveva avvertito del prezzo, ma Uther ha voluto comunque proseguire, perché voleva disperatamente un erede. E il prezzo è stata la vita di sua moglie, di Ygraine. Se Uther avesse detto ad Ygraine cosa Nimueh aveva fatto. Ma no, ha preferito agire alle spalle della moglie, e il prezzo l'ha pagato lei. Uther ha indirizzato il suo odio verso la magia. Sai cosa vuol dire avere paura di esistere, Arthur Pendragon? Sai cosa vuol dire non poterti fidare di nessuno se non della tua anima gemella, ma di doverla lasciare indietro? Sai cosa vuol dire avere paura di morire sul rogo?"

Gli uomini sembrarono confusi, non capaci di dire niente, ma Merlyn si fece avanti. "Io lo so."

"Sei giovane, ragazza, cosa ne vuoi sapere della paura?"

"Ho otto marchi. Sono cresciuta senza padre in un villaggio dove i bastardi venivano picchiati. Il fatto di essere una ragazza non li ha mai fermati. Mai. Sono andata a Camelot, dove Uther mi getterebbe sul rogo per essere nata in modo diverso. So cosa vuol dire avere paura, dover lasciare indietro persone che ami e che ti amano per come sei. Ma se lasci che sia la paura a guidarti, non vivrai! I momenti devono essere apprezzati, tutti. Anche se hai paura. Perché, ci saranno sempre delle persone di cui ti puoi fidare, e lasciarle indietro vuol dire non averlo fatto abbastanza."

"Sarebbero morte."

"Allora avresti dovuto chiedere il loro parere. Non puoi compiere delle scelte per altre persone!"

"Otto marchi?"

Merlyn annuì. Poi indicò i sei ragazzi. "Loro sono sei. Le altre due sono Lady Morgana e la sua serva Gwen."

"La figliastra del re di Camelot e il figlio sono due delle tue anime gemelle."

"Sì."

"E tu sei rimasta?"

"Andarmene equivale ad arrendermi. E io non mi arrendo. Non so perché Uther vi abbia ferito. Ma ho conosciuto Nimueh. Ha cercato di distruggere Camelot con una maledizione all'acqua."

"Uther l'ha condannata, ha ucciso molti maghi!"

"E quindi diventare un assassino è il modo giusto per fargli cambiare idea? L'odio  porta solo ad altra morte! Cosa pensate che facciano le persone a Camelot quando vedono i propri cari morire per mano della magia? Acclamarne il ritorno? O cercare in tutti i modi di eliminarla?"

"La magia non è né buona né malvagia!"

"Allora forse dovreste cominciare a fare il primo passo per riaffermarlo, Sir Balinor. Altrimenti non potete condannare il re. Agisce in base a quello che vede."

"Hai otto marchi. Devi avere della magia in te. Uther ti ucciderebbe per quello."

"Accetterei di buon grado la morte, perché saprei di essere innocente."

Balinor rimase fermo.
Poi disse. "Mi occorre del tempo per decidere se venire o meno a Camelot."

"Aspetteremo." Disse Arthur.

"No. Io... verrò dopo. Conosco la strada per venire al castello. Se decidessi di unirmi a voi, verrò al castello."

Arthur sospirò. "Come desideri."

"Da dove vieni, ragazza?"

Merlyn si voltò, confusa. "Da Ealdor."

"Come si chiama tua madre? Conoscevo una persona ad Ealdor."

"Hunith. Si chiama Hunith."

Il gruppo uscì, perdendosi la sorpresa nei lineamenti di Balinor.

***

"Io avevo detto che era meglio bussare."

"Non avrebbe  fatto alcuna differenza, temo." Disse Leon.

Merlyn scrollò le spalle. "Sarebbe stato carino, dico solo questo."

Un rumore fece fermare le chiacchiere.

"Era un ramo, vero?" Chiese Merlyn.

Un altro rumore, e Balinor apparve.

"Hai deciso di venire con noi?" Chiese Arthur, sorpreso.

Balinor disse. "Vorrei sapere un'ultima cosa, prima."

"Chiedi pure." Disse Gwaine.

L'uomo guardò Merlyn. "Tua madre lei.... si è sposata? Con tuo padre?"

"Mio padre non l'ho mai conosciuto. E, no, non si sono mai sposati. So che erano anime gemelle."

"Ti ha parlato del marchio?"

"Qualcosa riguardo al nome. Quello di mia madre dice che il suo nome è molto bello. Lei ha detto che aveva risposto complimentandosi con il nome dell'altro. Ha detto che sarebbe stato carino averli simili?"

Balinor sussultò, guardando la ragazza. Poi, alzò il polso, rivelando il proprio marchio, nero come la pece.
Nemmeno il vostro nome  è molto male, Sir Balinor.

"Hunith è la mia anima gemella. L'ho conosciuta con Gaius, visto che loro sono fratelli." 

Merlyn spalancò gli occhi guardandolo.

"Sei suo padre?" Chiese Leon, stupito.

