16. Can I?
PASSATE A LEGGERE LA MIA ALTRA STORIA "DEAR EMILY" GRAZIE MILLE.
Il villaggio turistico "Morning Side" offriva una vasta gamma di divertimenti, da due campi da tennis a una vasta sala giochi, dai gonfiabili per i bambini a una pista da ballo per i ragazzi. Potevi trovarci di tutto. La sera io insieme a un gruppo di ragazze del posto, andavamo a ballare fino all'alba, per poi correre ad ammirare il sole emergere dal mare.
Quella era esattamente una sera come le altre, ero lì con le mie amiche aspettando che qualche bel giovanotto ci si avvicinasse e nel mentre sorseggiavamo un cocktail alla frutta. Niente alcol nel locale.
Ridacchiavo per una stupida barzelletta che Amy aveva appena finito di dire, quando sentì qualcuno picchiettarmi sul fianco. Quando mi girai un ragazzino di circa dieci anni mi guardava col petto gonfio e le guance rosse.
- Si?- chiesi sorridendo.
- Vuoi ballare?- lo chiese con una rapidità tale che quasi non lo capì.
Mi guardai alle spalle e vidi le mie amiche sorridere intenerite e annuire con la testa.
- Certo- mi prese per mano e mi tirò nel centro della pista. Non ricordo che canzone fosse.
- Come ti chiami ometto?- aveva poggiato una mano tremante sul mio fianco e una era stretta nella mia.
- Mi chiamo Alex, non mi chiamare ometto, sono il più alto nella mia classe- sorrisi divertita.
- E dimmi Alex, non sei un po' giovane per essere qui?- lui mi guardò offeso. I suoi occhi erano verdi come una foresta.
- Non è vero, ho già 11 anni- mi mostrò un sorriso sdentato e notai che tra i due incisivi c'era un po' di spazio. Rimaneva comunque incredibilmente carino.
- Non ti dispiace ballare come una vecchia come me?- chiesi ridendo quando tentò di farmi fare una giravolta.
- No affatto, trovo tu sia molto bella- arrossì a quelle innocenti parole, i ragazzi della mia età quelle cose non me le dicevano nemmeno. Si complimentavano forse per quanto fossi sexy, non mi hanno mai detto con quella candida onestà che mi trovassero bella.
- Ti ringrazio- ballammo ancora per qualche minuto prima che un alto ragazzo ci si avvicinasse picchiettando sulla mia spalla. Quando mi voltai rimasi a bocca aperta. Davanti a me c'era la versione maggiorenne di Alex.
- Ti dispiace se te la rubo per un minuto fratellino?- chiese sorridendo e mostrando una fila di denti perfetti.
- In realtà si- disse il ragazzino imbronciandosi.
- Bè, non mi importa- spinse leggermente Alex e prese il suo posto avvicinandosi al mio corpo, molto più di quanto avrebbe osato il bambino dagli occhi verdi, che ancora ci guardava.
- Eddai Harry. Ci stavo ballando io- protestò alzando la voce. Harry mi stava guardando seducente, ma si girò per guardare suo fratello.
- Sparisci Alex. La mamma si starà chiedendo dove sei finito- con non poche proteste venimmo lasciati soli.
- Io sono Harry, piccola- si avvicinò al mio viso e sussurrò nel mio orecchio quelle parole.
- Chiamami pure T/n- dissi studiandolo in ogni curva e in ogni angolo del viso.
- Un bellissimo nome per una bellissima ragazza- Smielato? sì. Banale? troppo. Funzionava? al 100%.
- Grazie, è gentile da parte tua, cacciare tua fratello un po' meno- mi dispiaceva per il ragazzino che, seduto accanto a sua madre, ci osservava dal fondo della sala cercando di incenerire il fratello maggiore.
- Sono sicuro che gli passerà. Con quel faccino che si ritrova è pieno di corteggiatrici- ridacchiai osservando i lunghi ricci solleticare una delle mie mani appoggiata sulle sue spalle.
- Chi mi dice che anche tu non abbia una fila di ammiratrici fuori dalla porta?- chiesi alzando un sopracciglio.
-Mi stai forse dicendo indirettamente che sono bellissimo?- solo in quel momento notai delle profonde fossette solcargli il viso pulito.
- O forse c'è un mucchio gente con pessimi gusti- ribattei pronta.
- Ehy così mi offendi. E poi si sa, chi disprezza compra- fece premere il suo petto contro il mio e cercai di allontanarmi. Sua madre era a dieci passi da noi.
- Sei sfacciato- mi fece fare una giravolta e mi acchiappò velocemente.
- Non devi far finta che io non ti piaccia, tu a me piaci, molto- sbuffò sul mio collo scoperto producendo brividi che percorsero per intero la mia spina dorsale.
- Come faccio a sapere che tu non abbia detto queste cose a un'altra ragazza dieci minuti fa?- lui si imbronciò offeso. Ora sì che assomigliava ad Alex.
- Sono qui con mia madre, la mia sorellina e il mio fratellino undicenne. Non credo di poter essere definito un playboy- ridacchiai vedendo il suo sguardo serio e a lui brillarono gli occhi.
- Ehy, sono riuscito a farti ridere alla fine- lo disse con tale innocenza che mi fece ridacchiare anche di più.
- Chissà come sarai quando ti dirò le mie barzellette allora- era così emozionato. Era proprio bello.
- Non vedo l'ora di ascoltarle- mormorai appoggiando la mia testa sulla sua spalle e mormorando quelle parole sul suo petto.
Lasciò andare la mia mano e le appoggiò entrambe sui miei fianchi, le mie strinsero in automatico il suo collo. Aveva un odore di mele e tabacco. Ci allontanammo in modo da guardarci negli occhi, i suoi erano più chiari di quelli di Alex, se quelli del fratello erano una foresta i suoi erano un verde incontaminato prato.
- Posso?- annui leggermente senza neanche pensare al fatto che fosse uno sconosciuto. Si chinò leggermente e strofinò piano le nostre labbra prima di congiungerle in un delicato e morbido bacio.
Quando ci staccammo probabilmente stavo sorridendo come un'ebete.
- Posso anche aspettare l'alba con te per raccontarti ogni singola, francamente orribile, barzelletta che ho in serbo?- sorrisi e ridacchiai nel vedere le sue fossette marcare ancora più profondamente le sue guance.
Lo baciai di nuovo e mi strinsi al mio petto. Era inutile fingere. Anche a me piaceva molto.
PASSATE A LEGGERE LA MIA ALTRA STORIA "DEAR EMILY" GRAZIE MILLE.
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