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IL QUARTO VIENE DA SE'

Aver bevuto del veleno per il principe aveva senza dubbio colpito persino il re, che la ringraziò ancora per essere una fidata alleata nella lotta contro la magia.
Quando lo aveva raccontato a Gaius, il medico aveva sospirato e aveva mormorato contro l'idiozia dilagante a Camelot. Non era sembrato impressionato del suo ruolo. Peccato, aveva sperato in delle lodi, ma avrebbe dovuto farne a meno, a quanto pareva.

Quella sera, mentre stava sistemando l'armatura del principe, Arthur arrivò con il suo solito sguardo di disapprovazione che riservava oramai alla ragazza per il rischio che aveva corso inutilmente. Quando Merlyn aveva fatto notare che era stato per salvargli la vita, il principe non aveva sollevato ulteriormente l'argomento.
"Allora, Merlyn... stasera ci sarà un banchetto, quindi dovrai..." "assicurarmi che il tuo calice non rimanga mai vuoto, sperando che nessuno cerchi di avvelenarti. Diventerebbe fastidioso e ripetitivo. Leggermente noioso, secondo me."
"Merlyn." "Chiudi la bocca?" "Esattamente."
La serva fece un inchino chiaramente sarcastico, aspettando che il principe parlasse. "Quello che volevo dire era che avrai la serata libera. Morgana ha detto che devi passare da lei non appena ti lascerò libera, quindi finisci quella e poi sparisci dalla mia vista."
"Ferma, ferma... ho la serata libera?" "Sì, è quello che ho detto." "Chi siete voi, e cosa ne avete fatto del principe Arthur?"
Il principe sbuffò divertito e infastidito al contempo, emozioni che oramai provava spesso accompagnati, soprattutto quando qualcosa riguardava la sua serva ed anima gemella.
"Merlyn..."
"Certo, certo." 
La serva finì di sistemare l'armatura del principe, e appena fatto guardò Arthur in attesa.
Sentendo il silenzio, il principe alzò lo sguardo dalla pila di fogli che aveva sul tavolo, osservando la propria armatura perfettamente in ordine. "Credo che sia il lavoro migliore che tu abbia mai svolto al mio servizio. Non che ci voglia tanto, in effetti." "Clotclope." "Come?" "Clotclope." "Non è nemmeno una parola." "Lo è, invece." "Definiscila." "In due parole?" 
Dopo che Arthur ebbe annuito, Merlyn, sorridendo, rispose. "Principe Arthur."
Poi, si abbassò molto velocemente per evitare il calice che era stato scagliato nella sua direzione. "Non vedo molte qualità regali in voi, sire. Credo che dovreste allenarvi ancora." "Sparisci dalla mia vista." "Come desiderate, sire."

