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Capitolo 10

La notte avanzava con il suo manto splendido. La foresta dei cedri cantava con i gufi e le civette,un leggero vento soffiava. Il cielo era tempestato di stelle,la luna era crescente ma non ancora nella fase massima della sua pienezza. Avere al mio fianco Alex mi dava sicurezza. Amavo il suo profumo ma non avevo mai osato chiedergli di che marca fosse. Eppure sentivo il mio stomaco e la gola bruciare. Sapevo che era sete e la odiavo. Per quanto avrei potuto resistere? 

"Hai detto che la filastrocca ci dovrebbe portare in un qualche posto segreto?". Mi chiese lui. Avevamo parlato a lungo della cosa ma riuscire ad interpretare quella strana mappa non era impresa facile. "Già,ma chissà cosa si nasconde in questo posto". Stavo cercando di scervellarmi,cercare di interpretare almeno la prima parte dell'indizio.

"Si cita l'estremo angolo del nord". Ragionò Alex. "La il freddo non arriva mai...hey...". Ebbe un illuminazione. Lo vidi dalla luce che emanavano i suoi occhi.

"Forse ho capito, a Nord c'è il mare,deve essere per forza una zona tropicale".

"E quindi potrebbe essere cosa?". Feci io.

"L'estremo angolo del nord...mmm...credo si riferisca alle isole pacifiche,si trovano a nord e...estremo...". 

Parve un po' perplesso.

Anche a me venne un illuminazione.

"L'estremo angolo del nord". Esclamai." Le isole formano un angolo,se ben ricordo e sono circa una trentina. Quei territori sono talmente selvaggi che alcune di queste isole sono ancora inesplorate".

"Hai studiato bene". Commentò lui con un certo compiacimento. Sorrisi. Si, mi pareva l'unica cosa certa...Poi...se c'era una locanda...Stavo andando un po' in crisi. Come poteva esserci una locanda che un tempo era  felice ma ora avvolta nell'oscurità?

"Beh,una parte la abbiamo capita". Disse ancora lui, mettendomi un braccio sulle spalle. Il suo odore mi faceva impazzire. Sentivo le gengive dolermi.

"Dunque ora dobbiamo superare questa foresta e poi ci serve una cartina. Il viaggio è lungo ma la direzione è quella giusta". Dissi io,ricordandomi un po' di geografia del regno. Dopo la foresta dei Cedri c'era il confine con la nostra corte. Oltre il confine c'erano le colline dette Tortuose, per la difficoltà dei mezzi nell'attraversarle. Li il clima era mite,abbastanza regolare. Trovare una strada per attraversare le colline Tortuose era l'ideale per raggiungere la zona balneare che avevo visto solo una o due volte quando ero piccola durante un viaggio con i nonni in estate. Immaginai il mare,che incredibile spettacolo. 

"Come facciamo?". Chiesi io. Cioè io posso muovermi solo di notte". Dissi quella frase con un certo rammarico.

"Sai conviene anche a me". Disse lui.

"Senti". Aggiunse poi. " Penso che dovremmo procurarci dei cavalli,tu quanti soldi hai?".

"Non mi bastano per prendere un cavallo". Sospirai io.

"Daccordo". Fece lui. "Nel mio zaino ho un piccolo tesoro,basta e avanza".

Avevo dimenticato che i Coradin a livello economico se la spassavano.

"Sai cavalcare vero?". Mi fece lui.

"Qualche anno fa ho seguito un corso di equitazione,ma non sono ancora molto esperta". Ammisi io.

"Non c'è problema". Ribadì lui. "Vuol dire che ti seguirò perchè non ti faccia male".

La cosa non mi suonò molto bene. Stavo diventando un vampiro.

Glielo feci notare:"Alex non credo che un cavallo possa ferirmi adesso".

"La trasformazione non è ancora completa,da quel che ne so,ci vuole un po' di tempo". Rabbrividii.

Era buio ma dovevo avere un aspetto orrendo perchè mi chiese:" Hai tanta sete?".

Non risposi di si,non sapevo realmente cosa fare.

"Perchè mi dici questo?".

Lui mi scrutò per un lungo istante prima di dire:" I tuoi occhi hanno dei cerchi spaventosi,forse dovresti...". Si scostò una manica dal braccio mostrando la pelle nuda.