Balinor annuì, dicendo. "Non sapevo che Hunith aspettasse un figlio. Avrei cercato una soluzione diversa, Merlyn."

"Mi ha detto che non ve lo aveva detto." 

Merlyn sembrava confusa. Arthur mise una mano protettivo sulla spalla della ragazza, che sorrise grata.

Balinor sbuffò divertito.

"Cosa ci trovi di divertente?" Lo aggredì Leon.

"Uther mi aveva più volte detto che avrebbe voluto che i nostri figli crescessero come eravamo cresciuti io e lui. A quanto pare, siete anime gemelle, quindi è stato accontentato."

"Come eravate cresciuti voi e lui?" Ripetè Merlyn. 

"Sono un nobile. Discendiamo dagli Ambrosius."

"Ambrosius?" Chiese Merlyn corrugando la fronte. "Non sono la famiglia di nobili che..."

"Sì. Siamo menzionati nella storia di Camelot. Quando Re Bruta, il primo dei Pendragon, prese il potere sul regno di Camelot, il nostro antenato è stato il primo e inizialmente l'unico a unirsi nel tentativo disperato di Bruta. Vedere quella lealtà ha stupito gli altri uomini al punto da accettare di correre anche loro il rischio."

Elyan scosse la testa. "Ho sentito le storie. Le possibilità di Re Bruta erano minime."

"Il nostro antenato aveva una potente magia."

"Siete anche signori dei draghi, no?" Chiese Arthur, incuriosito da Balinor, suo malgrado.

"Esattamente. Sono un signore dei draghi. Il cognome Pendragon in realtà deriva da quello. Bruta lo adottò dopo aver conquistato Camelot. Il nostro antenato, secondo gli altri nobili, era l'unico che riusciva a domare il carattere orribile del re. E scelsero come suo cognome Pendragon. Una specie di legame indissolubile tra le due famiglie."

"Quel legame c'è ancora." Fece notare Arthur, indicando se stesso e Merlyn.

"Non è la stessa Camelot, non è la stessa situazione."

"Perchè?" Chiese Merlyn, inclinando il capo.

"Il primo Ambrosius si sarebbe gettato in faccia al pericolo per Bruta. Puoi dire lo stesso, figlia mia?"

"Mi getterei all'inferno per lui." Rispose senza esitazione la ragazza, sfidando con lo sguardo il padre.

Balinor sorrise, dicendo. "Adesso capisco."

"Cosa?" Chiese Percival.

"In realtà hai un desiderio di morte."

"Non ho un desiderio di morte!"

"Hai otto marchi e vivi a Camelot."

"Vivrei dovunque fossero loro." Rispose Merlyn, indicando le sei persone dietro di lei, ma alludendo a otto persone.

"Allora sei una persona migliore di quanto non fossi io alla tua età. Oserei dire che crescere in campagna e non in un castello fortifica notevolmente il carattere."

Merlyn apparve confusa dalla frase, ma Balinor non permise alla ragazza di chiedere niente. "Quando partiremo?"

"Ci metteremo in viaggio dopo aver riposato momentaneamente. I cavalli sono stanchi per il viaggio precedente. Avete un cavallo, Sir Balinor?" Chiese Arthur, guardando l'uomo che annuì semplicemente. "Ne possiedo uno, sì."

"Allora tra poco partiremo."

"Grazie, principe Arthur."

***

Arrivati a Camelot, Uther attendeva sulle scalinate il vecchio amico.
"Balinor, è passato molto tempo."

"Non per colpa mia, Uther. Quindi? Ho accettato di venire perchè ho presupposto che non avresti messo in pericolo il ricordo di Ygraine in maniera così sfacciata se il tuo desiderio era di uccidermi. Ti ho valutato male, o grande re?"

Uther scosse la testa. "No. Di recente mi sono reso conto che avevo risposto in maniera sbagliata alla magia. I druidi sono un popolo pacifico, e non hanno mai cercato vendetta per la grande purga, preferendo la pace. Ho voluto fare pace con loro e così vorrei fare con te e con il grande drago. Libereremo Kilgarrah, e vorrei che tu lo convincessi a non cercare vendetta sul mio popolo. Non hanno colpe per i miei errori."

"Posso comandare Kilgarrah."

"Accetterai di tornare al mio fianco come in passato, Balinor?"

L'uomo annuì, sorridendo improvvisamente. "È bello rivedere il vero voi, Uther. Temevo che fosse persa per sempre quella bontà che viveva in voi."

"Ho scoperto di recente che basta molto poco per riaccenderla."
Uther fece cenno alle sue spalle, indicando una donna che stava scendendo le scale molto velocemente.

"Balinor!"

"Hunith..."

I due si erano incontrati a metà sulla scale, prima di baciarsi in maniera appassionata, facendo diventare bordeaux Merlyn.

Gwaine fischiò. "I tuoi ci sanno fare, Merls."

La ragazza lo colpì sul braccio, offesa personalmente.

Arthur sorrise per l'imbarazzo della ragazza, anche se cercò di allontanare senza essere notato la giovane dallo sguardo del padre.