Merlyn era uscita saltellante dalle stanze del principe, perdendosi l'enorme sorriso sul volto del nobile. Avrebbe avuto una brutta sorpresa, di questo ne era sicuro.
Raggiunte le stanze di Lady Morgana, la serva bussò allegramente, venendo fatta entrare da una Gwen sorridente.
"Allora, Arthur ti ha detto che sarai presente come ospite e non come serva?" "Lo ha accennato, mia signora."
Morgana sbuffò al titolo di riguardo, ancora non avendo potuto convincere la giovane serva a non usarlo con lei.
"Non ti svelerò la ragione dietro a ciò, ma ho deciso che, in quanto anima gemella riconosciuta a corte dei due nobili più importanti, tu dovrai presentarti con un degno abbigliamento e..." "Non posso indossare un vestito, mia signora. Svelerebbe i miei marchi e non possono essere visti. Verrei bruciata prima di riuscire ad andarmene."
Morgana sussultò al promemoria dell'enorme pericolo corso dalla propria anima gemella quotidianamente, apprezzandone ancora di più il coraggio: una persona disposta a rischiare la propria vita ed incolumità soprattutto per il figlio dell'uomo che l'avrebbe uccisa senza pensare due volte alle conseguenze meritava tutta la stima di questo mondo. Ed era proprio per questo che la nobildonna era ancora più determinata a farle godere la serata.
"Io e Gwen faremo in modo che i tuoi marchi siano ben nascosti, non devi temere per quello. Non ti faremmo mai correre dei rischi." "Giusto, per quello basto io."
Gwen e Morgana fulminarono la serva con lo sguardo, anche se Merlyn alzò in risposta gli occhi al cielo: se non potevi scherzare dopo essere quasi morta, quando potevi farlo?
Le due donne la lavarono, ammirando i suoi marchi e ridendo dell'enorme Correre che faceva capolino sulla sua spalla destra, dovendo nasconderlo con uno scialle.
Mentre Gwen l'aiutava a lavare i capelli, Merlyn chiese. "Perché avete detto che ero la vostra anima gemella, lady Morgana?" "Io e Gwen abbiamo deciso di comune accordo di far credere ad Uther che tu fossi l'anima gemella mia e di Arthur. Questo dovrebbe proteggerti dai nobili in visita. Nessuno di loro ti ferirà per la tua lingua lunga, essendo tu l'anima gemella del figlio e della protetta del re."
Merlyn sorrise grata, prima di chiedere all'altra serva. "E a te non crea problemi questo?" "Niente affatto. Se si fosse sparsa la voce che avevi una terza anima gemella, o peggio che ne hai otto... non oso immaginare cosa ti farebbe Uther."
"Non credo che mi ucciderebbe, però." Disse Merlyn, spiegando poi. "Uccidere l'anima gemella di qualcuno farebbe soffrire anche l'altro enormemente. Se io dovessi morire, voi ed Arthur ne soffrireste. E non penso che Uther faccia soffrire i suoi figli in questo modo, non volontariamente, almeno."
"Uther non è mio padre." "No? Io... chiedo scusa, mia signora, avevo supposto che... chiedo scusa per il fraintendimento." "Sono la sua protetta." "Sì, lo avevate già detto, ma io credevo che intendesse che non avreste ereditato il trono non che... non aveste legami di parentela." "Mio padre era Gorglois, un cavaliere alleato di Uther. Alla sua morte, e a quella di mia madre, Uther mi ha protetto in onore di quella amicizia e fedeltà." "Mi dispiace se vi ho riportato dei brutti ricordi in mente, non era mia intenzione, mia signora."
Nel frattempo, Gwen l'aveva aiutata ad uscire dalla vasca, asciugandole i capelli nel frattempo.
Morgana disse. "Non... è comprensibile come errore, Merlyn, non sono arrabbiata. Solo che non ho molti ricordi di mio padre e... fa male." "Lo capisco." Davanti agli sguardi consapevoli delle due donne, Merlyn annuì, dicendo. "Non ho mai conosciuto mio padre, è sparito prima che io nascessi."
Morgana la abbracciò, facendo arrossire la ragazza ancora svestita.
"Scusa, scusa."
Gwen fece indossare un vestito rosso Pendragon, e Merlyn lo osservò, confusa. "Ma..." "Sei l'anima gemella dei figli di Uther Pendragon, ovviamente indosserai il nostro colore, Merlyn." "Sembrate molto possessiva. E perché Gwen può non indossare un abito così formale?" "Io svolgerò i miei doveri di serva, tu potrai goderti i festeggiamenti." "Questo vuol dire che potrò finalmente assaggiare del vero vino? Mia madre non si è mai fidata di lasciarmi bere qualsiasi cosa di alcolico, aveva paura per la mia goffaggine!" "E a ragione." Notò Morgana, facendo cenno a Merlyn di sedersi per essere truccata.
"Non vorrei offendere il re con questa arroganza, mia signora." "Non lo farai, fidati di me. Uther ne sarà contento."