"No". Lo bloccai io,allontanandomi.

"Ne hai bisogno". Cercò di persuadermi lui. Non avevo intenzione di bere il suo sangue. Perchè avrei dovuto? 

"Ascolta io credo che forse dovrei aspettare che i miei canini abbiano finito di crescere e poi si vedrà". Riuscii a dire. Il dolore alla bocca si fece più forte. Lui sembrò notarlo.

"Carol, stanno crescendo ora?". Mi domandò.

"Si". Dissi io.

Facevano male,bruciavano,non riuscivo più a sopportarli.

"Non hai qualcosa contro il bruciore alle gengive?". Chiesi io cercando di mantenere un certo contegno,nonostante il dolore fosse abbastanza acuto. Lui sembrava mortificato."Mi dispiace Carol,io...non ho niente". Mi prese una mano. "Non fa niente". Dissi io. "Si,ce la faccio". Cercai di convincere me stessa mentre continuavamo a camminare. Lui mi tenne per mano,sapevo che percepiva la mia tensione e cercavo di mantenere la calma. Ma ad un certo punto non ne potei più,le lacrime cercavano di uscire violente dai miei occhi.

"Non ce la faccio". Sospirai mentre lui mi guardava con sguardo preoccupato.

"Fa vedere a che punto sono". MI intimò.

Aprii un po' la bocca. Lui commentò dopo aver dato una piccola occhiata." Direi che hanno quasi finito,tranquilla". La richiusi in un sorriso forzato con le lacrime che senza controllo mi affiorarono sulle guance.

"No, Carol,non fare così". Disse lui cingendomi la vita  e poi abbracciandomi. Sprofondai con la testa sulla sua spalla,la bocca chiusa e la sete sempre più violenta. Stavo male perchè quella situazione non mi piaceva,mi sentivo di odiare me stessa. Ma non solo me stessa,anche quello stregone malvagio. Mi accarezzò la testa,le sue mani forti e delicate tra i capelli. In qualche modo mi trasmetteva calma,una sensazione pacifica che a suo modo attutiva il dolore dei canini che stavano crescendo. Restammo così per circa dieci minuti. Io non volevo staccarmi da lui e Alex non sembrava volersi allontanare da me. Il dolore finì come era iniziato. Ne fui sollevata. Avevo il viso ridotto ad una valle di lacrime ne ero consapevole. "Va molto meglio". Gli sussurrai. Lui mi cinse i fianchi per guardarmi in faccia. Sorrisi.

"Bei denti". Commentò lui.

"Sei macabro in quanto a commenti". Ribadii io. Cercai di ridere, di essere felice,almeno per quel momento. Ci guardammo per un lungo istante,mi persi nei suoi occhi verdi. "Quanto manca?". Chiesi  io improvvisamente. Lui guardò l'orologio e tornò a fissare me:"Stando alle mie considerazioni,manca circa mezz'ora per arrivare al confine e sono circa le 2.30 del mattino. Sei stanca".

Stranamente mi resi conto che non lo ero,non così tanto come avrei dovuto.

"No". Risposi immediata.

"Cioè,il mio sonno in questo momento è quasi inesistente".

"Beh,dai è un buon segno". Fece lui sbadigliando. 

"Tu piuttosto non mi pari stare proprio benissimo". Dissi io notando che stava crollando da un momento all'altro. Ma lui ribadì." Ricorda che noi elfi siamo molto resistenti".

Non sapevo che dire, Chi era più forte in quel momento?.

Il confine del bosco si affacciava su una distesa di colline verdeggianti. In lontananza,ma neanche così tanto, si scorgeva un abitazione,forse una locanda.

"Quella dovrebbe essere Baita Verde". Esclamò Alex".

"Vuoi fermarti a dormire un po' li?". Gli chiesi.

"Conosco questo posto,ci sono venuto una volta quando ero piccolino e se non vuoi che insomma...se non vuoi trascinarti un morto per le colline Tortuose suppongo che convenga lasciarmi riposare". Sbadigliò nuovamente. Ci avvicinammo alla casa. 

"Ma ci sarà qualcuno a quest'ora sveglio?". Chiesi io con un dubbio di incertezza.