Uther, nel frattempo, si era avvicinato al gruppo, fermandosi davanti al figlio e alla ragazza.
"Da giovane speravo che i Pendragon e gli Ambrosius potessero proseguire nella loro amicizia ed alleanza, e adesso spero sempre di più che questo dimostri che avevo ragione nello sperare. Sapere che, almeno per il futuro, Ambrosius e Pendragon saranno ancora legati, mi riempie il cuore di speranza e gioia."

Poi si congedò, interrompendo l'incontro tra Balinor e Unith, parlando a bassa voce con l'amico perduto da tempo.


****


Merlyn scoprì il giorno dopo cosa significava essere una nobile. A quanto pare, Uther aveva annunciato a tutta la corte che Merlyn era di sangue nobile. E, tutti quei dignitari che prima la guardavano come se fosse sporcizia, improvvisamente si accalcavano attorno a lei, cercando disperatamente un affare, un accordo probabilmente sigillato da un matrimonio.

In quel momento, ad esempio, Merlyn stava evitando disperatamente le attenzione di Sir Bryan, uomo di mezza età, poco più giovane di Balinor o Uther, che la stava seguendo per elogiarne i bellissimi e diafani lineamenti.

"Mia signora, è stato difficile ritrovarvi."

Merlyn sospirò tristemente. Quella mattina avrebbe dovuto occuparsi del tiro al bersaglio con i coltelli, non evitare un nobile vecchio e senza cervello alcuno. Povere donne, e povera Morgana.
Magari se avesse colpito lui invece dei bersagli, avrebbe capito l'antifona e si sarebbe allontanato.

"Sir Bryan, vedo che nonostante i miei migliori tentati, siete comunque riuscito a trovarmi."
Guardandosi attorno, Merlyn sobbalzò. "Avete visto anche voi?"

"Cosa, Lady Merlyn?"

"Credo che... oh, era troppo orribile per essere descritto a parole."

"Andrò a controllare per la vostra sicurezza, mia signora. Rimanete nei corridoi frequentati, per cortesia."

"Lo farò, grazie."

Appena il lord sparì, Merlyn si voltò e iniziò a camminare molto velocemente.
Evitò ancora un paio di servi che la guardavano con sospetto per essere la figlia di un signore dei draghi, anche se George la salutò con un sorriso e un cenno della mano.

La sua fuga venne interrotta da Lord Syrian. "Lady Merlyn, il vostro sorriso è accecante per i miei occhi."

"Potete voltare lo sguardo allora." Rispose imperturbabile la ragazza, sorridendo perfino alla fine della frase.

Quando cercò di superarlo, il lord iniziò a seguirla. "Non dovreste girare da sola per i corridoi, Lady Merlyn. Il castello è pericoloso per chi non lo conosce."

"Apprezzo la premura, ma è indesiderata e inutile. Potete tornare a svolgere i vostri doveri, sir."


La ragazza vide infondo al corridoio Arthur e Leon parlare e, con un respiro profondo, corse verso di loro.

"Attenta." Leon la afferrò prima che cadesse.

"Grazie, Leon. Per favore salvatemi dal vecchio bavoso." Merlyn accennò all'uomo che si stava avvicinando al trio.

Arthur guardò male Lord Syrian.
"Spero che non stiate importunando la mia anima gemella, Lord Syrian."

L'uomo impallidì, voltandosi per allontanarsi da loro.

"Tutto bene, Merlyn?"

"Adesso sì. Grazie, Arthur."

"Temo che peggiorerà e basta."

"Se sento qualcuno complimentarsi ancora per i miei lineamenti diafani, giuro che lo picchio con i forconi per il camino. E perchè Margaret è venuta a portarmi la colazione?"

"Sei una nobile, è  previsto che i servi ti portino i pasti."

"Sono perfettamente capace di procurarmeli da sola."

Arthur alzò le spalle, dicendo. "Lo sappiamo e nessuno lo mette in dubbio. Ma è così che è sempre stato e sarà."

"Mi sento un'ipocrita." 

Leon ed Arthur si sorrisero, dicendo. "Merlyn, se mai ti accusassimo di essere una menefreghista, sei autorizzata a prenderci a pugni." 

La ragazza sorrise guardando Arthur. "Davvero, sire? Posso farlo?"

"Hai un'espressione troppo allegra."

"Ops."

Il trio si allontanò insieme, contenti di non doversi preoccupare di niente altro al mondo se non l'uno dell'altro

Angolo autrice
Ehy! So che è un pochino OOC, ma in questa fic, voglio un buon padre Uther. Ne ho bisogno fisicamente.
Detto questo, che ne pensate? Ce la vedo davvero Merlyn fare storie con tutti ed essere una sass queen con tutti i nobili, sia da serva sia da nobile. Quando uno ha classe da vendere...

(Arthur è solamente una drama queen. Niente da fare, lo sarà sempre. Un drama dollophead, forse, è più appropriato.)

By rowhiteblack

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