Arthur e Leon erano insieme a bere del vino, quando Uther si avvicinò loro.
"Arthur. La tua anima gemella?" "Credo che Morgana abbia dovuto convincerla ad indossare un vestito." "Sì, immagino che Merlyn non avrà altra scelta che accettare che Morgana non si lascerà dissuadere."
I due uomini più giovani sussultarono al sorriso del re, che proseguì. "Ho avuto una conversazione interessante con la ragazza e..." "Padre?" "Mi ha detto di non aver mai conosciuto suo padre, e sua madre non ha mai parlato di lui."
Prese un sigillo dalla tasca, porgendolo al figlio. "Questo era di tua madre, Arthur. Del suo casato. Era la mia Anima Gemella, e me lo ha donato quando ci siamo incontrati per la prima volta."
Arthur lo prese, stupito. "Padre?" "Domani mattina, vieni a trovarmi. Ti mostrerò le sue vecchie stanze, prima che convivessimo. Era ancora utilizzato da lei dopo il matrimonio, quando voleva della pace e della tranquillità dalla corte. Penso che... potrai mostrarlo anche a qualcuno di cui ti fidi."
Uther si allontanò a grandi passi, e Arthur sussurrò. "Mi ha appena parlato di mia madre? E solo perché Merlyn glielo ha suggerito?"
"Deve avere preso in simpatia la giovane ragazza, sire." "Sembrerebbe."
Leon si voltò, sussultando. "Sono contento che Morgana l'abbia convinta."
Anche Arthur si voltò, vedendo la propria serva in un vestito rosso Pendragon, truccata in modo simile a Morgana, sul blu invece che sul verde.
Camminava poco dietro la nobile, ma leggermente avanti rispetto a Gwen che, appena entrate, si spostò subito verso il muro insieme agli altri servitori.
Morgana, scoprendo Arthur e Leon, condusse una Merlyn scontrosa verso di loro.
"Arthur! Ho convinto Merlyn ad essere più femminile." "Se inciamperò nel vestito e morirò, almeno avrete la scusa di avermi fatto apparire più femminile. Dovrà essere di grande conforto quando mi ucciderò da sola."
Morgana ridacchiò, guardando Arthur che disse. "Stai molto bene, Merlyn. Il rosso ti dona." "Grazie, altezza. Anche se sembra essere più il vostro colore che il mio."
Morgana sospirò, imitata da Arthur stesso.
Poi fece cenno verso Leon, dicendo. "Merlyn, questo è il mio primo cavaliere, Leon. Leon, la serva che si è messa nei guai non appena è entrata nel castello."
Merlyn inclinò la testa, dicendo. "Sono stata presentata in modi peggiori."
Poi fece una riverenza verso Leon, dicendo. "Un onore incontrarvi, Sir Leon. Finalmente posso associare un volto alle storie che ho sentito."
Leon sussultò, guardando Arthur sentendosi in colpa.
Arthur sembrò confuso, così come Morgana, ma la frase successiva di Leon fece bloccare Merlyn sul posto.
"Non occorre nessun Sir," Merlyn spalancò gli occhi, incrociandoli con Leon mentre il cavaliere finiva la frase. "dal momento che siamo anime gemelle."
La caviglia sinistra di Merlyn si riscaldò piacevolmente.
"Leon?" Arthur guardava Merlyn stupito. "Penso di vedere uno schema, qui." Commentò Morgana.
Poi guardò Leon. "Mi accompagneresti in una danza, Sir Leon? Vorrei rivelarvi qualcosa su Merlyn e me."
Arthur guardava Merlyn rimasta immobile, che poi sospirò stanca e disse. "E io come spiego a mia madre che continuo ad avere anime gemelle vicine a un uomo che vorrebbe uccidermi per questo? Mi spellerà viva!"
Arthur scoppiò a ridere, dicendo. "Leon è un brav'uomo, Merlyn, sono sicuro che acconsentirà a reggere il gioco che Morgana e io abbiamo iniziato."
Merlyn sorrise, dicendo. "Vi ringrazio, Arthur, ma... mi sembra ingiusto che né Leon né Gwen possano festeggiare. L'anima gemella è sacra, e io condanno sei persone a mentire su essa." "Sarete comunque vicini, veri amici. Non occorre formalizzare la cosa. E Tom, e probabilmente i genitori di Leon verranno informati della cosa, quindi non devi preoccuparti per quello."
Merlyn sospirò. Poi sorridendo, disse. "Incredibile, è stato il migliore." "Come scusa?" Arthur la guardò offesa, e Merlyn spiegò. "Voi eravate un bullo e mi avete chiuso nelle segrete, Morgana era convinta fossi Gwen e parlava male di voi; Gwen mi ha colto mentre venivo colpita dalla frutta marcia. Almeno non sono ancora caduta, non mi sono umiliata o messa nei guai."
Arthur sorrise, annuendo. "Hai fatto un buon punto. Solo che... ho mentito quando ho detto che non c'erano problemi." "Sire?" "Non mi piace l'idea di condividerti con altre persone e..." "Sire, non dovete temere che io scelga tra voi e una di loro. Al massimo, convincerò tutti gli altri ad esservi leale come sono io."
Arthur vide la sincerità nello sguardo della ragazza, ed annuì una volta sola.