"Ma certo". Fece lui. "Qui hanno sempre qualcuno sveglio a sorvegliare". Bussò. Un ometto basso e tarchiato venne ad aprirci. Era un nano con la lunga barba bianca e i baffi arricciati. "Salve,benvenuti a Baita Verde". Disse il nanetto. Io rimasi in silenzio. Fu Alex a parlare:" Io e la mia compagna vorremmo una stanza per una giornata". Il nanetto mi scrutò. Sperai che ci prendesse per maggiorenni entrambi ma in fondo molte locande accoglievano anche adolescenti li nel regno. "D'accordo". Disse infine."Siete i benvenuti a entrare nella nostra dimora". Ci fece strada ai piani di sopra verso una camera con due letti. -La mia compagna-Pensai. Che cosa buffa. Consegnò le chiavi ad Alex e ci augurò buonanotte,per quanta ne fosse rimasta. Lasciandoci mi fece l'occhiolino. chissà cosa pensava in quel suo cervellino.

"Bene". Fece Alex,stendendosi a peso morto su uno dei due letti. "Non è un problema per te se dormo senza maglia vero?". Mi chiese. "Ah,tranquillo". Risposi io. Dentro di me pensai:-E quando ti capita di stare da sola in una stanza con ragazzo figo senza maglia-. Cercai di tralasciare le mie fantasie ""erotiche"". E mi distesi sul mio letto. Si,ero stanca anche io. Chiudemmo le tapparelle in modo che una volta sorto il sole non ne passasse luce. Dopo cinque minuti di silenzio lui si mise a sedere e mi chiamò."Carol,posso chiederti una cosa?".

" Certo". Alzandomi dal mio giaciglio,dissi. Alex senza maglia era davvero mozzafiato e molto attraente.

"Allora". Fece lui. "Più tardi come facciamo con la questione del sole ecc...ecc..ecc...?".

"Non ne ho idea". Dissi io. Ero abbastanza scossa dalla cosa,ma in quel momento il mio pensiero era tutto concentrato su Alex,senza maglia per di più. Mi sentii avampare. 

"Perchè sei rossa?". Mi chiese lui sedendosi al mio fianco.Mi toccò una mano,che scossa elettrica il suo corpo. Ma che avevo?. Me la prese poi tra le sue. Sapevo di non poter nascondere le mie emozioni di fronte a lui. Mi scostò dei capelli dietro le orecchie e si avvicinò a me e io a lui. Le nostre labbra si incontrarono involontariamente mentre mi passava le mani sulla schiena. Un brivido di emozione mi percorse tutto il corpo. Avrei voluto attirarlo totalmente a me ma...fu lui a farlo. Gli toccai i capelli,le spalle,gli addominali e le mie dita percorrevano il suo corpo mentre lui ispezionava i miei occhi con i suoi,ispezionava,accarezzava i miei capelli. I nostri corpi a contanto si sentivano completi. Avrei voluto che si distendesse accando a me. Senza dirlo mi incitò a sdraiarmi e restammo a fissarci per qualche lungo istante,persi l'uno nell'altra. E poi la passione si fece più intensa di prima e i baci e le carezze ricominciarono più potenti di prima. Amavo il contanto con il suo corpo,il suo profumo. Mi trasmetteva un 'energia pazzesca. Non so fin dove ci saremmo spinti se non avessi avuto un briciolo di lucidità e autocontrollo da fermarmi. Non era quello il luogo e il momento. "Alex". Lo chiamai. Lui si fermò. Mi guardò. "Non vuoi?". Mi fece.

"E' troppo presto".Ribadii io.

"Si hai ragione". Rispose lui con imbarazzo. Ci eravamo un po' lasciati andare in effetti. Lui arrossì e io sentii le guance avampare. Mi diede un ultimo bacio delicato sulle labbra e tornò a dormire in silenzio.Mi coricai anch'io. Ero davvero stanca oraXD. Quando mi destai non so che ore fossero. Alex dormiva ancora pesantemente. Ero conscia solo che lo avrei trovato diverso ma forse la notte trascorsa poteva farli tornare un non so chè di umano. Glielo auguravo di tutto cuore in fondo.

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