In quel momento, Uther prese la parola, e Arthur si scusò da Merlyn per portarsi dietro il padre. Merlyn osservò curiosa il sorriso soddisfatto sul volto di Morgana e su quello di Leon, anch'essi dietro la schiena del re.
Uther iniziò a parlare.
"I questi ultime settimane, Camelot è stata aggredita più volte dalla magia, e la vita di mio figlio messa più volte in pericolo da stregoni, spinti dalla rabbia e dalla vendetta, e alcuni dall'avidità. Ammiriamo molto i gesti eroici di cavalieri e di mio figlio stesso, ma c'è un coraggio diverso che vorrei premiare oggi. I cavalieri sono addestrati fin dalla nascita per questo scopo, per difendere il regno e il principe. Ma una ragazza di campagna si è rivelata pronta a tutto per proteggere mio figlio. Merlyn, da Ealdor, vieni avanti."
Merlyn sconvolta, si fece avanti con passi tremanti, inchinandosi davanti al re, e alzando lo sguardo solo quando Uther glielo ordinò.
"Hai dimostrato un'incredibile lealtà verso mio figlio, Merlyn da Ealdor. Sono grato di averti reso la servitrice di mio figlio. Meriti una ricompensa per quello che hai fatto. Cosa desideri?"
Merlyn chinò il capo, dicendo. "Sono onorata di essere la serva del principe Arthur, vostra altezza, e sarà un onore fino alla morte, sire."
Arthur sembrò stupito dal rifiuto della ragazza di ricevere alcuna ricompensa, ma Uther sorrise, come se se lo aspettasse.
"Dal momento che rifiuti di chiedere qualunque cosa, sarà mia premura offrirti una ricompensa da parte mia. Da oggi fino al giorno della tua morte, sarai una cittadina libera di Camelot, ritenuta un'amica del regno e della famiglia reale."
Uther infilò un ciondolo al collo della giovane, che rabbrividì impercettibilmente per la vicinanza del re al marchio sulla spalla.
"Inoltre, da oggi in poi, sarai un membro del consiglio reale, avendo più volte espresso lealtà al regno, ai suoi abitanti e avendo dimostrato coraggio, empatia, e saggezza."
Merlyn guardò Uther negli occhi, mormorando. "Potrei continuare a servire vostro figlio, però?"
La corte sembrava stupita, Arthur lo era più di tutti. Morgana e Leon sorrisero, contenti della lealtà della loro anima gemella. Uther annuì. "Se lo desideri, certo. Gaius ti porterà con sé alla prossima riunione del consiglio."
Poco dopo, Uther disse. "Ti ringrazio, Merlyn, per aver salvato mio figlio. Avevi ragione, non esiste dolore più grande che perderne uno."
Merlyn sorrise timidamente, inchinandosi al re e rimanendo sorpresa quando egli iniziò un applauso per lei.

Arthur la trovò su un balcone, con le lacrime agli occhi. "Merlyn, cosa?" "Mi ha ringraziato e io gli sto mentendo. Come..."
Il principe sorrise, avvicinandosi a lei. "Merlyn, promettimi che non rivelerai niente a mio padre." "Non lo farò, no. Non sono stupida e non ho un desiderio di morte." "Viste le situazioni in cui ti sei trovata negli ultimi tempi, stento a crederci, sai?"
Merlyn sorrise, alzando le spalle. "Me lo merito, vero?" "Andiamo. Morgana ha trascinato Leon nelle mie stanze, potremo festeggiare per conto nostro. E Merlyn, dovremo discutere delle cose che dovrai fare come mia serva, senza però farti svolgere tutti i doveri come essa. Potrei lasciarti la gestione delle mie stanze, se lo desideri." "E del cibo e dell'armatura." "Perché?" "Hanno già cercato di avvelenarti, non voglio ci ritentino."
Dopo qualche istante, Merlyn si rese conto di aver usato una mancanza di riverenza verso il principe, ma quando fece per scusarsi, quello la abbracciò. "Sono contento che non continui sempre con il voi, Merlyn."

Angolo autrice
Alla prossima!
By rowhiteblack




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